4° posto:
Tutto finisce alle due di Dark Sider
Grammatica: 9,9/10
Non c’è alcun errore di natura grammaticale nella tua flash, ma ti ho sottratto comunque un – insignificante – 0,1 dal punteggio totale in questo campo per l’uso sovrabbondante della d eufonica. Nel bando del contest avevo specificato che preferisco che essa venga usata soltanto in caso di vocale ripetuta, ma tu l’hai invece adoperata indistintamente. Non si tratta di un vero e proprio errore, ma avendolo comunque esplicitato in partenza ho voluto comunque segnalartelo, per il futuro!
Efficacia espressiva e stile: 9,4/10
Comincio subito col dirti che una delle ragioni per cui non totalizzi punteggio pieno è l’uso un pelino eccessivo della punteggiatura. Non ho mai letto altro di tuo, ma credo di aver scorto una tendenza in cui tendo a incappare anch’io, dunque per me molto familiare e facilmente riconoscibile: quella d’inserire molte pause, che a volte rallentano giustamente il ritmo narrativo, altre volte lo spezzano. In compenso, conosci bene la differenza tra una virgola, due punti e un punto e virgola, e sai quando usare un segno al posto di un altro, variegando così il tipo di pausa che conferisci al testo. A ogni modo, in qualche frangente, ho ritenuto la frammentazione eccessiva, soprattutto per il tipo di testo che hai presentato: l’apparente distensione iniziale, dovuta al fatto che il protagonista si sente al sicuro, è poi bruscamente interrotta dall’arrivo dei ghoul, e mi sarei aspettata che il ritmo narrativo incrementasse di conseguenza, e che le pause dettate dai segni di punteggiatura diminuissero. Tuttavia, non è stato questo il caso, e la punteggiatura ha seguito passivamente lo schema che avevi adottato nella prima parte della storia.
Provo a farti qualche esempio, per chiarirti meglio questo concetto:
Dall’altra stanza, provengono dei colpi, come di qualcosa che sta battendo su una superficie, accompagnati da gorgogli rochi.
Ecco, io eliminerei la virgola dopo stanza: crea una pausa inutile e rallenta la tensione narrativa, che invece dovrebbe essere proprio il fulcro di questa sequenza. Per questa frase specifica, ti ho sottratto uno 0,1 dal punteggio finale: la mia interpretazione del ritmo è soltanto un suggerimento, perché obiettivamente non c’è nulla che non va nel tuo modo di cadenzare le frasi, che infatti all’orecchio suonano bene (diversamente da altre situazioni che si sono verificate per altre storie che invece hanno valso una detrazione di 0,2).
Analogamente, altri periodi potrebbero essere snellite e alcune virgole evitate, ma non ti ho sottratto punti perché ritengo sia più dovuto a un gusto strettamente personale che a un’effettiva criticità del testo.
Fatta eccezione per questo piccolo commento, ho molto apprezzato lo stile: forse per alcuni sarebbe definito asciutto, per me è essenziale al punto giusto. Tuttavia, a volte tendi a essere molto telegrafico; l’intera scena dell’arrivo dei ghoul avrebbe potuto essere più d’impatto, se invece di seguire oggettivamente l’accaduto avessi mostrato più vividamente qualche dettaglio puramente visivo, sensoriale o sentimentale. Il protagonista sembra quasi impassibile, preso com’è a riportare per filo e per segno quanto sta avvenendo davanti ai suoi occhi; è dal personaggio di Maddy che scorgiamo una qualche partecipazione emotiva agli eventi, ma non ne vediamo la diretta conseguenza sul protagonista. Egli è infatti un narratore incredibilmente stoico e analitico: riesce ad avere la lucidità di descrivere la scena in ogni dettaglio anche in un momento in cui di razionale c’è ben poco. Certo, credo che una parte di questo suo comportamento sia dovuta al suo carattere – come analizzerò in seguito – ma questo suo modo di raccontare, e non mostrare, gli eventi mi ha trasmesso una certa freddezza di fondo. E davvero ritengo che tu abbia potuto fare jackpot con questa storia, visto che invece la prima parte è perfetta: il protagonista indugia su determinate emozioni e riporta gli eventi per come accadono al punto giusto, e l’equilibrio della narrazione è molto bilanciato. Ma proprio nella fase più concitata della storia ho avvertito un tono un po’ più piatto, un po’ forse legato alla problematica delle virgole di cui ti parlavo in precedenza. Per questo sfumato – ma non completamente – “show, don’t tell”, ho sottratto uno 0,5 dal punteggio complessivo.
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 9/10
Quando si scrive una drabble o una flash originale, è sempre complesso riuscire a dare spessore ai propri personaggi, a renderli sufficientemente caratterizzati e a permettere al lettore di empatizzare con essi. Nel caso della tua storia, ho un po’ avvertito questo problema: il protagonista senza nome e Madison non sono propriamente memorabili, e il focus della loro storia – d’amore e di morte – rimane più la trama in sé che la loro caratterizzazione psicologica in senso stretto. Resta comunque evidente il tentativo fatto nel renderli tridimensionali, di spessore, unici: soprattutto nella prima parte, i piccoli indizi di cui hai disseminato la storia facilitano l’immedesimazione del lettore, e ci sono piccole chicche che ho davvero apprezzato. È bello, per esempio, che tu ti sia soffermata sui vecchi riti quotidiani, sulle abitudini dei due personaggi: li hai resi delle persone con un’anima e un passato. Quest’umanità sembra continuare anche in un altri due passaggi, questa volta del presente: il protagonista rivela che quella in cui si trovano è la trentaduesima casa, mostrandoci anche questo suo tentativo di pianificazione e bisogno di appartenenza. Sembra essere una persona molto analitica: non si è limitato a passare da un rifugio all’altro, ma si è anche soffermato a contarli, aggrappandosi così di volta in volta a un posto che ha provato a chiamare casa, per poi vederselo sottratto ancora e ancora. Il secondo momento, invece, riguarda Maddy: lei sembra essere più fragile, più sensibile, si preoccupa di un banale livido che l’altro sfoggia sullo zigomo, quando è evidente che la drammaticità degli eventi richiederebbe tutt’altro tipo di priorità. E poi c’è una scoperta, direttamente associata a questa scena: quel livido il protagonista se l’è procurato uccidendo un essere umano per una razione di cibo in scatola. Questa considerazione – che si è a un punto della storia in cui uno screzio del genere renderebbe il protagonista capace addirittura di uccidere un suo simile – arriva davvero come un getto d’acqua fredda, e avvisa il lettore che non si scherza affatto. Costringe inoltre a soffermarsi a riflettere se questo protagonista sia una vittima con cui empatizzare– come si è portati a ritenere all’inizio – o se sia l’ennesimo carnefice, ma dal volto umano. È un personaggio grigio, più complesso di quanto si potesse immaginare all’inizio, e forse Maddy lo è altrettanto, visto che non sembra turbata da quanto compiuto al suo fidanzato (o magari lo è stata in precedenza, al lettore rimane comunque il dubbio, e questo è un bene a mio avviso).
Tuttavia, l’intera sequenza finale – come ho già avuto modo di farti presente in campo stile – rimane un po’ più fredda: proprio nel momento in cui avresti potuto elevare al massimo la partecipazione del lettore, sei stata forse un po’ brusca, e tutta la scena del bacio mi ha lasciata purtroppo abbastanza indifferente, mentre ci sarebbero stati i presupposti per un senso di disperazione, angoscia e rassegnazione totale.
Ho dunque preferito non penalizzarti troppo ai fini del punteggio finale, tenendo appunto conto dell’oggettiva difficoltà nel creare personaggi indimenticabili in uno spazio così ridotto e nel rendere il lettore interessato alle loro vicende e ai loro destini, e ho alle fine optato per un 9/10.
Uso della triade: 10/10
La tua è una delle storie che mi hanno soddisfatta di più per quanto riguarda l’impiego fatto dei tre prompt previsti dalla triade: tutti e tre gli elementi sono stati inseriti come richiesto, e ognuno ha rivestito un’importanza specifica ai fini della trama.
Già dal titolo, le due di pomeriggio è l’ora in cui tutto accade: è un’ora in cui vita e morte si intrecciano, in cui alle vecchie abitudini appartenenti a un passato ora distante anni luce si sovrappongono nuovi rituali, questa volta di sopravvivenza. È l’ora in cui il caffè abituale tra una lezione e l’altra viene sostituito da vetri infranti e colpi di fucile. È l’ora in cui tutto, per l’appunto, finisce.
“Bacio rubato” e “vetro” sono anch’essi brillantemente utilizzati: se il primo è un disperato gesto di vita, d’amore, di resistenza e di sopravvivenza, il secondo è il caustico segnale dell’avvento della fine. Un vetro infranto, e il precario equilibrio che i due avevano, a fatica, appena ritrovato, si spezza nuovamente, insieme alle loro vite.
Null’altro da aggiungere, e 10 punti pienamente meritati!
Gradimento personale: 4,5/5
Ciò che più mi è andato a genio del racconto è sicuramente l’ambientazione post-apocalittica, con tutti i classici topoi letterari che il genere richiede: è un genere che adoro, dunque già in partenza la tua storia mi aveva attratta forse più delle altre. L’unica nota negativa è appunto la scarsa partecipazione emotiva con i protagonisti, soprattutto nelle battute finali e più decisive: come già detto in campo caratterizzazione e stile, non mi sono sentita particolarmente vicina a nessuno dei due e non ho potuto empatizzare con la loro preannunciata morte. Tuttavia, ho apprezzato molto la tua prospettiva sul classico trinomio umanità/perdita di umanità/sopravvivenza: non si capisce con certezza quando finisce una e quando comincia l’altra, e hai secondo me colto in pieno il dilemma di qualunque essere umano posto in una situazione estrema del genere. Una storia post-apocalittica in piena regola, dunque, che non può non incontrare – quasi – in pieno il mio gradimento personale!
Punti bonus: 1/2
I tuoi ghoul sono ghoul in piena regola e non si fa alcuna fatica a immaginarseli mentre irrompono nell’abitazione – bestiali e terrificanti.
Totale: 43,8/47 |