Recensioni per
La Profezia dei draghi
di _Malila_Pevensie

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/03/21, ore 19:53

Questo capitolo è stato breve ma intenso ed estramamente emozionante. Mi ha colpita la solennità con ui Freya si avvicina alla tomba.
"«Ti chiedo scusa se ci ho messo così tanto, papà» mormorò, schiarendosi la vista asciugando le lacrime con il dorso della mano."
E anche queste parole e i suoi gesti. Speravo che gli avrebbe parlato di più, mi aspettvo qualche altra frase, sinceramente, ma va bene anche così, a volte è meglio il silenzio.
Quel giglio mi ha olpita. Ecco che il suo potere torna a mostrarsi in tutta la sua fora, o forse no, forse ci sono grandi cose che potrebbe fare con esso, ma ancora non lo sa. Spero di venire a scoprire presto di cosa si tratta per capirlo meglio e sapere a cosa le servirà.
L'abbraccio di Aran è stato, come al solito, pieno di affetto e comprensione, mi ha resa felice perché sapevo che Freya non era sola e aveva qualcuno che le stava accanto in quel momento.
Bellissimo capitolo, anche se breve.
Giulia

Recensore Master
16/03/21, ore 19:40

Ciao Francesca. Eccomi qui a recensire un altro capitolo. In ritardo, ma arrivo.
E' bello che tu abbia messo in luce le differenze fra il mondo in ui Freya era abituata a vivere e quello in cui vive ora, sono completamente opposti.
"Con Aran, invece, accadeva tutto il contrario. Dispiaceva molto a entrambi non potersi incontrare anche solo per parlare qualche istante, proprio come stava accadendo in quei giorni. Non vederlo le lasciava una strana sensazione di vuoto a cui non era abituata. I suoi studi erano complessi e impegnativi, Freya l'aveva compreso immediatamente; nonostante questo, il giovane l'accompagnava ovunque lei volesse, non appena ne aveva la possibilità. Avevano trascorso molto tempo insieme e ora che si conoscevano meglio la ragazza aveva iniziato a fidarsi di lui in una maniera che le era difficile ammettere."
Ho apprezzato molto questo passaggio. Aran è sempre molto gentile con Freya e io adoro questo di lui, non è il classico tipo arrogante e str**** che si vede in certe storie. Mi piace molto il fatto che i due parlino così tanto insiejme e che si trovino bene l'una con l'altro e viceversa.
E sono contenta che Freya riesca a tenersi occupata anche nei gioorni nei quali resta sola.
Wow, la biblioteca sembra bellissima! Vorrei andare lì dentro a leggere.
"Prima di aprirla Aran si fermò, con l'evidente intenzione di dirle qualcosa. «Se non hai nulla in contrario, oggi vorrei presentarti una persona a cui tengo molto» la informò, stranamente esistante."
Hai scritto esistante anziché esitante.
E dopo un po' ambnete anziché ambiente.
Sono curiosa di scoprire chi devono incontrare Freya e Aran. E mi ha fato piacere vedere che si sono presi per mano e hanno camminato insieme con tanta facilità. Il loro rapporto diventa sempre più forte.
"un po' spontaneità": hai dimenticato la parola "di".
"la sua riposta": hai dimenticato la s.
Il maestro Athal sembra gentile e simpatico, mi piace molto e sono contneta che abia fatto una buona impressione nache a Freya.
"«Oh. Io avrei trovato molto più strano se non ti fossi affezionato a una persona che ti è sempre affianco nel percorso per diventare un buon Principe, piuttosto che il contrario» commentò lei, riprendendo a camminare tranquillamente."
Anche mio papà trovava strano che io dessi confidenza ai miei insegnanti, sia a quelli di sostegno sia ai professori, ma io non l'ho mai trovato affatto strano, anzi, tutto il contrario. Per me era normale, anche perché mi sono trovata sempre meglio con i grandi che con i miei coetanei. Sono contenta che Freya sia della mia stessa opinione.
"«Non troverai un solo libro che riguardi la geografia dell'intera Finian, in questa Biblioteca» rispose, adombrato, come se Freya avesse riportato in superficie un suo vecchio dilemma. «Mia madre, a quanto pare, non vuole aver nulla a che fare con quelle carte e non ha la minima intenzione di far sì che i suoi eredi le vedano. Non ho idea di cosa sia successo per farle prendere una decisione simile.»"
Ma perché la Regina Mirea ha preso una simile decisione? Cosa l'ha portata a chiuxersi così tanto? Scoprirò la risposta solo proseguendo nella saga, immagino. E, comunque, penso che tutta questa chiusura sia una cosa sbagliata. Preclude ai suoi figli la conoscenza di altre terre del regno (Finian è una parte del regno di Riagàn, giusto?)
Mi ha colpita la riflessione di Freya sul fatto che forse non a tutti questa unione va bene, che magari c'è gente che soffre a causa di questo progetto. Prima non ci aveva mai pensato, ma ora questa consapevolezza l'ha colpita come un pugno allo stomaco.
Mi sono spaventata quando hai scritto che qualcuno stava seguendo Freya, o meglio la stava tenendo d'occhio assieme ad Aran, ho preso davvero tanta paura. Mi domandavo chi potesse essere e mi sono sorpresa di trovare Gorman, non pensavo potesse trattarsi di lui anche se avrei dovuto immaginarlo.
Ed ecco il momento che aspettavo, quello in cui Freya parla effettivamente con Malia di alcuni suoi timori e pensa di potersi fidare di lei. Malia sembra molto buona e gentile, spero risponderà.
La sua risposta non era tanto diversa da quello che mi aspettavo. In effetti, non c'è luogo in cui non regni l'ingiustizia. Mi ha colpita molto anche la parte nella quale Freya pensa che quel mondo la stia abbagliando e nella quale si impone di non farsi incantare. Ha considerato quello un luogo pacifico solo perché si trova in un palazzo meraviglioso, ma come ha detto Malia è facile pensare questo se si è circondati dalla ricchezza.
"«Spero che andrà tutto bene per voi, milady» le disse.
La premura dell'ancella nei suoi confronti le riscaldò il cuore. «Ti ringrazio, davvero. Ti chiedo però di chiamarmi semplicemente Freya; non servono tutti questi titoli» ribatté la giovane con un sorriso. Prima che Malia potesse protestare, era già fuori dalla porta."
Sono felice che Malia abbia dimostrato affetto nei confronti di Freya e anche che la ragazza voglia meno formalit à fra loro, anche se penso che sarà difficile per Maliaabituarsi a chiamarla solo Freya.
E così la Regina vuole indire un ballo. Bene, spero allora ce a Freya vengano fattte delle lezioni, perché non credo sappia ballare. E posso solo immaginare quante emozioni contrastanti l'abbiano assalita quando ha saputo che sarebbe andata alla tomba del padre. Dolore, tristezza, ma anche gioia per poter vedere la tomba, forse.
"Per un istante Aran parve immobilizzarsi, indeciso su cosa fare, poi le si avvicinò e le afferrò la mano destra, stringendola in una presa salda. «Verrò con te, se lo desideri» la rassicurò.
Freya si limitò ad annuire e abbandonando l'orgoglio lasciò che le proprie dita s'intrecciassero a quelle di lui, che continuò a tenere la sua mano nella propria per lunghi attimi. Il calore di quella stretta divenne l'unica cosa chiara, il solo porto sicuro nella tempesta che era tornata ad agitarla."
La loro stretta di mano è stata molto emozionante. Lui ha deciso di non parlare e di confortarla con il silenzio e la comprensione, più quel calore che le ha trasmesso., Lo trovo meraviglioso.
Bellissimo capitolo!
Giulia

Recensore Master
04/12/20, ore 05:39

Eccomi qui. Avevo iniziato questa recensione giorni fa, non riuscendo poi a finirla.
Mi piacciono un sacco le introduzioni dei capitoli. In particolare, questa ha descritto un risveglio in maniera lenta, ma non è stata una scena troppo lunga, piena di passaggi che si potrebbero tagliare, anzi, hai costruito tutto benissimo rendendo quel risveglio un momento speciale per Freya.
"Come poteva, dopo così poco tempo, preoccuparsi a quel modo per lei?
«Sto bene, Aran, non devi preoccuparti in alcun modo per me»"
Posso dire che questo passaggio, con la ripetizione del verbo "preoccupare" (preoccuparsi, preoccupare) mi risulta un po' pesante? Forse potresti modificarlo per rendere il testo più scorrevole, anche se al momento non mi viene in mente come.
"Il giovane si produsse in un mezzo sorriso. «Mi piace che tu riesca a parlare con me in modo tanto semplice e diretto, sai?» commentò.
Solo in quell'istante Freya si rese conto di aver dato sin da subito del tu a un Principe, senza che lui l'avesse mai autorizzata a farlo. «Mi dispiace di essermi presa la libertà di darti tanta confidenza, non mi ero resa conto di essere stata tanto maleducata» disse, arrossendo violentemente.
Aran fece evaporare la sua preoccupazione, scoppiando a ridere e ribattendo: «Non c'è alcun motivo per cui tu ti debba rivolgere a me con deferenza, avrai a mala pena un anno in meno di me.»
«Sì, ma tu sei un Principe» rispose lei, prima di essere interrotta dal fissarsi dello sguardo del ragazzo nel proprio.
«Non ha alcuna importanza. Promettimi che non mi tratterai mai come se ti fossi superiore» soggiunse, come se per lui fosse qualcosa di estremamente importante.
Quell'improvviso contatto visivo fece rimanere Freya senza respiro, ma ugualmente riuscì ad annuire. «Te lo prometto.»"
L'espressione "fissarsi dello sguardo" non mi suona molto bene. La sostituirei con "dallo sguardo del ragazzo fisso nel proprio".
In effetti, e non me n'ero resa conto, cioè non ci avevo pensato, Freya gli ha sempre dato del tu quando invece, se avesse rispettato le convenzioni, avrebbe dovuto dargli del voi. Ma è meglio così, e sono felice che Aran non ne sia rimasto turbato o non gliel'abbia fatto notare con una connotazione negativa. Anzi, sembra quasi che voglia mettersi al pari di lei, quando sono insieme, e questo lo rende un ragazzo umile, nonostante il suo rango. (Sono sicura che Darragh non si comporterebbe mai allo stesso modo).
"sebbene fosse quella del trono e fosse fregiata per tutta la lunghezza delle sue pareti": io toglierei il secondo "fosse", così eviti la ripetizione, tanto penso si capisca lo stesso, ma vedi tu.
Nel discorso di Aran, dopo la parola "tremenda", ci sono due punti (..). NOn ho capito se volevi mettere i puntini di sospensione, che come sai devono essere sempre tre, oppure il punto fermo.
In effetti, la descrizione del ritratto e quello che fa provare a Freya è abbastanza inquietante. Ci credo che Aran ne avesse paura! A un bambino, un dipinto del genere fa sicuramente un certo effetto, per quanto la Regina Mirea sia sua madre.
La parte sul racconto di Aran, io l'avrei voluta un po' più lunga. Magari potresti fargli raccontare, attraverso un dialogo, una sola di quelle leggende mischiate alla storia, tanto per mostrare e non solo raccontare ciò che accade, e poi proseguire con il pezzo che hai scritto. In questo modo, il lettore si sentirà più coinvolto. Dato che il racconto di Aran, forse, risulterà un po' lungo, per non fare righe e righe di dialogo cerca di spezzarlo con qualche domanda di Freya, falli interagire anche in questo frangente. Ovviamente sono solo consigli.
Quando parli di ciò che Freya impara sugli uomini hai scritto "gli venivano". Ma gli significa a lui, mentre qui dovresti scrivere "venivano loro".
"anche capaci di compassione e altruismo, di saggezza e diplomazia, di equità.": nella riga dopo c'è la parola "anche". Per evitare una ripetizione in due frasi così vicine, io sostituirei questo "anche" con altresì (un po' antiquato, forse, ma secondo me efficace). Oppure con ugualmente, per quanto sia un avverbio e, come ti dico sempre, non bisognerebbe metterne molti (ne ho visti alcuni anche qui, forse meno del solito, ma comunque stai attenta e valuta sempre quali tenere e quali no, magari sostituendoli e riscrivendo la frase usando un verbo dalla connotazione più incisiva, per far capire ciò cheavresti inteso usando quell'avverbio).
Immagino che le storie di Aran siano state interessantissime e piene di dettagli che catturavano l'attenzione, non solo una lezione di storia che magari avrebbe potuto risultare noiosa. Bravo, Aran!
"semplicemente da stendardi e intagli molto più semplici di quelli ora presenti.": semplicemente, semplici, rende un po' il testo pesante. Io toglierei l'avverbio.
"Freya rimase immobile a guardare i due sovrani per un tempo che parve infinito, mentre cercava di scorgere qualcosa prima negli occhi del Re e poi, più alacremente, in quelli della Regina. Si ritrovò a desiderare che prendessero vita, che si trovassero di fronte a lei per spiegarle cosa avesse portato a quel loro presente, così confuso come lo era stato il loro passato. Poi, la mano di Aran la riscosse dai suoi pensieri, poggiandosi sul suo avambraccio. La giovane scosse la testa come per scrollarsi qualcosa di dosso e si voltò a guardarlo.
Fu strana l'impressione che la colse: improvvisamente le parve, in modo tanto vivido da sembrare reale, di essere divenuti loro i soggetti di un dipinto. Forse, fu per gli occhi dei sovrani fissi su di loro, attenti e penetranti, mentre sembravano chiedersi come due ragazzi così giovani potessero essere finiti in quella sala, ritratti fra re e regine. Era come se il tempo si fosse cristallizzato lì e non in quelle nicchie, uguali a sé stesse da secoli. Durò solo un secondo."
Io toglierei la virgola dopo "forse", quando scrivi che forse si sentivano così perché il re e la regina li stavano guardando. A mio parere crea una pausa non necessaria.
Il passaggi oche ho citato è davvero molto intenso, mi ha catturata completamente. Non so neanche cosa dire, mi sento come se avessi già scritto tutto tu. Mi limito solo ad aggiungere che la parte in cui hai detto che parevano anche loro parte di un dipinto mi ha lasciata senza fiato, me li sono immaginati raffigurati in un quadro, magari con lui che stringeva lei, come faceva il re con la regina, ed è stato bellissimo! Ora è ancora presto per l'amore, ma in futuro, chissà...
"Camminarono a lungo e chiacchierarono di molte cose: della loro infanzia, dei luoghi in cui l'avevano vissuta e delle vicissitudini che si erano trovati ad affrontare."
Ecco, qui io, da lettrice, avrei voluto un approfondimento. Più dialoghi, più discorsi, avrei voluto sapere qualche episodio della loro infanzia, per esempio. Onestamente, queste poche righe non mi dicono praticamente nulla, non mi fanno entrare nel passato dei personaggi. Senza offesa, eh, ti sto solo dicendo le mie impressioni. Magari, apendo qualcosa in più sulla loro infanzia, in particolare su quella di Aran, i lettori (o almeno, sicuramente io) potrei conoscerlo ancora meglio.
La curiosità di Freya mi colpisce sempre. Ogni volta fa domande intelligenti, vuole scoprire di più, e ho sempre ritenuto che la curiosità sia un qualcosa che va continuamente alimentato e che non sia un difetto, come invece una volta ho sentito dire da un personaggio antipatico in un film. Mi sono piaciuti molto gli accenni agli stendardi e al funzionamento del regno. Non sei entrata nei particolari, immagino per non annoiare, ma il fatto che tu abbia anche solo accennato a queste cose è stato importante, secondo me, per dare a Freya una panoramica generale del luogo in cui vive.
Sono felice che lei e Aran abbiano trascorso così tanto tempo insieme e me li sono immaginati mentre riconoscevano i fiori e chiacchieravano. E' davvero piacevole vederli interagire, conoscersi, ogni volta mi sento come se fossi in loro compagnia o come se, addirittura, fossi proprio Freya e vivessi le sue stesse avventure. Vorrei tanto incontrare un ragazzo gentile come Aran, anche solo come amico.
Il momento che ho preferito, però, è stato quello dell'ultima sala che hanno visitato. In effetti la fontanella è proprio strana e mi hanno colpita le due fate vicino a essa, me le sono immaginate come fragili ma bellissime. Inoltre adoro le conchiglie e mi piacerebbe tanto toccare quella fontana per capire meglio com'è fatta.
"Sì, anche sua madre era lì, e quando si ritrovò a guardare quegli occhi a lei così familiari non poté che cercare di ricacciare indietro le lacrime con tutte le sue forze, sorridendo nonostante tutto.
Eleana era sola, seduta su una panchina in pietra del giardino, con un passerotto posato sulle dita affusolate. Portava un vestito color acquamarina dalle maniche ampie, i capelli sciolti ed era felice come non l'aveva mai vista. Poteva percepirlo attraverso la sottile membrana della tela, come se il pittore fosse riuscito a catturare le emozioni e i sentimenti con i suoi colpi di pennello, fissandoli nei pigmenti.
In quel momento la colse la consapevolezza che quel giorno aveva visto un'infinità di cose che sua madre aveva conosciuto prima di lei, attraversato luoghi dove lei stessa aveva camminato. Le lacrime che aveva trattenuto fino ad allora lasciarono i suoi occhi e le caddero lungo le guance. I ricordi del passato, quelli che gelosamente conservava nel più profondo del suo cuore, si stavano lentamente fondendo con quelli che stava acquisendo, dandole una più ampia consapevolezza della persona che era stata sua madre.
Dietro di lei, Aran rimase in rispettoso silenzio finché lei non si voltò. Il ragazzo parve trattenere il respiro, come temendo la sua reazione, ma nel suo viso qualcosa cambiò quando Freya sorrise nuovamente. Era un sorriso sincero e lo furono anche le sue parole: «Grazie, Aran. Grazie. Non avrei mai potuto sperare in così tanto.»
Per un attimo il giovane non seppe cosa rispondere, poi non poté fare a meno di sorriderle di rimando: «Non hai nulla di cui ringraziarmi, avevi il diritto di capire ciò che ha visto e vissuto lei» le disse in tono sommesso.
Quella seconda frase la lasciò basita. Era come se avesse espresso ciò che lei aveva solamente pensato pochi istanti prima."
Questo passaggio meritava di essere citato per intero. Aspettavo il momento in cui, finalmente, magari Freya avrebbe rivisto il volto della mamma, anche solo in un dipinto, e per fortuna è successo. Le emozioni l'hanno travolta, come hanno fatto con me. So per esperienza che rendersi conto di camminare negli stessi luoghi in cui ha camminato una persona alla quale tieni tantissimo fa bene e male allo stesso tempo, anche se per me è sempre stato più forte il dolore dato che quella persona non c'è più da sei anni e muovermi per l'università non è stato facile da quando lei non c'è stata più.
Nonostante i sorrisi, Freya si è lasciata andare alle emozioni e alle lacrime, non vergognandosi di fronte ad Aran. Ha fatto molto bene a sfogarsi e lui ha rispettato i suoi sentimenti, dandole i propri tempi, cosa che considero molto importante. Non le ha detto che doveva reagire, o che avrebbe dovuto sentirsi in un altro modo, non l'ha forzata a fare niente, e lo trovo un gran gesto che al giorno d'oggi, purtroppo, poche persone mettono in atto, preferendo sputare frasi fatte che non servono a nulla.
Per fortuna nessuno si è accorto che erano entrati lì e, lo ammetto, il fatto che abbiano visitato una stanza proibita mi ha abbastanza riempita di adrenalina.
Chissà se è davvero così, per quanto riguarda Mirea e il fatto che non ha più avuto incantatori. Io stessa, come lettrice, la conosco troppo poco per inquadrarla bene, ma ho capito che è un personaggio molto complesso.
Non vedo l'ora di scoprire quali altre avventure aspettano Freya, quindi tornerò a leggere il prima possibile.
Bellissimo capitolo e complimenti!
Giulia

Recensore Master

Inizio subito con u paio di domande. Che vuol dire lama monofilare? E la guardia cosa sarebbe? Credo dovresti mettere un paio di note allafine del capitolo, perché quando usi termini tecnici come guardia non è detto che tutti capiscano di cosa stai parlando.
Mi è piaciuta molto la descrizione del duello, l'ho trovata coinvolgente e l'hai descritta in modo non tecnico e comprensibile da tutti. In particolare, mi ha colpita l'assenza di emozioni dei due fratelli prima di attaccare, di sicuro data dal fatto che si stavano concentrando e non potevano permettersi sorrisi o altre distrazioni, e immagino che tanti anni di allenamento l'abbiano fatto capire loro. (Non avevo capito ci fosse un maestro d'armi, anche se in effetti avrei dovuto aspettarmelo. Forse dovresti farlo comparire un po' prima, fargli dire anche un'altra battuta, in modo che i lettori possano comprendere che i due ragazzi non stanno combattendo da soli, senza alcuna supervisione, perché all'inizio era questo che io avevo pensato).
I dialoghi fra Aran e Freya mi piacciono sempre molto. Ogni volta che parlano, scopro cose nuove di entrambi.
Mi piace che il maestro d'armi abbia fatto comprendere ai due ragazzi gli errori commessi e che li abbia fatti correggere loro. E' sicuramente una cosa importante che li aiuta a migliorare ogni volta.
"La ragazza rammentò le sue parole di qualche ora prima. Aveva affermato che per lui combattere era stato difficile, all'inizio, e che tutt'ora continuava a non piacergli particolarmente."
Dato che il dialogo è avvenuto temporalmente qualche ora prima, ma non molte righe sopra il passaggio che ho riportato, il lettore - o almeno credo - ricorderà di certo quel discorso. Un conto è se il capitolo fosse molto lungo e quella parte si trovasse pagine e pagine indietro, ma in questo caso non c'è bisogno di ripetere cos'aveva affermato Aran. Se c'è una cosa che ho imparato in questo periodo è che bisogna evitare di ripetere informazioni già date, a meno che non ci sia un motivo molto importante e forte per farlo. Altrimenti, sono solo parole in più. In questo caso, dato che poi Freya pone quella domanda, si viene riportati al discorso precedente e tutto fila liscio senza questa ripetizione che, quindi, per me si può togliere.
Bella la riflessione sul mondo molto più grande e sul fatto che potrebbe essere necessario difendersi con un'arma diversa da un arco. Inoltre, Aran è stato gentile a dirle che non la sottovaluterà solo perché è una ragazza e anche a offrirsi di insegnarle a usare la spada. Sono curiosa di vedere quale troveranno adatta a lei. In ogni caso, allenarsi insieme li avvicinerà ancora di più. (Mi raccomando, Freya e Aran, andateci con calma, eh?)
"La giovane non poté fare a meno di aggrottare le sopracciglia, irritata. Forse c'erano molte altre cose a cui doveva ancora abituarsi, ma non credeva che sarebbe mai riuscita a scendere a patti con la loro misoginia. Come poteva essere che in un regno totalmente governato da una donna trovassero ancora strano o addirittura sbagliato che una ragazza volesse imparare a combattere? Freya non riusciva proprio a capacitarsene."
Ma sì, infatti, è assurdo. O c'è qualcosa sotto che ancora Freya non capisce, oppure non ho idea di quale sia il problema di tutti. Per fortuna Aran ha preso le difese di Freya e Brant si è calmato.
Sono felice che la ragazza si destreggi abbastanza bene con le mosse più semplici della spada. Non ho capito cosa sono il debole, il medio e il forte, ma immagino siano vari tipi di colpo, giusto?
"«Forse l'hai idealizzata un po' troppo. Mi chiedo con quanto di tutto questo coraggio di cui parli abbia potuto abbandonare sua figlia nel mezzo di una foresta in così tenera età.»
Freya scattò in piedi e si voltò, solo per trovare l'espressione arrogante di Darragh che la guardava dall'alto in basso. Sentì le spalle che le si irrigidivano, come se da un momento all'altro qulcuno potesse attaccarla e ferirla gravemente, e una rabbia che non le era mai appartenuta prima divampava nel suo sguardo con la stessa furia di un incendio. Non si riconosceva, in quel sentimento ribollente e oscuro, ma la sua forza fu tale che non ebbe nemmeno il tempo di stupirsene. Lo stocco che ancora stringeva fra le mani si conficcò con veemenza nel terreno, ai piedi del Principe Ereditario, il cui volto tutto a un tratto si fece pallido, come se solo in quel momento si fosse reso conto di cosa avesse detto. Senza nulla più da stringere per arginare l'ira, non le restò altro che serrare i pugni.
«Prima di parlare di ciò che non conosci» sibilò, facendo un passo in avanti che costrinse Darragh a indietreggiare, «dovresti soffrire almeno la metà di quello che ho sofferto io, nel sapere che tua madre ti avrebbe protetta a costo della vita e forse l'ha fatto.»
Freya avvertì le proprie stesse parole trafiggerla dritta al cuore lentamente, una alla volta: era la prima volta in assoluto che dava voce a ciò che fino a quel momento si era rifiutata perfino di pensare.
Aran la guardava, senza sapere cosa dire di fronte a tanto dolore. Solo in quel momento si rese conto che, nonostante la sua apparente calma, c'era tanto che Freya teneva ben chiuso dentro di sé e, probabilmente, lasciava trapelare molto raramente."
Definirei questo passaggio abbastanza complesso, nel senso che bisogna farci un ragionamento attento sopra. Allora... come ho già detto in recensioni precedenti, ritengo che Freya sia stata molto brava e coraggiosa nel non pensare che sua madre non l'abbia abbandonata. Insomma, era solo una bambina quando è successo e i bimbi, anche se grandi, quando non vedono più i genitori pensano sì ce torneranno, ma allo stesso tempo credo si domandino:
"E se mi avesse abbandonato/a?"
La ritengo una domanda normale, una reazione normale. Ma lei non l'ha fatto, il che dimostra che era molto matura per la sua età già allora e che sapeva che l'amore di sua madre era più forte di qualsiasi cosa, ha creduto alla questione del viaggio e ha sempre sperato, fino a un certo punto almeno, che la donna tornasse indietro. Però, ecco, ripeto che avrebbe anche potuto pensare benissimo il contrario. Non so con quale forza sia riuscita a non farlo, ma è successo e la ammiro per questo. NOn ha avuto nemmeno un filo di dubbio, mai una volta e la ritengo una cosa incredibile. In realtà, a leggerla la prima volta mi era sembrata un po' irrealistica. Possibile che da bambina non avesse avuto nemmeno un po' di cedimento, di pensieri a riguardo? Matura sì, ma così tanto? Adesso questa domanda mi resta comunque in mente, quindi ti sollevo questa mia perplessità riguardo il fatto che non abbia mai ceduto. A nove anni si è grandicelli, ma non così tanto possibile che non sia mai crollata, he non abbia mai pensato di essere stata abbandonata dopo settimane, mesi in cui Eleana non tornava?
Darragh ha espresso male il concetto, in maniera molto tagliente e violenta. Certo, magari se Aran le avesse chiesto "Non ti sei mai sentita abbandonata da lei?" questo avrebbe potuto darle fastidio, ma posso solo immaginare la rabbia che ha provato dopo un commento del gnere.
Ha fatto bene a rispondere a Darragh a tono, anche se quello scatto di rabbia ha sorpreso anche me, come ha fatto con lei.
Eh sì, Aran, hai proprio ragione: Freya tiene nascoste molte cose, ma spero che durante la saga e la sua crescita personale impari non solo ad aprirsi, ma anche a capire che mostrare i propri sentimenti, anche quelli più devastanti, rende più forti, non deboli.
Povera Malia, la cercava e non la trovava da nessuna parte! In ogni caso, anche qui è stata gentile con lei.
"Il tumulto che l'aveva investita la stava ora abbandonando, perciò Freya si lasciò guidare via dall'ancella senza opporsi. Ogni passo era uno sforzo in più per trattenere le lacrime che quelle parole di puro veleno stavano minacciando di far scendere sulla ferita ancora aperta della perdita di sua madre. Mentre si allontanava sentì arrivare anche la paura, puro e semplice terrore che non avrebbe mai smesso di sanguinare fino a che non avesse scoperto la sorte a cui Eleana era andata incontro."
Nonostante Freya sia diventata più forte e si sia indurita, come hai scritto tu stessa, il dolore per la perdita di sua madre è ancora vivo in lei e la ferita sanguina e continuerà a farlo finché non scoprirà la verità, come io avevo sospettato. Del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti. E' difficile accettare che qualcuno sia scomparso, se non si trova il suo corpo o non lo si ritrova vivo. Io spero per la seconda, che Eleana sia viva e che qualcosa l'abbia trettanuta lontana da Freya, anche se mi domando cosa ci potesse essere di più importante di sua figlia.
"Naturalmente, non era servito a nulla": io toglierei la virgola dopo "naturalmente". Crea una pausa non necessaria.
"forse, aveva paura che Freya non si sarebbe aperta": anche qui, toglierei la virgola dopo "forse". Crea una pausa non necessaria.
"Era stato solo durante la cena di quella sera, quando aveva visto Darragh continuare a comportarsi come se nulla fosse, che aveva deciso che se non l'avesse fatto lui, qualcuno avrebbe pur dovuto chiedere scusa a Freya. La verità era che Aran aveva bisogno di accertarsi che lei stesse bene, perché, qualunque cosa significasse, sentiva di non poter sopportare nemmeno l'idea del suo dolore.
Forse, era vero quello che suo fratello aveva continuato a ripetergli negli anni: la sua tendenza a lasciarsi coinvolgere non l'avrebbe mai reso un buon guerriero. Eppure, in qualche modo, le parole di Darragh non gli pesavano più come avevano fatto in passato; sembrava che tutto stesse acquistando una prospettiva diversa, se legato a Freya."
Certo che Darragh è proprio uno str****, non so come facciano lui e Aran, che sono tanto diversi, a essere legati. Comunque, sono felice che il ragazzo abbia capito che ci sono cose più importanti che essere un buon guerriero, che anche lasciarsi andare alle emozioni, empatizzare con gli altri ha la sua importanza, benché immagino che non si possa comprendere in solo qualche giorno grazie a una ragazza, ma che Aran lo comprenderà meglio con il passare del tempo el a crescita. Io toglierei la virgola dopo "forse" om "Forse, era vero". Ci sono già i due punti, dopo, a creare una pausa, quella virgola è in più. In ogni caso, anche se non è stato lui a ferire Freya, Aran è oltremodo premuroso ad andare a chiederle scusa per il comportamento di Darragh.
E' vero, ran non è affatto suo fratello e sono felice che Freya gliel'abbia fatto notare. Spero, comunque, di vedere in futuro qualche difetto nel carattere di Aran. Per ora si è dimostrato sempre gentile e disponibile, ma avrà anche lui i suoi lati negativi che lo renderanno ancora di più un personaggio realistico, e in parte non vedo l'ora di scoprirli, ma per ora mi godo la calma che sprigiona.
"«Ci ho riflettuto molto oggi, sai? La verità è che, in una parte di me, l'affetto per lei è costretto a convivere col dolore per la sua scomparsa e ho finito con il reagire bruscamente anche di fronte a un commento che non avrebbe dovuto avere nessuna importanza» spiegò Freya con voce calma, seppur venata di una profonda e a stento celata amarezza, ignara delle riflessioni di Aran.
«Ha importanza, se ti ferisce» disse lui, avvicinandosi di un passo. «Questo è il problema di Darragh: pensare sempre che le parole non abbiano un peso, quando invece ne hanno. Non gli permetterò mai più di parlarti in quel modo; te lo posso promettere.» Si rese conto con un attimo di ritardo di aver agito d'istinto e di essere fin troppo prossimo a lei, ma Freya si limitò a fissarlo, spalancando gli occhi chiari, senza far nulla per allontanarsi.
«Questa ora è anche casa tua ed è giusto che tu la senta come tale» concluse infine Aran."
Esatto, se la ferisce ha importanza, non capisco perché Freya pensi che non ne abbia. Okay, lei ama sua madre, ma commenti del genere scalfirebbero chiunque. Freya, ti prego, lasciati un po' andare!
Sai che l'ultima parte non mi convince tantissimo? Ti spiego. Mi fa piacere che Aran voglia scoprire la verità sui suoi genitori, avevi accennato al fatto che la regina non gliela dicesse per proteggerlo, però sembra che in pochissimi giorni lui da Freya abbia imparato tanto, anzi, decisamente troppo, e ripeto, in pochissimi giorni, e sottolineo ancora una volta quel pochissimi. Ha capito che ci sono cose più importanti di essere un buon guerriero, e ne hai parlato come se prima non lo sapesse. E ha capito che, ispirato dalla sua forza, vorrebbe scoprire la verità sui suoi genitori, ma ne hai parlato come se prima non avesse voluto mai farlo. E certo, la sensazione di terrore che prova è molto realistica, è il resto che no mi convince. Mi sembra tutto troppo affrettato. Non è che perché arriva questa ragazza che gli apre il suo cuore riguardo la propria storia e il suo passato allo ra lui improvvisamente deve arrivare a capire che vuole scoprire la veritò sui suoi genitori e che ci sono cose più importanti che essere un guerriero. Dovrebbe comprenderlo da solo, pian piano, con il tempo, con l'esperienza, con la crescita personale. Così, onestamente, mi sembra che questi lati del personaggio invece perdano importanza e siano caratterizzati un po' male.
Non voglio offenderti con queste parole, ti prego non pensare che voglia dire che Aran p un personaggio orribile. Non lo è, solo che secondo me potrebbe essere migliorato in questo senso. Come? Non ne ho idea, ma se ascolterai il mio suggerimento, sono sicura che troverai il modo. Capisco che volessi far intendere che Freya aiuta Aran a capire queste cose, pur non sapendolo, ma il tutto accade troppo in fretta (sono passati solo due giorni, per quante confidenze si siano scambiati!) ed è come se Aran non fosse riuscito a capire da solo tutto questo prima, è questo che secondo me stona.
Per il resto, anche questo bel capitolo!
Non so se recensirò ancora stasera, al massimo ci vedremo domani.
Giulia

Recensore Master

Eccomi ancora!
Mi è piaciuta molto la descrizione degli abiti di Freya, precisa eppure non lunga o pesante come a volte si vede in quei fantasy pieni di pagine di descrizioni inutili. Secondo la mia esperienza, e non so se è capitato anche a te, descrivere un vestito nel modo corretto, con sufficienti dettagli ma non troppi o troppo pochi, non è facile. Poi magari sono io che, non vedendo, trovo più difficoltà. In ogni caso complimenti, il vestito sembra bellissimo!
Sono anche felice del fatto che Freya possa andare nel bosco.
Quando ho letto il nome del suo cavallo, che avevo dimenticato, mi sono venute le lacrime agli occhi perché assomiglia a quello della mia gatta, così mi sono fermata, in preda al dolore e a emozioni forti e solo dopo un po' sono riuscita a ricominciare la recensione.
Ah, non ho capito una cosa. Come mai Freya si fascia le mani per usare l'arco?
Eh sì, infatti, mi chiedo anch'io quale parte di libertà se sarà lasciata e quale tolta, e purtroppo non ho un buon presentimento a riguardo, non so dire perché.
"il giorno precedentee": qui hai attaccato la parola "precedente" e la parola "e".
Il momento in cui Freya corre verso il boc del cavallo ìè stato molto emozionante, si vede che gli è legata e spero che, in futuro, questo legame si noterà sempre di più. In fondo, lei è molto attaccata alla natura e agli animali, quindi il rapporto che si potrebbe creare tra lei e Stellato sarebbe sicuramente molto intenso. (Tra l'altro, non so perché, ma io mi immagino Freya anche con un proprio gattino, o una gattina. Non è che, magari, potresti inserirlo in qualche parte della storia? Forse potrebbe essere proprio Aran e regalarglielo/a, più in là, o anche nella parte seguente di questa saga. Non lo so, visto che è una ragazza tranquilla e dolce ce la vedrei benissimo con un micetto, anche qui il rapporto secondo me sarebbe speciale, tipo quello che ho io con Furia e Red, e tu sai quanto siamo legati. Così, era solo un suggerimento, o meglio, una cosa che mi piacerebbe tanto, tanto, tantissimo vedere. Ma la storia è tua, le idee sono tue, non voglio intromettermi, desideravo solo fartelo sapere).
"«Accettate la mano che vi viene tesa, Lady Freya. Avrete molte più opportunità qui che dove siete stata fatta crescere. Ma non pretendete più di quanto siano disposti a concedervi.»
Freya rimase per un attimo immobile accanto allo stallone, le briglie inerti fra le mani. Era un avvertimento? Un brivido le corse lungo la spina dorsale, mentre cercava di capire che significato attribuire alle parole di Craius. Si riscosse solo quando Stellato scalciò, forse avvertendo il suo nervosismo. Non aveva senso rimuginarci; sapeva a cosa sarebbe potuta andare incontro, quando era partita, e ora sarebbe andata fino in fondo. C'era molto altro ancora da scoprire ad Errania, lo sentiva."
Mmm, queste parole hanno fatto venire un brivido anche a me. Non me le aspettavo, in realtà, e mi preoccupano, perché le cose potrebbero non mettersi bene per Freya in futuro e la cosa mi fa agitare.
A Errania, non ad, per lo stesso discorso della d eufonica che ti dicevo nella recensione di prima. Bello il fatto che Stellato abbia percepito l'ansia della ragazza e reagito in quel modo, significa che come tutti gli animali sa capire molto bene le persone.
"Con la smania di uscire all'aria aperta e di poter riassaporare la pace della solitudine spronò il cavallo ad uscire dalle stalle."
Ripeti due volte la parola "uscire". Io sostituirei la prima con "stare". Inoltre scrivi "ad uscire" ma, per lo stesso discorso della d eufonica, è "a uscire".
Io farei una piccola aggiunta durante la corsa di Freya. Oltre ad aprire le braccia, potresti descrivere la sensazione del vento fra i suoi capelli e il fatto che, magari, liberi un grido, una sorta di sfogo o di momento in cui lasciarsi completamente andare. Secondo me renderebbe la scena più a effetto.
Bella anche la riflessione sul prezzo da pagare, spero non sarà troppo alto.
"Una volta in più, si ritrovò ad osservare come ovunque la natura riuscisse a dar vita alle proprie meraviglie e a dare sfoggio della sua imperturbabile magnificenza. Quel bosco non era vasto come le Foreste di Confine e gli alberi che lo componevano non erano grandi come le sue querce secolari, ma irradiava un senso di protezione che avvolse Freya nelle sue calde braccia. Respirò a pieni polmoni, cercando di immettere poi nel sospiro che lasciò le sue labbra tutta la tensione accumulata.
Vagò a quel modo fino a che non trovò un posto che le sembrò fare al caso suo; era una piccola radura muscosa nel cuore del bosco, custodita al suo interno come una perla rara. Fiori estivi ne contornavano il perimetro, dondolando alla brezza leggera che ora si era fatta calda"
Questo passaggio è bellissimo. C'è solo un errore, hai scritto "ad osservare", ormai sai come correggere la d eufonica, quindi non mi ripeto.
La descrizione della radura e del bosco sono fatti benissimo, mi hanno trasmesso una sensazione di calma e di pace di cui, in questo momento, avevo bisogno. Sono molto evocativi, nel senso che sei riuscita a far provare al lettore, o almeno a me, ciò che sente Freya, mi sembra proprio di essere lei e di sentire, vedere, sperimentare tutto ciò che le accade, anche in questo frangente, ed è meraviglioso. Inoltre, avendo fatto equitazione per un anno e mezzo so molto bene cosa si prova andando a cavallo, ed è vero, quando si va a un'andatura lenta e regolare ci si rilassa.
"Ebbe finalmente il tempo di ripercorrere tutto ciò che era accaduto il giorno prima. Tentando di restare quanto più razionale possibile rivisse nella mente ogni singolo istante dell'incontro con la Regina, ogni parola che era uscita dalla sua bocca e iniziò a porsi le prime domande. Cos'era successo prima che Mirea arrivasse sul luogo dove suo padre aveva perso la vita? Quali erano gli eventi che si erano susseguiti in quel punto cieco della tragica storia della sua famiglia? E per quale ragione sua madre era scappata così, senza mai guardarsi né tanto meno ritornare indietro nemmeno quando i fautori dell'attentato erano stati catturati? Più di tutto era questo a tormentarla, come una spina sottopelle, perché non riusciva a capacitarsi di cosa avesse spinto Eleana a prendere la decisione di andarsene per sempre. Aveva forse avuto paura che Errania non fosse più un posto sicuro per crescerla?
Passò così un tempo interminabile, ma quando il peso di quello che le aveva raccontato Mirea si fece tanto schiacciante da arrivare a soffocarla, Freya decise cambiare il corso dei propri pensieri."
Sono tutte domande lecite e che, leggendo, mi sono posta anch'io. Il passaggio è molto intenso e lascia tanti interrogativi al lettore. Personalmente, non vedo l'ora di trovare nel tuo romanzo o nei prossimi risposta a queste domande. E, nel profondo del mio cuore, ho ancora la speranza che un giorno Freya ed Eleana si possano incontrare di nuovo, stavolta per non lasciarsi più, e chiarire e recuperare, con il tempo, tutto ciò che hanno perduto in questi anni.
"Quali erano gli eventi che si erano susseguiti" non mi piace, non mi suona affatto bene per la ripetizione di quell'erano. Io scriverei:
"Quali eventi si erano susseguiti".
Beh, i pensieri su Aran erano inevitabili, direi. E visto che quando si è rilassati la mente vaga e non riusciamo a controllarla, è ovvio che Freya pensi un po' a tutte le cose che le sono capitate.
"Per lunghissimi minuti rivide semplicemente i suoi occhi grigi, il suo viso e ogni emozione ed espressione che aveva visto attraversarlo;"
Io toglierei la parola "visto", dato che hai usato il verbo "rivedere" poco prima e suona un po' pesante con la parola "visto" in quella posizione, e scriverei:
"Per lunghissimi minuti rivide semplicemente i suoi occhi grigi, il suo viso e ogni emozione ed espressione che l'aveva attraversato;"
"Per lunghissimi minuti rivide semplicemente i suoi occhi grigi, il suo viso e ogni emozione ed espressione che aveva visto attraversarlo; poi, passò a domandarsi come fosse stato possibile avere avuto tanta fiducia in un estraneo da parlare a cuore aperto come aveva fatto durante la loro lunga passeggiata, a come potesse avvertire quella strana familiarità ogni volta che pensava a lui; infine, si ritrovò a dover ammettere di non avere nessuna risposta razionale alle sue domande, solo lo strano desiderio di rivederlo ancora."
Secondo la mia opinione questo periodo è un po' troppo lunga. Dovressti spezzarla in due. Ci sono i punti e virgola che creano una pausa, ma le frasi sono un po' troppe, per me, in un solo periodo. Poi è anche questione di gusti e di stile, ma credo che sia meglio un periodo un po' più breve e scritto bene che uno più lungo.
Sono felice che abbia pensato a come sia stato possibile per lei aprirsi a quel modo con un estraneo, ha riconosciuto che Aran in fondo lo è, nonostante la sensazione di familiarità che prova verso di lui.
"in ogni caso, erano tutti così indaffarati da fare ben poco caso a lei."
Dato che c'è la ripetizione della parola "caso", il sostituirei "in ogni caso" con "ad ogni modo". (In questa io utilizzo la d eufonica, perché la ritengo un'espressione che si usa spesso, come ad esempio, mentre se scrivo a ogni non la metto).
"Freya sgranò gli occhi. «Non ho mai dubitato dell'enorme valore di Stellato, ma non avrei mai immaginato nulla di simile» rispose, osservando tutta la sua possanza e maestosità."
Sì, Freya, capisco cosa provi, nemmeno io mi aspettavo una cosa del genere.
Aran, a quanto pare stai davvero simpatico a Stellato e viceversa! Ne sono felice, e ho sorriso quando ti ha sbuffato fra i capelli.
(Sì, Francesca, ogni tanto parlo con i personaggi delle storie, facci l'abitudine perché sono un po' pazza sotto questo punto di vista XD).
"Darrah era già lì": hai dimenticato la g.
Freya è stata bravissima con il tiro con l'arco. Formidabile, davvero! Pensavo che avrebbe mancato un bersaglio, o magari non tirato sempre al centro, invece ci è riuscita e ha anche tagliato la freccia di Aran. Impressionante!
"Poi continuò: «Ci aveva lavorato moltissimo, per di più di nascosto da me. Solo dopo qualche tempo le chiesi il perché di tanta fatica e lei mi rispose semplicemente che meritavo un arco degno di questo nome.»
Freya alzò lo sguardo su Aran e, immergendosi nel suo, sentì che in qualche modo lui la capiva. La dolcezza che lesse in fondo a quegli occhi la fece avvampare, tanto che si sentì perfino costretta a fare un passo indietro e allontanarsi leggermente da lui e da quell'ondata di emozioni."
Ho amato molto questo passaggio. Si nota ancora di più quanto Aran capisca Freya, quanto sia interessato a lei, alla sua storia, a ciò che le piace fare, come per esempio tirare con l'arco, e sicuramente prima ha anche capito che la ragazza ama gli animali, come del resto sa fare lui.
NOn capisco perché Darragh si comporta così male con Freya. Che gli h fatto? Ma anch'io ho la sensazione che non si fermerà.
Mi è piaciuto il fatto che tu abbia scritto che Freya non è abile con la spada. A volte, nei libri, si vedono protagoniste che son obrave in tutto, dei geni, intelligentissime, perfette, mentre Freya non lo è e per questo risulta un personaggio realistico e umano, sembra proprio una persona. Anzi, quando io leggo la tua storia non vedo personaggi di un romanzo, ma persone in carne e ossa, me le immagino proprio. Non solo lei, ma anche gli altri son ocaratterizzati molto bene, anche se non capisco ancora Gorman e Darragh, se siano buoni, cattivi o una via di mezzo. In ogni caso, adoro Aran.
Bellissimo capitolo!
Giulia

Recensore Master
15/11/20, ore 11:40

Eccomi di nuovo qui.
Hai scritto pò e non po', all'inizio del capitolo! Attenta, è un errore fastidioso.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto il silenzio dei giardini e il lieve rumore del vento, che aiutano Freya a riprendersi un po'. Anche a me stare in mezzo alla natura è sempre servito a tranquillizzarmi, quindi la capisco.
"Il silenzio fra i due si protrasse ancora per qualche istante, senza però creare nessun imbarazzo; non si erano scambiati che poche parole prima di quell'istante, eppure si sentiva in qualche modo perfettamente compresa."
Bel passaggio. Per quanto forse sia banale dirlo, il silenzio dice molto più di mille parole, a volte. Hai usato la parola istante in due occasioni, però, e sono troppo vicine, si crea una ripetizione un po' pesante. Io sostituirei la prima con la parola attimo.
"Fu proprio lei a parlare per prima, lasciando uscire in un sussurro un pensiero che lottava per farsi sentire fra tutti gli altri: «Sembra che solo all'aria aperta io mi possa sentire a casa. Gli spazi chiusi non fanno per me.»"
Anche qui, ripetizione della parola sentire. Sostituirei la prima con udire. Oppure, puoi scrivere farsi strada, quindi "che lottava per farsi strada".
"«Dove vivevi prima che i soldati stravolgessero tutto?» le domandò e il suo interesse era vero, sincero, tanto che ricambiare le venne del tutto naturale."
Mi fa piacere che Aran sia curioso riguardo la provenieiza di Freya, in questo modo iniziano a conoscersi. Di solito si parte a farlo con domande stupide, futili, del tipo "Come stai?", alla quale la maggior parte delle volte si risponde "Bene" anche quando non è vero, altrimenti gli altri ti prendono per scemo (io ne so qualcosa) e poi domande molto superficiali. Invece, secondo me, se dopo un po' si parla di cose più profonde, la conoscenza può trasformarsi in qualcosa di più. E credo che questo sia proprio il caso di Aran e Freya.
Vero e sincero sono parole che in pratica vogliono dire la stessa cosa, secondo me dovresti sceglierne una sola. Ti consiglio sincero, suona meglio.
"«Vicina al cielo?» chiese Aran, non nascondendo una certa sorpresa."
Secondo me, in questo passaggio potresti mostrare la sorpresa, anziché raccontarla, e usare quindi la tecnica dello Show, don't tell, di cui forse hai sentito parlare, molto utile quando si scrive. Io ritengo che si debba trovare un equilibrio tra il mostrare e il raccontare, non si può fare solo l'uno o solo l'altro, ma dato che in questo caso il ragazzo non si aspetta la risposta che lei gli ha dato, secondo me sarebbe più giusto mostrare la sorpresa descrivendo il tono della voce più acuto, magari, o gli occhi sbarrati, o la bocca letteralmente aperta. In questo modo il lettore empatizzerà di più con Aran e sarà partecipe della sua sorpresa. Leggendo "una certa sorpresa", sinceramente, io non provo un granché, in questo caso. Invece, per quanto da lettrice sappia dove viveva Freya, voglio stupirmi comunque come ha fatto il principe, provare quel qualcosa che mi fa pensare:
Ah, davvero? Cavolo, che cosa strana!
"sentì che quella ragazza misteriosa gli stava facendo perdere nuovamente il controllo."
Puoi togliere quel "sentì che". Da un po' ho iniziato a usare meno parole come sentire, vedere, sapere, provare ecc., perché ho letto in vari blog gestiti da editor che queste sono parole filtro, che - anche se non sembra - distanziano il lettore dalla narrazione. Per esempio:
Quella ragazza gli stava facendo perdere nuovamente il controllo
è un po' più immediato di:
Sentì che quella ragazza gli stava facendo perdere nuovamente il controllo.
E' come se, nella frase senza la parola filtro, il lettore si immedesimasse di più in Aran e percepisse meglio ciò che sta provando. L'ho sperimentato sulla mia pelle, iniziando a togliere alcune di queste parole dai miei scritti. E cavolo, a volte farlo serve proprio! Non bisogna eliminarle tutte, non si può scrivere un testo senza questi verbi (che sono di più rispetto a quelli che ti ho elencato, se ti va informati sulle parole filtro, a me ha aiutato), ma solo quelle che, anche se eliminate, non tolgono nulla al testo. A volte, per esempio, si possono tulizzare quando è proprio importante dire che la persona vede, sente, prova, sa qualcosa, o io le utilizzo anche quando, attraverso questi verbi, voglio in qualche modo rallentare un po' la scena per renderla più efficace. Insomma, io non sono una grande esperta, ma a mio avviso bisogna andare caso per caso, e secondo me in questo togliere la parola in questione è la cosa migliore. Se ne vedrò altre che possono essere tolte te lo dirò (scusami se nei capitoli precedenti questa cosa non mi è venuta in mente), ma magari durante la revisione che so opererai, prova a valutare situazione per situazione quali possono rimanere e quali no, sostituendole con qualcos'altro, tipo un'altra espressione, oppure eliminandole e lasciando il resto così com'è senza aggiungere nulla.
Dopo questa lunghissima spiegazione che, spero, non ti abbia annoiata, vado avanti.
Mi è piaciuto il contrasto tra la libertà che ha avuto Freya e il senso di costrizioone che prova Aran, che sì, considera il castello la sua casa, ma in un certo senso vi si sente anche costretto dentro. Di sicuro vorrebbe esplorare, viaggiare, assaggiare la libertà che ha avuto lei e magari un po' è geloso di Freya per questo, o forse solo curioso. Fatto sta che queste riflessioni mi hanno colpita molto.
"«Credevo fosse un privilegio vivere da signori, protetti da mura tanto possenti.»
«Credo che fossi tu ad avere una vita privilegiata» ribatté Aran, serio."
Direi che questo passaggio riassume benissimo ciò che provano l'uno e l'altra riguardo la vita di lui e la libertà di lei. E mi ha colpita molto il fatto che Aran, pur essendo ricco e avendo ogni cosa, consideri privilegiata la vita di Freya. Insomma, vuol dire che non si è lasciato divorare dalla ricchezza di cui è circondato, che probabilmente è una persona che sa ancora apprezzare le piccole cose, e non crdo sia da tutti.
Hai usato due volte il verbo credere: credevo, credo. Io sostituirei il secondo con Penso.
"quansi temesse in qualche modo di disturbarla": errore di battitura, ovviamente è quasi.
Anche in questo passaggio attenzione agli avverbi, ce ne sono due nello spazio di poche righe: lentamente e talmente (potresti sostituirlo con così o tanto).
Immagino che la pianta sia inventata. O è reale? Non ne ho mai sentito parlare, per cui chiedo, ma immagino tu l'abbia creata. Complimenti per la descrizione, me l'hai fatta immaginare molto bene. Solo un piccolo appunto: io ne descriverei il profumo. Hai solo detto che Freya la annusa, ma non hai reso partecipe il lettore di quest'esperienza. Già che ci sei potresti farlo, per rendere la scrittura più, diciamo così, immersiva. Usando anche il senso dell'olfatto oltre a quelli della vista e del tatto, lascerai un segno in più a chi legge.
Mi è piaciuto molto il discorso sulla pianta e anche il fatto che Aran le abbia dato a intendere che lui può capirla. Fossi stata in Freya, però, non mi sarei fidata così presto, nemmeno se avessi avuto la sensazione di conoscere quella persona da sempre.
"infine, parlò e Freya rimase ad ascoltarlo, attenta.": io toglierei la virgola dopo infine.
Beh... non ricordavo che si fossero aperti così presto l'uno all'altra. Anch'io una volta ero così, mi aprivo in fretta con le persone e questo mi ha portata a commettere dei grossi errori e a soffrire, per cui ora ci vado molto più cauta. Capisco che Freya avesse la sensazione di conoscere Aran da sempre e che, quindi, parlargli delle sue esperienze, anche se in fretta, le sia venuto naturale, ma il fatto che non si sia posta nessuna domanda, chiedendosi se fosse il caso o meno, mi è sembrato un po'... strano, come se stonasse un po', ecco. Freya è sempre stata una ragazza giudiziosa e responsabile, che riflette prima di prendere una decisione. Qui, invece, ho l'impressione che si sia fidata troppo presto di lui, senza riflettere nemmeno un attimo. Poi, ovviamente, sarai tu a rispondermi dicendomi cosa ne pensi o a ragionare su quello che ti ho appena scritto.
Quindi Mirea l'ha adottato come si faceva nell'antichità quando si trovava un bambino, ma molto nell'antichità, in cui in pratica lo si prendeva in braccio e lo si portava al sicuro in casa propria, giusto? Per cui immagino che lì a Finian non esistano tribunali, giudici, case-famiglia e tutto il resto.
Mi incuriosisce il fatto che Mirea voglia tenergli nascosta la verità sui suoi genitori. Sono dell'idea che bisogni sempre dire la verità ai bambini adottati sulle proprie origini, non appena diventano abbastanza grandi per capire. NOn trovo giusto quello che fa Mirea, per quanto sia convinta che voglia bene ad Aran e mi auguro sia stata e sia ancora una buona madre per lui, il più presente possibile come ogni mamma dovrebbe essere, nonostante i suoi doveri di regina. Per curiosità, quanto aveva Aran quando la regina l'ha adottato?
"«In ogni caso, ti sto dicendo questo solo per farti sapere che qualcuno che capisca come ti senti, in questo luogo da cui vorresti probabilmente scappare, c'è» concluse con un mezzo sorriso, riprendendo a camminare."
Ripeti due volte questo nella stessa frase. Io sostituirei il primo con la parola ciò.
Ora, io non so chi fossero i genitori di Aran, né che situazione stessero vivendo e nemmeno, di conseguenza, le motivazioni che li hanno spinti ad abbandonare il loro bambino, però non la trovo una cosa corretta. Se proprio volevano darlo via, non avrebbero potuto darlo a un parente, a un amico, o portarlo quanto meno davanti a una casa? Già il fatto di abbandonare un bambino mi sembra davvero una crudeltà, perché accidenti, è tuo figlio, ma a parte questo, e a parte il fatto che forse i genitori di Aran, se non potevano tenerlo, avrebbero dovuto essere aiutati, sarebbe stato più umano, direi, portarlo in un luogo più sicuro, anziché in un vicolo sporco e fangoso in cui, magari, nessuno l'avrebbe trovato e quindi il piccolo sarebbe morto dopo infiniti pianti per la fame, o per il freddo, o per entrambi (poi dipende anche da quanto aveva, ma immagino non fosse molto grande, se non ricorda nulla dei suoi). Poi ovvio, tu hai scritto così perché altrimenti la storia non avrebbe potuto proseguire, la mia era solo una riflessione sul tema dell'abbandono che, anche se solo accennato, ritengo molto importante. Sarebbe bello, in futuro, se Aran riflettesse sul fatto che, pur avendo avuto Mirea come mamma, si sente incompleto o qualcosa del genere per non aver avuto accanto i suoi geintori naturali. Mi piacerebbe sapere se si chiede chi sono, se in qualche modo ha provato a cercarli... Di solito i bambini adottati provano tutte queste sensazioni.
Dopo le parole di Freya "risposte che cerco", quando conclude il suo discorso, io toglierei la parola rispose, tanto si capisce benissimo che ha parlato lei. Allo stesso modo, eliminerei le parole "spiegò semplicemente" alla fine del discorso di Aran. Troppi disse, rispose, spiegò rallentano la fluidità del testo, a volte se si capisce chi sta parlando si può anche lasciare il dialogo senza niente.
"alle parenti in pietra grezza": errore di battitura, ovviamente è pareti.
"«Ti riaccompagno ai tuoi appartamenti» si offrì Aran, ma Freya sentiva di aver già approfittato fin troppo del suo tempo e della sua gentilezza.
«Ricordo la strada, non preoccuparti. Hai già fatto fin troppo per me, questa sera» rispose Freya."
Io sostituirei il secondo "fin troppo" con "molto". Okay, forse non dà lo stesso effetto, ma in questo modo eviti la ripetizione, dato che avevi già usato quest'espressione poco prima. Ed eliminerei anche quel "rispose Freya", tanto anche qui si capisce.
"«Freya...» Sentì una voce chiamarla, alle proprie spalle. Si voltò. «Non voglio alcun ringraziamento. Vorrei solo tanti altri momenti come questo, in futuro» si lasciò sfuggire Aran, cercando di dissimulare l'imbarazzo.
Freya sentì qualcosa sciogliersi in un luogo molto vicino al cuore. Sorrise ancora una volta e con tutta calma ribatté: «Allora ci rivedremo presto, Aran.»
Solo allora se ne andò, nella direzione opposta rispetto a quella di lui. Entrambi erano rimasti straniti da come suonasse il proprio nome in bocca all'altro: familiare, conosciuto."
Io cambierei quel "Sentì una voce chiamarla" con "Una voce la chiamò", è più immediato.
Non si sono già innamorati, vero? Dimmi di no! L'altro giorno mi spiegavi che anche tu, come me, credi alle storie che si costruiscono lentamente. Perciò, immagino che questo passaggio significhi che hanno cominciato a legare, anche se un po' troppo in fretta per i miei gusti, giusto?
In ogni caso, quello che si sono detti è molto carino, è evidente che i momenti che hanno trascorso insieme sono stati importanti per entrambi.
L'immagine di Malia che si prende cura del piccolo Aran è tenerissima!
£Finalmente solo, potè": l'accento è sbagliato, ovviamente è poté, ma anche questo è un errore di battitura.
"a come si era sentito quando l'aveva trovata sull'orlo della balconata e aveva avvertito la sua sofferenza.
Prima di allora non gli sarebbe mai sembrato possibile potersi sentire tanto vicino ad una persona che conosceva appena; eppure, fosse semplice empatia o qualcosa di ancora più inspiegabile, il dolore di Freya lo aveva attraversato, come se in qualche modo risuonasse con il suo. Forse, per quella ragione si era ritrovato a rivelarle cose che aveva sempre tenuto strettamente riservate nella sua testa o che aveva gelosamente custodito nel cuore, oltre che per tentare di alleviare almeno un pò dell'angoscia che le leggeva nello sguardo."
In questo passaggio hai usato due volte il verbo sentire in poche righe. Io sostituirei "a come si era sentito" con "a cos'aveva provato".
Ah, quindi era stata Mirea a mandarlo a chiamare, non lui che si era trovato lì per caso. Beh, la Regina è stata gentile a preoccuparsi per lei e Aran è stato sincero, nel senso, si è preoccupato sul serio per lei, non solo perché gliel'ha detto la mamma, Mi rifiuto di pensare il contrario. Mi colpisce, ancora una volta, il legame che c'è fra loro, il modo in cui lui ha avvertito la sofferenza della ragazza con un tale impatto, con una potenza simile. E' sicuramente una persona molto empatica se è riuscito a far questo.
A un certo punto, nel punto di vista di Aran, hai scritto "ad una persona". Qui c'è la d eufonica, che va usata quando c'è l'incontro di due vocali uguali (esempi: ed ecco, ad andare). Ci sono delle eccezioni, come ed anche, ad opera di, ad eccezione (l'ho visto, nei libri), ad esempio, ma ad un, ad un certo punto, o espressioni come ad occhi chiusi, ad occhio e croce ecc. si devono scrivere senza la d dopo la vocale. In ogni caso è solo un dettaglio, qualcosa che, però, un editore di solito farebbe notare, per questo te l'ho detto. Si tratta di una cosa che ho approfondito da poco e che sto iniziando a fare mia, per cui te la segnalo perché adesso, quando leggo e scrivo, ci faccio tantissima attenzione.
"la terra era stata verde e la foresta che lo circondava era stata rigogliosa": puoi togliere il secondo "era stata", così eviti la ripetizione.
"ritornare ad essere così": stesso discorso, togli la d.
"All'impotenza si aggiunse la rabbia per la morte di quella speranza e la voglia di farla pagare al responsabile di quello scempio. Non sapeva chi potesse essere, come non sapeva l'origine delle emozioni che provava ogni volta di fronte a quella vista."
Sostituirei "quello scempio" con "tale scempio", visto che hai già ripetuto l'aggettivo, anche se femminile, quindi quella, poco prima.
Puoi lasciare il primo "Non sapeva" e sostituire il secondo con "non conosceva". "Non conosceva l'origine" mi uona meglio che "non sapeva l'origine".
Il sogno è stato abbastanza inquietante. Secondo me, come quello di Freya, anche questo nasconde tanti misteri ed entrambi hanno questo pilastro con le pietre come, diciamo, protagonista di questi incubi, quindi di sicuro c'è un collegamento. Hai descritto molto bene il dolore fisico di Aran nel sogno e le sue emozioni e sensazioni al risveglio. E' proprio vero, gli incubi tolgono ogni forza, ti distruggono fisicamente, io ne so qualcosa.
Anche le emozioni di Freya dopo l'incubo sono molto forti e soffro nel vederla star male. Mi spiace che nemmen ocambiare luogo l'abbia allontanata da quegli incubi strazianti. NOn ricordo: sono iniziati dopo la scomparsa di Eleana o c'erano già prima?
Complimenti, anche questo un ottimo capitolo, pieno di emozioni e di riflessioni che lasciano il lettore con molte domande, ma anche con un senso di calma ripensando agli attimi fra Freya e Aran. Spero di vederli ancora insieme, presto.
Giulia

Recensore Master
14/11/20, ore 19:30

Eccomi di nuovo qui.
Nella prima frase ci sono già due avverbi che, secondo me, possono essere tolti entrambi, tanto non aggiungono nulla alla narrazione. O quanto meno tirane via uno.
La Regina mi incute paura fin dall'altra volta in cui ho letto questo capitolo (tra l'altro, mi sembra di essere arrivata qui, dal capitolo seguente in poi mi sa che non ho letto niente), però adesso lo fa ancora di più. Hai descritto molto bene i suoi occhi e il timore che coglie Freya nel guardarli, lo stesso che prende anche il lettore, come se questa paura e se gli occhi della Regina lo ghermissero con dei metaforici artigli. O, almeno, questa è la sensazione che ho avuto io. Del resto, sarebbe stato troppo facile se la Regina Mirea si fosse rivelata una donna gentile, ma spero non sia davvero cattiva e che sappia anche essere generosa. E, soprattutto, che non faccia entrare Freya in qualcosa di losco o pericoloso.
Ammetto che, prima che Mirea cominciasse a raccontare la storia dei genitori di Freya, e quindi anche la sua, mi sentivo in ansia proprio come la protagonista e ho tratto un lungo e profondo respiro per avere la forza necessaria per proseguire. Questo per farti capire ancora di più quanto il tuo romanzo mi stia prendendo.
"Il primo fu certamente quella parola, progetti. Sentiva che non avrebbe dovuto dimenticarla."
Ed eccolo, il passaggio che mi era sempre rimasto in mente. Non sono più riuscita a dimenticarlo. La parola progetti mi è come rimasta incolata addosso, riguardo questa storia, come se appunto fosse qualcosa di importante. Mi domando di che progetti parli questa donna e non provo una sensazione piacevole nel pensare a quali potrebbero essere, anche se non riesco a formulare nessuna ipotesi. Un consiglio: per marcare di più il passaggio, io metterei i due punti dopo la parola "parola" e progtti in corsivo. Ma è solo una questione di gusti e di stile, vedi tu, la mia è semplicemente un'osservazione.
Ho una domanda, forse stupida, che mi vergogno a porre. Il fatto che Eleana fosse un'incantatrice significa che incantava i serpenti o suonava qualche strumento fino a ipnotizzare le persone, o qualcosa del genere? Non capisco bene cosa si intenda con questo termine, ma probabilmente sono scema io XD.
Sono contenta che, anche se l'amore tra Arden ed Eleana è sbocciato presto, abbiano aspettato un po' prima di sposarsi. Come sai, apprezzo le storie d'amore che si costruiscono lentamente, e anche se questa era solo accennata, è stato bello sapere che i due sono andati con relativa calma. (Non nascondo che mi piacerebbe vedere un prequel, o una side story, o qualcosa del genere, riguardo il loro incontro, la loro storia d'amore fra alti e bassi, il matrimonio, le difficoltà nell'avere un bambino e il dolore che, sicuramente, ne sarà conseguito e poi i mesi che hanno trascorso con Freya prima che accadesse tutto!) Comunque, mi spiace che per loro sia stato difficile avere un figlio, non posso nemmeno immaginare quanto si debba soffrire in situazioni del genere. Io vorrei così tanto avere un bambino, un giorno! E se penso che forse, per qualche motivo, potrei non averlo mai, o provarci per anni e non riuscire, mi intristisco in una maniera che non ti so descrivere. Mi sentirei vuota, a passare tutta la vita senza un figlio. Ma per fortuna Eleana e Arden hanno avuto una bambina meravigliosa, nonostante le difficoltà, ed io sono felice per loro!
"Freya provò a immaginarsi tra le braccia di entrambi i propri genitori, ma come sempre non ci riuscì. Era difficile per lei, abituata ad avere un genitore soltanto o a essere semplicemente sola, pensare alla famiglia che avrebbe potuto avere se le cose fossero andate diversamente. Comunque sorrise, immaginando una gioia tale, nei loro cuori, da non poter essere contenuta.
La domanda lasciò spontanea le sue labbra: «Come... Loro com'erano, con me?»
Gli occhi della Regina si spalancarono e la donna la osservò per l'ennesima volta con un'espressione che Freya non avrebbe saputo decifrare. Ebbe la sensazione di averla colta alla sprovvista. «Erano di una dolcezza e una dedizione senza pari. Tu, Freya, eri il loro più grande tesoro; Eleana e Harden avrebbero fatto qualunque cosa, per te» rispose, rivolgendole un sorriso enigmatico tanto quanto la sua precedente reazione."
Io invece me la immagino, fra le braccia dei suoi, mentre Eleana la dondola piano a destra e a sinistra, seduta su un divanetto e le canta qualcosa, e Arden le accarezza la testolina. Oppure, me li immagino tutti e tre fuori per una passeggiata, con la piccola in braccio o in una carrozzina (non so se a Finian esistano, però XD), o ancora i due alle prese con i primi cambi, il primo bagnetto, le notti in bianco... oddio, mi sto sciogliendo! Okay, basta, altrimenti muoio per la tenerezza. Comunque, sono tutte scene che ho molto vivide nella mia testa, assieme a tante altre, tipo loro due che hiocano con lei e le fanno il solletico. Oddio! Basta davvero, altrimenti sembro fuori di testa.
Tornando seri... non so cosa si provi ad avere un genitore solo, per fortuna, però mi spiace che Freya si senta così male al pensiero di non riuscire a immaginarsi fra le braccia dei due. Non avendo mai conosciuto suo padre, le risulterà molto difficile, se non impossibile immaginarselo, forse però ci riesce un po' grazie ai racconti di sua madre... o almeno spero. In ogni caso, il passaggio che ho citato mi ha fatto scendere qualche lacrima di commozione. E' stato molto bello e intenso, mi ha portato alla mente momenti dolci. Grazie per tutto questo! Poi sarà che io amo i bambini e mi piace immaginare scene con loro.
Ultima cosa e poi proseguo: Freya ha fatto benissimo a chiedere a Mirea com'erano i suoi genitori con lei, in modo da avere più informazioni possibili, e sono contenta che la Regina lasci che chi lavora per lei possa farsi una famiglia e avere una vita propria al di fuori della corte. Mi sembra corretto, in fondo anche loro sono persone e ne hanno diritto.
"Freya non aveva più parole, ogni cognizione pareva essere scomparsa; perfino le ultime parole della Regina, seppur tanto importanti, cadevano nel nulla difronte alla sorte della sua famiglia. Aveva sempre creduto che, una volta scoperta ogni cosa, si sarebbe sentita immensamente sollevata; invece sentiva un peso ancor più grande gravarle addosso. Ingoiò le lacrime e, ancora una volta, alzò lo sguardo sulla sovrana di Rìagan.
«L'unica cosa che ho sempre desiderato era la verità e vi ringrazio di avermela restituita, per quanto possa essere tanto tragica» affermò solamente, incapace di dire altro."
Anche questo passaggio è molto toccante, mi sono scese altre lacrime. Sento tutto il dolore di Freya, in questo momento.
"sentiva un peso ancor più grande gravarle addosso": siccome prima hai scritto "sentita", per evitare la ripetizione del verbo io scriverei:
"un peso ancor più grande le gravava addosso."
Capisco che Freya si sia, in gran parte, abituata al fatto che la madre non tornerà più, però quella sua risposta così automatica, senza un minimo accenno di dolore, un sospiro, un'incrinatura della voce, mi è sembrata troppo fredda e, francamente, irrealistica. Non lo so, stona con la scena secondo me. Un minimo di reazione, oltre a questo automatismo, ci starebbe, solo un accenno, nulla più. Insomma, okay, si è indurita, ma ci starà comunque male, no? E poi, visto che già sta soffrendo per il resto, dovrebbe essere anche un po' più colpita, in questo momento, dall'assenza della madre.
"Nel caos che regnava all'interno della sua testa, riuscì a razionalizzare un solo pensiero: non era ancora pronta a rivelare a nessuno che un qualche potere in lei c'era. Sarebbe dovuta essere onesta, prima o poi, ma voleva prima capire con chi avesse a che fare."
Eh, esatto, lei ha un potere, ma mi domando ancora quale sia, come del resto fa lei. Secondo me, si è comportata nel modo corretto non dicendo niente, per il momento, perché non conosce ancora la natura di questo potere, cosa scatena quando entra in atto e cose del genere. Inoltre immagino che, siccome - se non ricordo male - sua mamma le aveva detto di non utilizzarlo più e di tenerlo nascosto, di dimenticarlo insomma, un po' le faccia anche paura.
La ragazza ha fatto bene a domandare della tomba del padre e la Regina è stata gentilissima, anche se non capisco perché non farcela accompagnare subito, o il giorno seguente, anziché aspettare, dato che per Freya era una cosa tanto importante.
Nel momento in cui hai descritto i sentimenti che travolgono Freya dopo l'incontro... giuro che se fossi stata in piedi sarei probabilmente crollata. Sono state parole potenti, Francesca, piene di dolore, di un peso quasi insostenibile da portare. E Dio, io non ho perso un genitore, ma quanto mi ritrovo in questo dolore!
Aran mi piace molto. Ho apprezzato sia il suo silenzio, per darle il tempo di sentirsi almeno un pochino meglio, sia la proposta di andare nei giardini. Spero potrà trovare un po' di pace!
Oltre al prologo, questo è il mio capitolo preferito, per il momento.
Giulia

Recensore Master
14/11/20, ore 11:44

Ciao Francesca! Eccomi qui a recensire di nuovo. Oggi ho intenzione di portarmi avanti con la storia e di leggere quanti più capitoli riuscirò. O perlomeno ci proverò.
Nelle prime frasi ho notato una cosa che stona un po': ci sono tre o quattro avverbi. Tutte quelle parole che terminano in -mente rendono la lettura un po' pesante in certi punti. Non ho molti consigli da darti a riguardo, se non di vedere tu quali sostituire con altre formule, se così si possono definire, altri modi per dire la stessa cosa. Gli avverbi si possono usare, ma con attenzione, non mettendone così tanti. E' un errore che, fino a poco tempo fa, commettevo anch'io.
Hai descritto molto bene lo stupore di Freya nel percorrere i corridoi del palazzo e anche la sua confusione nel non trovarsi più in mezzo alla natura, temendo quindi di perdersi. In effetti lei è sempre stata abituata a rimanere all'aperto. Certo, aveva la casa sull'albero, ma poteva uscire facilmente, qui invece è chiusa dentro un castello. Mi sorprende che non le manchi il fiato, ma forse essendo comunque un ambiente grande questo le dà l'idea di un assaggio di libertà.
Mi ha colpita il sorriso che rivolge a Malia, ma soprattutto il fatto che quest'ultima sia rimasta stupita dal suo gesto. Ciò mi fa pensare che i domestici non siano trattati con molta gentilezza, lì dentro. Sono sicura, però, che Freya sarà buona con lei.
"Lo strano pensiero che, in quel modo, sua madre l'avrebbe riconosciuta se si fossero mai riviste la colse impreparata; era convinta di aver perso quel tipo di speranze già molto tempo prima. Un nodo le serrò la gola e lei fece di tutto per mandarlo giù. Non era più la bambina che aveva passatole sue serate ad aspettare la madre al freddo; era cresciuta e, per quanto potesse risultare triste, la vita che aveva condotto fino a quel momento l'aveva resa certo più forte, ma l'aveva anche indurita. La sua versione adulta sapeva perfettamente che perdersi in fantasticherie come quelle non avrebbe fatto altro che renderla debole e che la debolezza avrebbe aperto spiragli a chiunque avesse voluto farle del male. Non avrebbe mai smesso di amare Eleana, ma non poteva permettersi di sperare che un giorno sarebbe tornata a far parte della sua vita. Semplicemente non poteva."
Questo passaggio è molto bello. Mi domando se un giorno Eleana tornerà, se si rivedranno, se la madre le darà spiegazioni sulla sua scomparsa. Insomma, per lasciare una figlia sola per così tanto tempo doveva esserci qualcosa di molto importante che doveva fare, anche se non capisco cosa. Voglio dire, per una mamma un figlio è quanto di più prezioso ci sia al mondo ed Eleana amava moltossimo Freya, per cui davvero non capisco cosa l'abbia spinta a lasciarla sola. La ragazza sarebbe anche potuta arrivare a odiarla per questo, mi arebbe sembrata anche quella una reazione normale, invece il fatto che continui a volerle bene, secondo me è ammirevole. Non tutti reagirebbero a questo modo in una situazione del genere. Spero che il mio ragionamento abbia senso e che non sia troppo contorto XD.
In ogni caso, credo che per quanto la vita l'abbia indurita e le abbia fatto perdere le speranze di rivedere la madre, ritengo anche che concedersi qualche momento per immaginarlo o per augurarselo ancora non sia sbagliato, da parte di Freya. E sono anche dell'idea che fare questo non la renda debole, solo un essere umano con delle emozioni e dei desideri molto forti e profondi. Però, comunque, rispetto il suo pensiero.
"«Oh, non voglio farti perdere tempo. Posso cavarmela» rispose Freya con un sorriso, pensando a quanto fosse assurda l'idea che qualcuno dovesse aiutarla a vestirsi.
«Perdere tempo, Mia Signora? Io sono qui per questo» rispose Malia, sorpresa, come se nessuno le avesse mai detto nulla del genere. I suoi occhi nocciola erano sgranati e, spalancati in quel modo, sembravano ancora più grandi di quanto già non fossero.
Passò solo un'istante prima che Freya capisse l'assurdità di ciò che aveva appena pensato. Certo che nessuno le aveva mai detto una cosa simile: lei abitualmente serviva signore che probabilmente non contemplavano nemmeno l'idea d'infilarsi un anello da sole.
«Inoltre, posso garantirvi che indossare un busto non è così facile come potrebbe sembrare» aggiunse la donna, prendendo un altro panno di lino ripiegato con cura sul mobile accanto alla tinozza. Le si avvicinò con discrezione e delicatamente prese a tamponarle i lunghissimi capelli.
Senza che Freya sene accorgesse, l'acqua di cui si erano impregnati durante il bagno aveva iniziato a gocciolare, lasciando una piccola pozza sul pavimento di legno. La ragazza si affrettò a scusarsi con Malia per quel piccolo disastro, ma l'ancella la rassicurò, guardandola ancora con l'espressione di chi non è abituata a ricevere scuse di alcun genere."
In effetti, anche per me sarebbe assurdo se qualcuno mi aiutasse a vestirmi. Cioè, a volte mi dà una mano mia mamma se devo indossare qualcosa di particolare o se abbiamo fretta, anche perché non vedendo alcune cose mi vengono un po' difficili, ma se qualcuno di sconosciuto dovesse farlo enserei anch'io che è un'assurdità. Inoltre, per Freya, già trovarsi in una camera e in un castello del genere è stato incredibile, ma avere anche una propria ancella dev'esserlo ancora di più e mi sentirei così anch'io. Mi è piaciuto molto come hai descritto il contrasto tra il pensiero di Freya sull'assurdità di quella situazione e quello di Malia, ce è sconvolta dalle sue parole. E' come se due mondi, quello della servitù e quello della nobiltà (a cui, però, Freya sente di non appartenere) si scontrassero.
"«Grazie per avermi restituito un pezzetto di mia madre, grazie mille. Sarò onorata di portare un abito appartenuto a lei e che tu l'hai aiutata a indossare» rispose, sincera.
Malia la guardò ancora una volta meravigliata, ma presto sembrò riprendersi"
Il passaggio in cui Malia parla a Ftreya della mamma è molto bello. Io, però, avrei aggiunto una breve descrizione del momento in cui l'ha aiutata a indossare l'abito. Per quale circostanza? Come appariva Eleana in quell'occasione, non solo fisicamente, intendo come sembrava che stesse psicologicamente? Insomma, qualche dettaglio in più non sarebbe affatto male. Ho riportato le parole di Freya perché, anche qui, si è dimostrata molto gentile con Malia, cosa che mi ha fatto un immenso piacere, ma me l'aspettavo da lei. Inoltre, a me l'ancella piace tantissimo. Si comporterà anche in maniera formale, come richiede la sua posizione, ma secondo me è gentile anche di suo, e non nascondo che mi piacerebbe che magari Freya in futuro si sfogasse con lei e che anche Malia si aprisse. Hanno età diverse, ma che importa? Potrebero comunque parlare, loro due sole, con meno formalità in futuro, se Freya lasciasse capire a Malia che con lei può farlo in tranquillità.
"Quasi non si riconosceva in quella strana persona che la guardava dallo specchio, ma le bastò intravedere la consueta scintilla nei propri occhi per sapere di essere sempre lei: non si sarebbe lasciata fagocitare da quel mondo dorato, non avrebbe mai perso se stessa, giurò in quel preciso istante. Dovessero prometterle tutto l'oro del Regno di Rìagan."
"Non appena Malia glielo ebbe appeso al collo, Freya lo sollevò all'altezza degli occhi e osservò meglio le gemme: sette di esse erano disposte in cerchio attorno all'ottava, incastonata nel centro esatto del medaglione. Il suo cuore ebbe un sussulto, mentre le sue dita stringevano il ciondolo fino a sbiancare: si trattava di un granato, identico a quello della sua visione notturna e circondato dalle stesse pietre che anche nel sogno lo attorniavano. Solo una non c'entrava nulla, un topazio giallo come il sole."
La prima volta che avevo letto questo capitolo il passaggio in questione non mi aveva colpita tanto, probabilmente non ci avevo prestato attenzione, ma stavolta l'ho fatto. Cavolo, allora questo si collega ai suoi sogni! Speravo che Malia avesse qualche informazione da darle a riguardo, ma non è stato così, Freya ha solo scoperto che apparteneva alla madre, e sì, ha ragione nel ritenere importante il fatto che sta ricevendo cose materiali e non appartenute a lei, di sicuro tutto questo è importantissimo.
Ecco, magari in queste ore di attesa Malia e Freya avrebbero potuto parlare, la ragazza avrebbe potuto confessare le sue paure all'ancella. NOn so... io avrei messo qualche altro dialogo, durante l'attesa, ma è solo una mia opinione. Magari non l'hai fatto per lasciare a Freya tempo per stare da sola, il che comunque non è sbagliato.
Gorman mi è stato proprio sulle scatole quando ha parlato del fatto che si fosse infilata un abbigliamento più consono. Voglio dire, stai calmo! Ha passato giorni a cavallo, che credevi che avrebbe indossato, gonne lunghe ornate di diamanti? Poi non capisco perché le stia così antipatica. Freya non ha fatto niente di male. Sospetto che Gorman avesse conosciuto Eleana e che provasse dell'antipatia per lei, per cui questa si è ora trasferita a sua figlia. Se fosse così, il motivo mi rimane comunque ignoto. In ogni caso, Gorman mi è antipatico proprio a pelle, sin dal primo momento non l'ho sopportato.
"dove era stata solo poche ore prima": io scriverei "dov'era entrata poche ore prima", perché la parola solo c'è già, poco pri,a, nella frase e la parola stata si trova poco dopo, così eviteresti le ripetizioni.
Gorman ha fatto bene a dirle come comportarsi al cospetto della Regina, è giusto che Freya sappia quello che deve fare. E posso solo immaginare la sua ansia in questo momento. Trovarsi davanti a una persona così importante, della quale lei non si fida dati i racconti di sua madre, dev'essere una prova molto difficile, se di prova si può parlare.
Oggi spero di riuscire a recensire altri due capitoli, farò il possibile.
Questo è stato davvero bellissimo! Come al solito adoro il tuo stile. E ripeto ciò che ti dicevo al telefono: la tua storia mi fa immergere nel mondo di Finian, nei pensieri di Freya, allontanandomi dalle difficoltà e aiutandomi a evadere per un po', il che per me è meraviglioso. Grazie!
Giulia

Recensore Master
12/11/20, ore 11:43

Ciao Francesca! Eccomi di nuovo qui a recensire.
"servito aqualcosa": la seconda e la terza parola sono unite.
"Quando riuscì a scorgere la persona che stava arrivando accompagnata dai soldati, una sensazione sconosciuta lo strinse in una morsa ferrea, facendolo rabbrividire dalla radice dei capelli alla punta dei piedi. Non capiva a cosa potesse essere dovuta: era una ragazza, semplicemente una ragazza.
Naturalmente, Aran aveva già visto altre giovani donne prima di allora: era capitato che a corte si recassero le figlie dei generali e probabilmente, secondo i piani della Regina, due di loro sarebbero state un giorno le fortunate consorti dei suoi figli. Nonostante questo, non appena vide lei gli sembrò la prima. Aveva lineamenti particolari, resi tali dal volto affilato e dagli occhi leggermente allungati. Fu il colore di questi ultimi a catturare la sua attenzione al di sopra di ogni altra cosa: erano di un intenso azzurro screziato di verde, luminoso e limpido, che gli si marchiò in un luogo lontano in fondo al cuore. Solo in un secondo momento colse altri dettagli, come i suoi lunghissimi capelli color del rame fuso e le orecchie, terminanti in una punta ben visibile ai lati del suo viso. C'erano tante altre cose insolite in lei, dagli abiti chiaramente maschili all'arco che portava a tracolla con estrema naturalezza. Ne rimase completamente incantato."
Molto bello il fatto che tu abbia switchato, se posso dire così XD, dal punto di vista di Freya a quello di Aran. Ci stava, direi che hai fatto la scelta migliore. Era giusto far capire anche quello che provava lui, dopo aver introdotto lei negli ultimi capitoli ora è venuto il momento di conoscere l'altro personaggio importante di questa storia. Anche qui, mi ha colpita, com'era accaduto con l'elfa, il fatto che i due pensino di essersi già visti. Mi auguro, comunque, che nei prossimi capitoli si conosceranno meglio, nonostante questa sensazione.
Il problema di questo passaggio? Ci sono troppe, troppe, davvero troppe parole che finiscono in -mente. Mi riferisco agli avverbi. Non serve usarne così tanti, In primis perché, come mi sono resa conto anche io, tendono ad appesantire la lettura, e infatti molti scrittori e corsi di scrittura creativa consigliano di non usarne tanti. E poi perché, davvero, ne ho visti tre o quattro in questo passaggio, e secondo me la metà potrebbe essere tolta senza problemi e questo non comporterebbe nessun cambio importante a livello di scrittura o del testo. Insomma, è come se alcuni di questi avverbi non aggiungessero nulla alla narrazione, per cui ti consiglio di rifletterci, nella revisione, di farlo con tutti quelli cheincontrerai, e di chiederti: c'è davvero bisogno di usarlo? O potrei sostituirlo con un'altra espressione, o magari cambiare il verbo presente in questa frase con uno più forte e che esprima meglio il concetto, così da poter togliere l'avverbio?
Lo so che non è facile, credimi. Ma nel mio processo di revisione, mentre cercavo consigli su come fare, ho trovato anche questo, e mentre lavoravo mi sono resa conto che cavolo, diminuire il numero degli avverbi, e di farlo con attenzione, capendo quando bisogna e quando no, aiuta tantissimo, Non è per niente facile, ma ti assicuro che dopo un po' viene automatico.
"notare che dovesse essere stanca": io direi "doveva", mi suona meglio.
E' come se Aran si fosse isolato da tutto e da tutti e concentrato solo su di lei, a causa del fatto che pensa di averla già vista e si sente in qualche modo legato a questa ragazza. Molto bella e originale come cosa, perché a volte quando in una storia due ragazzi si incontrano ho sempre paura che rimangano incantati l'uno dall'altra e viceversa, sì, ma ma dalla reciproca bellezza o cose simili, ccose molto cliché, insomma. Ovvio, non mi sto riferendo a nessuna storia in particolare, né voglio offendere nessuno. Dico soltanto che sono felice che nella tua storia il motivo per cui i due si guardano e si sentono, diciamo, attratti reciprocamente non è fisico, ma psicologico, se così si può dire, e ho la sensazione che abbia radici molto profonde, che sia qualcosa di importante, anche se non ho ancora capito quanto, né di che possa trattarsi. Immagino che lo scoprirò solo andando avanti.
"Aran?..."
Capisco che volessi far intendere, con quei tre puntini, la pausa fra una domanda e l'altra, ma non è corretto scrivere in questo modo. Dopo il punto interrogativo non ci va niente, né i puntini sospensivi né (orrore, ma non è questo il caso) il punto esclamativo. E' vero, a volte nei libri si vedono queste ose, ma secondo me sono sbagliate dal punto di vista dell'italiano. Correggilo, nella revisione. Magari puoi aggiungere una cosa tipo: "Fece una pausa" o "Seguì una breve pausa di silenzio" e poi ricominciare subito dopo con "Aran, diamine!" In questo modo, avrai fatto notare che tra la pronuncia del suo nome e le parole dopo c'è un attimo di stacco.
"che si erano dovuti presentati": ovviamente è presentare.
"solo il suo senso dell'equilibrio sviluppato": io invertirei le ultime due parole. Mi suona meglio in quella maniera, ma è solo una mia opinione, poi va a gusti.
"non avesse mia avuto a che fare con molti ragazzi della ssua età": dato che nella frase utilizzi già la parola fosse, e quindi il congiuntivo, io sostituirei avesse con aveva.
"Ciò che vide, però, non fu ciò che si era aspettata": sostituirei il secondo ciò con quel, così eviti la ripetizione e rendi la frase più scorrevole.
L'ansia di Freya è papabile ed è stata descritta molto bene. Anch'io, quando sono in ansia, ho paura di non riuscire a parlare, o che la voce mi esca strana, quindi la capisco benissimo sotto questo aspetto. Non mi sono mai trovata davanti a una figura così importante come una regina, e una regina di cui non mi fido, tra l'altro, per cui posso solo immaginare cosa stia provando la ragazza nel profondo.
Come ricordavo, però, non l'ha incontrata, non ancora almeno. Secondo me hai fatto bene a posticipare l'incontro. In questo modo hai dato più spazio al personaggio di Freya prima del momento decisivo, e hai lasciato che il lettore la conoscesse meglio. Brava!
"sulla parete in fronte alla porta": io scriverei di fronte, mi suona meglio.
Complimenti per la descrizione della Sala del Trono, fatta bene, ma non troppo lunga o pesante come spesso si legge nei fantasy. Anzi, ti sei soffermata su quei dettagli che fanno capire al lettore com'è l'ambiente senza stancarlo.
Quando Freya si rivolge a Gorman, dopo le virgolette chiuse vicino alla parola "offerto" manca lo spazio, quindi quella parola e la seguente sono attaccate.
"Freya si domandò come si potesse pretendere che qualcuno fosse felice di dover servire qualcun altro e fu tentata di dir loro che non vedeva la necessità di avere un'ancella. Non era però certa di come sarebbe stata accolta una simile esternazione, perciò decise di contenere il proprio disappunto."
Giusta osservazione, in effetti a volte me lo chiedo anche io, ma penso che - almeno per quanto riguarda tempi diciamo lontani - se nascevi in una certa classe sociale sapevi già che lavoro avresti dovuto fare. Il che è triste.
Ho comunque l'impressione che Malia sarà gentile con Freya e che non si sforzerà di farlo come invece è accaduto a Gorman. Tra l'altro, non capisco perché lui si comporti così con Freya. Le sta antipatica per qualche motivo? Forse perché lui non riusciva a sopportare sua madre per qualche altra ragione? Lo scoprirò solo leggendo. In ogni caso, hai descritto molto bene lo sforzo che ha dovuto compiere nel comportarsi in modo gentile con lei, le sue sembravano proprio parole false e anche i gesti lo erano, sono sicura che stava pensando tutt'altro.
E hai concluso il capitolo in bellezza, con gli occhi di Aran che la fissano, penetranti. Il legame fra i due mi incuriosisce.
Bellissimo capitolo come sempre, e spero di tornare ancora questa settimana per recensire! Ormai la tua storia mi è entrata nel cuore.
Giulia

Recensore Master
15/10/20, ore 10:38

Eccomi di nuovo qui!
"mail'avrebbe potuta": ovviamente è "mai l'avrebbe potuta", ci sono due lettere attaccate.
"Non dovevano sospettare quanto poco ancora si fidasse di loro, ma non gli avrebbe nemmeno lasciato credere che fosse una sciocca ragazzina pronta a credere a qualunque cosa le venisee propinata."
In questa frase c'è la ripetizione della parola "credere", che viene ripetuta due volte. Io sostituirei il secondo con "pensare", o "immaginare", perché così risulta un po' pesante alla lettura.
Il fatto che Freya non si fidi dei soldati mi pare il minimo. Non li conosce, sono soldati e quindi fanno paura, lei ha l'arco, d'accordo, ma comunque loro sono più forti per quanto la ragazza sia esperta, e anche se a quanto pare non vogliono farle del male, il sospetto e la tensione restano sempre.
La descrizione dello stallone che da ora in poi sarà di Freya è perfetta, me lo immagino un cavallo bellissimo. Ogni volta che leggo di cavalli mi verrebbe voglia di tornare a fare equitazione, ma per vari motivi non posso più farlo... Comunque, è davvero meraviglioso! Gentile la regina Mirea. Almeno credo, spero non voglia fare tutto questo (farla andare a palazzo, regalarle il cavallo) per secondi fini.
"La sensazione che mani invisibili la legassero a doppio filo a quella meravigliosa creatura la lasciò quasi senza fiato. Le era sempre successo di sentirsi in sintonia con tutto ciò che l'intera natura comprendeva, tanto che mai le era accaduto che qualche bestia selvatica la aggredisse. Poche volte le era però accaduto così intensamente."
Ho adorato questo passaggio. Si capisce proprio che la ragazza ha un legame speciale con la natura e gli animali. Amando anch'io gli animali, la trovo una cosa bellissima! Addirittura nessuna bestia selvatica l'ha aggredita? Però! O è fortuna, o non l'ha fatto per qualche altro motivo, secondo me non riguarda solo il suo legame con la natura e le bestie, ma magari mi sbaglio. Comunque, nel passaggio hai ripetuto due volte la parola "accaduto". Sostituirei la seconda con "successo".
Vorrei fare un paio di osservazioni.
Freya monta troppo facilmente a cavallo. In un attimo è su quando, dato che non ha mai cavalcato, dovrebbe fare fatica. Usa la staffa, immagino, per salire, cosa non facile (io non ho mai fatto così, utilizzavo una scala, ma qui ovviamente non c'è). Per cui, anche se ha un legame profondo con la natura e gli animali, penso dovresti allungare un pochino quella scena descrivendo la sua difficoltà nel montare, magari può farsi aiutare da Craius la prima volta, non riuscendoci da sola, e vergognarsi per questo, o qualcosa di simile.
Inoltre, cavalcare addirittura per tutta la giornata farà un male allucinante a schiena e gambe! Per quanto lei sia abituata a muoversi nella foresta, se non ha mai montato non è di certo avvezza ad alcuni tipi di movimenti, né a restare in quella posizione per molto tempo. Io, dopo un'ora di equitazione, avevo le gambe che mi dolevano, sia all'esterno che all'interno, dalla coscia fino ai polpacci, la schiena mi sembrava bloccata, e poi lo sforzo di restare nelle staffe o, come facevo io all'inizio, con le gambe lungo i fianchi del cavallo, tenendole sempre attaccate al suo corpo, non era indifferente, ci voleva anche concentrazione. Ecco, tutte queste cose andrebbero aggiunte, per rendere la scena più realistica. Non immagino quanto sarei stata distrutta io, se avessi cavalcato tutta la giornata senza sosta! Probabilmente non sarei riuscita a muovermi XD. Freya di sicuro è più brava di me, più abituata al movimento su e giù dall'albero e nel bosco, per cui avrebbe meno problemi, ma ripeto, di erto andare su un cavallo quando non ci è mai salita è cosa ben diversa. Io ricordo che dovevo non solo rinfrescarmi, ma anche massaggiarmi più volte le gambe con le mani, e poi muovere un po' le braccia, e piegare per diversi minuti la schiena, una volta a casa ovviamente, per sentirmi meglio. In più avevo addosso una debolezza fisica non da poco, per quanto psicologicamente mi sentissi bene.
Mi hai detto ieri che posso farti notare tutto quello che penso e io l'ho fatto, spero di non essere stata dura o di non averti imposto niente. Sono solo consigli.
"Non appena fu sola nel buio della propria mente, fu assalita dall'enormità di tutte le decisioni che aveva preso.
Davvero sua sua madre sarebbe stata fiera di lei, se avesse saputo a che cosa aveva scelto di andare incontro? Sì, capì infine, lo sarebbe stata. In fondo, era stata lei a insegnarle che in un mondo governato dalla prepotenza qual'era il loro perseguire la verità e la giustizia fosse una virtù fondamentale per accendere una luce nel buio."
Hai scritto "sua sua madre".
"era stata lei a insegnarle": nulla di sbagliato qui, anche se io scriverei "le aveva insegnato lei", così usi una forma più attiva di quella che hai utilizzato, perché nel primo modo, cioè il tuo, non solo ripeti due volte la parola "stata" troppo vicine l'una all'altra, ma rendi la frase un po' meno scorrevole. Non è scorretto, comunque, eh, è solo la mia opinione e non dico che non si possa scrivere così, quindi vedi tu.
Il momento in cui ha dato il nome al cavallo è stato molto emozionante, in effetti è perfetto per lui. Mi sono salite le lacrime agli occhi quando ho letto che il cavallo sembrava aver capito ciò che lei ha detto, nitrendo e avvicinandosi. Avranno sicuramente un legame speciale, anzi, ce l'hanno già.
La frase che ho riportato mi ha fatto ripensare al peso che Freya porta addosso per aver scelto quella strada, alla consapevolezza che sarà sola e che condurrà una vita diversa. Non riesco nemmeno a immaginare cos'ha provato nel credere che sua madre non sarebbe stata fiera di lei, dev'essersi sentita vuota come non mai. Ma per fortuna alla fine il suo pensiero su quel fronte è cambiato e psero davvero che Eleana sarebbe contenta di saperla in quella situazione. Mi auguro, inoltre, che la donna sia ancora viva, e che un giorno potranno riunirsi e colmare tutti questi anni di lontananza, anche con delle spiegazioni riguardo il motivo per cui la donna si sia allontanata.
Mi incuriosiscono queste antiche terre che nessuno è ancora riusciti a conquistare. Non so perché, forse perché, per come le hai descritte, molto vagamente, evocano un'aura di mistero che mi intriga.
"Mano a mano che il viaggio proseguiva, la giovane si rendeva sempre più conto che probabilmente a Errania non avrebbe avuto nemmeno la stessa libertà di espressione a cui era abituata. Eleana le aveva sempre permesso di dar voce alla propria opinione, se lo voleva, ricordandole semplicemente di farlo nei giusti modi; il suo pensiero era sempre stato libero di articolarsi in parole, fin tanto che lo faceva educatamente. Le persone che le passavano davanti, villaggio dopo villaggio, sembravano in qualche modo frenate dal farlo. Freya imparò come spesso la gente preferisse il silenzio, soprattutto sotto lo sguardo di chi, in qualche modo, era considerato loro superiore. In quel mondo che lei ancora non capiva, nessuno pareva dire mai del tutto ciò che avrebbe voluto, nemmeno con gentilezza."
Come fa Freya a capire che le persone preferiscono il silenzio? D'accordo, lo sente, ma in che modo comprende che sono frenate dall'esprimere la loro opinione? Penso che qui ci vorrebbe una scena che non racconti, ma mostri proprio come lei se ne rende conto, perché non è chiaro e la cosa mi ha lasciata abbastanza confusa, quindi sono del parere che vada aggiunto qualcosa a riguardo. In pratica, Eleana ha cresciuto Freya come l'hanno fatto con me i miei genitori: esprimere la propria opinione, ma con rispetto verso quelle altrui. Mi sembra il modo corretto in cui educare un figlio a riguardo. Però, il fatto che lì a Riagan non ci sia questa libertà è una cosa molto triste e anche ingiusta Tutti dovrebbero poter dire quello che pensano, ovviamente rispettando che l'altra persona sia di un'idea diversa. Per cui mi dispiace tantissimo che la situazione in quel regno sia differente e immagino che per Freya non sarà facile trattenersi dal dire ciò che crede. Questo potrebbe procurarle non poche difficoltà. Spero altamente di no, ma immagino potrebbe esserci qualche problema.
Poco prima del pensiero di Freya che riflette sulla madre, hai scritto "tutta quella attenzione". Secondo me, fra le ultime due parole potresti mettere un apostrofo, suona meglio.
Quando ai detto che sostavano in qualche struttura hai scritto "al cado" e non "al caldo".
"le spiegò che quello ero": ovviamente è "era".
Ah, quindi è un'elfa! Cavolo, perché me l'ero dimenticato? Sul serio, non lo ricordavo. Quindi a Riagàn sono tutti umani? Non c'è nessun'altra creatura magica? Gli elfi sono estinti o qualcosa del genere? Vero, gli elfi vivono nelle foreste, ma immaginavo che fossero più avvezzi a creature del genere. Ho sentito anch'io il peso dei loro sguardi addosso, proprio come se fossi stata la protagonista, il che è meraviglioso perché significa che sei riuscita a farmi empatizzare tantissimo con lei.
Capisco che tu abbia voluto raccontare come rimane impressionata dal lavoro degli artigiani e che questo capitolo fosse un po' di passaggio, parlando solo del suo viaggio, però ho avuto l'impressione, anche qui, che la cosa fosse troppo raccontata e per niente mostrata. Magari potresti fare un esempio di quello che lei vede, qualche parola con l'artigiano che sta costruendo, cose così, perché renderebbe il passaggio più interessante. Attenzione, non sto dicendo che si debba sempre mostrare tutto, a volte bisogna anche raccontare (la tecnica chiamata Show, Don't Tell non è sempre valida), però penso che bisogni trovare un equilibrio fra le due cose e che anche in questo caso sarebbe necessario un, magari anche breve, approfondimento.
Comunque ora è tutto nuovo per Freya: le case diverse dalla sua, così trante persone, i loro sguardi... Tutta questa situazione deve mandarla abbastanza in confusione.
"la grande porta della città si allontava": ovviamente è "allontanava".
Eh, sì, ora l'ansia inizia a salire anche a me!
Cavolo, tutti lì per accogliere lei, ovviamente. Deve fare un effetto abbastanza strano, spaventoso e non so che altro. Ora inizia la nuova vita di Freya.
"Solo allora sentì un'ondata di emozioni per lei non identificabili afferrarle il cuore, rovesciandolo esattamente come quando, da piccola, si lanciava da rami fin troppo alti per lei e quello di colpo sembrava precipitarle fino ai piedi, per poi ritornare bruscamente al proprio posto. Fra tutte quelle sensazioni, a stagliarsi nitida su tutte le altre, seppur inspiegabile, era quella di aver ritrovato qualcosa di perduto da tempo.
Era giunta in un luogo completamente estraneo, mai visto prima se non in una minuscola veduta dipinta sulle Saghe di Finian. Eppure, lui ebbe la sensazione di conoscerlo da una vita intera."
Questo passaggio me lo ricordavo molto bene perché mi aveva colpita già a suo tempo, quando avevo iniziato a leggere la storia. E' stupendo che abbia la sensazione di conoscerlo già, non so bene il motivo e nemmeno lei, però... mi incuriosisce questa cosa, voglio capire meglio, ma immagino si scoprirà tutto a suo tempo. Si conoscono davvero? O sono solo sensazioni che prova lei? Chissà!
Comunque, complimenti per questo capitolo. Ti ho fatto qualche osservazione per aiutarti a migliorarlo, se vorrai, o quantomeno ti ho dato la mia opinione, ma per il resto l'ho adorato!
Mi piace come ti soffermi sulla psicologia del personaggio, come parli delle sue sensazioni, dei suoi problemi. E no, non sei troppo prolissa, anzi, va benissimo così.
Giulia

Recensore Master
14/10/20, ore 19:49

Ciao Francesca.
Cavolo, non recensisco da una vita. Non so nemmeno perché, in realtà. Pensavo di essere arrivata al capitolo sei o al sette, ma evidentemente mi ricordavo male e dovevo averli soltanto letti. E questo significa che li avevo amati così tanto che non riuscivo a smettere! Dato che non ho niente da fare e che, soprattutto, ho voglia di continuare il tuo meraviglioso romanzo, rimedio subito. In questa settimana proverò a commentare tutti quelli che posso, per poi continuare i giorni successivi salvo imprevisti.
Hai descritto molto bene il momento di tensione in cui Freya tira fuori la freccia e si rende conto che l'altro ha una spada e non sa cosa fare. E' confusa, la paura probabilmente sta per impossessarsi di lei, e questo repentino cambiamento che poi è avvenuto non me lo aspettavo. Meno male, però, che nessuno è stato ferito.
"siamo in cerca una persona": manca la preposizione "di", ma immagino sia un errore di distrazione. Non preoccuparti, li commettiamo tutti.
Il contrasto tra ciò che il capitano le ha proposto e rivelato riguardo i suoi genitori e quello che le ha insegnato la madre è molto forte, in effetti. Posso solo immaginare quanto Freya si senta confusa e spaventata da tutto questo, è il minimo dopo una cosa del genere. E' come se tutto ciò che le è stato detto fosse stato messo in dubbio. E' un boccone molto grande da mandar giù. Ed è stata anche coraggiosa a non rifiutare di ascoltare il capitano. Capisco comunque che l'abbia fatto per scoprire tutta la verità sui suoi genitori, penso che anch'io mi sarei comportata allo stesso modo, anche se, accidenti, non è una decisione facile. Perché presuppone di mettere in dubbio tutto ciò che Eleana le ha insegnato, tutto quello in cui credeva, per andare incontro all’ignoto.
Ho notato che in molte frasi (ora non ricordo quali, non riesco a farti un esempio, perdonami) usi spesso le parole "quei", "quello" eccetera, facendo delle ripetizioni di questa parola, magari utilizzando la prima e poi la seconda nella stessa frase, il che appesantisce un po' la lettura, o almeno l'ha fatto con me. Ti consiglio, pertanto, di rileggere con calma il capitolo e, magari trovare altri modi per evitare ripetizioni. A volte stanno bene, quando bisogna sottolineare qualcosa di importante, ma purtroppo altre rallentano la lettura. E so benissimo che non è facile scovarle, né rendersene conto all'inizio. Te lo sto dicendo solo per aiutarti, come sempre, non ti imporrei mai nulla.
Due cose mi hanno colpita molto: la descrizione della siurezza del fiume paragonata a come si sente lei e quella degli occhi del lupo che, per Freya, sono il simbolo della libertà. Due momenti diversi, ma che esprimono perfettamente come lei si sente, insicura rispetto alla sicurezza del fiume, e libera come il lupo (non so perché, ma pensavo gli avrebbe detto qualcosa, non sarebbe carino aggiungere un paio di frasi che rivolge al lupo, magari per sfogarsi, visto che ha un legame con la natura e gli animali?). Libera, certo, anche se sa che tra poco non lo sarà più così tanto. Ha preso la sua decisione grazie al pensiero di Eleana. Ovviamente bisogna trovarsi nella situazione per capire, ma immagino che se io fossi nella sua stessa condizione vorrei comunque scoprire la verità sui miei genitori e che questa sarebbe più forte di qualsiasi altra cosa, per cui penso che a mente fredda avrei preso la sua stessa decisione. Tra l'altro, anche un'altra cosa mi è piaciuta molto. Non mi sto riferendo a nessuno in particolare, ma a volte, soprattutto nelle fanfiction ma non solo, i personaggi si buttano a capofitto nelle decisioni senza riflettere. Freya, invece, si è comportata in modo diverso. Si è presa del tempo, ha rallentato il respiro e poi ha iniziato a pensare. Altrimenti, presa dalla foga del momento, probabilmente avrebbe deciso per il no e la sua vita sarebbe continuata nello stesso modo, facendo terminare, credo, anche il romanzo stesso. E certo, immaginavo che alla fine sarebbe arrivata ad accettare, ma il modo in cui hai descritto i suoi pensieri e ragionamenti mi ha fatta restare in sospeso fino all'ultimo. Brava!
Ora che mi viene in mente, una volta hai scritto "potè" anziché "poté" e "soprala sua testa", anziché "sopra la sua testa".
"Sarebbe stata sola, di questo era perfettamente consapevole, e non sarebbe stata certamente la stessa cosa che esserlo nella foresta: avrebbe dovuto confrontarsi con una vita completamente diversa e, soprattutto, con tanti esseri umani quanti non ne aveva mai visti prima in vita sua. Sarebbe stata abbastanza coraggiosa da affrontare una prova del genere? Non lo sapeva, però cercare quel coraggio era qualcosa che doveva a sua madre. Era lei ad averla cresciuta insegnandole che essere cauti era importante, ma che mai bisognava vivere facendosi guidare dalla paura. Per la prima volta il futuro si faceva incerto all'orizzonte, proprio il suo che le era sempre sembrato uno solo e prevedibile; eppure, tutto ciò che la giovane riusciva a provare in quel momento era una sempre crescente aspettativa."
Penso che questo sia il passaggio che segna la svolta definitiva per Freya. Ha paura, sa che avrà una vita diversa, secondo me le sale già l'ansia perché non ha idea di cosa aspettarsi. E come potrebbe essere diversamente? Non ha mai vissuto in mezzo a tente persone, potrebbe essere soffocante per lei trovarsi tra la folla di una città, per esempio. Comunque ha fatto la sua scelta e mi ha commossa il fatto che ci sia riuscita grazie al coraggio che le ha infuso sua madre. Anche da cose come queste si capisce che le vuole moltissimo bene.
Verso la fine hai scritto anche "sè" e non "sé".
Bello il fatto che la sera non sia rientrata, ma si sia goduta al massimo la foresta.
Se riesco e non sono troppo stanca, domani pomeriggio recensisco un altro capitolo. Intanto, complimenti come sempre!
Giulia

Recensore Junior

Buondì Wind (scusa la confidenza 🤣)

Sono Theodred, molto onorato di fare la vostra conoscenza!

Ho letteralmente divorato la tua storia. Scoperta favolosa, i personaggi mi piacciono moltissimo e sono ben caratterizzati. L'ambientazione mi piace molto, si percepisce la diversità dei luoghi che descrivi, le diversità sociali in cui i protagonisti si trovano ad agire.

Poi, permettimi questo appunto, io un bel pugno in faccia a Darragh lo avrei già tirato. Sia Freya che Aran sono troppo buoni! 🤣🤣

A parte gli scherzi, sono un amante del genere fantasy e la tua storia mi ha suscitato le stesse emozioni che avevo leggendo un libro di Christopher Paolini o di Licia Troisi. E sono i miei preferiti, quindi beccati questo bel complimento! 😉

Poi, e finisco, mi piace molto questo alone di mistero intorno a tutta la faccenda. Mi fa salire ancora di più l'hype per il capitolo successivo.

Ho commentato solo l'ultimo capitolo, ma da ora in poi (mi spiace per te) dovrai sopportare i miei pareri fino alla fine. Sono fatto così, sorry in anticipo!!

Grazie per aver condiviso questo bellissimo racconto e ci si sente al prossimo capitolo!!

Theodred

Recensore Master
10/02/20, ore 11:23

Eccomi qui.
Il sogno evoca un'aura di mistero che mi piace tantissimo. Cosa significano quelle otto pietre, di cui tra l'altro parlava Eleana nel prologo? E quella figura chi è? Ovviamente sono domande che mi pongo io, non rispondere o sarebbe spoiler. (Non so perché l'altra volta ho sbagliato a scrivere il nome di Eleana, mi dispiace).
"Attorno a essa si estendeva il bosco da cui proveniva solo il fruscìo del vento e il verso di qualche animale ben nascosto nell'ombra."
Non sarebbe meglio dire "provenivano", visto che poi ti riferisci sia al rumore del vento che al verso di qualche animale?
"Il potere che emanava da quel suolo".
Io direi "Il potere che quel suolo emanava", o "che emanava quel suolo", mi sembra abbia un suono migliore e mi pare che il "da" non c'entri un granché, ma forse è solo una mia impressione.
In ogni caso questa parte riguardante il potere è bellissima, mi ha fatto proprio sentire quest'energia scorrermi dentro. Mentre leggevo sentivo un fremito percorrermi tutto il corpo, e non esagero.
Ho trovato molto interessante e bello il fatto che Freya si sentisse sicura, all'inizio, guardando quelle pietre, l'obelisco, osservando bene i loro colori. Il modo in cui li hai descritti me li ha fatti immaginare abbastanza bene, perciò ti ringrazio. Tra l'altro l'hai fatto in un modo quasi poetico che mi è piaciuto tantissimo.
"Un solco vuoto s'intersecava ai percorsi delle altre pietre, privo di qualsiasi gioia e colore; nel vederlo, senza una precisa ragione, una profonda tristezza la colse."
Sì, a leggere questo passaggio questa tristezza ha colto anche me. In pratica in quel solco manca una pietra, giusto? E quell'obelisco sarebbe... non lo so, una cosa che contiene tutta l'energia e la magia del loro mondo? O ha un altro significato?
Il passaggio successivo, sempre del sogno, è in netto contrasto con la prima parte e la figura ha spaventato parecchio anche me, soprattutto quando le ha fatto male, o meglio, l'ha uccisa. Non me l'aspettavo, e anche se ho già letto questo capitolo rifarlo mi ha fatto provare sempre la stessa paura per lei. Perché magari quel sogno è una premonizione di una cosa che succederà davvero, e non vorrei mai che a Freya accadesse qualcosa. Se dovesse farsi molto male, o peggio, penso che piangerei. Anzi, ne sono sicura.
Ma la casa in cui vive l'ha costruita Eleana o c'era già sull'albero? Curiosità mia.
Mi sono proprio immaginata il vento che ululava e scuoteva l'albero. Onestamente, quando fa quel suono e sbatte contro le finestre (com'è successo da me pochi giorni fa) mi fa abbastanza paura.
"Conosceva molto bene la solitudine, era diventata la sua unica compagna da anni, ma era solo in quegli istanti che tornava a pesarle come nei primi tempi. Solo in quei momenti di profonda vulnerabilità scopriva di ricordare nitidamente ogni singolo giorno che aveva passato aspettando sua madre. Cercò disperatamente di rievocare il suo volto, ma come sempre più spesso le accadeva l'immagine le apparve sfocata, nascosta nelle pieghe del tempo che trascorreva inesorabile; quella era la sofferenza più grande, l'idea di star dimenticando la persona che più aveva amato in tutta la sua esistenza."
Come faccio a commentare questo passaggio? Mi ci ritrovo troppo. Mi fa provare emozioni forti e... Okay, Giulia, stai calma.
Allora...
Conosco anch'io la solitudine, e direi benissimo, dato che mi sento molto sola fin da quando andavo alle superiori. Anch'io l'ho considerata la mia compagna, alla fine, ma per molto tempo per me era solo una nemica, una che mi faceva sentire ancora più male. Poi ho imparato che dovevo anche farmela piacere, e in effetti ora tante volte è bello stare da sola perché mi aiuta a pensare, anche se spesso fa ancora male.
Mi immagino questa povera bambina che, dopo la scomparsa della mamma a causa di questo potere (cosa che di sicuro la farà sentire terribilmente in colpa), la attende, prega perché ritorni, di sicuro piange e non sa cosa pensare. Magari avrà anche urlato il suo nome, di giorno e soprattutto di notte, sperando in un suo ritorno, in un bacio, in un abbraccio. A nove anni sicuramente sapeva già fare molte cose come usare l'arco - come ho già letto -, ma per quanto fosse autonoma era ancora una bambina, e subire un trauma del genere è terribile da sopportare a quell'età, non so nemmeno se si possa superarlo, ma non credo e penso che per un bambino sia davvero devastante. Immagino che... non so, possa far venire il timore di essere abbandonata ancora, da qualcun altro che magari in futuro potrebbe conoscere. O forse mi sto addentrando in questioni troppo psicologiche che nella storia non verranno mai affrontate e mi sto lasciando andare come al solito, scusa.
Ma poi, Freya tutto il giorno che fa? Sta in silenzio? Perché non ha nessuno con cui parlare. Solo che se nel capitolo seguente parla deve averlo pur fatto con qualcuno, magari con gli animali, boh, altrimenti non ci riuscirebbe dopo così tanto tempo.
No, vabbè, sto divagando.
Io ora faccio fatica a ricordare la voce, le mani, i capelli della mia amica, anche il suo viso ma ovviamente per quello che potevo sentire, dato che non l'ho mai visto. La cosa che più mi dispiace, però, è non rammentare bene la sua voce. A volte mi risulta molto chiara, altre invece si confonde, me la ricordo ma non mi sembra la sua, e fa terribilmente male. Pensavo che Freya avrebbe fatto una menzione anche alla voce della mamma oltreché al volto, benché per chi vede la voce di una persona sia - purtroppo - meno importante. In ogni caso la comprendo perfettamente anche sotto questo punto di vista. Fa malissimo dimenticare cose del genere, dettagli che ad un certo punto diventano tanto importanti proprio quando quella persona non c'è più. Spero solo che Eleana non sia morta. Almeno Freya può aggrapparsi ad una speranza (anche se non so se lo faccia ancora), a differenza mia.
Le parole "le pieghe del tempo" sono bellissime.
E mi domando cosa sia questo potere che Freya ha scoperto di avere e come mai Eleana le abbia detto di tenerlo nascosto, e il motivo per cui dopo sia scomparsa. Ripeto, la ragazza deve sentirsi terribilmente in colpa per questo. E il senso di colpa ti schiaccia, ti segue per tutta la vita, io lo so perfettamente.
"Il dolore, misto a un acuto senso di perdita, l'aveva colta e da allora l'aveva sempre accompagnata, anche se crescendo era diventato solo come una spina che ogni tanto la pungeva quando faceva un movimento troppo brusco."
E' stata brava a riuscire a trasformare così il dolore, io al suo posto non ce la farei. Sarebbe troppo forte, non riuscirei a sentirlo solo ogni tanto.
"Eppure, alla fine, in un modo o nell'altro, la vita era continuata: si era alzata da quella maledetta balconata e aveva deciso che sarebbe sopravvissuta a ogni costo, che in qualche maniera avrebbe dato un significato alla sua esistenza."
Che forza, cavolo! Io sarò pure forte ma non così tanto.
Non so come facciano ad andare avanti certe persone a cui è morto qualcuno, a tornare a vivere come prima o quasi nonostante tutto, io ancora non ci sono riuscita, tutto in me è troppo cambiato. E Freya, anche se Eleana non è morta, è come una di quelle persone, le cui reazioni non capirò mai fino in fondo perché troppo distanti da me. Non dico che non bisogni tornare a vivere, dico solo che alcuni non ce la fanno, non del tutto.
"Non aveva cambiato di posto nessun oggetto appartenuto a lei, come se sperasse che questo l'avrebbe mantenutapiù viva nei suoi ricordi."
Questo passaggio mi ha emozionata, non trovo nemmeno le parole per dirti quanto.
E' bello che Eleana l'abbia istruita insegnandole a leggere, a scrivere e un po' di geografia, così almeno nessuno in futuro potrà pensare che Freya è una selvaggia perché ha vissuto nella foresta.
"Ogni volta che la prendeva ricordava l'istante in cui sua madre gliel'aveva lasciata, l'ultima volta chele loro mani si erano toccate."
Hai scritto "chele" tutto attaccato, e dopo, quando si issa sul ramo, "fu in equilibrio di su di esso", quindi c'è una "di" in più.
Quindi la mamma le ha sempre detto di non avvicinarsi a quei soldati, ha anche fatto uno sforzo per mettere delle protezioni sulla loro casa e lei ci si avvicina lo stesso? Non so cosa dire, mi sembra un rischio troppo grosso e poi è come se gettasse al vento tutto ciò che Eleana le ha sempre raccontato e raccomandato.
In ogni caso se non avesse fatto così non sarebbe continuata la storia, quindi...
Recensirò il prossimo capitolo il più presto possibile, intanto complimenti per questo!
Giulia

Recensore Master

Ciao Francesca, eccomi qui. Come ti ho detto recensirò ogni capitolo di questa storia e, se continuerà a piacermi ma mi auguro proprio di sì, di questa saga.
Ho trovato la prefazione molto profonda, ti sei aperta con noi lettori svelandoci il percorso di questa tua storia e dicendoci com'è cresciuta, come del resto hai fatto tu in questi anni. Non è facile mettersi così a nudo in una prefazione, per cui ti faccio i miei più sinceri complimenti, perché ci vuole coraggio a pubblicare ma anche ad aprirsi in tal modo. Dalle tue parole traspare tutto l'amore che hai per i tuoi personaggi, che forse consideri come dei fratelli o dei figli, un amore che solo altri aspiranti scrittori possono capire. Io lo comprendo benissimo. Non so se vorrei fare della scrittura un lavoro, in realtà. Anche per me non è un hobby, non più, ma una vera e propria passione, solo non so se vorrei che diventasse qualcosa di più di quel che è ora, di storie anche lunghe, o di one shot, o poesie pubblicate su un sito internet. Non mi interessa, per il momento, pubblicare qualcosa con una casa editrice, ma chissà, in futuro le cose potrebbero cambiare.
Credo comunque che il nuovo nickname che hai scelto sia molto bello. Come mai ha i deciso di chiamarti così?
Il prologo, come ti avevo scritto tempo fa, mi aveva colpita molto, e l'ha fatto anche adesso che lo rileggo per la, credo, ventesima volta in pochi mesi.
Ileana è un nome meraviglioso, molto musicale, quasi poetico direi. Ileana mi piace tantissimo, cioè io la adoro, è una donna così forte! Ha capito di aver commesso un errore e sta scappando per proteggere la sua bambina perché sa che è la cosa giusta, nonostante il suo amore stia ancora lottando. Ovviamente ha capito che è la figlia quella più importante (per una mamma è smepre così, nessuno per una madre è sopra i propri figli) e quindi sta fuggendo con lei per salvarla, e salvarsi.
"Il sangue le si gelò nelle vene mentre tendeva le redini allo spasimo. La fresca aria notturna era immobile, ma non portava con sé il solito rinfrancante profumo di tranquillità, bensì la consapevolezza di una perdita enorme.
Sentì il proprio cuore spezzarsi, poté quasi avvertirne lo schiocco sordo e i frammenti che ne restavano trafiggerla come tanti pugnali."
Questo pezzo è qualcosa di magnifico. E' molto intenso, e come sai mi ritrovo tantissimo nel suo dolore avendo perso la mia migliore amica poco più di cinque anni fa. Mi sono sentita proprio come Ileana, per un lungo, lunghissimo periodo, il mio cuore pareva spezzarsi ogni secondo di ogni giorno, pensavo che il dolore mi avrebbe uccisa e mi sorprendo che non l'abbia fatto. Ora è più calmo, non è più una tempesta come un tempo, ma è ancora forte. Mi ha colpita molto l'immagine del cuore che si rompe, che schiocca, è molto d'impatto, impossibile restarne indifferenti.
"Poi, sentì qualcosa afferrarle la manica della tunica che indossava.
Abbassò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono quelli della sua piccola Freya, di quell'intenso azzurro screziato di verde che tanto amava. Aveva le piccole sopracciglia aggrottate e i riccioli corti e scuri ondeggiavano alla lieve brezza che si era alzata."
Quanta dolcezza! Io adoro i bambini, sono bellissimi e, insomma, li amo. Ho sempre avuto un grande istinto materno e immaginarmela così piccola, di pochi mesi, non può che farmi sorridere.
Ti segnalo un errore: hai scritto "Fusolo", quindi manca lo spazio tra queste parole, proprio nell'ultima frase del prologo.
Una mamma ch lotta per chi ha di più caro al mondo è qualcosa che mi lascia un senso di speranza.
Bellissimo prologo, anche se molto corto.
Torno domani a recensire il primo capitolo, ma intanto complimenti!
Giulia

Nuovo recensore

L'ho già scritto, non è facile domare il genere fantasy, ma tu stai dimostrando di averne le qualità. Continuerò a leggerti, sono convinto che ne varrà la pena.

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