Recensioni per
Jack and the Body Integrity Disorder
di fumoemiele

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/07/19, ore 20:50

Finalmente qualcuno che tratta anche dell'Horror basato sui disturbi mentali, con talento, anche.
La cosa più affascinante è che Davies è stato coinvolto nel vertice di follia, e da allora è cambiato. Non ha ucciso più nessuno, è vero; ma è cambiato.
La moglie di Jack non se ne è andata di sua spontanea volontà, ma se avesse SAPUTO delle condizioni del marito... ebbene, lo avrebbe aiutato? Spero di sì. È sempre difficile capire chi ha un disturbo mentale.

Recensore Master
22/06/19, ore 17:53

Buongiorno cara, eccomi di nuovo qui per poter continuare la lettura delle tue fantastiche storie, dove ogni nuovo personaggio mi riserva qualche sorpresa in più. Oggi ho scelto questa perché già l’altra volta l’avevo adocchiata sinceramente, chissà questo Jack cosa mai combinerà, o penserà.
Questa è decisamente una delle storie più pazze, assurde e sconsiderate che abbia mai letto. Qui siamo a livello di Asal che si sfracella il corpo perché non vuole più ascoltare i propri pensieri, siamo a livello di un disturbato seriamente da internare che fa di tutto per poter fingersi sano e raggiungere il suo scopo: uno scopo terrificante, ma che per assurdità rientra perfettamente nel suo pensiero e nel suo modo di vedere le cose. Così pazzo da corrompere, così pazzo da rapire e tramortire, da chiedere e supplicare. Ma non è l’unico, anzi! C’è pure chi ci ha preso gusto a seguirlo ed assecondarlo, così tanto da ammazzarlo su quel tavolo da cucina.
Assurdo: ho usato più volte questo termine qui, ma è davvero quello che si sposa maggiormente con ciò che ho letto, perché davvero, qui c’è dello straordinario, dell’ironico pure e una trovata geniale che non ho mai letto prima da nessuna parte. Personaggi schietti i tuoi, sinceri con loro stessi e con gli altri, che non hanno paura del giudizio se non di sé e vogliono raggiungere i loro scopi senza riflettere sul fine per ottenerli. Cruda come sempre, non tanto per gli arti che saltano, ma per le personalità che sei in grado di gestire; ed è per questo che mi piaci, riesci a studiare le mentalità deviate adatte per ciò che vuoi scrivere, e le tratti in modo speciale.
Fidati, questa storia credo proprio che non la dimenticherò mai. Alla prossima cara, come sempre ti auguro un buon lavoro e come sempre è stato un piacere venire qui da te! :3

Recensore Master
05/05/19, ore 15:09

La vera sorpresa di questa storia è il finale, ma non credo che si possa definire il dottor Davis pazzo per quanto la brutta avventura lasci sicuramente il segno. I suoi futuri interventi saranno perfettamente legali e fatti in sede opportuna.
Abbiamo quindi un qualche disturbo mentale perfettamente inserito nella società che non danneggia nessuno. La cosa più disturbante è forse la capacità di accettarlo.
Su Jack, il "cattivo" di questa storia, non saprei cosa dire. Una persona normale impazzita a causa di un'idea folle. Qualcosa di assolutamente imprevedibile come le tue storie. Verrebbe da dire che uno col suo corpo fa quello che ci vuole, ma questo non rende tutto meno pazzesco.

Recensore Veterano
20/04/19, ore 20:27

Ciao, eccomi qui per l'ABC del Giardino! Ti chiedo subito scusa per il ritardo, purtroppo ieri ho avuto subito imprevisti che mi hanno tardato la lettura. 
Ti confesso che era già un bel po' di tempo che desideravo leggere qualcosa di tuo e sono felice di essermi finalmente decisa. Ancora di più, sono contentissima di aver iniziato da questa tua breve -ma intensissima- One Shot, che é stata in grado di attirarmi sia dal genere sia dal titolo: già solo leggendo il nome di questo disturbo ci si rende già conto che avremo a che fare con qualcosa oltre il limite -oserei dire borderline, a questo punto. Una cosa che rende l'horror il mio genere preferito in assoluto, soprattutto quello psicologico, é che, se trattato bene, dà la possibilità a chi scrive di andare a esplorare quei territori della mente e della natura umana che spesso ci sembrano impenetrabili, quegli spazi che celano oscurità che l'immaginario collettivo non riuscirebbe mai a prendere in considerazione.
E con questa storia tu ci sei riuscita perfettamente, in modo breve e diretto, con uno stile semplice, scorrevole e che denota perfino una certa ironia. Quando poi mi sono resa conto che avevo davanti una storia che mescolava la psicologia con un po' di stupendamente grottesco gore mi sono messa a fare i salti di gioia perché davvero questa tua One Shot é stracolma di tematiche che mi interessano particolarmente che hai trattato con uno stile che mi fa davvero impazzire. Sembra quasi di leggere una semplice fiaba noir che, mano a mano, si trasforma nell'escalation di follia di un uomo apparentemente semplice, il classico vicino della porta accanto che salutava sempre. 
Ho amato questo iniziale modo di presentarci Jack, inizialmente "solo" geloso del signor Morrison sulla sedia a rotelle. Avevo sentito parlare vagamente di questo disturbo, o comunque un altro tipo di malattia in cui il paziente tende a non riconoscersi nel proprio corpo. Mi sono quindi pure messa a leggere un articolo a riguardo, intrigatissima della tua storia, e ammetto di aver un po' sadicamente sorriso nel trovare anche lì il richiamo al desiderio di utilizzare una sedia a rotelle, nonostante non se ne abbia davvero bisogno. Trovo allucinante quello che la mente é in grado di fare al corpo, per questo non mi sento di giudicare male Jack a prescindere -non finché rimane innocuo, almeno. Alla fine, lui é completamente schiavo di questo disturbo, tanto da rifiutare ogni aiuto psichiatrico e desiderare di arrivare subito al dunque. Difatti, ho apprezzato tantissimo come, alla fine, sarà proprio lui la vittima. Penso che il destino di Jack fosse segnato fin dall'inizio e abbia firmato la sua condanna a morte investendo il Dottor Davies, ferito esattamente nel punto più dolente dell'identità di Jack. 
Il Dottore, alla fine, è il personaggio che più mi ha colpito: prima di tutto perché la scoperta del suo sadismo nei confronti del protagonista é un plot twist degno di M. Night Shyamalan, rivelandosi il vero cattivo in questa storia, un uomo che scopre quella natura animalesca di fare del male che penso si celi in chiunque di noi. Ho perfino trovato davvero affascinante il fatto che Jack sia stata la sua prima e ultima vittima, quasi appunto come un bisogno di provare a compiere l'azione più immorale mai pensabile per raggiungere la vera vocazione cioé di asportare gli arti a chi é nella stessa condizione di Jack. E' un pensiero così politicamente scorretto che non posso fare a meno di amarlo! 
Quindi - come avrai capito sono stata estremamente (e sadisticamente) soddisfatta da questa lettura: questa storia è veramente una piccola chicca degna di finire nelle preferite di chiunque. Passerò sicuramente a leggere qualcos'altro di tuo in futuro (ho tutta l'intenzione di iniziare la tua long) perché mi incuriosiscono tanto le tematiche che mi sembra tu voglia trattare e amo lo stile con cui lo fai. Sono quindi sempre più curiosa! 
A presto, spero! 

-Fra 

Recensore Master
17/04/19, ore 18:37

TU MI MANDERAI AL MANICOMIO.
Ma dove le trovi queste storie? Intendo dire, questi disturbi? Non avevo mai sentito niente di lontanamente simile. Sono sconvolta. Cioè, ma bisogna essere disturbati. Ma disturbati tanto. Ma tanto, tanto? Sì, insomma, ma che cavolo ti hanno fatto le tue povere gambe che te ne vuoi liberare e arrivi a disconoscerle? DA DOVE NASCE?
Navigato con i pensieri, ora posso farti i complimenti, perché ti continui a confermare la Regina del Brivido di Efp, tiri fuori i disturbi più pazzeschi e ci fai un racconto come niente, e lasci addosso al letto una sensazione di confusione, in cui non ci si può fare altro che chiedere cosa c'è che non va, a volte (spesso), nel genere umano. Bravissima.
In più, forse ero stupida prima, ma ultimamente noto sempre di più che il tuo stile è perfetto, o stai migliorando?, fatto sta usi un vocabolario variegato, una sintassi ottima, ma mantieni lo stile scorrevole, mai pesante.
I tuoi personaggi mi restano in testa, mi gelano.
Ho letto anche Asal (mi ha fatto urlare) cercherò di commentarla quanto prima.
Ah, un'altra cosa: oltretutto, come se non bastasse qua i personaggi che scopriamo disturbi sono due: Jack e il chirurgo.
Seriously, donnah, dovresti metterli tutti insieme in una raccolta antologica di storie dell'orrore. E chissà, un giorno, che non attiri l'attenzione di qualcuno. Tipo "Storie della buonanotte per chi vuole fare gli incubi" XD. Un po' l'opposto del famoso "Storie della buonanotte per bambine ribelli", ahah.
Continua così!!!
Un bacio,
Karen.

Recensore Master
16/04/19, ore 23:35

con le temperature sotto lo zero e il ghiaccio attaccato al cuore

Ciao cara,
è con questa frase che decido di esordire questa recensione, siccome mi ha colpita da subito e mi è rimasta nel cuore. Parto quindi subito col delirio confuso di complimenti perché questa shot è un piccolo gioiello raro. Non solo è permeata da una stupenda atmosfera tra il macabro e l'insano, che difficilmente leggo così ben scritta, ma è disseminata di perle meravigliose, che ne compongono infine un testo a dir poco perfetto.
Oltretutto, un plauso va anche all'impaginazione che non solo è bella a vedersi e molto accattivante, ma è la cornice che chiude un lavoro che ho letteralmente adorato.
E qui, mi fermo con lo sproloquio e passo alla trama, giuro XD però davvero complimenti.

Jack è un pazzo. Jack vuole ciò che gli altri non desidererebbero mai. Il signor Morrison probabilmente farebbe carte false per tornare a camminare, a star bene. Venderebbe l'anima per appropriarsi di ciò che Jack ha con tanta facilità, eppure il ragazzo è invidioso di quella mancanza. Vuole privarsi degli arti, perché ne trova affascinanti le conseguenze. La moglie stessa lo reputa pazzo; è talmente assurdo ciò che dice, che per forza finisce per prendere il tutto come uno scherzo e quando lui non riceve ciò che vuole – la sedia a rotelle, decide di troncare quel rapporto. Un vero e proprio capriccio, il suo, dettato da un disordine mentale grave, che lo porta sì alla follia, ma riesce come molti di quei personaggi simili a lui, a mantenere la lucidità e la finta normalità, quando queste gli serve per raggiungere i suoi scopi. Ed è in questi piccoli dettagli che io ci vedo il realismo, in questa storia (come pure nell'altra che ho letto), perché hai una capacità gigantesca di creare delle situazioni quasi paradossali che però, unite ad un proprio bagaglio culturale e di esperienze e soprattutto di informazioni, creano sugestive letture. Davvero, sono ammaliata.

Infine, la parte col dottor Davies mi ha letteralmente rapita. Alla fine dei giochi, le parti si invertono. Jack continua a tessere pazzia, ma Davies, è anche lui ardente di quel fuoco pazzo che poi, infine, lo porta non solo ad accettare, ma anche ad uccidere Jack con tanta freddezza che, sicuro, non aveva messo nel primo taglio. Una sorta di: okay, posso farlo senza rimpianti, ora lo voglio fare sempre.
Davvero un risvolto inaspettato; mi aspettavo di tutto, tranne che Davies lo avrebbe ucciso, decapitato.
Sono ammaliata dal tuo stile e dal tuo modo di tessere queste trame, in più in testi mai così lunghi e questo è un grande dono. Riuscire a racchiudere tutto questo in poche parole è da pochi, quindi complimenti.
Alla prossima, è un piacere scambiare con te!
Miry

Recensore Veterano
16/04/19, ore 00:56

Eccomi qui per lo scambio di recensioni.
Accidenti, pre prprio che Jack non sia l'unico disturbato del racconto!
O meglio inizialmente lo è, il suo non vedersi a posto prchè ha sia le braccia che le gambe diventa così ossessivo che finisce per rovinargli la vita, a tal punto che anche la moglie lo lascia.
Avere gli arti amputati sembra ormai essere il suo unico scopo, ma anche quando riesce a ottenerlo, non sembra soddisfatto. Peccato che per fare tutto ciò abbia dovuto trascinare nella propria follia anche il dottoe, che in seguito rientrerà nei ranghi (si fa per dire) ma intanto anche lui si"gode" il suo quarto d'ora di follia.
Eppure, tutto ciò che sembra così inquietante è scritto in modo leggero e divertente. Forse te l'ho detto, i tuoi horror mi piacciono proprio perchè partono da situazioni reali e li trasformano in una cosa ironica e divertente.
E il tutto sempre in racconti brevi (io non ce la farei, non ho il dono dell sintesi)
Complimenti e alla prossima!

Recensore Veterano
15/04/19, ore 15:48

Ciao, eccomi qui per lo scambio.
Come sempre, le tue storie mi lasciano una grande soddisfazione dopo averle lette, un senso di appagamento piacevole.
Inquietante da dire, visti i generi che tratti, ma che posso farci? Adoro ogni argomento che porti.
L'idea di analizzare una malattia realmente esistente in questo modo così macabro e inquietante era venuta anche a me, la sto sviluppando in grande, ma vedo che almeno non sono l'unica ad essere attratta da queste particolarità inquietanti.
L'escalation con la quale Jack peggiora è affascinante e veritiera.
Sembrerebbe avere una vita normale, felice: è sposato, è fisicamente sano e probabilmente ha anche un lavoro stabile, eppure si rende conto di essere geloso di un pover'uomo a cui è stata amputata una gamba. E' un inizio più che promettente.
E non delude con il continuo della lettura.
Lascia la moglie perché lei non gli regala una sedia a rotelle per il compleanno (d'altronde chi acconsentirebbe ad una tale richiesta se non ci fosse la necessità?), poi cerca disperatamente un dottore che sia disposto ad amputargli le gambe. Ricerca infruttuosa, ovviamente, e questo lo porta ad accrescere ulteriormente la sua pazzia, o meglio, la sua malattia.
E' incurante delle diagnosi dei dottori, che dicono che ha bisogno di cure, e così fa a modo suo.
Mi è piaciuto il modo di agire che ha deciso di adottare Jack, che rapisce un dottore investendolo e stordendolo. Richiama il suo folle bisogno disperato di placare quel suo assurdo desiderio.
Insomma, alla fine riesce ad ottenere ciò che vuole, ma, colpo di scena, il dottore ci prende gusto e gli taglia anche la testa, oltre alle gambe.
Un ottimo finale per una storia così conturbante.
L'unica cosa che, devo ammettere, non mi è piaciuta, è stata l'aggiunta finale: "Il dottor Davies non si rifiutò più di amputare arti ai pazienti che lo richiesero, nel tempo. Pochi, certo; insulsi individui folli e spezzati. Si divertì a tagliargli via parti del corpo, ma non ne uccise più nessuno. E usò gli strumenti giusti". Credo che abbia distolto la mia attenzione della storia (sebbene fosse sul finale), e che abbia spezzato il contatto che mi ero creata con Jack, il dottore e il racconto stesso, facendomi uscire bruscamente da questo macabro mondo. Personalmente non l'avrei inserita, piuttosto avrei lasciato immaginare al lettore cosa avrebbe fatto il dottore dopo aver assaporato il gusto di amputare arti e di uccidere. Oppure, se proprio volevi dare al lettore la giusta indicazione su cosa avrebbe fatto, ci avrei dedicato qualche riga in più, o magari un'altra OS collegata a questa, chissà. Però è solo un parere personale e del tutto soggettivo.
Comunque nella totalità, ho amato ogni parola di questa storia e come sempre hai saputo trasportarmi in un altro mondo per cui condividiamo la passione di scrivere e leggere.
Brava e complimenti!
Alla prossima :D

Recensore Master
14/04/19, ore 20:44

Ciao tesoro, io devo capire come fai a farmi ridere mentre leggo queste cose... perchè, seriamente, tanto sono scritte bene e tanto sono folli che mi viene da sorridere, anche se quello che sto leggendo va a toccare molti punti anche disturbati. Conoscevo questa sindrome e devo dire che fra le tante malattie mentali è una delle peggiori: l'inadeguatezza di sentirsi addosso pezzi di carne non propri, come Jack, che è assurdamente convinto che gli abbiano impiantato delle gambe non sue, appartenenti a qualcun altro, qualcuno che non vuole avere con sè, che vuole mandare via, è veramente inconcepibile per noi che non ne soffriamo. Dimostra, però, la potenza del cervello, cos'è in grado... addirittura farci sentire sbagliati nei nostri panni, non solo mentali e caratteriali, ma anche fisici, non tanto per una questione di bellezza quanto per accettazione di sè, un desiderio dirompente di guardarsi nello specchio e finalmente riconoscersi. Sul serio, è una delle malattie che mi spaventano di più... e tu sei stata bravissima come sempre nel rendere queste peculiarità, questi disturbi nella tua storia. C'è tutto in Jack, e anche nel dottore, che alla fine si scopre essere più matto di lui, più deviato, che con la motosega impazzisce e taglia tutto.
Davvero bravissima, giuro <3
Alice

Recensore Master
14/04/19, ore 20:00

Cara fumomiele, ^^

Ah però. Le tue shot sono sempre più intriganti e folli e, come se non bastasse, le scrivi anche benissimo. Non avevo assolutamente idea dell’esistenza di questa sindrome, ma, ti dirò, non mi stupisce che esista e che alcuni ne siano affetti, dato che siamo sette miliardi e qualcosa. Il passaggio psicologico di Davies che passa da vittima a carnefice momentaneo mi pare credibile. La storia è contenuta a livello di numero di parole e apprezzo questa scelta, perché mi fa tornare in mente esperimenti cinematografici come “I racconti della cripta”: favole horror con una loro morale che devono prendere spunto dalla realtà e mostrarci i loro effetti più devastanti e, talvolta, anche esagerati. Qui il desiderio di Jack gli si ritorce contro perché l’amputazione risulta essere letale, avendo reciso l’arteria femorale senza bloccare la necessaria emorragia. Davies non è un mostro, ma perde la propria umanità a seguito del rapimento e dello shock.

Può sopravvivere solo uccidendo Jack e perdendo la stilla di sensibilità che lo aveva sempre contraddistinto, ma ciò che colpisce è la sua scelta finale di correggere il tiro, di eseguire – a chi vuole – l’amputazione non in condizioni disastrose, com’è stato costretto a fare, ma con gli strumenti giusti e nei luoghi adatti. E qui c’è perizia e metodicità, come spesso avviene nella follia e nei folli.
Di Jack hai detto ciò che c’era da dire, mostrandoci il suo declino con l’occhio di un narratore acuto e imparziale, freddo e onnisciente, e questo è anche uno dei motivi per cui i tuoi racconti dell’orrore funzionano sempre. Scegli come raccontarli e lo fai in maniera convincente. Mi soffermo anche sullo stile. Non ho riscontrato refusi di alcun tipo, ma anzi, più passa il tempo più la tua scrittura si affina e leggerti è un piacere. Per quanto concerne le descrizioni dell’atto orrifico in sé, non mi hanno turbata. Sono precise, ma non indugiano dove non serve lo facciano. L’introspezione è curata quanto basta a creare un racconto breve, ma intenso. E proprio nella sua brevità è racchiusa la formula dell’impatto che suscita nel lettore, segno evidente del “more is less” che nel caso del genere in cui ti sei cimentata risulta ancora più efficace.

Insomma, leggerti regala sempre emozioni e queste tue shot sono una più incalzante e avvincente dell’altra. Bravissima, mia cara a presto!
Un caro saluto e buona serata,
Shilyss

Recensore Junior
14/04/19, ore 19:39

Ed eccomi qui cara. Adoro leggere i tuoi racconti, hai un gusto per l'horror notevole ed appuranto che avevi pubblicato qualcosa di nuovo non potevo esitare dal leggerlo e recensirlo. Quindi, mi tiro su le maniche e comincio ad entrare nel dettaglio. 
Prima di tutto, adoro questo crescendo di violenza mentale e fisica che riesci a trasmettere con le tue storie, partiamo appunto da un qualcosa che sembra "leggero", passami il termine, come il desiderio espresso dal protagonista, che ovviamente la moglie si rifiuta di realizzare, anzi, giustamente all'inizio pensa addirittura che sia uno scherzo, magari di cattivo gusto, ma pur sempre uno scherzo. Poi c'è il lento declino del protagonista che lo porta ad un azione sconsiderata ma che fa trasparire ancora di più la sua ossessione, non tanto perchè abbia letteralmente messo sotto un uomo con la propria auto ma perché l'ha colpito nel punto che ormai è diventata la sua ossessione. Ferisce le gambe dell'uomo che si rifiuta di togliere le sue, forse rispetto a tutte le altre scene che seguiranno a questa è quella che più mi ha colpita e mi ha angosciata, proprio perché incanala il senso stesso di osessione.
Meraviglioso, nel senso, meraviglioso a livello narrativo e non per il povero chirurgo. Che come se non bastasse finisce in questa sorta di assurda situazione, molto forti le scene in cui la sofferenza e le grida che una persona normale farebbe siano sostituite da un ghigno di uno dei due protagonisti. A quel punto è ormai ovvio che l'uomo è talmente dissociato da non percepire più nemmeno il dolore. Agghiacciante, ma ho adorato questa sequenza, sempre più dinamica e sporca.
Ecco, una cosa che adoro da morire nel tuo stile è che non ingentilisci le immagini, il sangue è sangue, la carne è carne e le ossa sono ossa. Non a caso uso il termine sporco, perché l'immagine che causano queste sequenze sembano quasi sporcare in bene la pagina, trasmettono sensazioni pure, senza filrti. Ma allo stesso tempo sono ben dosate, nel senso che non assistiamo a del gore o a della violenza gratuita senza capo ne coda.
L'epilogo sinceramente mi ha sorpresa, è stata veloce e non ce ne siamo resi conto, esattamente come il protagonista, un impatto che ti lascia un attimo lì, prima di continuare e scoprire che non solo non è finita, ma che è andata anche peggio. Una scelta dettata dalla paura del chirurgo per paura o per una sorta effetto placebo causato dallo stesso jack? Non lo so, però ho adorato dall'inizio alla fine.
Non ho trovato errori di alcun tipo, forse una ripetizione nella primissima frase, ma quello non lo definirei nemmeno errore. Se mai una svista, ma solo perché sono pignola. Perchè di critiche a questa shot non se ne possono assolutamente fare.
Stile impeccabile, come ti avevo già detto, spero di poter leggere altro di tuo entro la prossima settimana. Ormai ho te che sfami la mia sete di horror introspettivo, mi stai facendo abituare al meglio.
Quindi per ora ti saluto qui, ma ci sentiamo presto! 

ByeBye 
(Recensione modificata il 14/04/2019 - 07:41 pm)

Recensore Master
14/04/19, ore 19:10

Ciao, cara!
Quando scrivi dei tuoi personaggi, non ci dormi la notte per immaginarli?
Sono perfetti e pazzi psicopatici al punto giusto.
Jack aveva questa malattia già da molto tempo e quando ha visto Morrinson tornare con la gamba amputata è salita la voglia di farsi amputare anche a lui le gambe.
Già il fatto che voleva farsi regalare una sedia rotelle non stai bene e che poi chiede il divorzio perché la moglie non gli ha regalato la suddetta sedie a rotelle è un pò esagerato ed era da ricoverare all'istante.
Quando va in ospedale dal chirurgo mi sono immaginata la scena e il dottore che gli dici "aspetti qui" e si presenta con gli infermieri di psichiatria.
Mi chiedo il motivo per cui lo hanno rilasciato e vabbé che faceva finta di stare bene, ma cosi è diventato troppo.
POi il rapimento che devo dire è stata la ciliegina sulla torta.
Alla fine ha voluto quello che voleva, ma ha perso anche la vita.
Tu devi mandare i tuoi scritti per farci dei film.
Complimenti cara e alla prossima :)

Recensore Master
14/04/19, ore 13:35

Eh...ma io le tue storie le divoro nel vero senso del termine. Ma quanto è inquietante, delirante e bella sta storia?
Tanto...tanto davvero. Pochi personaggi compaiono sulla scena, due quelli sui quali verte tutto. C'è Jack, che risulta inizialmente un uomo comune come potrebbe essere una qualsiasi persona che casualmente incontriamo per strada e di cui dimentichiamo il volto 30 secondi dopo. Lui però...nella sua banale normalità riesce a trovare un diversivo, il tutto parte da una sorta di invidia malata per il suo vicino che ha avuto la sfortuna dover subire l'amputazione di una gamba. Il che per un qualsiasi essere umano risulterebbe traumatico, invece Jack la trova una cosa figa. Del tipo "ok sto pezzo del mio corpo non mi piace più quindi via...me lo taglio perché non lo sento più mio." Ok io chiamerei la neuro subito se uno mi dicesse questa cosa, però...non mi piace essere prevenuta nei confronti delle persone. Quindi cerchiamo di capire e comprendere le ragioni di quest'uomo che comincia davvero a perseguitare tutti quelli che gli stanno intorno. Sa di non essere capito, forse si rende persino conto che la sua richiesta è assurda, ma lui quelle gambe non le vuole e in un modo o nell'altro deve sbarazzarsene. È qui che entra in scena il dottor Davies, poverino....(inizialmente) io credo che volesse solo salvarsi la vita, visto che le sue di gambe erano belle che spezzate. Adesso...aveva due soluzioni, o morire, perché Jack a questo punto sarebbe stato capacissimo di ammazzarlo tanto ormai non aveva nulla da perdere. Oppure, seconda opzione, assecondare la follia di Jack che è poi quello che ha fatto. Non è il primo di vittima che alla fine diventa carnefice a sua volta. Vuoi per necessità, oppure perché effettivamente nella testa scatta un qualcosa e quasi quasi cominci pure a provarci gusto per quello che stai facendo. Vero dottor Davies? L'inizio non è stato facile, forse persino traumatico...ma poi cia preso gusto eccome. Alla fine è diventata persino una pratica che usa con alcuni pazienti abitualmente. Mai dire mai nella vita...
Mia cara questa storia è da perderci la testa (scusa Jack) come vengono bene a te certi deliri non verrebbero a nessuno mai. Bella davvero, speriamo ti vengano più spesso di queste ispirazioni improvvise, che io ci sguazzo alla grande. Tra l'altro se non erro c'è ne ancora una tua horror che mi manca. Devo rimediare quanto prima. Tanti tanti complimenti, storia, personaggi e scrittura magnifica. Alla prossima.

Recensore Master
14/04/19, ore 12:00

Ciao tesoro **
Leggere le tue storie è sempre molto istruttivo, perché spesso imparo robe che non sapevo. Ad esempio, non sapevo esistesse una malattia mentale del genere. Effettivamente è parecchio inquietante, se il pensiero di farsi amputare gli arti dovrebbe suscitare orrore, in Jack provoca una certa frenesia. E' invidioso del suo vicino che, a causa di un incidente, è costretto su una sedia a rotelle e pensa a quanto sarebbe figo stare su quest'ultima. Addirittura chiede alla moglie di regalargliela e quando questa non lo accontenta, lui chiede il divorzio. Ma non si ferma lì. Arriva addirittura a rapire un medico e costringerlo ad amputargli le gambe. Nonostante Davies inizialmente si rifiuti, capisce che in gioco c'è la sua vita e allora va, lo fa comunque, con una motosega. E nonostante il dolore, Jack vuole andare avanti, peccato che poi finisca col rimetterci la vita. E alla fine Davies non si rifiuterà più di tagliare parti del corpo alla gente che glielo chiede, solo in maniera più... professionale [?]
Una storia grottesca e interessante, è stranissimo pensare che al mondo c'è davvero gente con questi disturbi.
Complimenti per la bravura che dimostri ogni volta <3
A presto <3

~ Nao

Recensore Master
13/04/19, ore 07:56

Ossignur, cosa veggono le mie fosche pupille! Ho sentito di psicopatici di ogni genere, ma mai, dico, mai di qualcuno che avesse questo tipo di disturbo. All'inizio ho pensato che fosse una tua invenzione, ed ero pronto a farti i complimenti per la fantasia. Poi, quando hai detto che esiste davvero, sono andato a controllare...e devo dirlo, mi sono venuti i brividi. Com'è possibile che esistano follie del genere? Come può la mente umana arrivare a tali livelli di degenerazione? La risposta mi fa paura. E tra l'altro, la parte di questa storia che mi ha spaventato di più non è stata quella di Jack, ma il chirurgo! Era partito come una persona normale in balia di un pazzo, e poi è diventato pazzo lui stesso. Per la serie: chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Degna conclusione per la storia.

Alla prossima!

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