Recensione Premio per il contest “Ignotus – Indovina chi (Edizione Deluxe)”
Eccomi, parto da questo tris di drabble qui che mi hai segnalato.
Inizio subito dicendoti che mi è piaciuto il titolo, anche se semplice, perché dà fin da subito l’idea di estensione del tempo. Le tre drabble, i tre pensieri dei personaggi, mi par di capire, si sbrogliano praticamente durante quei dodici rintocchi che battono alla mezzanotte. Quattro battiti per ogni POV, quattro freddi rintocchi al posto di quei cuori che non batteranno più.
Stilisticamente è un ritmo molto spezzato in alcuni momenti, soprattutto grazie a frasi nominali, prive di verbo, e dall’uso di asindeto tra periodi non sempre del tutto connessi (molto spesso perché sintatticamente il periodo richiede dei raccordi come avverbi avversativi o altro). Questo espediente l’ho apprezzato grazie alla rilettura che ho fatto per recensire, perché ha saputo infondermi un senso di confusione, di due menti che divagano, che vengono presto distratte, come presumo siano quelle di due giovani vampiri appena ridestatisi. Infatti, questo espediente sparisce nel momento in cui il POV è di Katherine: le frasi si fanno più lunghe, i periodi si arricchiscono di bellissime metafore (ho adorato quella della catena, ha un sapore ancora più particolare rispetto al pugnale, che comunque regge il confronto, però la catena mi ha proprio dato il senso di tormento, di trastullo, di perfidia, di ancoraggio che penso Stefan abbia provato per diversi decenni; inoltre mi ha trasmesso l’idea dell’amore per Katherine, nel senso che lei stava davvero in parte giocando con i fratelli Salvatore e l’idea della catena mi fa pensare a quella di un cane fedele tenuto al guinzaglio). Restando un attimo al POV di Katherine, forse, ho trovato che alcuni periodi, soprattutto quello sul vento – che ho capito dover fare da corrispettivo alle frasi simili presenti nelle altre due drabble – fosse un pochino fuori dalla sua “voce” (sai che sono fissata con queste cose, ti chiedo ancora una volta di portare pazienza verso la mia pazzia interpretativa). Penso che all’interno della drabble perda il giusto tono, che si allontani anche rispetto a quel graffiante e a quella voce possessiva e seducente che aveva aleggiato nelle due frasi sopra, quando usi le due metafore così dirette e spietate.
Invece ho apprezzato la contrapposizione tra il brivido freddo di Damon e quello di Stefan: mentre Damon non percepisce più il sangue ribollire, ha perso il piacere verso la donna che pensava di amare e gli rimane solo la preoccupazione e l’affetto per il fratello, Stefan nelle vene sente risvegliarsi un fuoco, un desiderio incontrollabile che forse non ha mai conosciuto in vita dove è sempre stato lui il fratello composto, ligio al dovere, quello che per amare doveva essere soggiogato, e nella morte ha scoperto una forza che lo trascinerà via, lo farà prigioniero. Damon ha sempre accettato e controllato i suoi eccessi, mentre Stefan ha sempre soppresso i suoi desideri, sembra dire questa loro storia, e adesso non ha più inibizioni, passa da un eccesso all’altro, perché non ha mai conosciuto e non si è mai confrontato con le attrazioni. Se Damon guarda a quel nuovo mondo con sguardo cupo e triste, Stefan ha già superato quella soglia, è già completamente avvinto da subdolo piacere del sangue.
Altrettanto importante in tal senso, in quanto a contrapposizione, è l’utilizzo del ferro: Damon lo associa al proiettile, Stefan al sangue. Damon soffre di quella morte, Stefan in quella morte banchetta. Questo utilizzo differente ha messo perfettamente in evidenza le diverse caratterizzazioni dei due fratelli e soprattutto il modo in cui si approcciano a questa nuova vita, portandosi seco qualcosa della vecchia: Damon ha sempre sofferto per la famiglia, per non il sentirsi pienamente amato e apprezzato, e il suo primo pensiero ancora una volta è la ferita al cuore, la ferita che gli infligge suo padre, percepisce che il dolore più grande è quest’ultimo atto di “non essere voluto”, l’uomo che dovrebbe amarlo sopra a ogni cosa è quello che lo uccide; inoltre, nonostante entrambi i fratelli cercheranno per tutta la loro esistenza l’amore e l’affetto e la cura alla loro solitudine e all’abbandono, penso che in tal senso Damon sia stato quello meno fortunato, quello che si è dovuto bastare da solo, in un certo senso, è questa impronta cupa, malinconica, questa ferita da cucciolo abbandonato secondo me aleggia in quel proiettile. Quell’ultima domanda della sua drabble, infatti, riassume tutto quello che vive nel suo animo e che vivrà negli anni a venire: l’assenza di questo fratello che un po’ lo odia e tanto non riesce ad avvicinare e che per tutta la vita insegue e cerca.
Stefan, invece, sente la bramosia del sangue, l’ebbrezza di questo piacere, tutto quello che lui aveva soppresso, tutto quello che lui si era negato, si risveglia quasi come un essere a se stante e ne prende totalmente il sopravvento. In lui il sangue rappresenta il conflitto, il tormento, e quelle parole dopo “non volevo, lo giuro, Damon” sono tanto innocenti quanto spaventate, disperate, cercano la rassicurazione che lui stesso non può darsi, e la cerca dal fratello. Si sente il suo senso di smarrimento, la sua paura, ma anche il suo essere il fratello minore, il suo bisogno di appoggiarsi a Damon, suo è il perdono, l’unico di cui ha bisogno.
Secondo me, più che la Katherine della serie – che comunque è presa in pieno – questa mi ricordo tantissimo quella dei libri. Adesso, è passato molto tempo, sia da quando ho letto i libri sia da quando ho visto la serie, e potrei fare una gran confusione. Ma mi ricorda tantissimo, quel trastullarsi infantile e vendicativo della Katherine bionda, di quell’angelo dall’anima puramente crudele. Hai reso perfettamente l’introspezione di ognuno di loro tre, e quella di Katherine, quel possesso e quel gioco e quel desiderio feroce sono stati davvero il massimo. Un particolare che ho amato di quest’ultima drabble è stato quel “dolce Damon” di chi si diverte ai danni di un cuore veramente innamorato, e quel “Stefan” secco, che tanta rabbia e tanto risentimento nascondono, ma in qualche modo è anche un tono più serio, qualcosa che mostra anche la fragilità e il modo più profondo in cui ci tiene a lui. In quel “Stefan” c’è la ferita al suo orgoglio e al suo cuore.
Infine, ho amato la differenza, più sottile tra i due fratelli, e marcata con Katherine: Damon e Stefan parlano di sentimenti puri, veri, di famiglia, e se Damon mostra tutta la sua durezza e risolutezza in quell’osservare cupo il mondo che si lascia alle spalle, la spensieratezza e la giovinezza anche per quell’eterno crepuscolo, Stefan si mostra in tutta la sua fragilità, nella perdizione dell’innocenza macchiata per sempre, di un peccato troppo grande per essere lavato ma da portare per un’anima così pura e gentile, tanto da sentire già il conflitto di personalità spezzarlo. A loro due, si contrappone invece la bramosia, l’eccitazione, il controllo di Katherine, lei che pensa solo ai suoi giochi, lei che è l’unica ad aver vinto… o così pensa.
Mi è piaciuto davvero tantissimo questo tris di drabble e ti faccio una volta di più i miei complimenti per la perfetta resa di questi tre. Nelle tue mani sono loro, e sono vivi, sempre completi. Bravissima.
A presto! |