Recensioni per
Dodici Rintocchi
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
05/01/22, ore 19:37

Prima di passare alla recensione vera e propria, vorrei scusarmi per il terribile ritardo. L'avevo già scritta tra le note tempo fa, ma stupidamente l'ho dimenticata tra i mille scritti fatti nel corso del tempo, lasciandola -tra una cosa e l'altra- poi nel dimenticatoio convinta di averla postata.
Detto ciò, passiamo alla recensione senza perderci in ulteriori chiacchiere.

| Seconda recensione premio per il Contest "Dai vita alla tua fantasia con i generi letterari! II edizione, il ritorno" |

Che dire? Ho apprezzato davvero queste tre Drabble, con i pensieri e sentimenti dei tre personaggi. Sono così intense.
Ma andiamo con ordine.
Damon inizia la triade, il bello e dannato della situazione, e lo troviamo nel (culmine/)momento più umano della sua giovane esistenza: in punto di morte.
Il senso di smarrimento, paura, dolore e quel pizzico di risentimento traspaiono da ogni singola parola; la Drabble, infatti, comincia dandoci un'immagine buia, oscura, che riporta alla mente del lettore quelle tenebre che poi faranno pienamente parte del (futuro) vampiro, sino all'arrivo di quelle piccole luci che illumineranno il suo cammino instabile.
Poi il dolore, fisico e mentale, che prova. Il proiettore che è penetrato nella sua pelle, nella sua carne, sino a impedire il giusto funzionamento del suo cuore. E poi, il dolore e quella goccia di risentimento che il suo stesso padre (per quanto orribile possa essere) abbia deciso di porre fine alla sua vita, alla vita del suo stesso figlio e del suo amato fratello, la cosa che contava di più.
Il risentimento di non essere più legato alla vita, di non poter più appartenere a quel mondo a cui aveva donato tutto.
E poi la carezza della donna che aveva amato troppo e che era stata l'artefice di quel finale, l'artefice di quel destino che aveva stroncato la vita sua e di suo fratello. Il gran finale è l'ultima battuta, l'ultima preoccupazione, l'ultimo pensiero, che va dritto all'amato fratello.
Passiamo dunque alla seconda drabble. Se quella di Damon è legata al suo lato più umano (la morte), direi che quella di Stefan riporta al lato più disumano e mostruoso, ovvero il suo essere uno "squartatore", sino all'arrivo della sua di salvezza. Tutto, ovviamente, ha avuto inizio col padre, con la sua prima vittima.
I suoi sentimenti sono una moltitudine di paura (per essere distante da Damon, per la sua nuova natura, per il futuro), disprezzo (verso se stesso, verso suo padre, verso il suo nuovo bisogno, verso il futuro in cui ha relegato lui e suo fratello) e il suo nuovo desiderio inarrestabile (per il sangue), oltre a una nuova dose di indipendenza, lontano dal pensiero della donna che aveva colto il suo interesse, oltre che, in parte, amore.
E concludiamo in bellezza con la donna coprotagonista delle due drabble precedenti, Katherine. Sempre stata un passo davanti a tutti, sempre pronta a mettere la propria vita sopra ogni cosa, ma non tanto nel perdere i suoi nuovi giochi e mettere da parte quello che desidera.
Lei vuole ardentemente che il ricordo di lei resti impresso nei due fratelli, in quello che l'ha amata troppo e in quello che non l'ha amata abbastanza. Vuole che Damon resti attaccato a lei (cosa che effettivamente farà), pronto a fare qualsiasi azione in suo ricordo, senza poter liberarsi dai fantasmi del suo passato. Al contempo, vuole che Stefan non si allontani, che non prenda la sua strada, che sia attaccato a lei, che si attacchi a lei (cosa che, del resto, non ha mai fatto fino in fondo -nonostante il sentimento- divertendo dal fratello). Vuole che la ami come Damon la ama.
Detto ciò, ho adorato come hai delineato questo filo conduttore tra le tre drabble, questi 12 rintocchi che delimitano il tempo, che conducono col giusto tempo i vivi dai morti, oltre all'insieme di pensieri e sentimenti provati dai tre personaggi (sono così reali, così giusti, così canonici). Con poche e giuste parole hai creato forme, luoghi, tocchi, permettendo al lettore di immergersi completamente in queste tre brevi storie, permettendo di empatizzare con i tre, provare il loro dolore, il loro gusto, il loro tatto. In uno spazio così breve, come quello di una drabble, sei riuscita a fare un lavoro a dir poco magistrale: sei entrata in questi personaggi e hai sviscerato il loro essere, riportandoli nel migliore dei modi. Il loro fare, il loro essere, il loro agire è... loro. Hai caratterizzato in modo esemplare ogni punto del loro carattere: come ho già detto, hai toccato la parte più umana di Damon, la parte più incline all'insicurezza, alla devozione, all'amore. Hai toccato i tempi in cui non era stato macchiato dal suo nuovo e futuro essere. Con Stefan hai toccato la sua parte più distruttiva, la sua parte più bestiale, il suo lato più oscuro (lo stesso in cui cadrà anche Damon, ma da cui saprà allontanarsi. Sarà sì un vampiro, anche al limite, ma saprà non dare nell'occhio, non esagerare, non lasciarsi sopraffare dall'istinto); hai delineato il momento in cui avrà più bisogno del fratello, di un'ancora a cui aggrapparsi per non soccombere ai suoi istinti animaleschi. E Katherine, così attaccata a tutto e a niente, manipolatrice, desiderosa di tutto e niente.
Detto ciò, ti rinnovo le mie scuse per il ritardo, oltre a farti i miei più sentiti complimenti.

tsukuyomi_

Recensore Master
18/04/21, ore 16:46

Recensione Premio per il contest “Ignotus – Indovina chi (Edizione Deluxe)”

Eccomi, parto da questo tris di drabble qui che mi hai segnalato.
Inizio subito dicendoti che mi è piaciuto il titolo, anche se semplice, perché dà fin da subito l’idea di estensione del tempo. Le tre drabble, i tre pensieri dei personaggi, mi par di capire, si sbrogliano praticamente durante quei dodici rintocchi che battono alla mezzanotte. Quattro battiti per ogni POV, quattro freddi rintocchi al posto di quei cuori che non batteranno più.
Stilisticamente è un ritmo molto spezzato in alcuni momenti, soprattutto grazie a frasi nominali, prive di verbo, e dall’uso di asindeto tra periodi non sempre del tutto connessi (molto spesso perché sintatticamente il periodo richiede dei raccordi come avverbi avversativi o altro). Questo espediente l’ho apprezzato grazie alla rilettura che ho fatto per recensire, perché ha saputo infondermi un senso di confusione, di due menti che divagano, che vengono presto distratte, come presumo siano quelle di due giovani vampiri appena ridestatisi. Infatti, questo espediente sparisce nel momento in cui il POV è di Katherine: le frasi si fanno più lunghe, i periodi si arricchiscono di bellissime metafore (ho adorato quella della catena, ha un sapore ancora più particolare rispetto al pugnale, che comunque regge il confronto, però la catena mi ha proprio dato il senso di tormento, di trastullo, di perfidia, di ancoraggio che penso Stefan abbia provato per diversi decenni; inoltre mi ha trasmesso l’idea dell’amore per Katherine, nel senso che lei stava davvero in parte giocando con i fratelli Salvatore e l’idea della catena mi fa pensare a quella di un cane fedele tenuto al guinzaglio). Restando un attimo al POV di Katherine, forse, ho trovato che alcuni periodi, soprattutto quello sul vento – che ho capito dover fare da corrispettivo alle frasi simili presenti nelle altre due drabble – fosse un pochino fuori dalla sua “voce” (sai che sono fissata con queste cose, ti chiedo ancora una volta di portare pazienza verso la mia pazzia interpretativa). Penso che all’interno della drabble perda il giusto tono, che si allontani anche rispetto a quel graffiante e a quella voce possessiva e seducente che aveva aleggiato nelle due frasi sopra, quando usi le due metafore così dirette e spietate.
Invece ho apprezzato la contrapposizione tra il brivido freddo di Damon e quello di Stefan: mentre Damon non percepisce più il sangue ribollire, ha perso il piacere verso la donna che pensava di amare e gli rimane solo la preoccupazione e l’affetto per il fratello, Stefan nelle vene sente risvegliarsi un fuoco, un desiderio incontrollabile che forse non ha mai conosciuto in vita dove è sempre stato lui il fratello composto, ligio al dovere, quello che per amare doveva essere soggiogato, e nella morte ha scoperto una forza che lo trascinerà via, lo farà prigioniero. Damon ha sempre accettato e controllato i suoi eccessi, mentre Stefan ha sempre soppresso i suoi desideri, sembra dire questa loro storia, e adesso non ha più inibizioni, passa da un eccesso all’altro, perché non ha mai conosciuto e non si è mai confrontato con le attrazioni. Se Damon guarda a quel nuovo mondo con sguardo cupo e triste, Stefan ha già superato quella soglia, è già completamente avvinto da subdolo piacere del sangue.
Altrettanto importante in tal senso, in quanto a contrapposizione, è l’utilizzo del ferro: Damon lo associa al proiettile, Stefan al sangue. Damon soffre di quella morte, Stefan in quella morte banchetta. Questo utilizzo differente ha messo perfettamente in evidenza le diverse caratterizzazioni dei due fratelli e soprattutto il modo in cui si approcciano a questa nuova vita, portandosi seco qualcosa della vecchia: Damon ha sempre sofferto per la famiglia, per non il sentirsi pienamente amato e apprezzato, e il suo primo pensiero ancora una volta è la ferita al cuore, la ferita che gli infligge suo padre, percepisce che il dolore più grande è quest’ultimo atto di “non essere voluto”, l’uomo che dovrebbe amarlo sopra a ogni cosa è quello che lo uccide; inoltre, nonostante entrambi i fratelli cercheranno per tutta la loro esistenza l’amore e l’affetto e la cura alla loro solitudine e all’abbandono, penso che in tal senso Damon sia stato quello meno fortunato, quello che si è dovuto bastare da solo, in un certo senso, è questa impronta cupa, malinconica, questa ferita da cucciolo abbandonato secondo me aleggia in quel proiettile. Quell’ultima domanda della sua drabble, infatti, riassume tutto quello che vive nel suo animo e che vivrà negli anni a venire: l’assenza di questo fratello che un po’ lo odia e tanto non riesce ad avvicinare e che per tutta la vita insegue e cerca.
Stefan, invece, sente la bramosia del sangue, l’ebbrezza di questo piacere, tutto quello che lui aveva soppresso, tutto quello che lui si era negato, si risveglia quasi come un essere a se stante e ne prende totalmente il sopravvento. In lui il sangue rappresenta il conflitto, il tormento, e quelle parole dopo “non volevo, lo giuro, Damon” sono tanto innocenti quanto spaventate, disperate, cercano la rassicurazione che lui stesso non può darsi, e la cerca dal fratello. Si sente il suo senso di smarrimento, la sua paura, ma anche il suo essere il fratello minore, il suo bisogno di appoggiarsi a Damon, suo è il perdono, l’unico di cui ha bisogno.
Secondo me, più che la Katherine della serie – che comunque è presa in pieno – questa mi ricordo tantissimo quella dei libri. Adesso, è passato molto tempo, sia da quando ho letto i libri sia da quando ho visto la serie, e potrei fare una gran confusione. Ma mi ricorda tantissimo, quel trastullarsi infantile e vendicativo della Katherine bionda, di quell’angelo dall’anima puramente crudele. Hai reso perfettamente l’introspezione di ognuno di loro tre, e quella di Katherine, quel possesso e quel gioco e quel desiderio feroce sono stati davvero il massimo. Un particolare che ho amato di quest’ultima drabble è stato quel “dolce Damon” di chi si diverte ai danni di un cuore veramente innamorato, e quel “Stefan” secco, che tanta rabbia e tanto risentimento nascondono, ma in qualche modo è anche un tono più serio, qualcosa che mostra anche la fragilità e il modo più profondo in cui ci tiene a lui. In quel “Stefan” c’è la ferita al suo orgoglio e al suo cuore.
Infine, ho amato la differenza, più sottile tra i due fratelli, e marcata con Katherine: Damon e Stefan parlano di sentimenti puri, veri, di famiglia, e se Damon mostra tutta la sua durezza e risolutezza in quell’osservare cupo il mondo che si lascia alle spalle, la spensieratezza e la giovinezza anche per quell’eterno crepuscolo, Stefan si mostra in tutta la sua fragilità, nella perdizione dell’innocenza macchiata per sempre, di un peccato troppo grande per essere lavato ma da portare per un’anima così pura e gentile, tanto da sentire già il conflitto di personalità spezzarlo. A loro due, si contrappone invece la bramosia, l’eccitazione, il controllo di Katherine, lei che pensa solo ai suoi giochi, lei che è l’unica ad aver vinto… o così pensa.
Mi è piaciuto davvero tantissimo questo tris di drabble e ti faccio una volta di più i miei complimenti per la perfetta resa di questi tre. Nelle tue mani sono loro, e sono vivi, sempre completi. Bravissima.
A presto!

Recensore Veterano
08/06/19, ore 21:33

1° posto:
Dodici rintocchi di Setsy

Grammatica: 10/10

Il testo è molto corretto, non ho assolutamente alcun appunto da farti!

Efficacia espressiva e stile: 9,6/10

Anche in questo parametro, il punteggio sfiora il massimo. Tuttavia, un periodo non mi ha totalmente convinta per l’uso che hai adoperato della punteggiatura:

La notte d’autunno mi soffia addosso un vento sottile e bagnato che se fossi umana mi darebbe brividi di freddo, da tempo ho un’altra natura.
 
Avrei preferito una cadenza più chiara, magari in una soluzione simile:
 
La notte d’autunno mi soffia addosso un vento sottile e bagnato che, se fossi umana, mi darebbe brividi di freddo; (oppure –, oppure ma) da tempo ho un’altra natura. (-0,2)
 
Ti segnalo un altro periodo che secondo me necessitava di un punto e virgola e non di una virgola, ovvero:
 
Non abbiamo bisogno di Katherine, anche se è il suo bellissimo viso la prima cosa che ho visto mentre riprendevo a respirare, avevo le sue dita sulle labbra e tra i capelli. (-0,2)
 
A mio avviso, si avverte molto bruscamente il cambio di soggetto finale e avrei preferito una più forte demarcazione, in questo modo:
 
Non abbiamo bisogno di Katherine, anche se è il suo bellissimo viso la prima cosa che ho visto mentre riprendevo a respirare; avevo le sue dita sulle labbra e tra i capelli.
 
Anche logicamente, infatti, l’immagine della prima parte della frase – il viso di Katherine – è molto diversa da quella invece ritratta nella seconda – le sue dita sulle labbra e tra i capelli di Stefan – e una pausa con una sola virgola può risultare poco efficace per segnalare la variazione.
A parte questi piccoli dettagli, ho condiviso in toto le scelte fatte in campo stilistico: la narrazione è divisa – anche graficamente – in tre parti, ognuna dedicata a uno dei personaggi; a Damon affidi la prima parte, quella a sinistra, a Stefan quella a destra, e a Katherine il compito di chiudere il cerchio, comprendendo i due fratelli simbolicamente in una narrazione centrata. Già questa segnalazione puramente grafica è un eloquente indizio del ruolo che hai affidato a ciascuno di loro; Damon, il primogenito, apre le fila del racconto ed è lui dunque a schiudere per primo gli occhi sul suo nuovo mondo. La parola passa poi a Stefan, il secondo, che si sofferma un po’ di più sui dettagli macabri che hanno caratterizzato il passaggio dal regno dei vivi a quello dei morti. Ma è Katherine a imporsi con prepotenza nel finale, lei che li sa racchiudere e accogliere entrambi.
Anche il modo in cui passi dall’uno all’altro è ben indicato, a livello stilistico: Damon passa direttamente la parola a Stefan con una domanda – che non sappiamo se essere effettivamente pronunciata o meramente frutto di una riflessione senza voce – e Stefan prende la parola apostrofando subito suo fratello. Infine, Katherine, nei primissimi interventi della sua parte, si rivolge a entrambi: a Damon – simbolicamente da lei identificato come il fratello che l’amava troppo – chiede di aprire gli occhi, a Stefan – il fratello che non l’ha amata abbastanza – domanda invece di prendere posto ai suoi piedi. Il tutto è cadenzato poi dai dodici rintocchi dello scoccare della mezzanotte, quattro per personaggio. L’intreccio stilistico è così incredibilmente ben strutturato, rendendo la divisione in tre parti molto riuscita e funzionale.
Anche il lessico resta coerente per tutto il testo; sei riuscita a dipingere immagini molto vivide grazie a un preciso ricorso a termini ed espressioni nitide, capaci di far visualizzare immediatamente al lettore quello che viene raccontato: gli occhi di Damon si specchiano in un cielo insolitamente cupo, il rimbombo della mezzanotte è un’onomatopea che pare quasi di sentire davvero, Stefan percepisce il sapore di sangue e zucchero sulla lingua, le mani di Katherine toccano entrambi e la notte d’autunno soffia a calare questa cupa quinta teatrale. La tua è stata una scrittura del tutto sensoriale; hai richiamato forme, colori e suoni grazie all’uso mirato e, oserei dire, poetico delle parole. Mi hai fatto tornare in mente la storia da te scritta per un mio vecchio contest, incentrato sulla figura retorica della sinestesia, e in questo tuo lavoro ho trovato conferma che la tua cifra stilistica è naturalmente incline a una penna molto pittorica. E – qualità non da poco – non sei affatto caduta nel tranello dello strafare; non ho riscontrato nulla che abbia stonato nel testo e lo stile è rimasto sullo stesso tono per tutte e tre le drabbles. Il registro linguistico, infatti, si è mantenuto costante, pur mantenendo l’unicità dei singoli. Le voci dei tre protagonisti sono infatti ben distinte l’una dall’altra – del resto, è Damon a parlare di “carezza sporca”, Stefan di “mostro che cammina senza diritto sulla terra” e Katherine di un pugnale che fa sanguinare e di una catena che si conficca nella carne.
Credo dunque che in uno spazio così breve tu abbia compiuto un lavoro magistrale nel raggiungere un livello davvero ricercato di efficacia espressiva: le tue parole hanno dipinto un quadro e composto una sinfonia, calando il lettore in un amalgama di sensazioni e riferimenti ben precisi.
 
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10

In uno spazio così breve sei riuscita a far coesistere – e a rendere giustizia a ognuno – tre dei protagonisti assoluti di TVD, restando fedelissima alla loro caratterizzazione originale e arrivando anche ad ampliarne lo scrutinio psicologico per seguire il filo del tuo what if. Questi personaggi sono tuoi dall’inizio alla fine, si sente e si vede in ogni dettaglio; li conosci a fondo, sai come farli muovere e come farli esprimere e non c’è mai un termine fuori posto o il benché minimo segno di incoerenza o di inaccuratezza. Come appunto anticipavo nel parametro precedente, tutti e tre hanno mantenuto la loro voce originale, e non si corre nel rischio di fraintendimenti, durante la lettura.
Partendo da Damon, trovo tu abbia colto alla perfezione la sfumatura più insicura del suo carattere, soprattutto se si considera l’ambientazione della storia in sé; Damon è ancora un ragazzo, non si è macchiato ancora di alcun peccato, e appare prima di tutto confuso, stordito da un risveglio doloroso e angosciato sulle sorti del fratello.
Passando dunque a Stefan, il suo inquadramento psicologico è ancora più azzeccato – e oscuro – del fratello maggiore; si preannuncia già il suo destino da Squarciatore, la fame di sangue e il costante bisogno di Damon per aggrapparsi a un briciolo di sanità mentale. A risaltare, come sempre, è il rapporto totalizzante tra i due fratelli; si cercano, si chiamano, si preoccupano l’uno per l’altro ed è sempre all’altro che rivolgono e svelano pensieri di orrore e paura.
Inaspettatamente, però, è stata Katherine a convincermi ancor più dei tuoi tanto amati fratelli Salvatore; anche nella serie, ho sempre apprezzato la duplicità del suo personaggio, spietata e manipolatrice da una parte, ma anche molto sola e tristemente autosufficiente dall’altra. Nella tua storia, è principalmente il suo lato più crudele a risaltare con forza; da implacabile orditrice di inganni, riesce a tenere stretti a sé entrambi i fratelli, l’uno pugnalandolo metaforicamente al cuore – e non a caso, considerando che giustamente è Damon ad amarla e soffrire di più – e l’altro avvinghiandone la mano in una catena di ferro – anche qui, cupo presagio del fato più cruento di Stefan. La storia, infatti, non si conclude con un sentimento di terrore, come ci si sarebbe aspettati viste le premesse; è invece la febbricitante eccitazione di Katherine a chiudere il terzetto, innalzando inaspettatamente la tensione narrativa agli occhi di un lettore che già sa come si dipaneranno i fatti.
Altra nota di assoluta piacevolezza è stata la tua maestria nel riprodurre il contesto originale delle serie – ma anche qui avevo ben pochi dubbi; hai saputo abbracciare in pieno l’atmosfera generale di TVD e hai impreziosito la tua storia di piccoli dettagli – tra tutti, i numerosi riferimenti al ferro – per dare un quid in più al racconto, rendendolo così ancora più coerente.
 
Uso della triade: 10/10

Ciò che più mi ha colpito della tua gestione dei tre elementi è stata la tua abilità nel fonderli insieme in maniera del tutto naturale, riuscendo quasi a nascondere la loro presenza e rendendoli così non un’aggiunta posticcia, ma frutto di una ben più sapiente riflessione. Tutti e tre hanno un’importanza assoluta ai fini narrativi: il prompt orario ricorre come una tetra litania per tutta la storia, scandendo con dodici rintocchi funesti l’ora della mezzanotte; il prompt “brivido di freddo” riguarda sia Damon che Katherine, pur in accezioni diverse – se per Damon è il segnale d’ingresso alla vita da vampiro, per Katherine la sua assenza è un monito della propria natura non umana. Infine, anche il prompt “ferro” è stato inserito magistralmente: ferro è il sapore del sangue di suo padre che Stefan sente ancora sulla lingua, ferro è il metallo che Katherine sceglie per descrivere il legame che la unisce ai due fratelli. Non solo sei riuscita a inserire gli elementi come richiesto, ma sei anche stata una delle poche a conferire loro un peso specifico e a renderli funzionali nel tessuto narrativo della storia. Nello specifico, tra tutte le storie in gara a te ho riconosciuto la più innovativa gestione del prompt orario, grazie alla splendida idea dei dodici funesti rintocchi: per questo, ti sei ampiamente meritata il Premio Orologiaio!

Gradimento personale: 5/5

Questa storia ha riunito tutti gli ingredienti per rendere felice una giudice nostalgica: mescola insieme uno stile raffinato, una caratterizzazione eccellente e un po’ di sano angst, e la ricetta per un punteggio pieno è assicurata. Mi hai ricordato cosa c’è di bello in un fandom un po’ morto – e non nel senso vampiresco del termine – e mi hai riportato alla mente tutti i motivi che mi hanno fatto appassionare alle avventure dei fratelli Salvatore. A mio parere, il tuo indiscutibile talento nel saper raccontare le loro storie e nel saperti calare nelle loro menti conferisce a ogni tuo scritto la capacità di trasportare il lettore direttamente in un episodio della serie. Sembra quasi di avere tra le mani un pezzo di sceneggiatura e l’effetto finale è di assoluta autenticità. Inoltre, sai essere sempre capace di andare anche oltre, e di offrire scorci inediti di umanità, dando al lettore un ottimo incentivo a voler leggere ancora qualcosa di tuo.

Punti bonus: 0/2

Totale: 44,6/47

Recensore Master
22/04/19, ore 15:19

Ciao! *_*
Come ti avevo già anticipato eccomi qui e, come ti avevo già anticipato parte due, se non vinci tu questo contest è perché esce fuori il nuovo premio Nobel per la letteratura. Questo perché, oltre al "solito" stile da brividi per quanto è intenso (sarà che questo tuo "ritorno a casa" su TVD ti ha servito un assist perfetto?), c'è anche un what if, una variazione che, a me che conosco la trama giusto a grandi linee, sembra vero, il naturale proseguimento della vicenda precedente. Nella prima drabble, i brividi di freddo non ce li ha solo Damon, fidati! Ormai i tocchi di Katherine non sono nulla, e non riescono neanche a lenire il dolore interiore dato dall'imminente morte del giovane, cosa che solo la presenza del fratello potrebbe fare... quell'invocazione finale è davvero forte, colpisce come il pallino di ferro e non lascia scampo.
La seconda drabble, invece, con ***Il sangue di nostro padre mi ha lasciato un sapore... così sbagliato*** direi proprio che parla da sola. Secondo me tu il prompt l'hai interpretato come "i brividi di freddo li devono provare i lettori", perché se è così... eccezionale, nient'altro da dire. Solo un'imprecisione: manca il punto alla fine della seconda parte! Lì, Stefan ricorda il momento in cui è divenuto un vampiro... e, per non rimanere per sempre solo, chiede anche a Damon di scegliere questo destino invece che la morte. Intanto, la presenza di Katherine la vampira assetata di sangue (io ho questo impressione, vedi tu XD) aleggia ancora nell'aria, sulla pelle e tra i capelli dei due...
Terza drabble: ***sarò come un pugnale di ferro nel tuo cuore,
estrarmi ti farà sanguinare ma non potrai neppure sperare nella Morte.*** mi rimangio quello che ho detto prima. Il premio Nobel te lo devono dare a te! Già in tante storie ti ho ripetuto tutte le emozioni che mi hai provocato, e se ti dico che questa è di poco sotto al tuo capolavoro "Quel che resta del giorno" (tenendo conto che non conosco il fandom) si arriva davvero a livelli insondabili...
***Ora siete miei*** sei tu che mi hai imprigionato nella tua tela di parole, Setsy!
Ancora una volta mi hai lasciato senza parole u.u, ma non c'erano dubbi... adesso corro a studiare per portarmi avanti che altrimenti il 27 lo passo incollato al tavolo con la vinavil...
A presto!!
mystery_koopa

P.S. E non dirmi che sono dolce e gentile, perché i complimenti te li sei sempre meritati tuttissimi!!! :*

Recensore Master
19/04/19, ore 21:27

Carissima, eccomi qui puntuale come un falco e impreparato come un somaro. Quindi, te ne prego: nell'interpretare il tema della vicenda, correggimi se sbaglio. Orbene e ordunque, abbiamo qui i due fratelli Damon e Stefan (che io ho conosciuto altrove bambini) nel momento del loro passaggio dalla vita alla non-vita del vampiro. L'evento ha luogo a mezzanotte, ora del mistero e del passaggio per eccellenza, ed è vista sotto tre diversi punti di vista: quello di Damon, il fratello maggiore, che incarna il mistero del risveglio; quello di Stefano, il timore; quello di Katherine, il possesso.
Nel momento del suo risveglio alla "non vita", Damon coglie soprattutto il mistero del passaggio: il cuore che vorrebbe battere ma non può, la sensazione di continuare a vivere (o meglio, di riprendere a vivere) in modo profondamente diverso. La carezza di Katherine che suscita nel suo corpo reazioni differenti: prima un brivido di piacere, ora un brivido di freddo.
Stefan pare più intimorito, e coglie piuttosto l'attrazione verso ciò che è proibito e che invece lui non ha potuto fare a meno di fare. Di nuovo qui c'è un brivido di freddo, che però attraversa solo la mente. Il corpo prova quello strano calore del risveglio. C'è la paura legata a questa nuova condizione, c'è forse timore per la figura di Katherine, c'è soprattutto il bisogno di restare accanto al fratello, di non essere mai separato da Damon.
E infine c'è Katherine, che vive questo momento come un trionfo, perché detiene finalmente il potere sulle due nuove creature e per questo prova eccitazione, una gioia oscura che avvolge il due fratelli come una tela vischiosa. Potenza della mezzanotte e dei fatti arcani che si verificano in quell'ora... ottima scrittura, spero di non aver delicato troppo nel contestualizzare e cercare di cogliere le sfumature... Alla prossima!