9° posto:
Rosa Bianca di ladyhawke1983
Grammatica: 8,7/10
La tua storia presenta diversi errori di natura grammaticale, tra cui l’inserimento della virgola a separare soggetto e verbo (-0,2):
All’improvviso uno sfarfallìo di energia attorno a sé, la fece voltare e Airis lo riconobbe.
Lo sfarfallio di energia è appunto il soggetto e, in quanto tale, non può essere separato da una virgola dal verbo che regge (“la fece voltare”).
In un’altra occasione hai separato soggetto e verbo, ma credo che la tua intenzione fosse quella di dare enfasi. Tuttavia, ho ritenuto che il contesto specifico non richiedesse una simile accortezza alle spese della correttezza grammaticale, poiché non ho colto la punta di enfasi che magari volevi conferire. Ho comunque voluto sottrarti solo 0,1 dal totale. La frase in questione è la seguente:
“Mio padre e Vargas, sono con lei?” Chiese Airis.
Ti è poi scappato un errore di battitura, dunque di distrazione qui (-0,1):
“Sì, ma lei ha fatto imprigionare tuo padre... ora i ribelli chiedono un riscatto..l” Gabriel pareva distrutto.
E anche qui (un doppio spazio) (-0,1):
In quel momento, però, nemmeno le candele che illuminavano il giardino sospeso con la loro luce calda e soffusa, bastavano a risollevarla, tutto intorno c’era buio e silenzio.
In questa frase, il verbo andrebbe inserito all’indicativo piuttosto che al congiuntivo (-0,3):
Sta bene, per essere una che sia (è) stata riportata indietro dal regno dei morti.
Il restante 0,5 che ti vedi decurtato dal punteggio finale è imputabile alla cattiva gestione della punteggiatura nei dialoghi. Nel caso di una battuta specifica hai commesso un errore, ovvero:
“Non sarei mai mancato, mio dolce arcobaleno...” le rispose lui, sfiorandole le labbra fredde.
“...Tua madre è viva. (…)”
Poiché è sempre Gabriel a parlare, non saresti dovuta andare a capo dopo “labbra fredde”, inaugurando una nuova battuta – quasi fosse Airis a prendere la parola. Infatti, la seconda parte del discorso di Gabriel avrebbe dovuto continuare immediatamente dopo l’inciso, introdotta da una virgola, e iniziare con la lettera minuscola – vista anche la presenza dei puntini di sospensione in chiusura e in apertura delle due frasi.
Per il resto, ho notato un’incongruenza nel modo in cui fai reggere le battute esternamente. A volte prosegui con la lettera minuscola, altre con la maiuscola, senza apparente ragione. Alcuni esempi per essere più chiara:
“...ma?” Chiese lei, sapendo che c’era dell’altro. (lettera maiuscola)
“Ma non ricorda più nulla...” riuscì a dire Gabriel, senza guardarla negli occhi. (lettera minuscola)
“Mio padre e Vargas, sono con lei?” Chiese Airis (…) (lettera maiuscola)
“Capisco...” disse Airis (…) (lettera minuscola)
E così via per tutto il testo. Non ti ho tolto punti per ogni volta che hai commesso quest’errore, dunque ho preferito imputarti una penalità generale di appunto -0,5 per tutta questa classe di errori.
Efficacia espressiva e stile: 7,1/10
In questo parametro ho purtroppo dovuto tenermi bassa a causa di quelle che possiamo definire tre macro-categorie di problematiche: punteggiatura, ripetizioni, poca espressività generale. Partendo dalla punteggiatura, ti segnalo tutte le frasi in cui avrei adottato soluzioni diverse:
Gabriel era in ritardo, non che fosse una novità, (;) infatti il tempo, per quel ragazzo, era un concetto assai relativo, così come lo era
la puntualità.
A causa del cambio di soggetto (da Gabriel al tempo) consiglierei di usare un punto e virgola, capace di rendere più forte la distanza tra le due frasi (-0,2).
Come poteva un potente discendente dalla stirpe dei draghi, un Re, accettare di dividere il cuore e i pensieri della propria amata, con un altro, un mago per giunta?
Per questa frase invece c’è l’errore opposto: eviterei qualunque segno di punteggiatura dove ti ho evidenziato, anche la virgola, perché l’espressione “dividere il cuore” regge immediatamente il complemento di compagnia retto da con (“con un altro”) (-0,2).
Airis si ripromise che, mai e poi mai, si sarebbe fatta trattare come ruota di scorta, da nessuno, in amore o tutto, o niente.
Anche in questo caso, consiglierei una punteggiatura differente (ad esempio un punto e virgola o un trattino lungo) per separare le due frasi con più forza (-0,2). Questa frase presenta poi un altro problema a livello stilistico, ovvero una repentina caduta di registro linguistico (-0,3): la parte finale della frase mi è sembrata infatti un’espressione lievemente banale e troppo colloquiale, poco adatta al tipo di personaggio – un’appartenente al ceto nobiliare – e poco efficace.
In quel momento, però, nemmeno le candele che illuminavano il giardino sospeso con la loro luce calda e soffusa, bastavano a risollevarla, tutto intorno c’era buio e silenzio.
Anche qui separerei maggiormente le due frasi con un segno di punteggiatura più forte (-0,2).
Andando oltre, ho evidenziato alcune ripetizioni, che possono essere davvero fastidiose, quando si trovano in una storia tanto breve. Eccotele segnalate:
- Gabriel era in ritardo, non che fosse una novità, infatti il tempo, per quel ragazzo, era un concetto assai relativo, così come lo era la puntualità. (-0,2)
- Airis non sapeva molto di sua madre, l’unico che le parlava della madre con un certo trasporto e affetto, era suo padre, Callisto, il Re Drago, ma per quanto la giovane druida avesse vissuto tutta la sua vita in quel castello incantato e fluttuante, al fianco del padre, non riusciva davvero a capirlo.
Oltre alla doppia ripetizione madre/padre (-0,2), questo periodo ha anche un problema di logicità interna (-0,3): non è evidentissimo il nesso esistente tra il padre che le racconta della madre e Airis che non riesce a capirlo. Avrei separato le due frasi – e i due concetti – per esplicitare al meglio il passaggio da una considerazione all’altra.
Gabriel aveva un’aria stanca, stringeva una rosa bianca che le porse con un sorriso, uno dei suoi sorrisi, praticamente irresistibile.
Consiglierei direttamente la soluzione “uno dei suoi sorrisi” per evitare l’immediata ripetizione. Essendo però meno sgradevole delle altre, ho sottratto unicamente uno 0,1.
Passando ora alla terza categoria, forse quella più critica, la storia, a mio avviso, è ridotta a dialoghi riportati in maniera piuttosto piatta, a pensieri a cui viene data voce con tono monotono e ad azioni che si susseguono senza particolare drammaticità e commozione. Ti è mancata del tutto l’applicazione della tecnica dello “show, don’t tell”: piuttosto che dire che Airis si sentiva in collera, avresti potuto mostrare la sua rabbia – ad esempio facendola camminare impaziente, descrivendo qualche particolare segnale espressivo del viso – e anziché farle pronunciare unicamente la frase “sei arrivato finalmente!” quando Gabriel la raggiunge, avresti potuto dipingere il sollievo sul suo volto, le tracce residue di ira, un moto particolare degli occhi, un sorriso. Ma è soprattutto nei dialoghi che si avverte l’esigenza pure di raccontare – e non di mostrare: nel giro di poche battute, Airis scopre che la madre che riteneva morta è in realtà viva, ma non sembra mostrare alcuna emozione al riguardo. Il dialogo con Gabriel è un botta e risposta freddo e sterile, in cui non trapela alcuna emozione di sorta. Anche lo scambio immediatamente successivo mi ha lasciata perplessa: Gabriel rivela che la madre ha fatto imprigionare il padre di Airis e che viene chiesto un riscatto da parte dei ribelli, e l’unica risposta che dà Airis è “capisco”. È tutto fin troppo sbrigativo: Airis viene sobbarcata di informazioni devastanti – e con lei il lettore – e Gabriel stesso deve esserne scosso, ma ho fatto davvero fatica a entrare in contatto con le loro emozioni. Un piatto e asettico “capisco” mi è sembrato conferisse un’accelerazione brusca e ingiustificata alla trama, non dando giustizia alla complessità di sentimenti contrastanti che i due giovani dovrebbero percepire. Anche la conclusione della storia mi è sembrata frettolosa: Gabriel le fa dono dell’anello che il padre di Airis gli ha dato e la storia si chiude in maniera davvero anti climatica: una battuta senza particolare colore in cui Airis commenta il gesto di altruismo del padre. Sembra quasi tu abbia dovuto troncare di botto il dialogo e la scena in generale perché avevi terminato le parole a disposizione; l’effetto – almeno, quello che ho avvertito io – è stato di un taglio troppo netto, quasi come se la scena in realtà dovesse proseguire, ma non ne avessi avuto lo spazio. Per tutto questo discorso – che io ho categorizzato come scarsa efficacia espressiva – ho decurtato un punto dal punteggio complessivo.
Spero di aver spiegato tutti i miei dubbi in questo campo; se così non fosse, chiedi pure e proverò a essere più chiara.
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 7,5/10
Anche in campo caratterizzazione, non ho potuto essere più generosa di un 7/10: il principale problema che si avverte in questo settore è l’eccessiva frettolosità. È evidente che Airis e Gabriel siano stati estratti da una storia più corposa, ma quando si scrive una drabble o una flash bisogna sempre tenere in conto che il lettore può anche non conoscere il contesto originale, dunque essere del tutto all’oscuro del passato e dei tratti salienti dei personaggi. Nel leggere la flash, ho avuto l’impressione che tu volessi dare al lettore inconsapevole tutti gli elementi possibili per farsi un’idea della trama, del contesto e dei protagonisti in 500 parole – ma questo non è obiettivamente possibile, soprattutto per una storia originale ambientata in un universo fantasy, che si regge su regole tutte sue. Per tentare dunque di essere il più informativa possibile – come ti ho già segnalato in campo stile – hai purtroppo finito col peccare di quello che in gergo viene chiamato info-dumping. Hai sobbarcato il lettore di informazioni sui due – soprattutto su Airis – intervenendo pesantemente nella narrazione in qualità di autore: il risultato si è tradotto in un elenco di eventi e notizie riportati in maniera fredda e analitica, che non mi ha permesso di entrare davvero in contatto con la psiche dei personaggi.
Tuttavia, non ho voluto penalizzarti troppo anche in questa voce, perché ritengo che grosso modo i problemi derivino tutti da pecche stilistiche; dopotutto, è chiaro che tu conosci a fondo i tuoi personaggi originali, e sono certa che nella storia di cui fanno parte tu abbia avuto modo di sviscerarne al massimo la caratterizzazione. Grosso modo, si hanno comunque dei piccoli scorci del carattere dei due ragazzi: Airis sembra essere molto orgogliosa, testarda e riflessiva, Gabriel mi è parso più docile. Non sono riuscita a cogliere molto altro, come se fossero appena abbozzati – non nella tua testa, sia chiaro – e mi è dispiaciuto molto, perché la loro storia e l’universo che devi aver creato sembrano avere tutte le carte in regola per essere interessanti e avvincenti.
Uso della triade: 7/10
Ammetto di aver dovuto rileggere la storia una seconda volta, all’inizio, per rinvenire i tre prompt previsti dalla tua triade – non ricordavo infatti quale avessi scelto, e ho letto ogni storia senza andare a ripescare i prompt, nel tentativo di individuarli in autonomia, qualora essi fossero stati rilevanti. Nella prima lettura, infatti, non mi erano balzati immediatamente all’occhio, forse perché presa a segnalare le pecche in campo grammaticale o stilistico, e forse anche perché la loro presenza non è effettivamente troppo marcata all’interno del testo. Dopo aver riletto la storia, ho potuto invece riconoscerli con più facilità, ma l’uso che ne hai fatto ha continuato a non convincermi particolarmente.
Partendo dall’orario, le sei di pomeriggio è l’ora in cui ambienti la tua storia, citata ad hoc da Airis che lancia uno sguardo verso la meridiana: non c’è nulla però di davvero incisivo nel modo in cui hai sfruttato l’orario. Si poteva benissimo trattare di un’ora qualsiasi, e poco sarebbe cambiato. Analogamente, anche “luce soffusa” è un prompt solo di passaggio: non ha alcuna funzionalità per la trama o per la caratterizzazione dei personaggi, e rimane un elemento di sfondo, puramente a fini di ambientazione.“Dicembre” è il prompt che hai sfruttato al meglio, legandolo sia al compleanno di Airis che all’anniversario della morte di sua madre; l’hai dunque caricato di una certa carica emotiva, pur non sviscerandone a fondo le potenzialità.
A ogni modo, hai comunque inserito tutti gli elementi previsti dalla triade – motivo per cui il punteggio rimane ampiamente oltre la sufficienza –, ma altri partecipanti hanno imperniato la loro storia sui tre elementi e, nel tuo caso, non ho potuto rinvenire uno sforzo in tal senso.
Gradimento personale: 2/5
Mi spiace davvero doverlo dire, ma la storia non mi è piaciuta: mi è sembrata frettolosa, senza uno scopo preciso, poco curata dal punto di vista grammaticale e stilistico. Leggerla – e rileggerla numerosissime volte per poter stendere una valutazione mirata – è stata un po’ una faticaccia, vuoi per gli errori, vuoi per la leggerezza narrativa, vuoi per il poco spessore dei personaggi. Trattandosi però di una breve flash chiaramente estrapolata da un progetto più lungo, confido che le mie impressioni negative possano essere mitigate, se si leggesse per intero la storia di cui questi protagonisti fanno parte. È infatti del tutto possibile che tu avessi già talmente chiara la caratterizzazione dei due personaggi, così come il contesto in cui si muovono, da dare per scontato che il lettore riuscisse a comprendere la loro densità psicologica anche in uno spazio così ridotto. Tuttavia, credo tu abbia perso di vista l’intento: una flash non è semplicemente un paragrafo che si può estrapolare da un capitolo a caso, perché non starebbe in piedi – come in questo caso. Una flash deve essere coerente unicamente a se stessa e, soprattutto, autosufficiente.
A questa problematica si aggiungono anche le piccole lacune grammaticali – a cui si può ovviamente porre rimedio – e la poca maturità stilistica; probabilmente anch’essa dovuta a motivi di spazio. Credo tu avresti fatto un lavoro molto più solido in una forma narrativa a te più congeniale, come una oneshot o una long.
Spero davvero di non averti offeso: non c’è traccia di critica, giudizio o cattiveria nelle mie parole, ma solo di sinceri consigli da parte di una persona che non ha alcuna competenza professionale nel settore.
Punti bonus: 0/2
Totale: 32,3/47 |