Recensioni per
The Skye Boat Song
di Spoocky

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
30/04/19, ore 16:02

Ciao carissima!
Finalmente arrivo anche qui, con deprecabile ritardo.
Da dove posso cominciare a commentare questa bellissima storia? Una menzione a parte va senz'altro alla ricostruzione dell'ambientazione marinaresca, nella quale sto imparando a muovermi e che sto iniziando ad apprezzare sempre di più grazie ai tuoi scritti: leggendo ho avuto l'impressione di trovarmi insieme ai tuoi personaggi, sulla nave. Naturalmente, anche il linguaggio tecnico/specifico fa la sua gran figura, contribuendo a conferire realismo e credibilità all'intera vicenda.
Anche il personaggio di Innis mi è piaciuto molto: è un ragazzo in un certo senso fragile, a tratti fanciullesco, segnato da un dolore precoce, ma che stringe i denti e va avanti. Si può dire che il dolore l'abbia in un certo senso isolato in una bolla di vetro, portandolo ad evitare rapporti troppo stretti con altri marinai, ma che al tempo stesso abbia amplificato la sua sensibilità (e infatti, è tenerissimo il finale, quando sprofonda nel sonno cullato dalla voce del dottore e dal rollio delle onde).
Inoltre, direi che è davvero interessante l'idea di affrontare la tematica del PTSD quando ancora non era riconosciuto come disturbo: emblematica è la riflessione sugli "altri", che lo avrebbero creduto un po' tocco o posseduto, mentre i marinai hanno imparato a conoscerlo e ad accettarlo così com'è, a tratti addirittura prendendosi cura di lui senza farsi troppe domande. È la dimostrazione di come la vita di mare, per un equipaggio abituato a rimanere mesi sulla stessa nave, contribuisca a rafforzare i legami, nonostante le differenze che intercorrono tra i vari membri (ufficiali, marinai, mozzi, medici, cuochi di bordo...). È quasi come una grossa famiglia, dove ciascuno provvede ai bisogni degli altri nei limiti delle proprie possibilità.
Davvero un bel racconto, sotto tutti gli aspetti. E siccome io tendo ad affezionarmi abbastanza facilmente ai personaggi, mi raccomando, scrivi altri racconti su di lui^^

Recensore Master
24/04/19, ore 17:23

Ciao!
Mi è piaciuta molto questa OS, fin dalle prime righe, ispirata a una vicenda che non conoscevo. Per quanto riguarda il primo paragrafo ho molto gradito la prospettiva narrante del giovane mozzo, desideroso di capire cosa significassero le espressioni dei marinai e l'identità stessa del capitano, se così si può dire.
La seconda parte, invece... l'intrecciarsi di passato e presente ha avuto davvero un effetto molto forte, ha reso la narrazione davvero vivida, quasi come se le immagini descritte dei ricordi della brughiera comparissero davanti ai miei occhi, per immedesimazione quasi. Mi è davvero piaciuta la figura quasi paterna del dottor Lyndon, in grado di ridare ogni volta al giovane protagonista un po' di quella sicurezza perduta nel corso del tempo. Davvero realistica questa vicenda, nella sua totalità, e per questo ancora più bella.
Complimenti, carissima, e alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Master
23/04/19, ore 06:59

Buongiorno.
Il medico di certo sa il suo lavoro, è parso dotato del giusto tatto ma soprattutto della giusta umanità, e non è sempre stato così.
Ha anche saputo far riflettere il protagonista, più d'una volta, e si è anche preso cura di lui. E' un po' come se fosse lui stesso il protagonista.
Buona giornata :)

Recensore Master
22/04/19, ore 18:49

Ciao!^^
Credevi di liberarti di me, vero? Ma io sono come i mostri dei film horror: sembrano morti, ma ecco che nell'ultima sequenza, quando i buoni se ne vanno felici, riaprono un occhietto...
Nella fattispecie eccomi qui a commentarti quella bellissima storia!
Decrivi molto bene tutti gli aspetti del PTSD, il senso di isolamento, la chiusura, l'atteggiamento eccessivamente scostante o aggressivo nei momenti di malessere, come se tutti fossero nemici.
Molto bello anche l'atteggiamento del medico, paterno e supportivo, che unisce la propria profonda umanità alle competenze indubbiamente acquisite in una vita di professione sui mari.
Che dire? Come sempre complimenti!