Recensioni per
Nel tempo dei faggi
di Freya Crystal

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/10/20, ore 00:44

[Recensione premio per il contest "Il Contest Sdolcinato" - 2/3]
Ciao di nuovo Freya!
Come secondo storia da recensire ho optato per questa tua storica, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e riguardante, in qualche modo, la Resistenza all'oppressione nazifascista.
Hai trattato una tematica estremamente delicata in un modo molto particolare, onirico direi. Credo che tu abbia reso benissimo la confusione, questo mondo di sogno - o meglio, di incubo - in cui si è rifugiato Dario per resistere a questi demoni che lo tormentano e lo hanno distrutto mentalmente e fisicamente durante la prigionia.
Non sapevo della figura dei "cavalli cantanti" nei campi di concentramento, e ti ringrazio per avermi messo a conoscenza di questa ulteriore atrocità perpretata dai nazisti, ovvero obbligare i prigionieri a cantare mentre li utilizzavano come veri e propri schiavi. L'immagine finale, del cavallo libero che corre nel vento, è estremamente toccante.
Mi dispiace davvero tanto per quest'uomo, la cui umanità è stata lacerata in maniera così radicale da renderlo davvero un animale, pur di poter sopravvivere a questo inferno sulla terra. Purtroppo non è riuscito a godere della libertà in questo mondo, ma almeno è morto libero e non più prigioniero; umano, e non più cavallo; Dario, e non più senza nome.
L'inserimento della Bella Ciao è davvero una bella nota di colore in questa cupezza, e mi fa piacere che tu abbia inserito quella canzone come una di quelle cantate da Dario durante la sua prigionia, in barba ai tedeschi: una forma di Resistenza anche questa, fortissima, che gli ha permesso di continuare a portare una luce in quelle tenebre e alla fine di trasmetterla anche ai suoi salvatori.
Davvero un'ottima storia, complimenti vivissimi.
A presto, con l'ultima recensione :)

Recensore Master
26/01/20, ore 17:31

Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger II Edizione” indetto sul forum di Efp.

Cara Freya,
per mancanza di tempo non riesco a passare spesso come vorrei nel tuo profilo, ma non temere. Presto finirò le recensioni premio e potrò dedicarmi con agio a recensire le tue storie. Leggo sempre con molta esitazione i lavori ambientati nel corso della Seconda Guerra Mondiale e che parlano dei campi di concentramento perché coloro che sopravvissero ci hanno lasciato spaventose e toccanti testimonianze di quello che hanno vissuto, motivo per cui è difficile trovare la stessa intensità in chi racconta per sentito dire. Eppure, nonostante questa mia idea, credo che tu abbia fatto un lavoro egregio, incredibilmente delicato. La tragedia di Dario, un uomo che nelle note ci riveli non ritornato a casa, è comunque il canto di un uomo che è morto libero. Concordo con il fatto che qualche parola di tedesco è possibile la conoscesse; concordo sull’alienazione e sul distacco dal mondo, sulla perdita d’umanità di chi è costretto a lavorare come un animale da soma.

Essenziali sono i riferimenti al fatto che il dramma dei campi è nella riflessione che è l’uomo ad aver fatto il male a un altro uomo – un discorso caro anche alla lettura di Hannah Arendt. La scelta di scrivere un testo breve aumenta la tragicità di una liberazione che sovviene senza che Dario nemmeno se ne accorga; molto bello che lui non abbia la prontezza per rispondere al soldato alleato che gli chiede chi sia. Insomma, un lavoro encomiabile che devo listare assolutamente per la sua intensità e delicatezza. Grazie per averlo condiviso.
Un abbraccio e a presto,
Shilyss :)

Recensore Master
16/01/20, ore 16:41

Recensione premio per il contest "Pesca la coppia": 1/1

Ciao! ^^
Ho scelto di leggere questa storia perché tratta dell'olocausto, un tema che da sempre mi appassiona moltissimo.
Lasciatelo dire: ho davvero amato questa storia, che mi ha catturata sin dalle prime parole e si è lasciata leggere tutta d'un fiato. Ti faccio i complimenti perché, nonostante la brevità del componimento, sei riuscita a trasmettere moltissime cose, un'infinità di sentimenti, di pensieri, di sensazioni enorme, che ha travolto il lettore come un fiume in piena.
La storia è un viaggio nella mente di Dario e del modo delirante e allucinato in cui vede e vive la vita nei campi di concentramento e, in seguito, la sua liberazione. Lui è una persona stremata dalle privazioni, dalla fatica, dall'orrore e questo passa molto bene nella tua storia, che si sussegue come un flusso di pensieri quasi sconnesso e annaspante (ma non per questo poco chiaro).
Apprendiamo che ciò che Dario è condannato a fare è trascinare carri mentre canta, per allietare e divertire i demoni: ho trovato molto interessante e appropriato paragonare le SS ai demoni, perché a conti fatti sono la figura che più si può assimilare a questi uomini che hanno perduto tutto della loro umanità, che si sono abbassati a livello di bestie senza raziocinio, che godono e si divertono dinanzi alla sofferenza di uomini come loro, uomini che non sono diversi e che non hanno alcuna colpa reale. Un altro paragone, molto potente e molto appropriato, è quello che i demoni fanno con Dario, accostandolo a un cavallo: per i nazisti, egli non è che un animale da traino, una bestia da soma, tra le migliori, certo, ma pur sempre nulla più che uno strumento di lavoro; Dario, invece, in questo paragone ci vede molto di più: lui è un cavallo, ma i cavalli devono correre liberi, non avere catene. Dopotutto, è nella natura di questo animale, la libertà.
Una libertà agognata eppure che, quando arriva, non viene subito compresa, riconosciuta. Dario, nei deliri allucinatori che precedono la morte, continua a sentire i demoni che ridono di lui, che gli dicono di cantare, e a queste canzonature si aggiungono domande che, inizialmente, per lui non hanno significato: non sono in tedesco, hanno un accento strano. Poi, Dario comprende, capisce che è stato liberato, che la sua agonia (a cui ha cercato di porre fine lui stesso, senza riuscirci) è finalmente giunta al termine, e che si trova sì su un carro, ma non trainato da lui o dai suoi compagni.
Dario è, finalmente, quel cavallo libero che desiderava essere, ha riconquistato la sua vita, ottenuto il tanto agognato epilogo. Ed è dolceamara la sua fine: amara perché Dario spira poco dopo la sua liberazione, e non potrà mai davvero riassaporare la sensazione di essere un uomo libero; dolce perché ha comunque ottenuto la cessazione delle sofferenze, la fine dell'agonia, come lui desiderava. Ed è felice per questo.
Un racconto, il tuo, davvero intenso e struggente, meraviglioso e coinvolgente: ogni riga, ogni frase, suscita una riflessione su questa tragedia umana e su ciò che ha significato per chi l'ha vissuta.
Ti faccio davvero tantissimi complimenti per questa piccola perla :)

Recensore Master
02/10/19, ore 13:06

Ed eccomi qui per lo scambio a catena del giardino.
Ho scelto questa one shot perché il tema dell'olocausto mi sta a cuore, mi ha sempre interessato e quando posso ascolto storie e testimonianze su esso.
Non sapevo di questo uomo quindi grazie per la cultura appresa^^, povero uomo e poveri tutti coloro che hanno sofferto in quei campi, solo loro, solo i soppravissuti sanno cosa hanno passato lì dentro, un dolore che noi anche se sentiamo i racconti non potremo mai comprendere.
Subito ammetto di aver trovato lo scritto un pochino confusionario ma poi come ho capito che era un po' voluta e ho compreso bene mi è piaciuto, perché alla fine è quello che quest'uomo prova, per npn parlare del sollievo per lui che è la morte in quanto la vede -come probabilmente avranno visto tanti- come la liberazione, peccato però che in quel momento l'avrebbe avuta davvero anche da vivo.
Complimenti ancora per aver trattato questo argomento delicato nella stessa delicatezza in cui dev' essere affrontato, ciaooo a presto.

Recensore Master
15/07/19, ore 12:13

Freya, mi sono ripromessa di recensire questa storia tempo fa, quando l'ho letta. Finalmente ora riesco a dedicarle qualche minuto, anche se meriterebbe di più.
La vita che hai tributato in queste poche vite è quella di Dario, quest'uomo che ha vissuto l'inferno, ma è anche quella di tanti, troppi, cui è stata strappata la vita stessa dalla barbarie.
Narrare un periodo così buio è complesso, farlo dal punto di vista di un prigioniero lo è ancora di più, immedimarsi in chi è esistito realmente quasi impossibile. Eppure ci sei riuscita, costringendo te stessa a empatizzare in qualche modo con questa tragedia e a riviverla attraverso le parole.
Questa volta sarà una recensione breve, ma grazie davvero per questo tributo (scritto come sempre in maniera brillante).
E aggiungo – ora che l'ho riletta un'ulteriore volta – che sei riuscita a caratterizzare alla perfezione un protagonista di cui non vediamo nulla se non il dolore, e che la narrazione della liberazione filtrata attraverso i sensi annebbiati di Dario è portata avanti così bene da riuscire in contemporanea a non disilludere il lettore inglobato nel punto di vista del protagonista e a rendere comunque palese ciò che accade.
In genere il tuo stile è affilato e gronda di immagini molto espressive, mentre in questo caso l'ho trovato delicato, una carezza nella barbarie, e adatto a entrare in uno spaccato di Storia in punta di piedi, quasi con timidezza, chiedendo il permesso.
Ancora una volta, complimenti.

Alla prossima,
Rosmary
(Recensione modificata il 18/07/2019 - 05:29 pm)

Recensore Junior
05/06/19, ore 14:44

Salve,
sono un'appassionata di questo periodo storico e ho trovato la tua flashfic molto coinvolgente: hai saputo descrivere perfettamente lo strazio provato da quest'uomo, esistito per davvero. Il finale, che purtroppo non è stato quello del vero Dario, lascia una bella scia di speranza... Complimenti per il tuo modo di scrivere chiaro e scorrevole e impregnato di vere emozioni!
Buon pomeriggio,
Nadine

Recensore Master
27/04/19, ore 11:27

Ciao Freya!
E' stata davvero una sorpresa per me trovare una tua storia in questa sezione, ma mi ha fatto davvero piacere!
Già il titolo mi è piaciuto, ma senza le provvidenziali note non ne avrei capito il significato: ti ringrazio per averle inserite. Non conoscevo la storia di quest'uomo, Dario, dimenticata come molte altre; la tematica della flash mi ha ricordato molto un film che vidi qualche anno fa sull'orchestra femminile di Auschwitz, e in generale il modo in cui hai affrontato la vicenda mi ha colpito molto: è difficilissimo descrivere ciò che può provare una persona prima di morire, i suoi ultimi pensieri, ma i tuoi sono parsi realistici, come l'incredulità di essere davvero sopravvissuto all'inferno (citando i demoni) nazista, anche se per così poco tempo.
Sei stata bravissima, mi hai davvero emozionato.
Complimenti e alla prossima,
mystery_koopa

Recensore Master
26/04/19, ore 06:49

Buongiorno.
Ammetto che le note sono state molto utili, perché hanno chiarito alcune cose che, sul momento, non avevo afferrato.
Alcuni dettagli non li conoscevo, quindi grazie per avermi insegnato e trasmesso qualcosa.
Buona giornata!