Recensioni per
Convivenza con Sherlock Holmes
di AmeliaRighetti

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
04/09/19, ore 15:09
Cap. 3:

L'ha fatto dal macellaio, il suo test della lancia. Non penso che la signora Hudson e il dottore sarebbero stati molto felici di sapere che infilzava (o per lo meno tentava di farlo) maiali in camera da letto, soprattutto considerando che già Holmes ha rovinato pareti domestiche non sue con le pallottole, se poi rovina anche il soffitto con i ganci da macellaio e i muri con il sangue... Io fossi nella padrona di casa lo butterei fuori a calci.
Per quanto riguarda il racconto in sé l'avevo letto già in precedenza quindi l'ho scorso velocemente. Alcuni punti, essendo in questo caso ambientato nel 1990, sono modernizzati (penso alla finta parete e al vetro oscurato, in particolar modo).
Mi ha invece incuriosito l'ultima parte della narrazione, quella in cui il ragazzino rompe il vetro dell'appartamento dei due con il sasso (e Holmes, dopo i casini che combina lui in quella casa, si lamenta di un vetro rotto... mah. Scommetto che è solo invidia perché non lo ha rotto lui).
Spero di leggere il seguito di questo incipit e magari anche di quello del silicone lasciato in sospeso nel primo capitolo, un giorno o l'altro.
Roiben

Recensore Junior
03/09/19, ore 17:00
Cap. 2:

1990. Bene, abbiamo chiarezza. Non sarebbe più appropriato metterci un bel AU fra le note? Questi due si sono incontrati circa nel 1881, ovvero 109 anni prima.
Per quanto riguarda il capitolo devo ammettere che il fatto che fosse uno dei racconti che ho meno apprezzato nel lavoro di Doyle non ha aiutato alla lettura, e Holmes non ha sprizzato di tutta la sua sagacia né là né qui.
Inoltre devo segnalare che mentre l'espressione "mio padre" non necessita di articolo, nel caso di padrino vorrebbe la versione "IL mio padrino".
Ancora, l'autista è stato parecchio distratto: uno sale sulla sua auto e lui non si accorge che, o è sceso aprendo e chiundendo lo sportello e facendo baccano per forza di cose o ha lasciato lo sportello aperto (avrà fatto rumore questa benedetta portiera, soprattutto mentre la richiudeva? ci si perdono i passeggeri per strada così? e non guarda mai nello specchietto retrovisore? che gente che c'è in giro a Londra).
Con Sherlock Holmes sto ancora cercando di fare pace, e devo ammettere che la tua versione è ancora più difficile da digerire, e che il dottor Watson è di un ammirevole pazienza e autocontrollo (un ottimo inglese, tutto sommato).
Poi non avrei mai immaginato che John fosse così magro (o basso, a seconda dei punti di vista), se consideriamo che pesa solo sessantacinque miseri chili.
In sostanza, nonostante i dubbi precedenti, ho gradito maggiormente il primo capitolo.
Roiben

Recensore Junior
29/08/19, ore 16:54
Cap. 1:

Bene, devo dire che come inizio non c’è male. È scorrevole, concisa ma anche precisa. Sempre raccontata dal punto di vista del dottore e con Holmes assolutamente insopportabile come da canone, nulla da dire, quindi.
 
Da qui iniziano i miei dubbi.
 
Il primo dubbio è la mescalina (Watson che si droga, questo sì che è sconvolgente… già mi sono dovuta sorbire i suoi sproloqui mentre tirava di nicotina, figurarsi mescalina), che non è comparsa ufficialmente prima del 1897 né resa disponibile prima del 1919. Siamo sbilanciati verso un altro spazio/tempo? Me lo farebbe pensare anche la storia delle automobili. Negli anni 80 del XIX secolo non si può certo affermare che ne circolassero molte, anzi tutt’altro, e in ogni caso non con la stessa utilità di quelle apparse dopo l’inizio del XX secolo. Un altro dubbio sulle tempistiche mi viene dalla Browning 6,35, che non viene prodotta prima del 1900. Ah, già: Il silicone fu sintetizzato nel 1907 da Frederick Kipping, dice wikipedia. E il sacchetto suppongo fosse di plastica, che è molto di là da venire. Che datazione ha la storia? Così mi metto l’anima in pace ed evito di badare a certi dettagli?
 
Poi, devo dire che mi fa strano sentire come un inglese riservato, gelido e legnoso come Holmes chiami il dottor Watson per nome dopo meno di un minuto da che ne ha fatto conoscenza, lui che dopo quarant’anni di convivenza più o meno continuativa continua a dargli del voi e a chiamarlo dottor Watson, o nella migliore delle ipotesi mio caro amico Watson. Inoltre ho trovato che il buon dottore  sembri un po' troppo sveglio, non è da lui, di solito è un po’ duro di comprendonio e si fa film mentali piuttosto fuori luogo.
 
E magari è un’impressione mia, ma non m’è parso che questo assassino fosse molto preparato. Come è riuscito a far sopravvivere la sua vittima dopo avergli sparato due volte in testa da vicino? C’è voluto impegno. Faceva prima a tirargli in testa una sedia.
 
Continuo la lettura perché sono curiosa di vedere come evolve la convivenza. Forse si ammazzano a vicenda e Scotland Yard non sa come venirne a capo perché Holmes non è più sulla piazza.
 
Grazie,
Roiben