Apprezzo davvero un po’ tutto di questa oneshot, persino quel titolo di cui non eri sicura -e che invece ha colto la mia attenzione proprio per la curiosità che suscita.
Mi è piaciuta tantissimo l’atmosfera pigra e bollente del pomeriggio d’estate, il groviglio dei pensieri di Josuke che suo malgrado smuovono la sua amata quotidianità; il rapporto confuso e confusionario con Okuyasu, lo svilupparsi impacciato dei loro sentimenti, e l’oggettività con la quale li hai dipinti. Voglio dire, chi mai descriverebbe il respiro pesante di chi vorrebbe baciare? Eppure Josuke lo pensa, ed è un particolare piccolo ma che aggiunge tanto realismo alla scena, e che li dipinge per quello che sono: due ragazzi comuni, abituati ad accettare anche i loro difetti.
Persino il mare torbido contribuisce a dare una sfumatura terrena alla storia. Non c’è nulla di particolarmente meraviglioso, eppure è proprio questo il suo bello. È così verosimile, nella sua semplicità, che ti affascina. Complimenti per la scelta, perché di solito quando si scrive una romance si tende a creare una scena un po’ aulica persino nel quotidiano, e non sempre è calzante. Bisogna avere un certo tipo di bravura per descrivere la normalità, semplice e imperfetta com’è, e che sappia comunque suscitare qualcosa nel lettore.
Passando a Josuke e ad Okuyasu di per sé, te la sei cavata benissimo nel far affrontare loro delle situazioni totalmente al di fuori della loro comfort zone. Parlo sia della difficoltà di Josuke di far fronte ai suoi sentimenti e nel sentirsi a disagio di fianco al suo migliore amico, sia dell’incapacità di Okuyasu nel parlare emotivamente degli abusi subiti. Riduce le cicatrici a qualcosa di poco conto, parla delle botte quasi con ironia, anche se in realtà devono averlo segnato nel profondo, e lo fa con genuino disinteresse -dovrebbe pensare troppo al passato, e a lui non piace pensare troppo. E questa cosa è davvero tipica di lui.
Te la sei cavata alla grande anche nello spingerli in quel bacio: ovvero facendo nascere tutto da una specie di malinteso -che poi non era proprio un malinteso, ma Okuyasu poi ha frainteso, e Josuke non si sa spiegare, e sì, insomma, il loro classico casino che finisce bene. Il tutto con una canzone di Prince. Esiste forse un modo più adatto per quei due?
Infine, hai tutta la mia approvazione per l’headcanon di “bro” e “dude” gettati nel discorso; sono così calzanti che non avresti potuto fare scelta lessicale migliore. Complimenti! (Recensione modificata il 25/08/2019 - 03:58 am) |