Recensioni per
Le strade, le storie
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/03/21, ore 23:58

Bravissima. Una sola inutile parola per dirti quello che il mio cuore ha sentito nelle tue parole. La storia di una famiglia, di una generazione. La storia che potrebbe essere la mia, raccontata dalla bocca di mio padre e mia madre. Una storia che sa di tenerezza, di polvere e miseria, ma anche di vita che vale la pena aver vissuto, conosciuto. Grazie, infinite grazie, davvero.

Recensore Master
06/09/20, ore 08:44

Recensione premio per il contest: "Dediche per tutti" (dedica che mi ha maggiormente colpito).

Eccomi qua. Sì, lo so, sono in mostruoso ritardo. Ma tu non hai idea di quante volte io abbia riletto questa storia per poterne cogliere meglio ogni singola sfumatura e gustarmi il significato delle parole.
Ho scelto questa perché ho un profondo ricordo di Milano in estate. Il caldo che ti si appiccica addosso come per assicurarsi che tu non ti senta spaesato e le strade che si sciolgono (letteralmente, visto che se parcheggi la bici col cavalletto sul marciapiede, rimane un impronta incancellabile: un buchino e due strisce delle gomme) come fiumi in piena. Ma torniamo a noi.
Questa storia é di una bellezza quasi surreale. C'é questa ragazza, ormai diventata donna, che racconta di un uomo (mi sembra di aver capito che sia suo nonno) che l'ha introdotta al mondo dell'editoria. Ma non con una raccomandazione o cose simili. Le racconta storie, sin da quando era piccola. La ragazza le ascoltava, le colleziona, e le porta con sé anche in questo emozionante racconto. Le racconta a noi, così che la memoria di questo nonno non vada perduta nel tempo.
Mi ha fatto riflettere molto questa storia. Scrivere in effetti é anche un lasciare qualcosa agli altri e far conoscere qualcosa di sé.
Mi hai emozionato e allo stesso tempo incantato con il tuo stile inconfondibile. Mai letta una scelta così particolare di aggettivi e verbi. "I pomeriggi che arredavi per me" é una frase unica e di una bellezza fuori dal comune.
Nelle note hai scritto che con questa flash hai donato molto. Posso confermare che si legge tutto il tuo amore per questa vicenda e io non posso che ringraziarti per avermi consigliato di leggerla!
Alla prox!
Ssjd

Recensore Master
16/01/20, ore 16:25

Recensione premio per il contest "Pesca la coppia": 1/1

Ma ciao :)
Non sapevo davvero cosa scegliere tra le varie storie che mi avevi proposto, e alla fine mi sono buttata su questa, perché ho una predilezione per le originali e perché il genere introspettivo mi piace sempre moltissimo. Inoltre, mi avevi anticipato che lo stile era somigliante a quello di "Orizzonti", pertanto ho scelto questa storia.
Devo dire di non essermene affatto pentita. Innanzitutto, voglio partire con il complimentarmi per il tuo stile, sempre impeccabile, pulito e preciso; anche qui, sei riuscita a creare un'atmosfera evanescente, da sogno, impalpabile, che ben s'addice con il carattere, appunto, introspettivo del tuo componimento. Hai impresso alla storia un ritmo disteso, dolce, che fa passare con estrema forza e chiarezza l'affetto per il contenuto di questo componimento: in ogni riga si sente la passione, il coinvolgimento per qualcosa che, in un certo senso, credo sia personale, prima ancora che la rielaborazione fantasiosa di un fatto.
Ho trovato questa tua storia "universale", nel senso che ciò che dice la protagonista, ciò che ricorda e che vive può essere assimilabile a ognuno di noi - o, comunque, alla maggior parte di noi - e ogni persona può facilmente rivederci e trovarci qualcosa di sé. Ciò che viene qui descritto è così umano, così "ordinario" (non nel senso negativo del termine, ovviamente"), che è davvero semplice immedesimarvisi, riconoscersi in una o più frasi.
Quello che la protagonista sta rivivendo è un cammino, un cammino nei suoi ricordi, nelle sue memorie e nei suoi sentimenti: si parte con il grande cambiamento portato all'Università, che è sempre vissuto con aspettativa e con giubilo. Ci si sente grandi, adulti finalmente, e ci si aspetta che, da là in avanti, le porte della vita si spalancheranno su lidi impensati. La tua protagonista senza nome ne parla, però, in maniera quasi disincantata, come se tutte quelle grandi aspettative si siano poi ridimensionate nel tempo - e quand'è, a conti fatti, che effettivamente non lo fanno? -
Si passa poi a un altro argomento universale, quello dell'amore, qui presentato sottoforma di una cottarella estiva, che la protagonista assurge a grande amore, senza invece essere ancora conscia della sua inconsistenza; ancora, anche qui ella ricorda quasi affetto quell'ingenuità tipica di un'età in cui si pensa di sapere tutto, senza invece conoscere davvero nulla.
Si arriva poi alla parte più appassionata e piena di sentimento di tutto il racconto, ovvero quando la protagonista ricorda suo nonno, tutto ciò che le ha insegnato, i valori e le passioni che le ha trasmesso, e come l'abbia aiutata a crescere. È stato lui, attraverso i suoi racconti, le sue storie e i suoi giochi, ad accendere la passione per la lettura, la scrittura, le storie nella nostra protagonista, a segnare quello che poi sarà il cammino di vita che ella intraprenderà. Hai trasmesso con grande forza il delicato amore, il profondo affetto che questa donna prova nei confronti di suo nonno e come per lei i suoi insegnamenti siano stati preziosi e fondamentali e come ancora se li porti dietro oggi, nel lavoro che ha scelto, nella passione che ci mette, nei piccoli gesti che compie che sono un po' come erano quelli di lui.
C'è grande amore in questo tuo racconto, che è una storia di ricordi, di crescita, di consapevolezza e di affetto verso le persone care, che non ci sono più fisicamente, ma che rimangono nelle passioni, negli interessi, nella quotidianità. Rimangono nelle memorie e nei ricordi, in ciò che hanno insegnato e che si è radicato nell'animo, come un modo di essere, di fare.
Ho davvero apprezzato moltissimo questo scritto, intenso, pieno di umanità, di riflessioni e, soprattutto, di passione. Il nonno di questa protagonista dovrebbe essere davvero molto fiero di lei e di ciò che è diventata, e di come lei si porti dietro un amore che lui ha cercato di trasmetterle con la semplicità del gioco, e che lei ha assimilato e fatto suo.
È stata davvero una piacevolissima lettura, che ti ringrazio di avermi consigliato :)

Recensore Master
30/12/19, ore 18:08

Ciao, blackjessamine!

Ho finalmente trovato un attimo tra parenti e studio per iniziare a spulciare tra le tue storie e recuperare queste tue piccole meraviglie. Sono partita da Alhena (passerò appena possibile a lasciare una recensione anche lì, sperando di non annoiarti troppo), quando la sinossi di questa storia mi ha incuriosita a dare uno sguardo. L’ho letta d’un fiato e non potevo esimermi dal lasciare un breve commento, anche se temo di poterne intaccare la bellezza.

Ancora una volta ho trovato il tuo stile delicatissimo e poetico, perfetto per tratteggiare questa “storia delle storie”. Se posso permettermi, ho trovato davvero che riuscisse a parlare – seppur nella sua ermetica personalità – di tutti, a tutti. C’era la nascita di qualsiasi forma di racconto, che si nutre di tutte le parole, i ricordi, le sensazioni che inconsciamente o meno accompagnano e plasmano ciascuno, anche quando non si è ancora in grado di comprenderli, e determinano il nostro essere umani.
La tua protagonista poi, mentre narrava della propria infanzia, del rapporto con il nonno e delle sue memorie, del cambiamento segnato dall’inizio dell’università, mi faceva ripercorrere a mia volta i miei ricordi di quei momenti. Non solo hai messo tantissimo in queste righe, come accenni, ma hai anche trasmesso e smosso moltissimo, a mio parere.
Non sono una persona dalla lacrima facile, ma forse perché l’ho appunto sentita così vicina questa storia me ne è riuscita a strappare qualcuna, essendo così malinconica, elegante e toccante.
Le descrizioni di Milano, pur così essenziali, sono riuscite in poche parole a trasmetterne tutta la calura estiva, cogliendo i dettagli più evocativi che hanno riscaldato questa fredda giornata d’inverno (e mi sono parse anche molto familiari, sarà che a Milano vi sono stata praticamente sempre d’estate).
 
Rinnovo ancora i miei complimenti per il tuo stile e la finezza con cui componi ogni immagine. Sono davvero contentissima di aver letto questo breve racconto, e grazie per aver condiviso qualcosa di così bello.
 
Un abbraccio e tanti auguri per l’Anno Nuovo!
Maqry

Recensore Junior
09/09/19, ore 18:52

Recensione premio per il contest: "Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei..."

Premetto che non ho la sgarbataggine e la saccenza di pretendere che tutto ciò sia autobiografico. 
Quindi, anche se l'impostazione data e le note portano a pensare che sia frutto di un vero vissuto, io, che odio quando si da per scontato che una storia scritta da me parli di me, prenderò questa storia esattamente per quella che è, ovvero una storia.
E di storie sempre si parla, di salvaguardarle, di proteggerle, di non farle dimenticare, di migliorarle o di modificarle.
Tutti viviamo di storie, come la protagonista, solo come molti non se ne rendono conto. Tutti i ricordi sono storie, le leggende che sentiamo da piccoli, quella volta che tuo cugino è caduto giù dalla seggiovia in montagna, il tuo primo bacio raccontato all'amica.
Siamo tutti dei cantastorie e nemmeno lo sappiamo.
Ci sono storie e storie, poi. Storie che cambiano il vissuto delle persone, storie che rimembrano gli errori del passato, storie che ti fanno sorridere e storie che invece non di trasmettono proprio niente.
La tua storia trasmette tanto, invece, e voglio raccogliere il tutto con la parola "delicatezza", perchè è di questo che si tratta.
Ogni parola, ogni virgola, ogni pensiero e ogni considerazione sono intrisi di una delicatezza tale che probabilmente avresti potuto persino descrivere un omicidio, in questo stile, e a nessuno sarebbe venuta la pelle d'oca dal terrore.
Hai spiegato poco lasciando intendere molto. 
Per quello che ho codificato io, i ricordi sono di una donna ormai, sono di un nonno su cui sedeva sulle ginocchia, un uomo che ha passato l'infanzia in piena guerra. 
Che riempe quelle domeniche a pranzo con i racconti di cui si occupa, mischiandoli a ricordi lontani.
Per l'interpretazione che ho dato io, mi stava quasi per scendere una lacrima. Perchè se è davvero un nonno quello di cui parla, quello che una volta si accostava al letto con la sua sedia, ho anche inteso che ormai non c'è più e si puà vivere solo attraverso queste storie, tramandate e condivise con il mondo.
Il che mi ha particolarmente toccata perchè ogni tanto penso al giorno in cui dovrò salutare i miei, di nonni, quelli da cui andavo tutti i giorni dopo scuola a pranzo perchè i miei non erano a casa. Quelli dei pranzi della domenica con tutti gli zii e i cugini, quei nonni che mi hanno cresciuta e che mi raccontano, ogni tanto, di come gli americani davano loro i cioccolato da piccoli.
Esattamente come si legge sui libri di scuola, cose che comunque ti sembrano lontane e che non ti appartengono, ti ritrovi a scoprire che sul serio gli americani davano il cioccolato ai bambini. 
E anche lui, come il nonno di questa storia, ha racconti sul pane duro, sui dispetti, sui vari lavori che ha fatto, sul lavoro a cui ha dedicato tutta la vita.
Insomma, hai perfettamente ragione quando dici che ci hai dato tanto con questo racconto, perchè hai ridato a me le storie che mi racconta mio nonno ogni domenica, facendomi riafforare immagini felici.
Inoltre sono contenta che della mia Milano si parli come luogo che custodisce storie e non solo per quella benedetta nebbia.

Insomma, grazie per questa piccola perla. Sono davvero contenta di averla scelta fra tante. 

Recensore Master
05/08/19, ore 17:52

Devi sapere che era da un po' che avevo adocchiato questa storia, Greta, e sono felice di aver finalmente avuto il tempo per leggerla.
Se con la storia precedente, che ben ricordo, mi avevi emozionato, sappi che con questa sei riuscita davvero ad andare oltre.
Visto che ormai ci leggiamo da un po', è per me evidente che c'è molto di te in questo scritto e capisco la sensazione di esserti messa a nudo in questo pezzo breve, sì, ma pregno di significato e che è stato in grado di trasportarmi in un'infanzia vissuta all'inizio del secolo scorso con poche righe ben tratteggiate. Il parallelo tra l'infanzia raccontata alla protagonista ed il lavoro che lei stessa ha deciso d'intraprendere - dopo essersi messa in tasca una laurea che forse non ti farà mangiare, ma che ti renderà una persona libera di scegliere di vivere come meglio crede - è sublime e delicato.
I dettagli sull'estate in città poi, li ho trovati davvero evocativi e, forse sarà perché anche in questo momento Milano è bollente, ma mi sembra quasi di vederla questa ragazza con le mani nere di polvere e la testa piena di ricordi e di sogni.
Mi hai fatto emozionare e spero di leggere presto altre tue storie originali.
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
21/07/19, ore 18:24

E se a te tremano un po' i polsi, a me tremano un po' le dita nello scriverti questa recensione.
Ci hai messo in mano moltissimo, dici, e non stento a crederlo.
Ho adocchiato questa storia giorni fa, non ne ho letto la sinossi, solo il titolo. Le strade, le storie – una promessa, un avvertimento o un nulla in cui scaraventare noi lettori? Me lo sono chiesta, ora so che non non è né una promessa né un avvertimento né una scatola in cui scaraventarci, è un sussurro di ciò che la tua protagonista intravede nelle vie di Milano, nelle immagini vivide che ne rievocano altre lontane, mai ingrigite nonostante appartengano al passato.
Probabilmente sono distante dalla realtà nel pensarlo, ma leggendo le tue righe ho avuto la sensazione che vi sia un sostrato autobiografico in questo racconto – e non ti chiedo di dirmi se sia o meno così, mi sentirei di invadere uno spazio troppo privato per osare affacciare lo sguardo. 
Lo stile mi è parso estremamente naturale, una prima persona che si racconta, che in fondo si interroga anche, che mi ha ricordato un po' lo stile della Morante, ma quello più lontano dagli artifici lessicali, quello più lineare e diretto (più L'isola di Arturo che Menzogna e sortilegio, insomma), che pur nella schiettezza non rinuncia comunque a un'elenganza di fondo, a un tratto malinconico che accompagna il lettore.
Mi sono rivista un po' nella tua protagonista, soprattutto quando accenna alla facoltà universitaria giudicata poco utile e quando rintraccia se stessa in dei racconti nati prima ancora che lei capisse cos'è in fondo un racconto.
Il momento storico, quello dove siamo nei ricordi del nonno, è stato estremamente realistico, e mi è parso di avere dinanzi delle istantanee del periodo di guerra e di ciò che ne è seguito. E il piombo! Il piombo che fa male, ma lei non riesce a capire come qualcosa considerata preziosa possa essere nociva.
Arrivando alla conclusione, ho trovato sia tenero che malinconico che lei, in qualche modo, ritrovi quel passato emotivo nella Milano del suo oggi.
Mi è piaciuto molto, moltissimo, questo breve racconto. Grazie di averlo condiviso.

Un abbraccio,
Rosmary

Recensore Veterano
18/06/19, ore 14:41

Ciao! Il tuo nickname mi era familiare, perciò mi sono fermata a leggere e devo dire che non me ne sono affatto pentita. Non è forse una storia vera e propria, ma un insieme di ricordi e sensazioni davvero delizioso. Hai scritto in una maniera delicatissima di tante cose pure abbastanza vaghe, ma non direi che è un difetto, no. Hai raccontato le emozioni sfiorando la storia e mantenendola per te. Sei sicuramente una persona molto discreta, e hai dimostrato molta abilità. Ho letto anche la storia su Cecilia e riconfermo le mie opinioni. Solo, mi piacerebbe saperti dire di più di un semplice "mi è piaciuta molto", perché davvero, a scrivere recensioni di alto livello non ci riesco davvero. Posso dirti semplicemente: è stata una lettura emozionante. Baci, e niente

Recensore Master
09/06/19, ore 07:06

Buongiorno.
Devo dire che forse la narrazione è rimasta un filino vaga, alcuni aspetti non sono approfonditi, forse perché unita a un altro racconto.
Comunque il racconto è dolcissimo, in più punti ho avvertito diverse emozioni dentro di me, quindi se il suo scopo era emozionare e trasmettere qualcosa, in questo ci è riuscito molto bene ^^
Nel complesso ho gradito molto questo delicato testo.
Buona domenica :)