Eccomi di nuovo! <3
Mi vergogno un po' a guardare la data in cui hai pubblicato questa shot e a compararla alla data in cui io la sto recensendo. Non provo neanche ad accampare scuse di sorta, ma ti dico sinceramente che mi dispiace tanto!
Passo subito alla storia senza ulteriori ciance inutili. Avendo recuperato i tuoi lavori a ritroso, mi ritrovo qui a sorprendermi per l'incipit descrittivo che, invece, ti è proprio. Qui hai dato al lettore un quadro inizialmente pacifico della situazione, hai presentato un Aziraphale rilassato e che cerca relax dopo una giornata pesante e lo hai delineato con calma, con una breve sinossi delle disavventure da libraio che l'angelo ha dovuto subire capace di farmi sorridere da subito e di darmi un'immagine mirata del Principato all'opera. Purtroppo non posso che essere d'accordo con lui: idealizzare il lavoro che svolge come copertura è una tentazione allettante che scoppia come una bolla di sapone nel momento in cui si entra in quel campo. Capisco perfettamente il desiderio di sedesi in poltrona e ascoltare della musica per ritrovare un po' di quella pace interiore che il contatto con la gente inevitabilmente ti succhia via.
L'arrivo di Crowley, che all'inizio sembra l'ennesima scocciatura, si rivela la giusta ciliegina sulla torta quale è! Aziraphale non può davvero chiedere di meglio che passare del tempo libero di qualità con il suo migliore amico, soprattutto quando questi gli porta del cibo. Una combinazione perfetta per farlo andare in visibilio e per farmi soffermare sull'IC dei personaggi considerati: Aziraphale è quello che fa caso al tempo speso con la persona che ama (intesa sia come migliore amico che come compagno di vita), mentre Crowley è quello che esprime questo sentimento più con la devozione dei gesti servizievoli e con i regali.
Del paragrafo successivo abbiamo parlato privatamente e non ripeterò qui tutte le mie considerazioni: le conosci già. Dico solo che mi dispiace molto che Crowley abbia perso la pazienza (anche giustamente) prima che Aziraphale potesse cambiare idea, come mi hai detto che avrebbe fatto, e accettare la tentazione involontaria del demone. "Tu non sei Biancaneve e io non sono la Regina Cattiva" è stata una battuta che mi ha riportato alla mente OUAT e che mi ha fatto ridere. Povero Crowley, ha tutte le ragioni del mondo per sentirsi offeso dal comportamento dell'angelo.
Da qui la serie di trappole che il demone mette in atto per far cedere Aziraphale mi hanno strappato ben più di un sorriso! Per quanto riguarda la prima, il modo in cui l'angelo si piega per parlarle e guardare negli occhi la bambina mi ha ricordato troppo Gabriel che si piega per parlare con Beelzebub! Non ci ho pensato quando l'ho letta, devo essere sincera, ma adesso mi sta proprio venendo in mente questo parallelismo che rende il tutto ancora più grottesco di quanto non sia già! Crowley, comunque, è un idiota - ma non per questo meno calzato nel personaggio. Purtroppo - ma per fortuna per la tua capacità di renderlo, s'intende -, non fatico ad immaginarlo così ostinato e infantile. Torniamo a un problema costitutivo di questa coppia: la comunicazione. Avrebbero potuto parlare. Semplicemente questo: discutere, magari litigare, ma poi chiarirsi. E invece no: Crowley deve fare le sceneggiate. Lo sguardo cattivo con cui la bambina si allontana dalla libreria mi ha stesa, però!
Il richiamo a Come d'incanto del paragrafo seguente mi ha fatto molto ridere! L'ho rivisto proprio qualche giorno fa, trasmesso da qualche rete che non ricordo, ed è stato difficile non sostituire Timothy Spall con David Tennant, anche se le descrizione che fornisci qui del falso venditore non rispecchia moltissimo la fisionomia e il costume di Nathaniel. Io purtroppo non capisco il fascino delle mele caramellate: possono distruggerti la mandibola prima che tu te ne renda effettivamente conto e in questo non trovo niente di allettante. Però il nostro angelo non viene minimamente toccato da queste preoccupazioni secondarie. Ad essere più forte è il dubbio che ci sia Crowley sotto quel travestimento imbarazzante.
Credo che il paragrafo aggiunto in fase di limatura sia quello successivo, con il rientro di Aziraphale in libreria e le considerazioni sull'orgoglio. In ogni caso, sono state righe chiarificatrici che sono stata contenta di aver letto. Era già molto chiaro per le due prove precedenti, ma ribadirlo nero su bianco è stata una scelta azzeccata: adesso non si tratta più della diatriba sul peccato originale e sulle responsabilità di Crowley, ma di un puro e semplice punto di orgoglio perché Aziraphale deve vincere una sfida.
Ogni volta che leggo una tua storia la prima volta, mi stupisco di continuo perché sei brava a lanciare indizi e a spargerli qui e là, ma sei anche brava a rendere credibile l'assurdo. In questo caso mi riferisco alla presunta terza prova, che è quella del banco della frutta. Razionalmente adesso mi dico che avrei dovuto capire subito di essere di fronte a un vero venditore di frutta perché questa è una ripresa anche abbastanza evidente della prova della mela caramellata. Dal punto di vista della realtà, Crowley avrebbe potuto effettivamente ritentare la stessa strategia di prima, sperando di ottenere un risultato differente (è verosimile, si fa, lo facciamo tutti), ma dal punto di vista strettamente narrativo da parte tua sarebbe stato un errore mostrare in maniera dettagliata un meccanismo già visto nella stessa shot, qualche riga sopra. Se fosse stato davvero Crowley, avresti potuto – e, a mio parere, dovuto – risolvere il tutto con un velocissimo riassunto per dare al lettore l'idea di un secondo tentativo sulla stessa linea. Questo, però, lo dico a mente fredda: quando ho letto la storia la prima volta non mi sono accorta di niente, ho solo pensato a quanto fosse scemo il demone. Soltanto il successivo atteggiamento naturale del vero Crowley mi ha fatto sospettare.
Però quando il demone lo invita a cena “per farsi perdonare” non me la sono bevuta (lo preciso perché ho una dignità anch'io). Solo Aziraphale poteva crederci, davvero. Troppo affettato, troppo sospetto, troppo demoniaco.
Carino Crowley che usa i grembiuli con le scritte con i riferimenti all'Inferno! :') Queste tue trovate mi fanno sempre ridere: sono indumenti normali che troviamo potenzialmente tutti i giorni nei negozi, ma che se associati a un demone vero e proprio risultano ancora più divertenti. Ma soprattutto che carino Crowley che si blocca di fronte all'orchidea! Hai scelto questa piantina per un significato particolare o perché ti piace? A me piace tanto, anche se richiede tanta pazienza nella cura, ma dei significati dei fiori so ben poco.
Rileggere del sugo di carne mi ha fatto ritornare alla memoria il tuo dubbio sui possibili gusti dell'angelo. Ci facciamo veramente troppi problemi, ma purtroppo ti capisco.
“Aziraphale non avrebbe mai immaginato di avere per migliore amico uno chef provetto.”. Questa frase urla utilitarismo da ogni lettera! Sembra proprio che Aziraphale stia considerando la possibilità di sfruttare le doti culinarie di Crowley da qui all'eternità. Cosa che mi pare assolutamente buona e giusta.
Qui dico una cosa controversa: Crowley è un demone infame in questo frangente, ma Aziraphale è proprio tonto! Ingenuo! E' intelligente, lo sappiamo per certo – lo dicono nel libro, nella serie si capisce bene! -, ma si perde in un bicchiere d'acqua (potrei dire in uno spicchio di mela, ma non lo farò perché ho del pudore). Crowley mi ha fatto ridere nella sua indagine sui presunti effetti collaterali della torta di mele. “Non ti senti un po'... corrotto nell'animo?” è una frase bellissima nella sua ironia.
Purtroppo la mia bussola morale stavolta punta verso l'angelo. Crowley mi ha fatto fare delle belle risate, glielo concedo, ma Aziraphale adesso ha ragione ad essere indispettito, soprattutto di fronte alle stupide scuse del demone: l'inganno c'è stato eccome! Aziraphale ha mangiato volontariamente una torta, ma era del tutto ignorante sugli ingredienti. Detta in termini un po' eccessivi, ma melodrammatici al punto giusto perché mi piacciano, non ha dato il suo consenso informato! (Chiedo scusa). Il punto non sono le conseguenze catastrofiche che non si sono verificate, ma proprio la manipolazione. Crowley ha deciso di giocare sporco e non va bene. Aziraphale non sta facendo una scenata per niente, come dice il demone. L'offesa c'è stata, ma la ripicca di Crowley è oltremodo infantile e irrispettosa nei confronti dell'angelo. L'ha presa come un gioco, una sfida innocente, ma non ha messo in conto i sentimenti feriti dell'altro. Non si è dimostrato empatico e ha dato per scontato che anche Aziraphale si sarebbe fatto quattro risate di fronte alla burla.
Questo fa sì che rimangano male entrambi per la situazione che è venuta a crearsi, motivo per cui ripongo anch'io la mia ascia di guerra nei confronti di Crowley (la prima volta mi sono infervorata molto di più di adesso).
Il momento delle scuse mi è piaciuto moltissimo. È stato dolce e sentimentale al punto giusto, con il demone che prega l'angelo di rimanere e che gli rivela – perché sì, ahimè per Aziraphale ce n'è ancora bisogno – il piacere provato nel cucinare per lui. Mi ha intenerito il richiamo al perdono che l'angelo dà al demone anche nella serie: trovo che sia uno dei momenti più alti del loro rapporto all'interno della narrazione canonica e vederlo riutilizzato qui in questo contesto mi ha fatto molto piacere.
I pensieri finali di Crowley hanno chiuso degnamente la serata pregna di emozioni contrastanti e intense. In fondo sappiamo che è un romanticone e non poteva fare altro che portare la sua nuova piantina in camera da letto. Tenero! T.T
Che dire? Complimenti vivissimi anche per questa storia, tesoro! Dico un'ultima cosa prima di dileguarmi: mi è piaciuto molto l'uso che hai fatto del titolo della canzone, che hai fatto tornare in diverse varianti italiane per ogni prova che l'angelo ha dovuto superare. La frase era sempre adatta alla situazione che stavi proponendo, ma è stata anche un sapiente richiamo al brano sotto il quale hai deciso di scrivere questa shot.
In conclusione, bravissima! <3
Alla prossima! <3
Tam |