Come al solito i miei tempi di recensione sono biblici, ma alla fine arrivo!
Non so da dove partire per dirti che questa storia è un gioiello: i dettagli medici sono ben documentati e ben descritti, i personaggi ben caratterizzati (la preoccupazione di Pullings di mancare al dovere, la delicatezza dei marinai in totale contrasto con la loro abitudine all'azione, l'interesse per i pazienti di Stephen) e la tensione sempre presente che viene inframmezzata da piccoli momenti leggeri (la scarsa familiarità di Stephen con i termini marinareschi, ormai ne so quasi più io di lui!). Mi piace anche molto la conclusione piena di speranza, ma priva dell'effettiva guarigione: lascia pensare! Bravissima!

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Ciao carissima^^
come sempre complimenti per come sai ricreare le atmosfere di O'Brian. Il dilemma è dei più spinosi: sbarcare Pullings affinché possa riprendersi fisicamente, col rischio che essere allontananto dalla nave possa causargli un tracollo emotivo, o tenerlo a bordo nelle precarie condizioni in cui si trova, rischiando di dare il colpo di grazia al suo organismo già provato alla malattia?
Molto commovente tutta la scena in cui i marinai gli testimoniano la loro stima e il loro affetto, sei sempre bravissima nel rendere i marinai della Royal Navy^^
Alla prossima!

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Ciao!
Non sono ancora arrivata con i libri al punto in cui il povero Tom si prende questa tremenda batosta, ma mi sono già affezionata a lui, così come ha fatto Jack. Un ragazzo giovane e forte consumato dalla malattia fa una grande impressione e tu hai descritto perfettamente lo stato in cui il tifo lo ha portato. Ho apprezzato molto il momento in cui hai inserito le sensazioni e i pensieri di Tom, credo che se ti concentrassi di più su questo aspetto i tuoi racconti (già stupendi) sarebbero arricchiti. La tenerezza di Jack è commuovente in un uomo così possente: il sistemare il lenzuolo, la carezza sulla mano.
Adesso è tardissimo, ma domani proseguirò la lettura!

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Ho letto questa storia lasciandomi trasportare dall'atmosfera che hai splendidamente ricreato. Hai curato ogni dettaglio e descritto in modo sublime ogni particolare eppure, nonostante la precisione, risulta sempre estremamente scorrevole e interessante. L'argomento trattato è molto impegnativo e richiede un'ottima conoscenza di sintomi e cure che tu hai dimostrato di possedere. Hai affrontato questo tema con una padronanza medica e, allo stesso tempo, con una sensibilità eccezionali. Sei veramente bravissima. Complimenti.

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Ciao,
Veramente bello questo primo capitolo, che fa vedere distintamente la debolezza di Pullings e l'angoscia di Aubrey a vederlo così debilitato.
Non appena posso leggo anche il seguito. Promette di essere una bellissima ff h/c.

Gracie e alla prossima,
L.

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Ciao carissima^^
ora ho capito perché questa storia mi ricordava qualcosa (sono proprio scemo...).
Ma, detto ciò, è sempre bello come riesci ad appropriarti dei personaggi di O'Brian e a farli parlare, muovere e comportare esattamente come farebbe lui.
Il povero Pullings, come sempre vittima delle tue angherie (^^) - che in questo caso sono però anche un po' angherie di O'Brian - è sempre molto tenero. Riesci a rendere benissimo il suo attaccamento e il suo rispetto per il comandante Aubrey, e naturalmente l'affetto che Aubrey prova per luk, essendoselo "cresciuto" fin da quando era un allievo.
Ma si sa, il medico pietoso fa l'arto cancrenoso, e Maturin deve esercitare la sua autorità per sbarcare Tom, a prescindere dall'affetto e dal rispetto che lo legano al comandante, e in nome dei quali non vorrebbe mai abbandonare la nave.
Come sempre bravissima, alla prossima!^^

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Attenzione, una brutta persona che fa paurissima viene a lasciarti un commento... Io non risponderei, se fossi in te...^^
(va be', solo tu ed io sappiamo il perché di questa gag).
In ogni caso, vedo che qui abbiamo di nuovo Pullings angariato. Ma senti, e una bella H/C con Killick come protagonista?
Ok, faccio la persona seria. Come sempre sei bravissima a calarci nella situazione di sofferenza e di paura della malattia. Pur se semicosciente, Tom mostra benissimo l'affetto per Aubrey, la sicurezza che il comdante è in grado di comunicargli e la volontà di mostrarsi dignitoso nonostante lo stato di estrema prostrazione.
Come sempre un lavoro magnifico, attento all'esattezza dei sintomi come all'aspetto umano.
Complimenti, attendo il prossimo capitolo!

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