Recensioni per
we deserve a soft epilogue, my love
di mughetto nella neve

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/11/20, ore 11:37

Ebbene sì, è finalmente arrivato quel momento dell'anno, della decade e forse persino di questo secolo.
Recensirò questa storia! *ominous music playing*
Forse preferivi che facessi così con un'altra storia, ma a caval donato non si guarda in bocca, di conseguenza meglio questo che niente.

La prima volta che lessi questa storia fui molto sorpresa del contenuto.

Insomma, dopo tutti questi anni so come scrivi e quante pare ti fai nel trattare temi delicati quindi leggere una trattazione seria di un tema che molto spesso viene svincolato o ridotto al mero "era un ideologia kttv" è una ventata d'aria fresca che il fandom necessitava già da diverso tempo dopo anni di ristagno nella stessa melma di convivenza ponografica.
In fascismo e il nazismo, purtroppo, sono state (e sono ancora) due ideologie molto tossiche e quasi cancerogene per la società. Un po' come la sigaretta, ti fa credere di rilassarti ma all'interno ti devasta i polmoni. Tanto che non è raro chiedersi perché la gente ci sia cascata così facilmente al tempo e perché ci sta ricascando ancora adesso.
Il ricascarci di Veneziano è credibile, soprattutto per come era andato il 2019. Prima del cambio di governo. Prima del pupo libero.
Per quanto ora la situazione sia radicalmente diversa, nella scorsa estate simile desiderio serpeggiava in maniera tanto nutrita, tanto da aumentare di potenza una simile convinzione. Il fatto che una nazione voglia tornarci, avendo già perso il collegamento diretto con simile periodo, è reso molto bene nella tua storia.
Veneziano, e l'Italia stessa, è forse la nazione che ha fatto più fatica ad abbandonare simile problematica. Germania al giorno d'oggi condanna tutto fermamente, mentre Giappone nega persino di esserci stato (riso, famiglia cinese, Giappone che li seppellisce vivi, noooo non me sto regolando!) mentre Italia, beh, non ha mai pesato da nessun estremo e mentre da un lato l'ha condannato dall'altro non ha mai fatto niente di rivoluzionario per sbarazzarsi completamente di simile ideologia nella società, tanto che ancora persiste. Insomma Mussolini ha fatto anche delle cose buone, così buone che ancora oggi non si riesce a rimodernare l'Inps o a svincolarci dalla settimana lavorativa di 40 ore (che per gli standard europei, tra l'altro, è pure tanto e veniamo anche pagati meno).
Mi piace il fatto che l'ideologia, in questa storia, sia una casa più che una qualità propria di un singolo individuo. Rende perfettamente il fatto che possa esistere, possa essere costruita velocemente o in maniera anche solida, ma che sia una scelta viverci o meno, salvo venire trascinati dentro di essa con forza da altri.
Germania, dal canto suo, non penso l'abbia mai dimenticata quella casa ma allo stesso tempo a differenza di Veneziano se ne tiene ben lontano, e ci torna solo per voler riportare l'altro fuori da essa. Un proposito nobile che rischia quasi di riportarlo dentro a sua volta.
Italia infatti sembra volerla far tornare a vivere, la casa. Forse in maniera superficiale, ma le da una sorta di vita ugualmente e continua a perpetuare un certo tipo di atteggiamento che lo spinge a volerci rimanere. Se è una sua volontà oppure se sia la casa è lasciato volutamente fumoso.
L'importante è che ci sia Doitsu che lo tira fuori, che lo fa ragionare.
Per quanto possa essere "clichettino" in realtà trovo che sia un qualcosa di fondamentale importanza.
Uscire da una casa è un atto spontaneo, all'apparenza semplice, ma quando quello è l'unico luogo che ti fa stare sereno e felice è un atto impossibile, anche se il soffitto rischia di caderti in testa. Il fatto che sia Germania a portarlo fuori ha un ottimo simbolismo, ovvero che si ha bisogno di aiuto esterno per poter uscire da un'ideologia sbagliata perché molto probabilmente non lo farai mai da solo.

Insomma, rileggere questa storia dopo una crisi di governo e una pandemia fa completamente un altro effetto.
Un anno fa probabilmente nessuno pensava che la situazione si sarebbe evoluta così, bene o male ci siamo lasciati il governo fascistello alle spalle e nessuno ci pensa più, preso com'è da ben altri problemi che ora attanagliano il paese (e tutto il resto del mondo, obv).
Non so che altro aggiungere se non ulteriori complimenti.
Hai trattato un tema delicato con ottimo tatto e una buona professionalità, non sfociando nelle tue convinzioni personali ma dipingendo un quadro della situazione al tempo attuale dell'Italia.
Di conseguenza ti faccio i miei più vivi complimenti per aver incastonato questa gemma di testimonianza storica, se così si può dire.

Recensore Junior
21/09/19, ore 18:26

90 minuti di applausi!
Trovo questa storia geniale, oltre che scritta benissimo. La metafora che hai usato per rappresentare il fascismo è davvero azzeccata, così come la retorica sovranista che esce dalla bocca di Feliciano è tremendamente realistica. Il Novecento in generale è stato un secolo davvero tossico, che ha fatto davvero uscir fuori il peggio dell'umanità ed è nostro dovere ricordare il passato e rimediare agli errori. Mi trovo molto d'accordo col tuo pensiero. Ottimo lavoro!
(Recensione modificata il 02/12/2019 - 07:51 pm)

Nuovo recensore
19/07/19, ore 09:57

Storia molto interessante, che nasconde varie chiavi di lettura. Spesso nei riferimenti soprattutto della casa mi ha ricordato moltissimo la serie tv "Hill house" (che se non hai visto ti consiglio). Comunque la storia mi è piaciuta molto perché molto diversa dalle altre fic che si trovano in giro sulla seconda guerra mondiale e soprattutto riesce a mettere nel lettore un senso di curiosità e di angoscia da non sottovalutare. Spero in altre storie come questa perché hai talento.

Nuovo recensore
29/06/19, ore 07:52

Uau... davvero un bel pugno nello stomaco questa one-shot. Ma l'intento immagino fosse davvero scuotere l'animo del lettore, quindi è decisamente una cosa positiva il fatto che mi abbia lasciata così frastornata.
All'inizio, lo confesso, ero un pochino restia nel recensirla e nel farti conoscere la mia opinione. Mi sembrava di non averne alcun diritto, dato che io sono quella che sta scrivendo ben due storie ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui una non proprio correttissima dato che copre solo il punto di vista dei tedeschi. Ma spero ti faccia comunque piacere ricevere i miei apprezzamenti - mi è davvero piaciuta molto! - anche se potrei sembrare la persona meno adatta a esprimerli. In tal caso, chiedo venia in anticipo.
Non starò qui a esprimere la mia opinione su quello che sta succedendo e a fare un discorso strettamente politico - come appunto ho già detto, sono la persona meno adatta - ma secondo me la tua storia ha davvero centrato in pieno il lato "emotivo" di tutta questa bufera che sta passando sul nostro Paese, mettendo in risalto i due sentimenti che più sono la causa di questi disastri: la paura e la rabbia. E magari aggiungerei anche l'odio, ma credo sia soltanto una conseguenza derivata dalle prime due.
Ho adorato la metafora della casa associata all'ideologia del fascismo, e mi piace anche la maniera in cui l'hai resa: abbandonata ma nemmeno troppo, quasi fosse pronta a diventare di nuovo abitabile da un giorno all'altro. Non so se ci sia davvero un modo di abbatterla del tutto, ma mi è molto piaciuto il modo in cui Italia si sentisse protetto al suo interno, perché secondo me è proprio questo il succo del discorso.
Cito proprio una tua frase che secondo me è emblematica: "Fuori non provo che paura; qui, invece, mi sento protetto." Geniale! Forse è proprio il (falso?) senso di protezione che spinge certe persone a rifugiarsi in certe ideologie? Un sistema totalitario è meno faticoso di una democrazia perché comporta meno responsabilità da parte del popolo che deve solo limitarsi a "eseguire"? E' sicuramente una frase su cui riflettere, come tutta la tua one-shot è sicuramente un buon punto di partenza su una riflessione più profonda. Infatti, quasi mi dispiace che si limiti a essere una one-shot. Ora Italia è uscito, Germania lo ha accompagnato fuori, Romano era lì ad aspettarlo, ma mi sarebbe piaciuto quasi leggere di più su questa vicenda. Quindi cosa farà Italia, ora che è uscito? Come affronterà le sue paure e come gestirà questa rabbia? Qual è la soluzione per resistere all'impulso di entrare di nuovo nella casa? Distruggere la casa sarebbe una soluzione realistica oppure potrebbe risultare disonesta, un po' come l'atteggiamento di Giappone che tu stessa hai citato? Già il fatto che non esista un modo per chiuderla a chiave secondo me è emblematico.
Perdonami, forse sto divagando, ma è solo perché la tua storia mi ha davvero coinvolta, e le mie non sono critiche, anzi, sono invece una sorta di desiderio di saperne di più. Magari facci un pensierino, io sarei la prima a sostenerti. (^-^)
In ogni caso, ho apprezzato molto il paragone con la casa perché secondo me ha centrato in pieno un'altra conseguenza di questo isolamento. Cito sempre una tua frase: "Questa casa ti divora. Si presenta come un porto sicuro ma, nella realtà, lentamente ti spolpa e altrettanto piano ti digerisce. Ti risucchia dentro di sé, fingendo di voler esaudire i tuoi desideri ... ma non lo fa mai, Italia. Non esaudisce alcun desiderio". Anche questo secondo me è un importantissimo punto di riflessione che varrebbe la pena approfondire. Isolarsi non va mai bene perché, volenti o nolenti, le nazioni devono imparare a convivere in collettività tanto quanto gli esseri umani, e ideologie di questo tipo conducono sicuramente a una sorta di "isolamento stagnante" che scollega dalla realtà. Purtroppo, se a questo mondo ognuno pensasse solo a se stesso, non ne verremmo mai a capo.

Detto questo... ribadisco come secondo me la tua one-shot sarebbe davvero un ottimo punto di partenza per dar vita a un discorso, o a una storia, ben più grande, ma per ora vorrei semplicemente limitarmi a esprimerti i miei complimenti. Mi è piaciuta la caratterizzazione di Italia, un po' piagnucolone ma anche capace di sentimenti più vivi come appunto la rabbia e la paura che rischiano di fargli perdere la testa e di tirare fuori il suo lato meno ingenuo e, forse, più frustrato. Mi è piaciuto Germania che non teme di rientrare nella casa, di riaffrontare i suoi fantasmi, per stare affianco a Italia e per tirarlo fuori, dimostrandosi più maturo di lui. Mi è piaciuto Romano che, nonostante la rabbia nei confronti del fratello, ha avuto paura di perderlo e si è dimostrato tutto sommato comprensivo nei suoi confronti. Mi è piaciuta molto la metafora della casa-fascismo e mi è anche molto piaciuto il dialogo fra Italia e Germania.
Quindi che dire... grazie davvero per la piacevole - e sopratutto riflessiva - lettura. :)
Passa un buon weekend e a presto!


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