Ohilà!
Visto che sono ancora in brodo di giuggiole per la tua recensione, ho pensato bene di ricambiarti il favore. E devo dire che sono rimasta tanto, tanto contenta di averlo fatto.
Mikasa non è il personaggio che più amo, in AoT, ma in certi momenti mi provoca una tenerezza che mi stringe il cuore; e le ragioni sono tutte spiegate nella tua storia. Perché Mikasa è una guerriera, è una Ackerman, è una lama che uccide i Giganti, ma è anche una bambina sperduta, che si aggrappa all'unica cosa-persona- che la fa sentire a casa nel mondo: Eren. Eren che non può salvare, Eren che è sempre un passo troppo oltre per essere riportato indietro, per essere protetto. Mikasa ci prova, prova a creare un mondo dove lui è al sicuro, anche se solo nella sua testa, ma è un sogno troppo sottile per reggere all'impatto con la realtà. In tutta la storia, si respira il suo spaesamento, così come la sua straziante determinazione a rinchiudersi in un mondo che è finto, ma che le concede l'unica cosa di cui ha bisogno. Jean ci prova, ma non è Eren, e quindi non è casa, e quindi Mikasa non vuole il suo mondo, per quanto dolce e pulito possa essere. Devo dire che la fine mi ha spiazzata, ma nel senso buono del termine: l'ho trovata giusta per questa storia. Mikasa scappa, e raggiunge il solo porto sicuro che conosce.
Ho apprezzato molto anche il tuo stile: sai rendere sia la delicatezza del mondo onirico che la brutalità della scissione di Mikasa. Il pezzo che preferisco è senza dubbio questo:
" Piangeva un fantasma che aveva bloccato tra i due mondi, qualcuno che aveva amato ma che non ricordava."
Veramente una bella storia.
Alla prossima!
Catcher
(Recensione modificata il 02/07/2019 - 06:35 pm) |
