Non credo di aver mai letto un “what if?” più “what if?” di questo, e se posso essere schietta, mette un po’ a disagio, dà l’idea che non ci sia una soluzione che sia una che possa portare a una conclusione precisa.
Detto questo, ci sono alcune possibilità che destano più interesse di altre. Per esempio sarebbe curioso scoprire cosa ci sia dopo l’opzione della resa, o ancora dopo la versione del salto dai container con conseguente sparatoria (anche se dubito andrà molto lontano, tutto sforacchiato com’è).
Mi chiedo: come faceva Markus a sapere che dietro al parapetto della nave penzolava Connor, in entrambi i casi? Nel primo posso supporre che gli spari l’abbiano messo in allerta e fosse nei paraggi (a questo proposito la Cyberlife avrebbe fatto prima a convincere Markus a lavorare per loro, perché a suo confronto Connor è un mezzo disastro). Ma nel secondo? Prevede gli eventi come Lucy?
L’opzione di ingannare le guardie fa stringere il cuore. Povero Connor, gli sviluppatori si devono essere scordati di implementare le sue capacità deduttive, perché altrimenti non gli sarebbe mai passato per la mente di suicidarsi a quel modo, considerando che tutti conoscono la sua faccia e il suo lavoro, perfino Sumo.
Sono piuttosto curiosa di scoprire se riuscirà a concludere qualche cosa, o se tutti i suoi tentativi più o meno maldestri lo condurranno inevitabilmente alla discarica. Tutto sommato è intrigante vedere quante volte riesce a fallire prima di azzeccare il giusto compromesso. Almeno in un paio di occasioni sono quasi sicura (quasi, bada bene, ché con questo prototipo un po’ imbranato non si può mai essere certi di nulla) che riuscirà ad arrivare molto vicino al suo obbiettivo, dato che ha raggiunto incolume e non visto la nave.
Devo segnalare una certa quantità di refusi, che non mi hanno comunque fatta desistere dal proseguire la lettura. Inoltre suggerirei di scegliere un tempo verbale dall’inizio e mantenerlo per il resto della storia, perché ho avuto modo di incontrare un notevole crogiolo di tempi verbali, anche in una sola frase, ed è stato abbastanza spiacevole: passato prossimo, passato remoto e presente tutto mescolato è ben difficile da leggere senza sentirsi spaesati e confusi.
Attendo comunque con piacere di scoprire il seguito delle mirabolanti avventure di un povero cacciatore di devianti con crisi di identità incipienti.
Roiben |