Ma ciao Makochan! ^^

Mi mancava leggerti e così ho deciso di fare un salto e ho trovato questa drabble curiosa e interessante, ma visivamente molto potente. Sarà che amo il rock, ma mi sono subito figurata un gruppo di pelle vestuto che inneggia a questi dei pagani che non sono solo i miti e le leggende che conosciamo e che amiamo, ma possono diventare qualcosa di più – dei vicini. Heimdall è un personaggio spesso ignorato (mea culpa), ma nella placida quiete con cui risponde sicuro a Thor, lui che tutto vede e che sente forse l’eco di quei canti, c’è la certezza di un sottile legame che passa per l’Edda e arriva fino a noi, potente come il ponte Bifrost, intenso come un riff. E questo Bifrost non c’è più – come non c’è Asgard e Odino e la famiglia di cui rimane un solo membro particolarmente riottoso e fuggevole ed è per questo che certi legami vanno stretti nuovamente e rinnovati, riannodati o fatti splendere ancora.

Anche la caratterizzazione di Thor mi è piaciuta proprio tanto, perché diciamocelo: sente sulle sue spalle il peso di un ruolo che non gli è mai appartenuto davvero, che grava prepotente su di lui e che non vuole davvero. In poche righe hai anche sintetizzato (e personalmente amo chi riesce in un simile intento) a condensare quella che è la tragedia vera e propria degli Asgardiani: un popolo che comandava, che si imponeva sugli altri, ridotti su una barca a chiedere asilo a chi prima proteggeva. Oserei dire dalle stelle alle stalle – e, ovviamente, che te lo dico a fare? Mi dispiace che Ragnarok, Infinity ed Endgame non abbiano toccato minimamente questo aspetto.

A presto mia cara Makochan, spero tu abbia passato delle serene vacanze estive (ormai un mero ricordo e nulla più, ma tant’è), un caro saluto,
Shilyss (che ogni tanto riemerge) :*