Che nostalgia. I tempi delle superiori e dell'aggregazione, per inserirti in un gruppo il 90% chiedeva una tassa in fumo. Praticamente se non fumavi eri un'emarginato, il santarellino di turno. Personalmente ho iniziato in mezzo a un gruppo di ragazzi che facevano il quinto, sul tetto di un centro commerciale sul quale -in teoria- non potevamo accedere, mentre giocavamo all'autoscontro con i carrelli. Beata gioventù e beata testa di cazzo che avevo. Comunque, tornando a noi, un testo colmo di adolescenziale malinconia, quando ricavarsi un posto nel mondo non sembrava così scontato e la piaga del fumo giovanile si diffondeva facilmente a macchia d'olio. Il testo è scritto molto bene, così com'è descritta la protagonista con pochi accenni al suo passato. Bravissima come tuo solito, resto in attesa degli aggiornamenti così mi ci tuffo a capofitto fitto fitto.

Ci leggiamo presto.

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Buongiorno.
Testo un po' triste, non sopporto il fumo.
Però è scritto benissimo e mi pare proprio che tu abbia rispettato a dovere la consegna, essendo il fumo stesso l'argomento principale del racconto.

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