Hello Francesco, una poesia che ci accomuna tutti. Ah, il ciclico quotidiano! Ci sono giorni e giorni oppure ci sono giorni che. Col punto proprio. E quel "che" si incentra su migliaia di variabili. E non è un male, sai?
Di certo per ogni giorno esiste una notte, opposta e complementare. La quadratura di un cerchio in cui rifugiarsi oppure tediarsi e logorarsi. I giorni diventano quindi come un fragile labirinto dove perdersi oppure destreggiarsi. Tu, mentre fissavi ad Est di certo non sei stato con le mani in mano, semmai con la penna e il foglio bianco tra le mani.
Ad ogni modo, nel componimento secondo un mio umile parere si percepisce quella ricerca di una completezza e quel cercare di non arrendersi all'illusione.
Concludo affermando che quanto ho letto è uno di quei lavori scritti irrinunciabili. Un plauso poi riguardo il fattore estetico/esistenziale/espressivo dell'opera. |