Diciassettesimo classificato
AtobeTezuka/ImperialPair
Tra le fiamme
Tot: 37/50
Stile: 7/15
La storia è scritta in una prima persona al passato, una scelta rischiosa che, in questo caso, è utilizzata per conferire quel sentore di maggiore intimità tra il lettore e il personaggio narrante e che, a storia conclusa, ammetto di aver apprezzato.
Una cosa che ho notato fin da subito è che c’è una certa confusione riguardo l’utilizzo dei tempi verbali, nella primissima parte della storia, dove non è ben chiaro se il narratore stia narrando al presente o al passato, perché nello stesso periodo tendi a usare indistintamente entrambi i tempi verbali, in maniera scorretta. Ti metto qui una frase che è il perfetto esempio di quanto dico: «Non mi è mai saltato in mente che forse potessi essermi sbagliato, nonostante io stesso abbia notato che la nostra relazione ormai durasse da due anni, però, l’idea che tu mi amassi solo per il corpo era così radicata in me che, tutte le tue dimostrazioni d’affetto, mi sono sempre sembrate solo un pretesto per avermi intimamente». I verbi che ho messo in grassetto sono dei tempi relativi a una narrazione presente con eventuale un riferimento a un passato vicino: per cui va bene utilizzare alternativamente il presente e il congiuntivo passato. Il problema sorge quando, nel medesimo periodo, altri verbi (quelli sottolineati) sono coniugati in tempi verbali diversi, nello specifico un condizionale imperfetto, che è un tempo relativo ad avvenimenti passati. La soluzione migliore, a mio parere, sarebbe stata mantenere una narrazione al passato per tutto il periodo, che così risulta essere cacofonico, oltre che grammaticalmente scorretto.
Oltre quanto ti ho segnalato, nel secondo paragrafo è presente un piccolo refuso «c’è sempre stata del fuoco» in cui ovviamente intendevi “stato”, ma ovviamente per questo non ci sono discorsi da fare, si tratta semplicemente di una svista.
Una cosa che invece per me è un vero e proprio errore a livello stilistico è la ripetizione, quando ovviamente non è volontaria o non serve a enfatizzare un concetto particolare: «E le fiamme mi divoravano, mangiando ogni brandello di lucidità, soprattutto quando con le tue labbra incominciavi a baciare tutto il mio corpo e ogni barlume di lucidità rimastomi finiva inghiottito da quella tua bocca». Qui sinceramente non mi è sembrato che tu volessi sottolineare qualcosa in particolare, mi sembra più un errore dovuto all’incuria, del tipo che rileggendolo magari l’avresti modificato. Posso solo suggerirti di fare attenzione prima di postare una storia, perché errori simili fanno un po’ storcere il naso al lettore.
Un’altra cosa che ho notato è che spesso hai problemi con la punteggiatura, che manca dove serve: ti consiglio di rileggere ad alta voce e vedrai che le pause si sistemeranno da sole dove devono. Ad esempio, quando mi scrivi «ero molto testardo lo ammetto» quel “lo ammetto” dovrebbe essere un inciso, e quindi separato dal resto della frase tramite le virgole.
Un’altra frase che mi ha perplessa è questa: «Mai avrei creduto quello sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito il tuo sospiro e che il successivo sorriso mi sarebbe potuto mancare per il resto della vita» dove vi è un refuso, in quanto immagino che al posto di “quello” avresti voluto scrivere “che quella”, ma è proprio il senso che mi sfugge, cosa intendevi con “successivo sorriso”? Magari potresti chiarirmelo, ma per ora rimane un punto un po’ oscuro.
Sempre nel terzo paragrafo è presente un errore grammaticale grave: «Il modo impulsivo con cui mi avevi baciato, aveva finito con il cogliermi completamente alla sprovvista», la virgola dopo “avevi baciato” va assolutamente tolta, in quanto separa soggetto e verbo, che è un errore che non ritengo si possa mai giustificare come una scelta stilistica, è semplicemente sbagliato in ogni interpretazione possibile.
Ti ricordo inoltre che il sì va scritto sempre con la i accentata e che, se stai usando il vocativo, devi usare la virgola per separare il nome della persona dal resto del testo: “Sì, mamma” o “no, Loren?”.
Infine, ti ricordo ancora una volta di prestare attenzione ai tempi verbali: «Nessuno avrebbe rischiato di morire se non fosse davvero innamorato». Qui avrebbe dovuto essere un non fosse stato, perché parliamo di un’azione che si riflette nel passato; mi raccomando presta più attenzione a queste cose, perché turbano parecchio la lettura.
Oltre agli errori di tipo grammaticale che ti ho segnalato, vi sono anche delle frasi che, stilisticamente, mi hanno convinta molto poco. «Quelle trame erano solo un pretesto (…) al solo scopo di» qui la frase viene notevolmente appesantita da quel “al solo scopo di”, avrei privilegiato una costruzione più semplice, come ad esempio il classico “era un pretesto per”.
In conclusione (e mi scuso se sono stata particolarmente puntigliosa e prolissa), la storia è abbastanza complicata da leggere, ma non tanto per lo stile, ma perché più volte il lettore viene distratto dalla presenza di refusi o errori grammaticali. Lasciando da parte per un momento i refusi, che comunque hanno avuto un discreto peso nella valutazione, l’impressione che ho avuto dello stile in cui è scritta la storia non è positiva: la prima persona, sebbene sia una scelta sensata per il tipo di narrazione, in molti punti appare come forzata e innaturale, molte frasi sembrano quasi fuori posto, in una parola, ammetto che questa storia non mi abbia colpito in maniera indelebile.
Originalità: 9/10
La storia presenta una trama molto lineare – un innamoramento non corrisposto – che non mi ha fatto, almeno inizialmente, gridare al miracolo. Invece, contrariamente alla prima aspettativa che m’ero costruita, la trama ha comunque una sua originalità, che penso risieda nell’utilizzo dell’elemento del fuoco: esso compare nel titolo, in numerose parti descrittive e, infine, come causa della morte di Loren. In questo senso, ho apprezzato il continuo rimando all’elemento, sebbene penso sia abbastanza improbabile che un incendio divampi da una candela. Ovviamente non entro nel merito e non ho tolto punti per questo, ma sinceramente mi sembra un espediente quantomeno bizzarro, in quanto stando a questa dinamica io stessa potrei essere morta almeno tre o quattro volte.
Nel complesso, comunque trovo che la trama abbia una sua originalità, sebbene il punto di partenza non fosse il migliore: poteva essere semplice rendere tutto uno sconfinato cliché, ma ammetto che la storia è sviluppata in maniera gradevole. La cosa che però mi ha fatta desistere dall’assegnarti un punteggio più alto è il fatto che la narrazione rimanga abbastanza piatta, cioè senza particolari colpi di scena o risvolti che ti facciano pensare “wow ma l’autore come ha potuto pensare una cosa del genere?”. Anche la morte di Loren viene suggerita fin dalle prime righe quindi, leggendo, si ha la sensazione che conduca tutto inevitabilmente lì, verso quella morte che si sa che debba avvenire e, purtroppo in un involontario spoiler del titolo, è anche abbastanza chiaro il come avverrà questa morte.
Per il resto ho comunque trovato la storia gradevolmente originale e per questo ti faccio i miei complimenti.
Gradimento personale: 6/10
La tua storia si colloca in quella terribile terra di mezzo in cui posso dirti con certezza che non mi è piaciuta, ma non mi è nemmeno dispiaciuta in maniera così drammatica. Sicuramente un ruolo molto importante lo ha giocato lo stile, come ho diffusamente scritto nella lunghissima valutazione precedente, ma di per sé non ho trovato la storia sgradevole.
È una storia molto semplice, con alcuni punti positivi, come il rimando al fuoco di cui ho parlato prima, ma nel complesso l’impressione che mi ha suscitata è stata per lo più neutra. Non mi ha coinvolta particolarmente, probabilmente in ciò è stato complice lo stile, perché sono state veramente troppe le volte in cui mi sono fermata e ho dovuto rileggere alcune parti perché non le capivo subito o non mi suonavano bene.
Nel complesso, la storia è comunque carina, l’idea in sé non mi è dispiaciuta più di tanto e trovo che sia sviluppata discretamente, quindi ho comunque scelto di non essere particolarmente severa e darti la sufficienza.
Ne approfitto, dato che qui ho scritto veramente poco, per segnalarti una cosa: io avrei mantenuto la storia su un rating giallo e avrei tolto il genere erotico, perché penso che di erotico abbia veramente molto poco, cioè è un genere che è secondario rispetto agli altri da te indicati nelle note dell’autore. Ovviamente ciò non ha assolutamente influito sulle valutazioni, ma volevo comunque segnalartelo perché è una riflessione che ho maturato nel corso della lettura.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Questo è stato il parametro che ho apprezzato maggiormente, se devo essere sincera: essendo la storia scritta in una prima persona singolare, ampio spazio è dedicato all’introspezione del personaggio, che risulta essere voce narrante e soggetto della vicenda. Ho apprezzato il profondo cambiamento interiore che attraversa Simon, fin dalle prime righe della storia, nel suo progressivo rendersi conto di aver sottovalutato i sentimenti di Loren, fraintendendolo. Il fatto che lui si renda conto di essere stato ingenuo, per non dire cieco, è straziante, come ogni realizzazione avvenuta in quel fatidico “troppo tardi”.
Di Simon ho apprezzato molto l’evoluzione, all’interno della narrazione, e l’alternanza che hai usato tra tiepida consapevolezza del famoso “troppo tardi” e il suo ripercorrere sentimenti ed emozioni passati, quindi facendo riferimento a fatti di cui era appunto convinto in un momento passato.
Non ho valutato la caratterizzazione di Loren, in quanto non è un personaggio “attivo” (che gioco di parole terrificante) nella narrazione, ma rivive solamente nel racconto di Simon e, devo dire, è una scelta che ho avuto modo di apprezzare.
Utilizzo del genere Angst: 5/5
Il genere è presente e correttamente utilizzato all’interno della storia. |