VALUTAZIONE DAL CONTEST "LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI"
meglio nei prossimi parametri), il punto focale di questa storia non è tanto l’introspezione dei bimbi, ma proprio l’azione stessa: è una storia fatta di avvenimenti, e uno stile così pulito, “trasparente”, è secondo me il modo migliore per concentrare tutta l’attenzione del lettore sull’intreccio di trama, senza perdersi in arzigogoli retorici che, forse, in una storia del genere sarebbero stati solo degli orpelli superficiali.
È una riflessione che mi sono già ritrovata a fare anche a proposito di altre storie (e del resto, visto il tema del contest, la cosa non dovrebbe stupirmi troppo), ma ho trovato che la tua storia e la tua narrazione richiamassero molto gran parte della letteratura per l’infanzia: per lavoro, leggo tanti libri per bambini e ragazzi (e li apprezzo immensamente), quindi questo per me non è affatto un aspetto negativo, ma, anzi, trovo che sia un valore aggiunto, quando ogni cosa è fatta per bene. Considerando poi che stiamo parlando di una fanfiction che prende le mosse da alcuni pilastri della letteratura per l’infanzia contemporanea, la cosa non può che essere apprezzata (e, a questo proposito, trovo molto significativa e coerente la citazione con cui si apre la storia).
Ci sono solo alcuni passaggi – si tratta davvero di sottigliezze, ma più una storia è scritta bene, più mi sento in diritto di andare a cercare anche il pelo nell’uovo, soprattutto per cercare di farti un quadro il più possibile approfondito – che in qualche modo mi sembrano leggermente confusi, per quanto riguarda il registro stilistico: spesso, cercando un sinonimo per indicare i protagonisti, utilizzi “esso, ella: non si tratta di errori di per sé (anche se, per gusto personale, preferisco soluzioni diverse), ma nel caso di una storia tanto semplice e diretta, mi sembra che espressioni simili (ella, soprattutto) stonino un pochino. Te lo faccio notare consapevole che si tratti veramente di sottigliezze, meccanismi che spesso abbiamo interiorizzato al punto da non fermarci nemmeno a rifletterci sopra, ecco.
Ho trovato poi alcuni piccoli errori nell’uso della punteggiatura, o delle piccole distrazioni che sono quasi sicura trattarsi soprattutto di errori di distrazione o refusi (cose quasi fisiologiche, quando si scrive un testo più lungo delle mille parole): ovviamente questo non ha inficiato il godimento della lettura, ma già che ci sono te li segnalo, magari possono esserti utili per correggerli in seguito.
“Ted Remus Lupin stavi ancora leggendo…” qui, (e in realtà anche in qualche altro punto simile, che non ti riporto per non sembrare la maestrina con la matita rossa), manca una virgola dopo il complemento di vocazione
“I maghinò, però, non sono dei Babbani, essi, nascendo e crescendo in una famiglia magica, conoscono perfettamente la…” per non appesantire il ritmo con tutte queste virgole, io forse avrei preferito l’uso dei due punti dopo “Babbani”.
“Ginny e Harry spesso, quando erano occupati, li affidavano…” ti è sfuggita una g.
“Conclusi i preparativi per il suo piano, il ragazzino, ritornò dalle due bambine.” Anche qui, dopo ragazzino io non avrei messo la virgola.
“Hai visto che tutto ok? L’abbiamo sistemato” qui molto semplicemente ti è sfuggito il verbo.”
sVILUPPO DEL TEMA DEL BANDO: 10/10
Da questo punto di vista, posso dirmi pienamente soddisfatta: hai rispettato perfettamente ogni richiesta del bando, interpretandola a modo tuo e declinandola secondo le esigenze della tua trama, senza mai farlo apparire un processo forzato. Non solo hai mostrato la prima magia di un bimbo (la prima, o comunque una delle prime significative, colte dalle persone che gli stanno attorno), ma hai anche reso il tema delle prime magie il punto focale di tutta la storia, la molla che fa scattare l’azione e che anima ogni successiva vicenda.
Oltre a tutto ciò, hai inteso perfettamente quella che temevo fosse la richiesta più fraintendibile, ovvero quella sul “tono emotivo” della storia: ebbene, quello che hai scritto era esattamente ciò che speravo di leggere. Una storia leggera, dai toni delicati e con diversi momenti molto divertenti, animata da protagonisti giovani e, per una volta, liberi di essere bambini spensierati, senza doversi preoccupare di tutte le disgrazie vissute dai propri genitori. Nonostante non manchino, tra le righe, delle riflessioni più profonde (mi ha incuriosito molto questo articolo del settimanale delle streghe, questa riflessione sui Maghinò e sul tramandarsi o meno dei poteri magici, con tutte le conseguenze sociali che questo ha), l’atmosfera, anche nei momenti più concitati e “drammatici”, resta molto leggera, perché si tratta comunque di drammi di bimbi sereni.
Immaginare i piccoli Weasley (e Potter, e Lupin) come una grande famiglia unita e serena è sempre una grande gioia, e ho trovato davvero esilarante questo architettare piani bislacchi e chiaramente senza speranza. Insomma, vedere i più piccoli all’opera mi diverte sempre molto, e il fatto che al centro di tutto questo ci fosse il tentativo (più o meno altruista) di spingere Albus a compiere la sua prima magia mi ha divertita moltissimo, soprattutto perché, in chiave tragicomica, ha appunto ripreso qualcosa di canonico, come le “bellissime” esperienze di Neville.
Credo che tu abbia trovato un ottimo modo di fare tua la tematica del contest, creando una storia che, anche senza conoscere l’ispirazione del concorso, ha un perfetto senso d’esistere, e questa è la cosa che preferisco. Brava davvero!
IC E INTROSPEZIONE: 9/10
Scrivere della nuova generazione è sempre, secondo me, un po’ un’arma a doppio taglio: da un lato, infatti, trattandosi sostanzialmente di personaggi originali, questo ci dà ampie libertà di movimento, lasciandoci liberi di fare le nostre scelte di caratterizzazione senza doverci preoccupare di restare coerenti con il personaggio originale. Dall’altro lato, però, abbiamo anche la responsabilità di creare un personaggio concreto senza alcun appiglio al quale aggrapparci, o, peggio ancora, rischiamo di aggrapparci troppo a quello che sappiamo dei genitori, rendendo i più piccoli delle copie un po’ sbiadite dei personaggi della Rowling. Oltretutto, spesso il lettore ha già in testa un headcanon più o meno preciso con la “sua” versione della nuova generazione, e una visione diversa rischia di cozzare un po’.
Tu, secondo me, da questo punto di vista hai fatto un buon lavoro: i personaggi che hai messo in campo sono, oltretutto, molto numerosi, ma tutti hanno una caratterizzazione precisa che traspare non solo dalla narrazione, ma anche dalle loro azioni. Oltretutto, mi è piaciuto anche molto la tua resa dei bambini: le differenze di età si avvertono anche nel modo di parlare e di ragionare, e questo è qualcosa di molto importante, quando si scrive di bambini.
Teddy, ad esempio, mi è piaciuto davvero tanto: si vede quanto lui sia in bilico fra l’infanzia e l’inizio dell’adolescenza, con i suoi modi che lo portano un po’ a staccarsi dall’atteggiamento di Victoire e Molly, a riflettere un po’ di più su azioni e conseguenze, ma senza mai arrivare alla presa di coscienza necessaria per porre davvero fine a quella follia, come forse avrebbe fatto qualche anno più tardi. Oltretutto, mi piace come si senta sulle spalle il ruolo di fratello maggiore, di punto di riferimento per tutti i “cugini” più piccoli, e di come questo lo inorgoglisca. Trovo poi che la sua preoccupazione per Albus e il suo senso di colpa davanti alle lacrime del piccolo lo denotino come un ragazzo molto sensibile, qualcosa che ho sempre sperato per il figlio di Remus Lupin.
Victoire, poi, mi è piaciuta tanto: mi è piaciuto come hai mostrato il suo attaccamento a Teddy, pur senza mai calcare la mano – trovo abbastanza poco credibili quelle storie in cui fin da bambini loro due appaiano come anime gemelle – e mi è sembrata avere proprio un bel caratterino (il fatto che faccia un’arringa ai suoi cugini come un generale Auror mi ha strappato una bella risata!). Anche lei, poi, si dimostra sicuramente più matura di Molly, pur con i limiti e le ingenuità del ragionare di una bambina.
Molly, invece, è quella che mi ha convinta un po’ meno: non perché non sia ben caratterizzata, sia chiaro, perché il suo modo di fare da piccola saputella (che però, come fa saggiamente notare Teddy, non sempre comprende davvero quello che legge e ripete) è divertente e anche ben strutturato, ma questo è uno dei casi in cui davvero il suo atteggiamento mi ricorda un po’ troppo quello di suo padre. E, di nuovo, la cosa non è sbagliata in sé, anzi, è perfettamente credibile che un figlio assomigli molto anche per carattere e atteggiamento ai propri genitori, ma in un caso come questo trovo che la cosa “chiuda” un po’ su sé stesso il fandom, non so se mi spiego.
Gli adulti, poi, pur comparendo di sfuggita, mi sono piaciuti: Molly è proprio la nonna che ci aspettavamo sarebbe diventata, e Harry è un padre attento e comprensivo, dotato di un atteggiamento molto costruttivo nei confronti di quelle pesti del suo figlioccio e delle sue nipoti.
Insomma, nel complesso sono davvero molto soddisfatta anche di questo parametro.
ORIGINALITà E STRUTTURA DELLA TRAMA: 8.5/10
A livello di struttura, mi è piaciuto molto come hai organizzato e gestito la tua storia: l’argomento si disvela pian piano, e c’è sempre una sorta di atmosfera leggera in cui il lettore, in un certo senso, si sente quasi mezzo passo più avanti dei protagonisti che a me piace molto. Non so se rendo l’idea, ma leggendo ho spesso avuto l’impressione di intuire dove la storia stesse per andare a parare nel paragrafo immediatamente successivo. Si fosse trattato di una storia di genere giallo, l’avrei trovato un difetto, ma in questo caso l’ho trovato un elemento piuttosto piacevole. È stata una lettura rassicurante, ecco, e questo, soprattutto in una storia che parla di “figli della guerra”, mi piace molto: è bello immaginare che gli eredi di chi ha combattuto per un mondo migliore possano effettivamente godersi un’esistenza serena, fatta dei piccoli drammi quotidiani dei bambini, ma senza preoccupazioni superiori alla loro età. Ecco, oltre all’atmosfera che hai saputo costruire, anche questa trama che non aveva sconvolgimenti inaspettati ha, secondo me, contribuito a costruire quest’orizzonte di sicurezza, di elementi solidi a cui il lettore può aggrapparsi, ecco.
A livello prettamente strutturale, ho apprezzato la scelta del punto di vista: sia perché, proprio a livello di gusto personale, amo molto il personaggio di Teddy, sia perché la sua è una voce molto interessante. È il più grande del gruppo, quello che dovrebbe prendersi cura dei più piccoli e tenere a bada gli entusiasmi di chi crede di essere già abbastanza grande, ma al tempo stesso è un personaggio fin troppo buono, che non riesce a imporsi e si fa trascinare. Ho apprezzato molto la divisione in un certo senso temporale dei vari momenti dell’esperimento: anche a livello grafico, non essendo la storia proprio cortissima (anche se a me la corposità non è pesata proprio per niente) si ha un rapido aiuto per comprendere cosa sta succedendo.
Sarebbe forse stato interessante provare a raccontare i diversi piani dal punto di vista o dei diversi ideatori, o proprio attraverso gli appunti di Molly: avrebbe potuto essere un modo per movimentare maggiormente la trama, ecco, o per giocare ancora di più con il genere commedia. È pur vero che in questo modo si sarebbe persa parte dell’introspezione di Teddy, che invece emerge proprio dalle sue considerazioni sui tormenti del povero Albus.
Diciamo che io non ho mai creduto, nemmeno per un secondo, che uno dei tre piani avrebbe funzionato, ma questo non ha fatto altro che aggiungere un livello di comicità in più: quando affrontiamo argomenti tanto leggeri, è quasi bello vedere i personaggi struggersi e “fallire”.
Se c’è un momento un po’ più debole, credo sia il finale: in realtà, mi è piaciuto molto il suo messaggio, e la sottile vena ironica che vede Albus perfettamente in grado di compiere magie a dispetto dei vani sforzi dei cugini, però l’ho trovato un filino troppo “anticipato”. Insomma, più o meno nel momento in cui Molly e Victoire hanno dichiarato che fosse il momento di fare qualcosa ho immaginato che tutti i loro tentativi sarebbero stati più o meno disastrosi, e che Albus si sarebbe rivelato in grado di fare magie proprio nel momento più inaspettato, quando loro avessero smesso di provocarlo. E, ripeto, la cosa non è necessariamente un male, perché si tratta di una storia dove ciò che conta, credo, è il viaggio, più che la meta. Tuttavia, per quanto a livello di godimento personale la cosa non sia stata del tutto un problema, devo ammettere che la struttura narrativa non è la cosa più originale che io abbia letto, ecco. Sono convinta che si tratti di una scelta abbastanza consapevole, però mi sarebbe piaciuto arrivare in fondo e trovare un qualche elemento che mi stupisse di più, magari.
Trovo comunque che, pur avendo tu seguito quasi uno stilema classico per raccontare questo tipo di storie, lo stilema sia stato gestito egregiamente, senza forzature e mantenendo un ritmo brioso che l’ha reso perfettamente godibile, quindi, di nuovo, brava!
TITOLO E INTRODUZIONE: 3,75/5
Il titolo a me è piaciuto molto: è abbastanza inusuale, ha attirato subito la mia attenzione e, per quanto abbia chiaramente un grande legame con il contenuto della storia, non è uno di quei titoli che già da soli dicono tutto, ma lascia quel briciolo di mistero che secondo me è fondamentale per godersi appieno una storia. Mi piace molto che il titolo abbia la stessa atmosfera leggera della storia, che parli di cose positive e familiari, che ben si collocano nel panorama di un bimbo. Mi piace sempre tanto, poi, quando il vero significato del titolo emerge solo a fine lettura.
Per quanto riguarda l’introduzione, invece, in linea di massima mi è piaciuta: a livello di gusto personale, non amo particolarmente che un’introduzione cerchi di mettere in luce l’argomento trattato attraverso delle domande, come appunto “cosa succederebbe se…”, ma mi rendo conto che si tratti soltanto di una questione di gusto, perché in realtà è un metodo che funziona abbastanza per attirare l’attenzione. Trovo poi che l’introduzione dica il giusto, in questo caso: ci dice che Teddy sarà il protagonista, trascinato in un’”Operazione Prima Magia” da due implacabili piccole Weasley, ma lasci abbastanza dubbi da aver voglia di approfondire. Il punto critico, però, è che secondo me l’introduzione, oltre ad attirare l’attenzione del lettore, dovrebbe fungere un po’ da biglietto da visita: dovrebbe essere il concentrato delle nostre massime capacità, e trovare degli errori (per quanto si tratti soltanto di refusi) è un po’ scoraggiante. Tu scrivi “Sì, sa dissuaderle è quasi impossibile”, invece che “si sa, dissuaderle”. Ecco, è chiaro che si tratti soltanto di un refuso, e io, da distratta cronica, di solito non trovo i refusi particolarmente fastidiosi, ma in un’introduzione li trovo davvero fuori luogo. Un lettore potrebbe erroneamente pensare che tutto il testo sia così, e non aprire quella che, invece, è una storia che merita tanta attenzione, il che è un vero peccato!
GRADIMENTO PERSONALE (ed eventuali commenti vari): 4/5
La storia, in generale, mi è piaciuta molto. Ho apprezzato tanto l’atmosfera leggera e divertente. Non solo hai sviluppato perfettamente tutti gli elementi presenti nel bando, ma lo hai fatto riuscendo a cogliere perfettamente l’atmosfera che mi sarebbe piaciuto leggere. Quando si tratta di scrivere di bambini, di solito io sono un po’ ipercritica, ma tu li hai secondo me gestiti molto bene, e ho soprattutto apprezzato le diverse caratterizzazioni che distinguono le varie età.
Il tuo Albus, così ingenuo e dolce, mi è proprio rimasto nel cuore, e mi è piaciuto tanto che, nonostante i modi criticabili, le azioni di Molly e Victoire fossero sostanzialmente positive.
Come ti ho già accennato, scrivere della nuova generazione è un po’ un’arma a doppio taglio, che però in questo caso, nonostante su alcuni elementi il mio headcanon sia ovviamente molto diverso, secondo me sei riuscita a gestire molto bene.
Mi è un po’ spiaciuto di non essere rimasta sorpresa, ecco: forse qualche elemento meno prevedibile avrebbe dato un guizzo in più alla storia, ma nel complesso trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro.
TOTALE: 44/55 |