Recensioni per
Poetici paradossi
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/02/20, ore 10:47

Settima classificata al contest "L'enigma dell'Uroboro"


Stile: 8/10

Hai sicuramente padronanza stilistica. Le frasi sono chiare, scandite da pause equilibrate, e la sintassi è sempre corretta. L'aspetto che mi convince meno è che il testo non invoglia a leggere, sin da subito assume i toni di un trattato filosofico un po' freddo, a tratti noioso. Quando ho proseguito la lettura e ho scoperto che il protagonista era un professore di filosofia questa scelta ha assunto un senso, tuttavia rimane innegabile il fatto che un testo di narrativa debba prima di tutto attirare, coinvolgere emotivamente, e questo è l'aspetto mancante. Ho trovato le considerazioni su "sostanzialmente" appropriate, ma penso si dilunghino troppo, accentuando la sensazione di avere a che fare con una comprensione del testo assegnata a scuola per un compito. Avrei preferito qualcosa di più emotivo, delle immagini meno "razionali" per descrivere lo stato d'animo dello scrittore.



Titolo: 3/5
Il titolo non mi dispiace, ma non mi ha nemmeno conquistata. Il suo pregio è che si adatta senz'altro alla storia per quanto riguarda i discorsi "felicità", "possibile" e "essere scrittore", ma non invoglia a leggere, non ha quel fascino immediato che spinge ad aprire il link di una storia, quell'impronta tipica che dice e non dice allo stesso tempo del testo. Come lo stile lo trovo un po' freddo, accademico.



Caratterizzazione personaggi: 12/15
Questo professore vive in una fase di stallo auto-inflitta. Vuole essere riconosciuto come scrittore e scrive perché conduce un'esistenza ordinaria. Se la sua vita fosse spericolata e piena di sorprese non avrebbe più niente da scrivere, perciò arriva addirittura a negare a se stesso la felicità, a privarsi della possibilità di amare Rosa. A detta sua si può e si deve scrivere solo del possibile, inteso come ciò che potrebbe accadere ma che non accade. La condizione che descrivi è dilaniante, avresti potuto metterla in risalto con un'introspezione più sofferta. Lo stile dai toni di trattato filosofico sarebbe stato quasi una scelta obbligata con la prima persona, per riflettere il modo di essere dello scrittore-professore, ma con la terza si poteva spaziare, creare qualcosa di più ricco dal punto di vista emotivo. La ragione per cui non ti ho dato il massimo ha proprio a che fare con la ricchezza introspettiva, da un lato capisco la scelta di rendere il testo coerente con la personalità e il modo di essere del protagonista, dall'altro penso che crei una certa distanza tra lui e il lettore, rendendolo una figura indefinita. Riflessioni come "Del resto chi è felice mica scrive, chi è felice vive" sono ciò che manca al testo. Questa frase è secca e diretta, tagliente, e ci dice molto, tutto, del personaggio. Mi sarebbe piaciuto trovare altre riflessioni di questo tipo, in grado di comunicare il malessere del protagonista. Per esempio avrei voluto sapere qualcosa di più dell'amore di Manfredi per Rosa, percepirlo bucare lo schermo, in modo da poterne soffrire altrettanto. Relegarlo a poche frasi neutre ha fatto sì che non provassi trasporto per Manfredi, né che mi dispiacesse a riguardo o mi venisse voglia di conoscere questa donna.


Sviluppo del tema: 5/5
Stallo. È la prima parola che mi viene in mente se penso a questa storia. Stallo auto-inflitto, aggiungerei, visto che Manfredi fa in modo di non cambiare le cose per avere di che scrivere. Persino Rosa ha sempre gli occhi stanchi e i suoi capelli tinti lasciano supporre finzione o riferimenti al grigio iniziale che Manfredi nomina per parlare di un'esistenza piatta. Tutto in questa storia suggerisce monotonia, porte chiuse, gente che si lascia passare col tempo invece di vivere. Tema centrato!



Gradimento personale: 7/10
Come ti dicevo la storia è ben scritta, ma manca di emotività, di un effetto a sorpresa, di uno sfondo vero e proprio. Il personaggio principale mantiene le distanze dal lettore, veniamo a conoscenza della sua condizione di stallo, ma non di ciò che ha vissuto, e non si racconta a noi con trasporto. Il testo avrebbe bisogno di qualche guizzo in più, mi fa venire in mente un fuocherello che si mantiene stabile, ma che non riesce a divampare. Non dico che non mi sia piaciuta, semplicemente che, per me, manca qualcosa.



Totale: 35/45

 

Recensore Master
30/12/19, ore 12:26

Rieccomi per il nostro ormai appuntamento settimanale.
Questa os è diversa dalle altre che mi hai proposto di leggere sino ad oggi perché siamo dianzi ad un linguaggio aulico, particolare e suggestivo, tipico della filosofia. Ho apprezzato molto questo cambiamento stilistico perché rispecchia ed esalta perfettamente il contenuto della storia. Si tratta di una lettura introspettiva e che ha come protagonista Manfredi: insieme ad egli facciamo un viaggio nel suo mondo complicato per comprendere meglio la sua particolare visione della vita.
Devo farti i complimenti perché questa os mi è piaciuta sin dalle prime battute. Ho adorato tantissimo questa espressione:

“Se il mondo di Manfredi si fosse potuto rappresentare con una singola tinta, quella sarebbe stata il grigio. Tuttavia, essendo uno scrittore e non un pittore, preferiva di gran lunga le parole ai colori e quindi sarebbe stato più appropriato descriverlo con l’espressione “sostanzialmente”, un termine che, proprio come il grigio, suonava pesante, monotono e insospettabilmente vuoto.”

Quanto è terribilmente vera questa affermazione! Ho riflettuto parecchio sul significato di queste parole e non posso non trovarmi d’accordo con te e con Manfredi. Con i tuoi scritti hai la capacità di farmi riflettere su determinati significati (non ho ancora dimenticato il metodo Stanislavskij. E ho detto tutto!!). Il tuo è un vero dono.
Il resto della storia prosegue con eleganza e porta il lettore ad una costante riflessione, tipico appunto del mondo filosofico. Non posso non rinnovare i complimenti per questa particolare storia cara. Sei davvero molto brava. Ci leggiamo presto!

Recensore Master
15/12/19, ore 02:49

Ciao Martina,
Well, ho amato questa OS per il semplice fatto che mi è molto vicina, visto che sto studiando per finire la triennale, proprio in Filosofia. Non ho potuto, da aspirante filosofa, non notare con quale maestria hai utilizzato i concetti di atto e di potenza presentatici da Aristotele e ho adorato il passaggio in cui hai esplicitato il loro utilizzo: "L’atto distrugge la potenza, l’esistenza corrompe la perfezione dell’essenza e il sublime si sarebbe inevitabilmente disciolto nel banale. La felicità era banale, temeva la felicità come la nemica assoluta dell’ispirazione.
Del resto chi è felice mica scrive, chi è felice vive." Si tratta di uno dei passaggi più alti dell'intera shot, la quale secondo me ha azzeccato e preso in pieno il tema del contest a cui stai partecipando, lo stallo: l'esistenza di Manfredi, insegnante per forza e scrittore per vocazione, è sicuramente l'emblema di ciò. Si sente intrappolato in un'esistenza che probabilmente è l'antitesi di ciò a cui aveva aspirato, ma che, comunque sia, gli offre una certa stabilità, almeno apparente - e da cui può comunque scappare, sempre attraverso il sogno. L'utilizzo della citazione dantesca nella seconda parte mi ha molto colpita perché comunque sia, sebbene la sua Rosa non sia una donna-angelo, lui ha rispetto a lei un atteggiamento in qualche modo stilnovista; non può fare altro che cantarla, altrimenti finirebbe per corromperla.
In sintesi, ho molto apprezzato questa OS e per formazione, non ho potuto fare a meno di sentirla vicino.
Ciao, alla prossima.
D.

Recensore Junior
08/12/19, ore 09:25

Essendo qui per lo scambio, qualcun altro avrebbe scelto la prima storia che fosse saltata all'occhio osservando la lunga lista che riservi. Ma in realtà io ho sfogliato i vari titoli e le varie trame per trovare qualcosa di unico e originale. Le mie aspettative sono state soddisfatte. Mi sono lasciata trasportare dallo stile, introspettivo e filosoficheggiante, cosa che ho apprezzato pienamente. L'angoscia, la frustrazione del protagonista l'ho sentita graffiare dentro di me, quel senso di impotenza di fronte a qualcosa che, per rimanere tale, non può essere stravolto. Il concetto di possibilità mi è piaciuto tantissimo e mi ha fatto riflettere parecchio su questioni anche personali e mentre leggevo, non potevo che essere d'accordo. Il fatto che qualcosa sia possibile non vuol dire che si debba realizzare perché l'atto stesso rovinerebbe il concetto di perfezione che rispecchia. E poi, come hai detto, se si realizzasse quel momento di felicità, non rimarrebbe nulla da scrivere perché si scrive quando si è turbati, tormentanti. 
Davvero, ho apprezzato anche la narrazione, che di fatto non riporta eventi in particolare ma è proprio questa la particolarità: tutto ciò che esprime il protagonista, i suoi tentativi, sentimenti, giochi di parole e di significato, è questo l'intreccio. 
Ancora complimenti, non trovo difetti o incongruenze stilistiche/sintattiche.. È sostanzialmente  perfetta.

Recensore Master
01/10/19, ore 13:43

Recensione premio per il contest "Darkest fantasy": 1/1

Inizio con il rinnovarti i complimenti per il tuo modo di scrivere, che ormai ho imparato a conoscere e ad apprezzare moltissimo. In questo tuo testo, poi, ho notato una lieve variazione stilistica rispetto agli altri tuo scritti, probabilmente derivata sia dai contenuti sia dal fatto che questa storia è tua: si vede che la padroneggi, che vi hai familiarità e che ti senti a tuo agio con essa. Ho molto apprezzato il modo di scrivere riscontrato in questa storia e l'ho trovato assolutamente adeguato ai suoi contenuti: la situazione descritta è più concettuale e introspettiva che narrativa, un viaggio quasi onirico nella mente e nelle credenze del protagonista, quindi questo tuo stile raffinato e ricercato non ha potuto far altro che esaltare la storia.
Da profonda mante e adoratrice del classico e della filosofia, non posso che aver apprezzato moltissimo la storia che mi hai proposto e sono davvero felice di averla potuta leggere. La filosofia ha sempre subito un irresistibile fascino attrattivo per me, quindi ogni cosa che vi ruota intorno o che ne tratta è sempre di mio interesse, soprattutto se ben fatta come questa. Ho, inoltre, trovato molto originale l'idea di accostare il mondo astratto dell'arte (scrittura) e della filosofia con quello scientifico e logico-matematico, cercando di intrecciarli, metterli insieme e analizzarli. Anche qui, non ho potuto far altro che apprezzare: avendo io una laurea in campo umanistico e una - quasi (vedo la fine del tunnel) - laurea in campo scientifico trovo molto interessante la scelta di un connubio tra questi due mondi che, per natura, si pensa non possano collidere in una stessa persona per la loro diversità. Manfredi, invece, è un sognatore, un artista, ma al contempo ha una ferrea e bizzarra logica, su cui si basa per osservare il mondo e interagirci. Così, l'oggetto del suo desiderio, Rosa, deve rimanere irraggiungibile per restare possibile; lui la ama, la ama profondamente e con tutto se stesso, eppure non vuole avere alcun tipo di contatto con lei, se non le immagini che riversa sulla carta sotto forma di parole, proprio per non rompere l'incanto di quella plausibilità. Manfredi è un uomo che vive di arte, essendo uno scrittore (o, per lo meno, definendosi tale), ma nella sua mente c'è una lucida razionalità che solitamente non si accosta a qualcuno che vive di fantasie e castelli in aria. Mi è piaciuta moltissimo questa dicotomia che hai creato, riuscitissima tra l'altro: hai saputo amalgamare insieme emozioni e logica, irrazionalità e obiettività, creando un personaggio davvero pittoresco e interessante, di spessore e con una personalità di spicco ed eccentrica, ma che non perde di realismo. Un Manfredi potrebbe tranquillamente esistere, e ce ne sono probabilmente più di quanto immaginiamo. La visione della vita di questo personaggio è molto particolare, e io personalmente l'ho trovata molto intrigante.
Il livello d'introspezione di questo tuo scritto è altissimo: è un viaggio nella mente di Manfredi, nel suo animo così complesso e intricato, nella sua visione tutta particolare della vita. Mi è molto piaciuto il suo modo di ragionare, che hai saputo rendere molto bene, catapultando il lettore in questo scritto poetico, dai contenuti squisitamente filosofeggianti.
Non posso che farti tantissimi complimenti per questo testo, l'ho a dir poco adorato. Ti ringrazio per avermelo fatto leggere.
A presto :)

Recensore Master
19/09/19, ore 07:11

Buongiorno.
In effetti il racconto è carino e abbastanza coerente con il Contest, di cui io stesso ho letto il bando :)
Diciamo che la narrazione non mi ha colpito particolarmente, però tutto è scritto bene e appunto coerente con la consegna e questo è l'importante.
In bocca al lupo per tutto :)