Recensioni per
Cambia o muori, ricordi?
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/06/20, ore 12:42
Cap. 3:

Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ {3/3}

Una storia meravigliosa, che si è conclusa in modo del tutto inaspettato e soddisfacente. 
Io non sono una grande amante delle storie che si risolvono sempre per il meglio, per cui immagina la mia gioia nel constatare che anche tu hai optato per un'idea diversa dalle altre. In quanto ad originalità è senza dubbio una delle migliori che io abbia recentemente letto.
Ho apprezzato moltissimo, in questo capitolo più che negli altri, la figura di Andrea, che in questo caso funge un po' da deus ex machina. Dopotutto, fa ridere pensare che fosse davvero così semplice come lui descriveva lo stile di vita di Annalucia: lo fa con spensieratezza e con una spontaneità che rendono subito evidente il suo punto di vista, sul quale la docente si sofferma, sorpresa dalla schiettezza con cui le parla.
Andrea è un personaggio davvero magnifico, un personaggio che forse è proprio il responsabile del repentino cambiamento della protagonsita. Annalucia, che fin dal primo capitolo s'è mostrata forte e sicura di sé, in questo capitolo sembra vacillare al suono delle parole cambia o muori. Sarà una mia percezione della cosa, ma mi piacciono i personaggi che si mettono in gioco fino all'ultimo, prendendo decisioni così su due piedi. L'imprevedibilità con cui la descrivi nell'epilogo l'ho trovata davvero eccezionale: lei, ch'è sempre stata un tipo istituzionale - e, perché no, forse persino banale - sceglie di seguire il consiglio del suo sorridente alunno e dedicare il tempo che le rimane per scegliere, almeno per una volta, se stessa. Una scelta che, diciamolo, non ha nulla a che fare con l'etica e la morale: è una scelta egoista, ma forse è la prima che fa davvero per se stessa. 
Ora, a prescindere dal tipo di posizione che uno possa prendere sulla tematica dell'aborto, credo che questa storia abbia comunque la sua grande funzione pedagogica. Sì, perché ci insegna che, a volte, prendere decisioni per noi è più difficile che non prenderle. Scegliamo spesso la strada dell'ignavia, preferendo non scegliere, solo perché non ci siamo abituati. Agli esseri umani non piace scegliere, per questo vi sono così tanti grattacapi. Annalucia decide di fare questo passo, mostrando ancora una caparbietà ed una sicurezza che, nel corso dei mesi, sembrava aver perso, perché schiacciata dal senso di colpa per qualcosa che non aveva fatto, come se fosse un dovere. Si può scegliere di non essere madri, ma a lei questa alternativa non era stata concessa, finendo come la brutta copia della vecchia se stessa.
Non riconoscendosi più in quella persona, Annalucia va via. Non mi piace pensare che stia scappando, la sua la vedo più come un'ossessionante voglia di evadere, perché troppo tempo è rimasta rinchiusa tra le sbarra di suo marito e di Samuele. 
Mi complimento con te, non solo per la storia, ma soprattutto per la tematica che hai trattato. Ritengo sempre che ci voglia coraggio per trattare di certi argomenti, specie su faccende così delicate. Tu, però, sei stata grandiosa, perché la narrazione è così delicata da rendere perfettamente ogni singola sfumatura del racconto. Onore al merito, davvero. Si vede che è una storia pensata, scritta, corretta, rivista. Si vede quanto impegno tu abbia impiegato per crearla, e sappi che hai fatto davvero un lavoro straordinario.
Questa storia mi è piaciuta perché la protagonista è una persona reale, non ha quei connotati idilliaci che io non sopporto. Annalucia è una personale banalmente normale, con la sua storia, le sue idee, i suoi sogni e i desideri repressi. Un personaggio comune, nel quale ci si può rispecchiare con facilità. Sono i protagonisti che adoro di più in una storia.
Sono felicissima che tu mi abbia consigliato questo racconto, perché mi ha davvero insegnato una verità scontata, eppure sulla quale non ci si sofferma mai tanto. 
Davvero complimenti Nina, hai fatto un lavoro superbo.

Recensore Junior
09/06/20, ore 14:12
Cap. 2:

Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ {2/3}

Ancora una volta, mia carissima Nina, non posso che complimentarmi con te per il superbo lavoro d'introspezione che riesci a fare dei tuoi personaggi, i quali appaiono così perfetti nei loro "tipi" da essere reali. Annalucia, in questa storia, è un personaggio che francamente adoro per il modo cinico con cui la descrivi: è così dissonante dal resto del racconto, così controcorrente, che riesci a farmela piacere nonostante le nostre vedute siano molto diverse.
Di questi personaggi non parla quasi mai nessuno, proprio perché sono caratteri difficile da delineare, che danno spesso adito a polemiche. Per come la vedo io, la tua scelta di trattare d'un personaggio bastian contrario è una grande innovazione, sia dal punto di vista psicologico che narrativo: Annalucia appare per tutta la storia come il cattivo della situazione, come una persona viziata e un po' con la puzza sotto al naso, salvo poi riscoprirla come una donna che soffre anche lei, a modo suo ovviamente. Vittima forse ancora di un'immaturità dovuta alle ormai mancate attenzioni del marito, Annalucia si consola solamente quando ha la possibilità di evadere da quella vita che non si è scelta e che le è stata imposta. Nonostante quei - rari - momenti in cui riesce a concedersi ancora d'essere se stessa, ho trovato persino molto carino come tu l'abbia tratteggiata un po' immatura e gelosa delle attenzioni che il marito dedica al piccolo Samuele. 
Non saprei descrivere in maniera lineare i pensieri confusi di Annalucia, ma è come se rimpiangesse la sua vecchia vita, quella di cui si lamentava e che considerava forse un po' troppo monotona. In partenza lei è un personaggio che non piace, perché reca in sé tutte quelle connotazioni che dall'esterno ci limitiamo a criticare senza comprenderne le ragioni. Di Annalucia si possono pensare anche cose molto positive, viste chiaramente da una prospettiva differente: è sveglia, intelligente, tiene molto ai suoi studenti, è una donna forte e indipendente, che chiaramente ha una propria opinione su tutto. Tuttavia, invece di vedere questa forza, gli altri tendono a condannarla, perché quel carattere è sinonimo di rovina e di distruzione; persino Giuseppe, ch'è suo marito e dovrebbe appoggiarla, finisce per vedere in lei solamente la persona che si è rifiutata di prendersi cura di suo nipote. Solo che invece di capirne le ragioni, ha preferito allontanarsi da lei, senza alcuna intenzione di risolvere la questione.
Mia nonna diceva una cosa che ho sempre pensato fosse giusta: "Nel XXI secolo è facilissimo far fallire un matrimonio". Credo che in questa storia calzi a pennello quest'affermazione, perché l'inizio del loro naufragare risiede proprio nel fatto di non aver affatto parlato. E, come sempre, la colpa ricade su entrambi, così irremovibili sulle loro posizioni da rischiare persino la fine di un amore.
I miei complimenti come sempre vanno a te, che sei sempre in grado di selezione con cura il contesto narrativo. Vorrei spezzare una lancia anche per il tuo Andrea, che ho trovato davvero sublime. Incarna perfettamente le fattezze del classico bulletto, salvo poi rendersi conto che non ha nulla a che fare con l'ambiente tristemente noto di una realtà che appartiene al Napoletano. Nonostante l'aspetto e il modo di fare, Andrea è un ragazzo assolutamente normale, che si atteggia a duro della situazione - cosa giustificabile anche per la giovane età.
La descrizione dei luoghi è - come sempre - impeccabile, riesci sempre a delineare con delicatezza e precisione ogni ambiente, mantenendo lo stile leggero e privo di fronzoli stilistici che rallenterebbero la lettura.
Ancora una volta davvero un lavoro eccellente!
(Recensione modificata il 09/06/2020 - 02:13 pm)

Recensore Junior
04/06/20, ore 23:11
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ [1/3]

Carissima Nina, finalmente eccomi qui a recensire la tua storia - spero di non essere troppo in ritardo.
La premessa è che come sempre riesce a catapultare il lettore in una realtà che sembra essere così plastica d'apparire reale. Questa volta, tuttavia, la cosa è resa ancora più realistica dall'incredibile lavoro descrittivo che hai fatto, che trovo oltre che preciso anche accurato e affascinante: ci descrivi una Napoli all'insegna degli anni Novanta, con le sue caratteristiche più squisite e peculiari, sottolineando non solamente l'aspetto puramente negativo, ma anche l'alone nostalgico e malinconico ch'è tipico del Mezzogiorno, con i suoi contorni più folcloristici.
A questa tua notevole e incredibile descrizione - davvero i miei complimenti - si affianca una protagonista dai connotati decisamente particolari: Annalucia è una tipa sui generis, decisamente un carattere forte e deciso, forse anche troppo. Si presenta subito come una donna sicura di sè e consapevole di ogni cosa che fa, perfino nella scena in cui descrivi i baffi di Giuseppe - che ho trovato davvero molto d'effetto proprio perché ricalca il modo con cui nota ogni singolo particolare. Tuttavia, proprio per via di questa personalità prorompente e titanica, la tua protagonista appare sin da subito come una persona stizzita, cinica e forse anche un po' scorbutica. Lo dico proprio francamente: ho apprezzato moltissimo questo tuo modo di delinearla, mi sono stancata di tutte queste protagoniste brave, belle e buone! xD
Annalucia mi piace proprio per via di questo suo caratteraccio: per me è sempre sinonimo d'un notevole spessore emotivo, cosa che mi è piaciuta un sacco.
La storia, ovviamente, non mi sarei mai aspettata che cominciasse già in maniera così tragica: la morte di Rosa e Alberto giunge come un fulmine a ciel sereno e la cosa grave è che non si comprende la gravità della situazione fino a quando non si legge di quel piano -1 che lascia subito intuire il peggio. 
Anche qui descrivi le situazioni in maniera così reale da far impallidire tutti: le emozioni sembrano come dipinte sui tuoi protagonisti, in particolar modo di Assunta quando la chiama "la mia bambina". E' davvero straziante come scena, perché rende perfettamente l'idea di una morte orribile e ingiustificata, una morte a cui una signora così non potrebbe mai abituarsi - e chi d'altronde ci riuscirebbe?
La reazione di Annalucia, al contrario, appare come una di quelle tante persone che forse non è neanche riuscita a razionalizzare bene quanto accaduto, salvo poi preoccuparsi quando comprende che tutti sono convinti che sarà lei a prendersi cura del piccolo Samuele.
Anche qui, la sua reazione mi è piaciuta molto: non l'hai resa un banale stereotipo che accetta passivamente la situazione, ma addirittura gliela fai rifiutare, lasciandola ferma sulle sue decisioni al punto da litigare con Giuseppe, il quale si dimostra più deciso e a tratti anche inquieto del modo di fare di sua moglie, arrivandola addirittura a minacciarla.
Non vedo l'ora di sapere come continuerà, a presto!

Ever/Vintage
 

Recensore Veterano
01/03/20, ore 17:21
Cap. 3:

Valutazione del contest "I miei ultimi undici libri"
Quinta classificata:
"Cambia o muori, ricordi?" di Nina Ninetta

Grammatica e stile: 8,6/15
Capitolo 1 (prendo la divisione di EFP come riferimento, quindi prologo ed epilogo sono raggruppati)
"Il maresciallo Pontini della caserma dei carabinieri di Vercelli, le aveva telefonato" Il soggetto e il verbo sono separati da una virgola, -1
"Hai ragione piccolino" Ti sei dimenticata la virgola al vocativo, -0,5
Capitolo 2
«L’ho scelta io per il pesciolino di nonna». Se il dialogo finisce e non c'è un'altra frase dietro, il punto va inserito nelle virgolette, -0,5 Nel capitolo 3, avviene una cosa simile con "Hai un figlio. Non me lo avevi detto».
"facevamo tutti i giorni…» si chinò al suo fianco per lasciargli un bacio fugace," Se dopo un dialogo inizia un'altra frase, la prima lettera della prima parola va maiuscola. Hai applicato questa regola altre volte, quindi credo che sia solo una dimenticanza, -0.2
"il jeans sembrava" Jeans è sostantivo plurale, -1
"che suo marito non l’avesse aspettata sveglia" Sveglio, perché è maschile. Sono certa sia stato solo un errore di battitura, quindi -0.2
Capitolo 3
"L’ho amato, l’ho sposato e... niente, siamo marito e moglie» c’era una chiara punta di amarezza nella sua voce" Poiché la frase che inizia dopo il dialogo non è un verbo esplicativo, la considero una nuova frase. Pertanto, ci dovevano essere il punto e la maiuscola. -0,5
"Aveva 33 anni, i 34 erano alle porte" Quando ci sono dei numeri nel testo, e non indicano date, andrebbero scritti in lettere, a meno che non eccessivamente lunghi. Ma non ritengo trentatré e trentaquattro troppo lunghi. -1
Suggerimenti (non tolgono punti)
Trovo inusuale la scelta di inserire prologo&epilogo assieme ad altri capitoli. A mio parere, vanno pubblicati in un capitolo a parte. Immagino che sia stato fatto per le esigenze di qualche contest, e quindi non te la devi assolutamente prendere male, ma ho voluto specificare comunque!
"Ad Annalucia Nobile piacevano tanto i viaggi lunghi, di quelli che attraversi tutta la Penisola e [...]". Sinceramente, preferisco che se si scrive con un tempo si mantenga quello per tutta la durata della storia, anche quando si fanno considerazioni più generaliste e che si applicano anche al di fuori di quel contesto. Riconosco, però, che sia una preferenza personale. Stessa situazione per "La casa di Rosa e Alberto era ordinata, se si fa eccezione per gli asciugamani gettati nella vasca" e "Noi siamo anziani, ammesso che il giudice ce lo permettesse, non avremmo la salute necessaria per crescerlo." e in altri che non ti sto a riportare.
"tra l’altro suo collega" Visto che in questo momento vengono riprese le esperienze di Assunta, sembra che sia il collega suo piuttosto che di Annalucia. Più avanti la cosa si chiarisce, ma alla prima lettura risulta oscura.
"Assunta fece per alzarsi dal divano, sembrava invecchiata di dieci anni" Al posto della virgola avrei messo un due punti.
"da qualche mese a quella parte aveva speso diverse ore di lezioni ad approfondirlo" Avrei usato il singolare per "lezioni", dato che è il complemento di specificazione di un sostantivo già plurale.
"La speaker annunciò ai passeggeri diretti a Milano di prepararsi all’imbarco" Visto che siamo negli anni '90, non credo che il termine "speaker" fosse d'uso comune. Io avrei preferito "autoparlante"
Hai ben riecheggiato Napoli con questa storia, persino nel linguaggio: sia in certe parole, sia in alcune strutture si sente il calco napoletano, senza però che risulti invadente. La struttura in sé usa un linguaggio medio, fatto per lo più di parole comuni ma comunque chiaro, anche se ogni tanto un po' ripetitivo per la grande abbondanza di virgole. Questo, certe volte, può causare eccessiva frammentazione, facendo risultare certi punti confusionari. Ogni tanto, a ciò si aggiungevano ripetizioni lessicali, che non aiutavano il problema.
Ma, a parte questi problemi, ho trovato le tue scelte stilistiche appropriate al tono della storia in generale, in quanto mettevano in grande risalto i personaggi, specialmente i loro pensieri. Questo ha giocato molto a tuo favore, facendo immergere il lettore nella storia e nella vita dei personaggi, il che l'ho trovato molto appropriato per quello che hai voluto raccontare!
Trama: 10/10
Se posso essere sincera, questa storia mi ha colto di sorpresa. Sarà che sono più abituata alle storie in cui il conflitto si risolve all'interno della famiglia, o nell'interiorità personale, ma non avevo pensato che Annalucia sarebbe partita davvero. Eppure, tutto predispone a quel momento: il progressivo distanziarsi dal marito, Samuele, il suo nuovo allievo che entra prepotentemente nella sua vita... Certo, è stata una grossa coincidenza che loro due si siano incontrati, ma non è qualcosa di impossibile, e trovo che sia un elemento che non stoni. Questa storia, dopotutto, affronta elementi come morte e passioni giovanili, e anche se non è esattamente a tinte fosche non è certo una storia tranquilla. In queste situazioni, trovo che sia molto importante concentrarsi sull'interiorità del personaggio, per meglio capire il suo percorso, e tu l'hai fatto perfettamente
Caratterizzazione personaggi e loro coerenza: 9,5/10
Inizio parlando dei secondari: Franco, Assunta e il piccolo Samuele.
Ok, su Samuele non c'è molto da dire, è un bambino e ha bisogni da bambino, quindi passiamo agli altri due.
La dinamica di coppia dei due genitori di Giuseppe è una molto nota, e spesso usata per comicità (la donna che porta i pantaloni in casa, l'uomo sottomesso) e, anche se qua qualche risata me l'hanno data, quello che mi affascina è la loro backstory: Assunta infermiera, Franco cieco, come si sono incontrati. Da un grande tocco di verosimiglianza al tutto, e alcuni dei loro tratti (specialmente Franco) emergono chiaramente in Giuseppe. I genitori influenzano sempre i propri figli, e adoro che tu c'abbia prestato attenzione!
I secondari come loro servono davvero a rendere il mondo più vivo, considerando anche alcuni personaggi comparsi più avanti (Rita, il bidello zoppo), che si rifanno molto a tipi che vediamo spesso nelle storie ambientate a Napoli, e per questo c'è già più dimestichezza con l'ambiente. Parlando di un personaggio solo in apparenza secondario, Andrea De Rizzo, l'ho trovato ben realizzato: appare come il classico ragazzo destinato a una brutta fine, ma riesce a far leva sulle sue qualità e i suoi sogni per riuscire a cambiare in meglio, e con inoltre una maturità che non si aspetta e quindi sorprende. Non per questo tutti i suoi problemi sono risolti: farà ancora molti errori, ma ha preso la strada giusta.
Parlando di scelte e decisioni, apprezzo molto come sia stata tratteggiata Annalucia. Una donna consapevole dei propri sentimenti, ma che non si decide a mettere in pratica le sue idee fino alla fine, probabilmente ispirata anche dal clima attorno a lei. In cui non stava male prima, ma l'arrivo del bambino le ha fatto vedere le cose con una nuova prospettiva, e a darle il coraggio di andarsene. Da Napoli, dalla sua famiglia, ma soprattutto da Giuseppe.
E questo è l'unico personaggio che mi ha fatto grattare un po' la testa. Non perché non ne capisca il ruolo: è il passato di Lucia, è tutto ciò che fa fatica a dimenticare, ma non è il cattivo della storia, solo uno con idee opposte. Questo, lo capisco: quello che non capisco è perché sia rappresentato così negativamente. Certo, non fa azioni del tutto incriticabili, e ha senso che Annalucia esageri i suoi difetti dato che è arrabbiata con lui, ma certe volte mi pareva venisse ritratto troppo nel torto, mentre le sue azioni parlano diversamente (il fatto che lasci uscire Annalucia, ad esempio, anche coi suo sospetti). Il suo sviluppo mi è apparso non naturale, ma queste sono solo le mie sensazioni. Per tutto il resto, non posso che farti i complimenti!
Gradimento personale: 4,5/5
Ho apprezzato davvero molto questa storia. La tua è un originale che si focalizza più sui personaggi che sugli intrecci stessi, e sei riuscita ad approfondirne molto la psicologia, specie per Annalucia. L'abbiamo seguita passo a passo nella storia, da quando riceve Samuele a quando decide di andarsene, con quella sua passione, chiamiamola così, nel mezzo. È un argomento non facile da trattare a mio parere, ma tu ci sei riuscita perfettamente!
Solo una cosa non mi ha fatto dare il punteggio pieno: la tua è una storia in cui avvengono molte cose, e sono inseriti molti elementi, ma li ho sempre trovati ben bilanciati. Tranne che nell'ultimo capitolo: lì, a mio parere, il ritmo aumenta troppo, e soprattutto l'inserzione del sogno collegato al quadro mi pare sì suggestivo, ma fuori luogo. Forse è anche a causa del limite imposto che appare un po' affrettato, e da cui ho imparato per il prossimo contest, ma non hai di che scoraggiarti: il resto è perfetto!
Titolo&introduzione: 2,8/3
Il titolo non l'ho trovato molto collegato alla storia fino al terzo capitolo, in cui la frase viene finalmente detta e spiegata. L'ho trovato ben inserita nel contesto: racchiudeva molto bene la tematica principale della storia, il cambiamento, ed è questo ad avermi fatto assegnare un punteggio così alto. Trovo che i titoli che rivelano il loro significato solo alla fine siano un ottimo modo per presentare la storia, e qua è stato attuato in maniera eccellente!
Anche l'introduzione l'ho trovata ben fatta: un riassunto della situazione iniziale in cui si ritrova Annalucia, e che indica già il modo per uscire, lasciandolo però completamente avvolto dal mistero. Non ho collegato De Rizzo al cambiamento della descrizione fino alla fine del secondo capitolo, quindi direi che hai fatto un buon lavoro!i
Il punteggio, però, non è pieno per un unico motivo: hai inserito i due punti due volte nello stesso paragrafo, uno a precisare l'altro, il che è un errore. Siccome questo non è grammatica, non ho applicato lo stesso metodo di quello, e ho tolto solo 0.2, ma ci tenevo a farlo notare.
Bonus: 3,5/4
Genere: Il sentimentale è presente in tutta la storia, soprattutto nel racconto dei sentimenti di Annalucia
Citazione: Perfettamente inserita nel contesto, e pronunciata da uno a cui è adatta.
Ambientazione: La Napoli degli anni '90 si percepisce in tutta l'ambientazione. A volte rischia di essere un po' stereotipata, ma di certo non l'hai dimenticata.
Obbligo: Sono presenti scene ambientate a scuola (Annalucia che nel primo capitolo pensa ai ragazzi, le ripetizioni, il caffè con le colleghe eccetera) ma, a causa del lavoro della protagonista, la parte dei "banchi" (degli studenti) si sente molto poco. Tuttavia hai azzeccato l'atmosfera, e per questo ti sottraggo solo mezzo punto.
Totale: 39,4/47

Recensore Master
16/02/20, ore 10:53
Cap. 1:

Seconda classificata al contest "L'enigma dell'Uroboro"


Stile: 9/10
Lo stile mi è piaciuto molto. È l’abito su misura per i personaggi, l’ambiente e l’atmosfera della storia perché ne riflette l’essenza. Ho apprezzato in particolare i dialoghi, tutti riuscitissimi, capaci di comunicare molto più di quanto espresso in senso letterale. Anche le espressioni in dialetto mi sono piaciute — nonostante non spasimi per il napoletano, il che dovrebbe essere un ottimo feedback per uno scrittore! — perché aiutano chi legge a calarsi ulteriormente nel contesto della storia e a dare ulteriore spessore ai personaggi, le ho trovate tutte molto azzeccate. Stesso discorso per le descrizioni, altrettanto efficaci.
 

  • Il maresciallo Pontini li stava attendendo con altri due carabinieri in borghese all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Non ebbe neanche bisogno delle presentazioni ufficiali per capire che fossero i parenti meridionali di Alberto Quaglia. Avevano l’aria frastornata e un corno rosso come portachiavi
    Lo stile è prevalentemente semplice nella forma, eppure sul piano contenutistico suggerisce tutta una serie di significati in poche righe. È l’aspetto che ho preferito.Ci sono alcune immagini che mi hanno colpita per la loro forza espressiva, come “Le grida di Assunta riecheggiarono nell’obitorio simili a bombe in un paese abbandonato” — benché, non volermene a male, creda che Assunta sia il nome più brutto del creato —, stesso discorso per le descrizioni dei quadri di Friedrich, per i forti rimandi sensoriali a sapori, odori, suoni della città, del mare e dei personaggi stessi. Credo tu abbia saputo amalgamare bene introspezione, descrizioni e dialoghi, dando a ciascuno il giusto  peso e il giusto respiro, senza mai annoiare. In particolare mi complimento per i dialoghi di Andrea, perché riescono tutti a comunicarci di volta in volta una nuova sfumatura del personaggio, sia nel modo in cui si approccia alla vita che ad Annalucia — geniale quel “Io sono figlio unico”! Non ti ho dato il massimo perché in alcuni punti il testo non scorreva in maniera fluida come al solito. In particolare ti segnalo questo periodo. “Qualcosa in lei si era spezzato in quei giorni, sebbene non avesse mai avuto un rapporto idilliaco con la cognata, troppo diverse per andare oltre l’educazione e il rispetto tipico dei parenti, la sua morte l’aveva sconvolta.”: non è chiaro cosa intendi dire (non andavano d’accordo e il loro rapporto si limitava soltanto ai convenzionali “buongiorno/buonasera”?), ti suggerisco di rivederlo nella sua interezza, soprattutto nella parte che ho messo in corsivo. In ogni caso complimenti, in particolare per l’efficace uso dello show don’t tell!



    Titolo: 4/5  
    Il titolo mi è piaciuto parecchio, complimenti. Non ti ho dato il massimo perché a primo impatto non mi ha trasmesso la stessa forza che mi ha comunicato a fine lettura. Quel “ricordi?” crea sì un’ulteriore sfumatura di significato, tingendo l’intero titolo di una malinconia lontana e soffusa che si riallaccia alla storia di Annalucia e Andrea, ma penso che se non ci fosse attirerebbe più lettori. Io per gusto personale avrei preferito infatti un semplice “Cambia o muori”: secco, diretto, senza sconti, perfetto per comunicare il dramma di due protagonisti che vedono un’unica strada per sopravvivere e al tempo stesso un invito a leggere per saperne di più. Ad ogni modo l’ho comunque apprezzato, lo reputo decisamente pertinente alla storia.



    Caratterizzazione personaggi: 15/15
    Splendida, non ho assolutamente nulla da ridire. Ogni personaggio è ben soppesato e presentato, dai protagonisti alle figure più marginali come il bidello Mario o la coppia Franco e Assunta — come non citare quest’ultima mentre invoca San Gennaro col rosario tra le mani? Ognuno di loro è realistico nei propri pregi e difetti, nelle azioni e nelle intenzioni, a prescindere dal grado soggettivo di simpatia/antipatia che si può provare nei loro confronti. Per me i protagonisti di questa storia sono tre. Annalucia, Andrea e Napoli, perciò spenderò due parole anche sulla città.  Napoli fa da sfondo alle vicende, ma sembra viva (e morta) a sua volta, come una persona in carne e ossa. Ne hai rappresentato la bellezza e la bruttezza con pennellate precise, creando un effetto climax che investe l’intera storia. In questo ha giocato a tuo favore la scelta delle immagini stilistiche, tutte molto rappresentative nella loro sincerità disarmante e nell’assenza di fronzoli.
    Annalucia è un personaggio a tutto tondo di cui poco a poco impariamo a conoscere non solo la realtà quotidiana, ma anche l’interiorità. L’ho apprezzata sotto ogni punto di vista: è vera in ogni suo pensiero, gesto e parola. Sono questi i tipi di personaggi che preferisco, quelli che tramite le righe riescono a comunicare la vita reale, quelli che si fanno amare e odiare per quanto sono ben ideati. Lei è senz’altro degna di spessore. La sua visione della vita e del mondo in generale emergono chiaramente dal testo. Annalucia è una donna perspicace, apparentemente fragile, eppure così forte da lasciare senza fiato. Da lettrice ho assistito alla sua crescita e alla sua maturazione di una nuova consapevolezza di sé col sorriso, perché Annalucia, seppur inizialmente indecisa sul da farsi, non ha mai rinnegato le proprie scelte ed è sempre stata estremamente sincera con se stessa: sapeva di non volere un figlio, sapeva che il suo amore per il marito era finito, eppure non è scappata da queste scomode verità, rifugiandosi in illusioni o ripensamenti. Annalucia è andata avanti, ha lasciato Napoli, il marito, Samuele e persino Andrea per trovare la propria strada, dimostrando grande amore e fiducia prima di tutto verso se stessa. Ho trovato il suo personaggio estremamente riuscito. 
    Andrea è il co-protagonista della storia, ma per certi versi il vero, unico protagonista. Un ragazzo appena maggiorenne, apparentemente il classico pischello che fa ridere e nulla più. Invece bastano poche battute e descrizioni per capire che c’è molto di più. Agli occhi di Annalucia lui è “diverso”, a tratti senza tempo, capace di sembrare al tempo stesso l’adolescente che è — quando le si dichiara — e un uomo, dotato di un acuto spirito d’osservazione, di una maturità e di un’empatia spiazzanti — «Perché ti piace questo pittore? È triste, parla di morte.» è solo un esempio che cito, ma ci sarebbe da citare quasi tutto quello che dice, perché sei riuscita a mostrarci nitidamente le sue innumerevoli sfaccettature attraverso ogni battuta, senza che Annalucia lo mettesse comunque in ombra. Andrea si prende il proprio spazio di co-protagonista con forza. È l’unico che sembra in grado di ascoltare e di voler capire Annalucia fino in fondo, nonostante la distanza sociale, l’età e tutti gli altri ostacoli. Anche il rovesciamento di ruoli mi ha sorpreso. Andrea è l’alunno problematico, Annalucia l’insegnante, eppure alla fine dei conti vediamo che è l’insegnante a beneficiare maggiormente dell’aiuto dell’alunno, a dimostrazione del fatto che si può imparare sempre qualcosa da chiunque. Ti faccio tanti complimenti anche per lo sviluppo della coppia. Non è facile dare voce a una simile realtà in maniera credibile, evitando noiosi cliché e le solite banalità, eppure ci sei riuscita benissimo. Una caratterizzazione coi fiocchi sotto ogni punto di vista!



    Sviluppo del tema: 5/5
    Mi è piaciuto moltissimo come hai interpretato il tema del contest. La situazione iniziale è quella di un cambiamento improvviso che stravolge in negativo la vita della protagonista — la morte di Rosa e Alberto, che provoca l’arrivo di Samuele e la crisi matrimoniale con Giuseppe —, mentre quella finale invece ci parla di un cambiamento in positivo. Le parole di Andrea sono estremamente significative: «Lui ha scelto la sua vita, perché non puoi scegliere la tua? Cambia o muori, ricordi?» è la sintesi perfetta non solo della tua storia, ma anche dello sviluppo del tema. Annalucia vive una vita che non le appartiene, con un figlio non cercato e non voluto, un marito che non ama più. È morta dentro, e le serve una rinascita. L’unico che sembra volerla capire è un ragazzo appena maggiorenne, Andrea, che sorprendentemente la sa ascoltare meglio di chiunque altro, meglio di un adulto o di un familiare. È grazie a lui che Annalucia decide di prendere in mano la propria vita e di cercare la propria felicità, ma la spinta verso il cambiamento parte prima di tutto da se stessa, un aspetto che ho apprezzato tanto. Nel momento in cui in sogno Annalucia varca l’abbazia nel querceto lo fa senza paura, sorridendo, perché “Morire è come nascere: solo un cambiamento”.  Il concetto di rinascita non solo è l’aspetto associato all’Uroboro che preferisco, ma anche quello che ritengo più complesso da trattare senza scadere nel banale. Per me hai fatto qualcosa di superbo, con una resa toccante e coinvolgente. 



    Gradimento personale: 10/10
    Hai ideato un rapporto di coppia non convenzionale con grande realismo, senza scadere nel banale, è una delle cose che mi sono piaciute di più. Annalucia si sente schiacciare dalle imposizioni sociali, sia interne che esterne alla sua vita privata, non ha possibilità di dialogo col marito, coi suoceri e nemmeno con l’amica Rita. Si sente sola, eppure non crolla. Mi è sembrata fragile e forte al tempo stesso, nel corso della storia la vediamo inizialmente spaesata, poi consapevole e sicura di sé alla fine. Nel bambino che piange in sogno non ho visto solo Samuele, ma anche la vecchia Annalucia, il cui pianto rappresenta il grido disperato nei confronti di una vita infelice, vita a cui la nuova Annalucia trova il coraggio di dire addio nel momento in entra nell’abbazia, affronta serenamente le proprie paure e se le lascia alle spalle. Annalucia non scappa, cambia vita senza appoggiarsi a nessuno, se non a se stessa. Tutto questo emerge chiaramente dal testo, con un personaggio estremamente convincente. Andrea è solo un aiuto, non la causa del suo cambiamento. Lo sviluppo della coppia mi ha sorpresa in positivo sotto ogni aspetto.  Nei momenti in cui Annalucia e Andrea interagiscono vedo solo due persone attratte l’una dall’altra, mi dimentico dei concetti di insegnante/alunno, dell’età, di tutto il resto — mi ha fatto tanta tenerezza Andrea con quel suo “Stasera il mondo è sottosopra!”, nel suo desiderio di vedere l’impossibile diventare possibile e gettare le convenzioni sociali alle ortiche. Non è facile ottenere questo effetto, rendere un rapporto del genere così convincente, quindi complimenti vivissimi. Un’altra cosa che ho preferito è che non hai scritto banalmente “Sembravano conoscersi da una vita, si capivano al volo”, ma hai espresso tutto questo tramite i gesti e le parole dei personaggi, dandogli un valore aggiunto, oltre che un tocco del tutto personale. Ho amato come Annalucia e Andrea risultassero al tempo stesso così fragili e forti, così diversi e così simili, nonché il fatto che si siano aiutati a vicenda ma che comunque ognuno abbia imboccato la propria strada in autonomia, lasciando libero l’altro. Il finale è splendido, davvero evocativo. Per certi versi è solo happy-ending, per altri open, perché lascia in sospeso il futuro dei protagonisti. In quel mix di malinconia e speranza con cui si chiude ho sentito il respiro del mare, il migliore amico di Annalucia, come ultimo suono, una cosa che mi ha quasi commossa. Complimenti. 



    Totale: 43/45

Recensore Master
07/12/19, ore 18:54
Cap. 3:

Prima classificata (parimerito):

Cambia o muori, ricordi? \ Nina Ninetta

Grammatica e stile: 10\10

-'E tu sei troppo intelligente per finire ogni due e tre in riformatorio.' -> credo volessi dire 'ogni due per tre'.
Tralasciando questo, non ho trovato nessun errore grammaticale e\o di battitura, nonostante i capitoli fossero tre, quindi ottimo lavoro! Lo stile l'ho semplicemente adorato. Hai utilizzato una narrazione fluida e scorrevole, la lettura è letteralmente volata. Non ho riscontrato ripetizioni, o problemi con la punteggiatura. Ho amato i vari riferimenti in napoletano, hanno contribuito a caratterizzare ancora di più il tuo racconto. In generale, tutto il 'tono' del tuo stile l'ho trovato abbastanza cinico, sarcastico, peculiarità che ho davvero apprezzato, soprattutto perchè era in linea con la caratterizzazione del personaggio principale, infatti anche l'introspezione è stata curata e approfondita. Hai amalgamato molto bene le descrizioni, il flusso dei pensieri, e i dialoghi, creando sicuramente una storia appassionante e travolgente. Il tuo racconto, dal punto di vista stilistico, mi ha proprio conquistato, mi sembrava di star leggendo un romanzo, davvero! Mi è piaciuta anche la scelta dei vocaboli in sè, hai saputo equilibrare bene il semplice e l'efficace a qualcosa di invece più raro e particolare, hai bilanciato proprio perfettamente l'utile al dilettevole. Insomma, mi hai proprio tenuta incollata al tuo racconto dalla prima all'ultima parola, e lo dico sinceramente, non c'è stato un solo periodo che ho reputato 'noioso' o 'di troppo'.

Utilizzo simbolo e frase: 5\5

Iniziamo dal tatuaggio, il cui significato è questo: 'la ragnatela solitamente rappresenta una sensazione claustrofobica, negativa. Colui che la sceglie si sente spesso intrappolato, senza riuscire a liberarsi. Può essere un riferimento a una forma di dipendenza, come da droghe pesanti, o alla situazione familiare che lo circonda, o al sistema politico dello stato in cui vive'. Tatuaggio perfettamente inerente al racconto, nel tuo caso la protagonista si sente costretta ad accettare nella sua vita un bambino che non vuole, giudicata dalle persone che la circondano e sente ovviamente anche la forte pressione dell'etica morale 'generale'. Chi abbandonerebbe, infatti, un bambino rimasto orfano? Chi tratterebbe male il proprio marito che ha appena perso una sorella? Insomma, viene trascinata in un vortice di morte e di responsabilità, a causa del fato che ha voluto così, e lei non può semplicemente tirarsi indietro 'fregandosene' di tutto, da qui perciò parte il suo dibattito interiore trattato davvero bene. Insomma, la sensazione di gabbia, di trappola, di prigione, traspare perfettamente. La frase l'hai utilizzata molto bene, a inizio del secondo capitolo e non potevi trovare contesto più adeguato, riassume perfettamente l'intera situazione.

Caratterizzazione personaggi: 5\5

Iniziamo dalla protagonista: la sua caratterizzazione mi è piaciuta tantissimo, a prescindere dalle sue scelte, che alcuni potrebbero reputare sbagliate, altri invece giuste. Sicuramente è un personaggio denso, dotato di un pensiero forte e chiaro, la sua personalità spicca e non è affatto scontata o banale, anzi! L'ho trovata davvero, davvero interessante, e mi ci sono rispecchiata molto. Sono ancora 'piccola' per far sì che il mio pensiero sia definitivo, ma per quanto riguarda la questione della maternità, dell'aborto, eccetera, la penso esattamente come Annalucia, e ritrovare i miei pensieri in bianco e nero scritti dal punto di vista del tuo personaggio mi è piaciuto moltissimo, sembrava davvero come se mi avessi letto nel pensiero. Poi certo, magari nella sua stessa identica situazione mi sarei comportata diversamente, ma ho adorato davvero tutto di lei, anche appunto alcune sue scelte che invece potrebbero apparire discutibili! Io sinceramente ho davvero apprezzato il personaggio in quanto tale, a prescindere dalla parte etica (su cui si potrebbe aprire un bellissimo discorso, ma questa è sempre una valutazione e non vorrei finire off-topic). Poi, stupenda la descrizione del colore dei suoi occhi, soprattutto questa frase qui: 'Poche persone erano state in grado di notare quella sfumatura nelle iridi, e suo marito era stato uno di questi...'. Io ho lo stesso colore degli occhi del personaggio da te descritto, e anche io associo sempre le persone che lo 'notano' a persone importanti nella mia vita, o comunque persone più 'attente'... Non so, detto così sembra stupido, ma ho adorato quel periodo! Mi è piaciuta la sua professione, insegnante di arte, e anche le sue riflessioni su Friedrich, un artista che apprezzo tanto! Poi, Andrea l'ho reputato fantastico, sicuramente ha aggiunto molto pepe alla storia, e non mi riferisco solo alla presunta storia d'amore con la protagonista, ma in generale la sua 'semplicita' (genuina) e la sua vivacità hanno consentito proprio alla protagonista di cambiare, stupenda la riflessione che hai costruito poi sopra al 'cambia o muori, ricordi?'. Una parte meravigliosa, il suo personaggio l'ho davvero amato, indubbiamente il mio preferito, gli hai proprio attribuito carattere. Poi, l'ultima frase la dedico al marito di Luce, pover'uomo, io auguro a lui tutto il bene del mondo! Alla fine è quello che ha sofferto di più, ha perso la sorella, ha scelto di badare a suo figlio, e secondo me è stato il personaggio che ha agito 'meglio', eticamente parlando. Anche il suo comportamento con Luce, iniziale, quando si distacca e la 'tratta male'... Io lo giustifico del tutto, dopo un trauma del genere è stato fin troppo bravo a contenersi, e del resto aveva ragione lui, Samuele è il figlio di sua sorella, mica poteva lasciarlo a qualcun altro! Insomma, lui sicuramente mi ha commosso, perchè è rimasto fedele ai suoi principi dall'inizio alla fine, e secondo me ha agito nel modo corretto, e i suoi modi iniziali 'bruschi' credo fossero totalmente giustificabili. Straparlo, ma in sintesi volevo dirti che ho adorato anche la sua parte. Hai contrapposto tre personaggi 'principali' davvero ben diversi tra di loro, ma ognuno con un carattere molto forte e molto denso, sicuramente la caratterizzazione generale di tutti (compresi quelli secondari, come i suoceri, o Rita) è stata davvero ben curata.

Gradimento personale: 5\5

L'ho adorata, spero si fosse capito! Innanzitutto, ho veramente amato il modo in cui hai parlato di Napoli. Ci vivo da due anni, studio lì, tuttavia mio padre è del Sud e abita in una città a un'ora di distanza dal capoluogo, perciò diciamo che la sento particolarmente vicina a me (insomma, non mi reputo esclusivamente una 'studentessa fuori sede'). E davvero, hai riportato alla perfezione tutti i suoi contrasti, mi sembrava di passeggiarci in mezzo, ne ho sentito i rumori e gli odori, ho visto la bellezza e la bruttezza amalgamati insieme. Davvero, hai reso proprio alla perfezione la città, hai persino nominato Pino Daniele e i friarelli, mamma mia che fame, te lo giuro che quel panino lo sentivo in bocca! La scelta di inserire il dialetto è stata fantastica, così come il paesaggio finale che ci 'mostri' con Andrea e Annalucia, nella parte in cui si festeggia per la vittoria dello scudetto. Davvero, l'ambiente l'hai veramente caratterizzato benissimo e mi hai proprio colpito. Poi, la trama mi è piaciuta tantissimo, particolare e indubbiamente originale, in più ho adorato il riferimento all'arte che non guasta mai, mi è piaciuto il tuo modo di sviluppare i personaggi e gli avvenimenti generali, mi è piaciuto lo stile e pure la caratterizzazione. Davvero un testo che mi ha fatto riflettere, sia per la tematica trattata (che mi ha portato a immedesimarmi nella protagonista, a chiedermi 'io al suo posto cosa avrei fatto?'), sia per altri spunti che crei tu tramite i personaggi. Ho trovato tutto veramente denso di significato, l'introspezione, i dialoghi, e sicuramente è un testo che mi ha lasciato molto! Davvero una storia meravigliosa.

Totale: 25/25

Recensore Junior
20/10/19, ore 17:16
Cap. 1:

Quinta Posizione (al contest "Una Macchia di Storia"): Cambia o Muori, Ricordi? - Nina Ninetta


Grammatica: 2,9 su 3

Il livello grammaticale è buono, c'è giusto qualche errore di battitura o di distrazione, per questo ho scelto di assegnare questo punteggio.

accettarsi invece di accertarsi” o ancora “al finestrino invece di dal finestrino

Mi è piaciuta la scelta, di inserire ogni tanto il dialetto napoletano, è in linea con la storia e l'ambientazione, in generale comunque a parte qualche errorino la grammatica risulta curata e fila liscia per tutta la storia.

Qualità della Trama: 3,5 su 4

La trama c'è, ha un filo conduttore di certo, dopo questa tragedia/evento improvviso la vita della protagonista viene sconvolta e da lì diventa interessante seguire tutta la vicenda e soprattutto scoprire la scelta finale di questa. Mi sarebbe piaciuto qualche pezzetto in più riguardante la vita casalinga di Annalucia e Giuseppe per comprendere anche meglio la situazione prima del fattaccio. In più risulta piuttosto evidente fin dall'inizio il coinvolgimento di Andrea dato che viene citato molto spesso dalla protagonista, ma fino ad un certo punto non si capiscono i sentimenti di lei verso questo, nemmeno in parte. In generale comunque la trama oggettivamente riguarda questa fase della vita di Annalucia e Giuseppe e mi ha alimentato un interesse tale da continuare piacevolmente a leggere fino alla fine.

Stile e Lessico: 3 su 5

Lo stile l'ho trovato a tratti troppo drammatico, ad esempio viene ribadito sempre che insegnare in un liceo di Napoli è tremendo (e non escludo che comunque possa essere così in quei tempi), o vengono spesso esaltati i sentimenti di Annalucia al massimo, non è un qualcosa di negativo se era questo l'effetto che cercavi di ottenere. Sicuramente è una storia in cui il lato positivo e negativo di Napoli viene messo a confronto, a volte sembra una forzatura nel senso che è il 1990 certo, ma questo continuo ribadire che c'è la malavita, ci sono le baby gang e sembra ci sia criminalità ovunque si ripete spesso, diciamo che a fine lettura fuoriescono più i lati negativi.
Comunque lo stile è scorrevole, narra in modo a volte appassionante le vicende in corso rendendole ancora più vere e tutto sommato non mi è dispiaciuto.

Originalità nell'inserimento del quadro: 2 su 5

Più che il quadro nel corso del testo viene citato il suo autore, Friedrich, il quadro compare soprattutto alla fine, ma gli è stato relegato poco spazio per me, giusto qualche riga in un sogno che Annalucia fa. Ho capito il collegamento tra Friedrich e Andrea che Annalucia nella sua mente compie, ma lo trovo un po' tirato, avrei preferito un qualcosa di più significativo per intrecciare il carattere del giovane e il modo in cui lei lo vede con l'arte o qualche riga in più, risulta quasi essere stato inserito per spingere sulla profondità di Andrea che traspare più dall'idea che Annalucia ha di lui che dal modo effettivo in cui lui si comporta.

Fusione tra trama e quadro: 1,5 su 3

Il quadro non è una parte integrante della storia per me, anzi dopo averla riletta diverse volte mi costringo a pensare al quadro inserito all'interno per questo criterio di valutazione, perché non è uno dei primi elementi a cui si ripensa una volta finita la lettura. E' stato inserito come un sogno che ha un suo senso, è vero, perché ricollega Annalucia alla libertà e ad Andrea, ma come scritto sopra l'ho trovata una fusione e un inserimento sbrigativo.

Gradimento Personale: 3 su 8

Per me il lato più negativo della storia è Annalucia, la protagonista, non sono riuscita a farmela piacere per tutta la durata della storia, il modo in cui si comporta se poteva essere giustificato all'inizio è diventato ingiustificato successivamente. Si lamenta del marito, ma non prova ad avvicinarsi a lui nel modo in cui lui vorrebbe e soprattutto non comprende che lui ha perso una sorella e anche per lui è accaduto un evento tragico. L'ho trovata egoista, è una donna matura, ma sembra comportarsi come una quindicenne, anche nei confronti dei suoceri sembra avere un atteggiamento schivo e disinteressato. Mi è piaciuto che anche lei in una breve frase lo riconosca, ma non cambia il fatto che continui a comportarsi come se esistesse solo lei, il suo lavoro e i suoi sentimenti.
La comprendo ovviamente perché se una persona sceglie di non volere figli è libera di non averne e nessuno glielo può imporre, ma il suo modo di reagire pochi giorni dopo la morte della cognata per la notizia dell'affidamento, davanti ai nonni del bimbo, tra l'altro, non l'ho apprezzato.
Gli altri personaggi per me non sono particolarmente caratterizzati, avrei desiderato più informazioni su Giuseppe o Andrea.
Diciamo che ci si concentra soprattutto su Annalucia facendo perdere spessore agli altri che sembrano quasi macchiette a confronto.

Punti extra: 1 su 2

Hai inserito la frase, ma l'ho trovato un inserimento sbrigativo giustificato fino ad un certo punto, non era mai stato detto prima che ad Annalucia piacesse segnarsi le frasi dei libri letti e la frase sbuca fuori all'improvviso, non è un pezzo del testo che risalta o assume un senso preciso per me.

Recensore Master
06/10/19, ore 23:49
Cap. 3:

Ciao Nina, ho visto questa storia nel bando del contest dei Tattoo e così sono passata a dare un'occhiata. Ci tenevo a leggere una tua nuova storia soprattutto dopo la spiacevole situazione che abbiamo avuto per via del contest delle fiabe. Ho letto questi tre capitoli con una rapidità imprevista, perché lo stile è scorrevole e rende la lettura veloce. La trama è interessante e questa volta devo dire di aver trovato una corrispondenza con entrambi i Contest a cui partecipo (quello dei tatuaggi e quello dell'euroboro). Mi è piaciuto il modo in cui hai caratterizzato i personaggi, soprattutto Annalucia e Andrea, e ancora di più ho apprezzato i tanti riferimenti al contesto storico-geografico che denotano un accurato lavoro da parte tua. Una bella storia che mi ha fatto piacere leggere. Ti auguro buona fortuna per i contest:)

Recensore Master
02/10/19, ore 23:13
Cap. 3:

Ciao Nina, ma davvero bellissima questa storia! Sei brava come pochi altri delineare questi ritratti di donna, a descriverne la crescita e la maturazione interiore... davvero complimenti! Molto coinvolgente anche il clima di festa di Napoli campione d'Italia. Sembra quasi di essere lì ad ammirare quella fiumana di gente, e poi i paesaggi mozzafiato del Golfo, la natura e l'arte... Tutta Napoli è in questa storia, con i suoi colori e odori. Perfetta la citazione dall'opera di Isabel Allende, la morte intesa come possibilità di cambiamento. Vivo e vivace il personaggio di Andrea, così creativo e immediato nei suoi sentimenti, così pieno di coraggio e fiducia verso la vita. Alla fine, anche Annalucia si lancia verso una nuova vita, più simile a lei e più sincera. Si lascia tutto alle spalle, una sorta di piccola morte per la rinascita. E forse anche quel suo assopirsi in aeroporto, prima dell'imbarco, può essere letto in questi termini : il sonno è in fondo una piccola morte, in questo caso quella che precede la rinascita.
Bellissima storia, complimenti. Noto anche una maturazione sia nello stile sia nella modalità di approfondire l'introspezione dei personaggi, sia qui che nella storia di Maura, altro piccolo gioiello. A presto!

Recensore Master
28/09/19, ore 07:12
Cap. 3:

Buongiorno.
Tra la protagonista e il baffo non poteva finire altrimenti, purtroppo...
Tu mi hai fatto venire paura di maritarmi, però xD xD
No, scherzo, anche perché non corro e non correrò mai tale rischio.
Il racconto è stato bellissimo da leggere, a mio avviso molto di qualità. Ho apprezzato sinceramente.
Te ne chiederei un altro, ambientato in questi anni.
E che ansia doveva essere quella cosa del militare, per fortuna quando io ho raggiunto l'età adeguata il servizio era stato tolto già da un bel po'.

Recensore Master
26/09/19, ore 22:02
Cap. 2:

Hey, mi piace, mi piace proprio questa storia! Matrimonio in crisi... già si sentiva nell'aria. E in fondo Annalucia vorrebbe ancora essere una ragazza. Non c'è dubbio che quella serata dal paninaro avrà un seguito: è la magia di un sogno, e quando si è "ragazze" e si sogna l'idea di passare una serata in casa davanti alla tivù con un pupo in braccio deve sembrare ben poco allettante... e intanto Giuseppe cerca di colmare il vuoto riversando il suo affetto sul piccolo Samuele, il figlio forse desiderato ma che non ha mai potuto avere. Spesso accade proprio così: una coppia è in crisi ma non se ne rende conto fino a quando ci si mette di mezzo qualcosa che ha il potere di portare alla luce i nodi irrisolti... vedremo come proseguirà. Non ho mai visitato Napoli, ma la tua storia me ne ha fatto venire una gran voglia!

Recensore Master
26/09/19, ore 21:43
Cap. 1:

Ciao Nina,
eccomi qui a leggere la tua ultimissima fatica. Peeeerò... mica tanto simpatica, questa Annalucia. Un po' arida e criticona, ne ha praticamente per tutti e c'è da chiedersi come faccia il povero Giuseppe a sopportarla... la mancanza di istinto materno è in realtà comune a molte donne, c'è chi avverte a un certo punto della vita questo richiamo insopprimibile, c'è chi vive la maternità come la gioiosa evoluzione di un rapporto a due, c'è chi invece diventa "madre" in altre forme: di una missione, di un progetto, di una vita di studi e ricerca... ma Annalucia sembra piuttosto madre del proprio angolino tranquillo, della propria comfort zone. Il mare sullo sfondo, la sua vita lavorativa. E' molto intellettuale, Annalucia, filtra tutto attraverso la ragione, anche i rapporti con i suoi studenti: mi fa pensare che abbia un po' paura dei suoi stessi sentimenti (e c'è un nome, quello di Andrea De Simone, che ricorre un po' troppo spesso^^). Secondo me ne vedremo delle belle, grazie all'arrivo inatteso di quel "nipote del marito" che in realtà è anche suo. Intanto, il capitolo si chiude lasciano il lettore con la voglia di saperne di più. Bellissima l'ambientazione anni '90, io c'ero e mi ricordo benissimo fatti e atmosfere. A presto!

Recensore Master
26/09/19, ore 07:00
Cap. 2:

Buongiorno.
Il capitolo più che altro mi ha fatto riflettere su una cosa... come si fa a mantenere inalterato nel tempo un amore?
Insomma, questa coppia che sembrava così affiatata all'inizio del capitolo precedente... e questo capitolo ce lo conferma, d'altronde se si sono sposati qualcosa provavano... però, ecco che tutto si raffredda in fretta. Speriamo sia solo un momento no passeggero!

Recensore Master
24/09/19, ore 07:09
Cap. 1:

Buongiorno.
Un capitolo bellissimo, mi hai saputo far emozionare, poi adoro le atmosfere fine millennio, o comunque non Duemila, ecco xD
Come sai adoro la Storia ma non mi piace il tempo recente, poiché l'ho vissuto e so come è xD colpa della mia fame di conoscenza.
Il bimbo è ancora vivo, per fortuna!
E questa coppia mi piace, davvero.
Sono proprio curioso di proseguire nella lettura :)