Valutazione del contest "I miei ultimi undici libri"
Quinta classificata:
"Cambia o muori, ricordi?" di Nina Ninetta
Grammatica e stile: 8,6/15
Capitolo 1 (prendo la divisione di EFP come riferimento, quindi prologo ed epilogo sono raggruppati)
"Il maresciallo Pontini della caserma dei carabinieri di Vercelli, le aveva telefonato" Il soggetto e il verbo sono separati da una virgola, -1
"Hai ragione piccolino" Ti sei dimenticata la virgola al vocativo, -0,5
Capitolo 2
«L’ho scelta io per il pesciolino di nonna». Se il dialogo finisce e non c'è un'altra frase dietro, il punto va inserito nelle virgolette, -0,5 Nel capitolo 3, avviene una cosa simile con "Hai un figlio. Non me lo avevi detto».
"facevamo tutti i giorni…» si chinò al suo fianco per lasciargli un bacio fugace," Se dopo un dialogo inizia un'altra frase, la prima lettera della prima parola va maiuscola. Hai applicato questa regola altre volte, quindi credo che sia solo una dimenticanza, -0.2
"il jeans sembrava" Jeans è sostantivo plurale, -1
"che suo marito non l’avesse aspettata sveglia" Sveglio, perché è maschile. Sono certa sia stato solo un errore di battitura, quindi -0.2
Capitolo 3
"L’ho amato, l’ho sposato e... niente, siamo marito e moglie» c’era una chiara punta di amarezza nella sua voce" Poiché la frase che inizia dopo il dialogo non è un verbo esplicativo, la considero una nuova frase. Pertanto, ci dovevano essere il punto e la maiuscola. -0,5
"Aveva 33 anni, i 34 erano alle porte" Quando ci sono dei numeri nel testo, e non indicano date, andrebbero scritti in lettere, a meno che non eccessivamente lunghi. Ma non ritengo trentatré e trentaquattro troppo lunghi. -1
Suggerimenti (non tolgono punti)
Trovo inusuale la scelta di inserire prologo&epilogo assieme ad altri capitoli. A mio parere, vanno pubblicati in un capitolo a parte. Immagino che sia stato fatto per le esigenze di qualche contest, e quindi non te la devi assolutamente prendere male, ma ho voluto specificare comunque!
"Ad Annalucia Nobile piacevano tanto i viaggi lunghi, di quelli che attraversi tutta la Penisola e [...]". Sinceramente, preferisco che se si scrive con un tempo si mantenga quello per tutta la durata della storia, anche quando si fanno considerazioni più generaliste e che si applicano anche al di fuori di quel contesto. Riconosco, però, che sia una preferenza personale. Stessa situazione per "La casa di Rosa e Alberto era ordinata, se si fa eccezione per gli asciugamani gettati nella vasca" e "Noi siamo anziani, ammesso che il giudice ce lo permettesse, non avremmo la salute necessaria per crescerlo." e in altri che non ti sto a riportare.
"tra l’altro suo collega" Visto che in questo momento vengono riprese le esperienze di Assunta, sembra che sia il collega suo piuttosto che di Annalucia. Più avanti la cosa si chiarisce, ma alla prima lettura risulta oscura.
"Assunta fece per alzarsi dal divano, sembrava invecchiata di dieci anni" Al posto della virgola avrei messo un due punti.
"da qualche mese a quella parte aveva speso diverse ore di lezioni ad approfondirlo" Avrei usato il singolare per "lezioni", dato che è il complemento di specificazione di un sostantivo già plurale.
"La speaker annunciò ai passeggeri diretti a Milano di prepararsi all’imbarco" Visto che siamo negli anni '90, non credo che il termine "speaker" fosse d'uso comune. Io avrei preferito "autoparlante"
Hai ben riecheggiato Napoli con questa storia, persino nel linguaggio: sia in certe parole, sia in alcune strutture si sente il calco napoletano, senza però che risulti invadente. La struttura in sé usa un linguaggio medio, fatto per lo più di parole comuni ma comunque chiaro, anche se ogni tanto un po' ripetitivo per la grande abbondanza di virgole. Questo, certe volte, può causare eccessiva frammentazione, facendo risultare certi punti confusionari. Ogni tanto, a ciò si aggiungevano ripetizioni lessicali, che non aiutavano il problema.
Ma, a parte questi problemi, ho trovato le tue scelte stilistiche appropriate al tono della storia in generale, in quanto mettevano in grande risalto i personaggi, specialmente i loro pensieri. Questo ha giocato molto a tuo favore, facendo immergere il lettore nella storia e nella vita dei personaggi, il che l'ho trovato molto appropriato per quello che hai voluto raccontare!
Trama: 10/10
Se posso essere sincera, questa storia mi ha colto di sorpresa. Sarà che sono più abituata alle storie in cui il conflitto si risolve all'interno della famiglia, o nell'interiorità personale, ma non avevo pensato che Annalucia sarebbe partita davvero. Eppure, tutto predispone a quel momento: il progressivo distanziarsi dal marito, Samuele, il suo nuovo allievo che entra prepotentemente nella sua vita... Certo, è stata una grossa coincidenza che loro due si siano incontrati, ma non è qualcosa di impossibile, e trovo che sia un elemento che non stoni. Questa storia, dopotutto, affronta elementi come morte e passioni giovanili, e anche se non è esattamente a tinte fosche non è certo una storia tranquilla. In queste situazioni, trovo che sia molto importante concentrarsi sull'interiorità del personaggio, per meglio capire il suo percorso, e tu l'hai fatto perfettamente
Caratterizzazione personaggi e loro coerenza: 9,5/10
Inizio parlando dei secondari: Franco, Assunta e il piccolo Samuele.
Ok, su Samuele non c'è molto da dire, è un bambino e ha bisogni da bambino, quindi passiamo agli altri due.
La dinamica di coppia dei due genitori di Giuseppe è una molto nota, e spesso usata per comicità (la donna che porta i pantaloni in casa, l'uomo sottomesso) e, anche se qua qualche risata me l'hanno data, quello che mi affascina è la loro backstory: Assunta infermiera, Franco cieco, come si sono incontrati. Da un grande tocco di verosimiglianza al tutto, e alcuni dei loro tratti (specialmente Franco) emergono chiaramente in Giuseppe. I genitori influenzano sempre i propri figli, e adoro che tu c'abbia prestato attenzione!
I secondari come loro servono davvero a rendere il mondo più vivo, considerando anche alcuni personaggi comparsi più avanti (Rita, il bidello zoppo), che si rifanno molto a tipi che vediamo spesso nelle storie ambientate a Napoli, e per questo c'è già più dimestichezza con l'ambiente. Parlando di un personaggio solo in apparenza secondario, Andrea De Rizzo, l'ho trovato ben realizzato: appare come il classico ragazzo destinato a una brutta fine, ma riesce a far leva sulle sue qualità e i suoi sogni per riuscire a cambiare in meglio, e con inoltre una maturità che non si aspetta e quindi sorprende. Non per questo tutti i suoi problemi sono risolti: farà ancora molti errori, ma ha preso la strada giusta.
Parlando di scelte e decisioni, apprezzo molto come sia stata tratteggiata Annalucia. Una donna consapevole dei propri sentimenti, ma che non si decide a mettere in pratica le sue idee fino alla fine, probabilmente ispirata anche dal clima attorno a lei. In cui non stava male prima, ma l'arrivo del bambino le ha fatto vedere le cose con una nuova prospettiva, e a darle il coraggio di andarsene. Da Napoli, dalla sua famiglia, ma soprattutto da Giuseppe.
E questo è l'unico personaggio che mi ha fatto grattare un po' la testa. Non perché non ne capisca il ruolo: è il passato di Lucia, è tutto ciò che fa fatica a dimenticare, ma non è il cattivo della storia, solo uno con idee opposte. Questo, lo capisco: quello che non capisco è perché sia rappresentato così negativamente. Certo, non fa azioni del tutto incriticabili, e ha senso che Annalucia esageri i suoi difetti dato che è arrabbiata con lui, ma certe volte mi pareva venisse ritratto troppo nel torto, mentre le sue azioni parlano diversamente (il fatto che lasci uscire Annalucia, ad esempio, anche coi suo sospetti). Il suo sviluppo mi è apparso non naturale, ma queste sono solo le mie sensazioni. Per tutto il resto, non posso che farti i complimenti!
Gradimento personale: 4,5/5
Ho apprezzato davvero molto questa storia. La tua è un originale che si focalizza più sui personaggi che sugli intrecci stessi, e sei riuscita ad approfondirne molto la psicologia, specie per Annalucia. L'abbiamo seguita passo a passo nella storia, da quando riceve Samuele a quando decide di andarsene, con quella sua passione, chiamiamola così, nel mezzo. È un argomento non facile da trattare a mio parere, ma tu ci sei riuscita perfettamente!
Solo una cosa non mi ha fatto dare il punteggio pieno: la tua è una storia in cui avvengono molte cose, e sono inseriti molti elementi, ma li ho sempre trovati ben bilanciati. Tranne che nell'ultimo capitolo: lì, a mio parere, il ritmo aumenta troppo, e soprattutto l'inserzione del sogno collegato al quadro mi pare sì suggestivo, ma fuori luogo. Forse è anche a causa del limite imposto che appare un po' affrettato, e da cui ho imparato per il prossimo contest, ma non hai di che scoraggiarti: il resto è perfetto!
Titolo&introduzione: 2,8/3
Il titolo non l'ho trovato molto collegato alla storia fino al terzo capitolo, in cui la frase viene finalmente detta e spiegata. L'ho trovato ben inserita nel contesto: racchiudeva molto bene la tematica principale della storia, il cambiamento, ed è questo ad avermi fatto assegnare un punteggio così alto. Trovo che i titoli che rivelano il loro significato solo alla fine siano un ottimo modo per presentare la storia, e qua è stato attuato in maniera eccellente!
Anche l'introduzione l'ho trovata ben fatta: un riassunto della situazione iniziale in cui si ritrova Annalucia, e che indica già il modo per uscire, lasciandolo però completamente avvolto dal mistero. Non ho collegato De Rizzo al cambiamento della descrizione fino alla fine del secondo capitolo, quindi direi che hai fatto un buon lavoro!i
Il punteggio, però, non è pieno per un unico motivo: hai inserito i due punti due volte nello stesso paragrafo, uno a precisare l'altro, il che è un errore. Siccome questo non è grammatica, non ho applicato lo stesso metodo di quello, e ho tolto solo 0.2, ma ci tenevo a farlo notare.
Bonus: 3,5/4
Genere: Il sentimentale è presente in tutta la storia, soprattutto nel racconto dei sentimenti di Annalucia
Citazione: Perfettamente inserita nel contesto, e pronunciata da uno a cui è adatta.
Ambientazione: La Napoli degli anni '90 si percepisce in tutta l'ambientazione. A volte rischia di essere un po' stereotipata, ma di certo non l'hai dimenticata.
Obbligo: Sono presenti scene ambientate a scuola (Annalucia che nel primo capitolo pensa ai ragazzi, le ripetizioni, il caffè con le colleghe eccetera) ma, a causa del lavoro della protagonista, la parte dei "banchi" (degli studenti) si sente molto poco. Tuttavia hai azzeccato l'atmosfera, e per questo ti sottraggo solo mezzo punto.
Totale: 39,4/47 |