Recensioni per
Espiazione
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/06/20, ore 17:54
Cap. 2:

Cara MissAdler!
Ho visto il nuovo progetto, ma come si dice? Prima occorre necessariamente finire le cose iniziate. Devo dire che mi aspettavo molte cose, ma non questo epilogo che mi ha piacevolmente sorpresa. Effettivamente il prompt era molto difficile e cattivello, oserei dire, perché tirare fuori una storia ben strutturata con un simile prompt era complicato e solo un’autrice con la tua sensibilità poteva rendere tutto giusto e credibile senza far apparire Mary come una pervertita e una pazza, come ella stessa sottolinea. No, lei agisce dolorosamente, infliggendosi dolore, ma in uno stato di lucida follia che è stato reso benissimo. Mary è un personaggio che come dicevo nella scorsa recensione è ben reso da te in questa storia. Sa che morirà, ha questa consapevolezza e sa anche che accadrà subito.

Si sente in colpa nei confronti di John e considera Rosie con molta lucidità come l’unica cosa buona fatta, sì, ma in modo tangente, per caso. La vita di Mary rischia di essere sprecata perché non lascia che bugie, inganni e depistaggi. L’unica buona azione che le rimane da fare è costringere John e Sherlock a trovarsi come amanti e lo fa in maniera lucida. Io, che sono passionale, non concepisco in alcun modo l’idea di dover dividere l’oggetto del mio amore con chicchessia. La consapevolezza di non essere amata mi avrebbe uccisa e piuttosto che cogliere un casto bacio mi caverei gli occhi, ma Mary ha sposato John fingendo fin dal primo momento e lo lascerà con una figlia, da solo, col devastante pensiero di aver sposato una donna sbagliata – di non aver capito chi lei fosse in realtà – e in quest’ottica dove la vita non ha più senso Mary sente di dover fare questo, perché John e Sherlock sono la coppia, l’unica esistente e la sola che rimarrà, anche se nemmeno la loro storia d’amore è scevra da bugie e da inganni. Mary giunge a una soluzione estrema perché ha poco tempo e deve improvvisare e le serve anche il tempo per scegliere come morire.

Non so se un’azione buona può colmare una vita di errori, ma l’immagine di lei che si toglie la vita davanti al simbolo di un amore eterno come il Taj Mahal mi è piaciuta moltissimo, così come l’intero percorso che lei fa per arrivare all’intollerabile momento in cui costringe il proprio marito a rivelare quello che non riesce ad ammettere neanche a se stesso.
Deliri a parte, mi è piaciuta questa gestione, ho sofferto con Mary e con John e Sherlock e tu ti confermi come una penna sensibile e appassionata. Bravissima **
Shilyss

Recensore Master
18/06/20, ore 19:38
Cap. 1:

Mia cara Miss Adler!
Adoro il libro Espiazione (soprattutto la seconda parte) ed ero davvero curiosa di vedere come avresti usato il pov di Mary. È una confessione dolorosa, la sua, perché la Mary della BBC è un personaggio femminile molto complesso. Sei riuscita a mettere molte tematiche già in questo primo capitolo. Innanzi tutto, direi che c’è l’amore, capace di sorprenderci quando non dovrebbe e non ce lo aspettiamo. Mary doveva attirare John per arrivare a Sherlock, ma finisce per innamorarsene e per aspettare una figlia da lui. Le menzogne della donna vengono perdonate, ma il rapporto della coppia è destinato ad acquietarsi e l’amore dei primi tempi a svanire soppiantato da un legame che c’era prima di Mary e che ci sarà anche dopo, una connessione che Sherlock e John ancora non hanno metabolizzato e razionalizzato, ma che si evince chiaramente dai gesti che Mary osserva suo malgrado.

Vedere la persona che si ama innamorata di un’altra persona è terribile. Il dramma è che Sherlock è inclusivo nei confronti di Mary e che odiarlo è, per stessa ammissione della donna, difficile. La presa di coscienza del legame tra il marito e l’amico di una vita passa attraverso questo concetto, che Sherlock ama a tal punto John da diventare anche amico di Mary, come se valesse l’idea che l’amore del mio amore è un mio legame. E questo è tragico, perché si crea un triangolo con John al centro dove nessuno è realmente felice. Rosie rappresenta, in questo quadro dove la soluzione di Jim incombe a ogni capoverso, la variabile d’amore imprevista. È la speranza di Mary ma anche l’elemento che la costringe a rivedere i suoi piani. È anche un motivo d’unione ulteriore nel pezzo della nascita della bambina, dove la Mary viene relegata a mero utero e mezzo. Non è al centro della scena, come dovrebbe e forse sarebbe giusto fosse. In quella posizione c’è la vera famiglia di John, costituita da lui, dalla neonata Rosie e da Sherlock. Accanto a questa considerazione c’è, però, da farne anche un’altra: Mary non vuole rimanere con John, non può sfuggire a Jim e ha in mente di abbandonare il marito. È lei per prima a essersi esclusa. Anche in questo caso la tua scrittura avvolge e coinvolge, mia cara: al prossimo capitolo :*, un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
23/10/19, ore 19:05
Cap. 2:

Ciao cara!
Eccomi qui finalmente per lo scambio libero del Giardino, stavo aspettando di essere chiamata dal mio medico dato che avevo una visita e nel mentre mi sono immersa nella lettura e mi sono goduta questa seconda parte che ho trovato a dir poco, meravigliosa. 
Parto dicendoti che hai fatto un lavorone e si percepisce, non era una trama facile da rappresentare ma te la sei cavata benissimo, con soli due capitoli hai dato vita ad una storia piena di emozioni, la caratterizzazione di Mary, se nel primo capitolo era ottima, in questa seconda parte hai superato ogni mia aspettativa, e non lo dico solo perché sono una fan sfegatata di Sherlock, ma proprio perché obbiettivamente hai fatto un ottimo lavoro. Mi è piaciuta la prima parte, si conosce ciò che Mary ha vissuto e del perché lei si sia trovata in quella situazione, alla fine lo ammette lei stessa che il matrimonio con John era stato una sorta di trappola per incastrarlo, ma alla fine anche se c'è stato amore, come dice lei stessa, John non l'ha mai amata quanto inconsciamente ama Sherlock, e il modo in cui hai descritto i sentimenti di John soprattutto all'inizio mi ha fatto sclerare malissimo perché è inerente al personaggio della serie tv, dove è evidente che tra i due ci sia un legame molto più forte di una semplice amicizia, ma mentre Sherlock abbraccia più facilmente i suoi sentimenti, Watson invece li rinnega, fa finta che non ci siano e va avanti per la sua strada limitandosi ad esistere. 
L'introspezione di Mary è pazzesca, e sono contenta che finalmente qualcuno sia riuscito a darle il giusto spazio, ho colto ogni sua forma di sentimento, non è un personaggio del tutto positivo ma ha mille sfumature, ed io amo alla follia i personaggi di questo tipo. La seconda parte è stata forte, quasi mi ero dimenticata della trama all'inizio e quindi non mi ricordavo che cosa aveva in mente veramente la donna, ma mi è piaciuto un casino come hai descritto la scena del rapporto sessuale e di come lei li abbia forzati, è apparso come una cosa folle, è vero, però lei sapeva che per fare avvicinare realmente quei due testoni, lei doveva spingerli oltre. Non bastava un ti amo, non bastava nemmeno un bacio, ma dovevano fare una cosa che non gli permetteva più di tornare indietro. E' stato bellissimo come John si preoccupava per Sherlock, mi sono piaciuti un sacco entrambi, con le loro caratterizzazioni differenti, ma complementari. 
Bellissimo anche il finale, dove Mary dopo aver eseguito il suo compito finale, osserva il suo ultimo tramonto. In poche parole, mi sono venuti i brividi. Non posso che farti i miei più sentiti complimenti e non credere che io ti dica queste belle parole così, quando c'è da elogiare un ottimo lavoro io lo faccio senza problemi, alla prossima!

Shakana

Nuovo recensore
04/10/19, ore 10:35
Cap. 2:

Letta stanotte e ripresa la seconda parte poco fa perché volevo apprezzarla al meglio. Il racconto dal punto di vista di Mary è una novità, ha visto quello che fino a quel punto ho visto io, un testone che porta avanti una scelta sbagliata solo perché non ha il coraggio di dire prima di tutto a se stesso quello che vuole. Avrei preferito questo come finale della serie perché quei due sono fatti per stare insieme e ogni altra possibilità è una forzatura e un errore. Bella idea e grazie per averla scritta e condivisa. 😘
(Recensione modificata il 16/01/2020 - 03:39 pm)

Recensore Master
03/10/19, ore 17:39
Cap. 1:

Ciao cara!
Eccomi qui per lo scambio a catena del Giardino e ti dico già subito che sono contentissima di averti prenotata, perché ho amato profondamente questo primo capitolo della minilong. 
Parto dicendoti che ho un amore folle per Sherlock, leggere questo primo capitolo mi ha fatto venire voglia dell'ennesimo rewatch e ci sono un sacco di cose che già mi hanno colpita.
Innanzitutto ho apprezzato molto il tuo modo di scrivere, trovo che tu sia molto brava, non ho trovato nemmeno una virgola fuori posto e inoltre ho trovato la lettura molto fluida e scorrevole, e questo perché secondo me hai saputo rendere il pov di Mary davvero in maniera impeccabile. Sono molto colpita anche perché è la prima volta che leggo sotto il punto di vista di questo personaggio, io ho amato la quarta stagione e leggere i pensieri di questa donna così complessa mi ha fatto rivivere molti momenti della serie. 
Hai reso perfettamente i sentimenti contrastanti della donna, hai dato una carica emotiva non affatto indifferente e sei stata brava a saperlo trasmettere a me come lettrice che inevitabilmente sono rimasta coinvolta come se fossi io lì presente con lei. Attraverso gli occhi di Mary ci mostri come Sherlock ama John e viceversa, anche se quest'ultimo un po' più indirettamente. Ma Sherlock prova appunto un amore puro senza secondi fini e senza pretese, mi hai fatto davvero emozionare e inoltre mi ha colpita anche il momento in cui Mary racconta dell'imprevisto che ha scombussolato i suoi piani, ovvero la piccola Rosie. Ho apprezzato davvero tanto l'introspezione che hai voluto dare a questo personaggio che normalmente non si calcola molto in questo fandom, il riferimento ad Espiazione poi mi ha fatto brillare gli occhi dato che ho amato profondamente sia il libro e sia il film con James Mcavoy. Insomma, non c'è stata nemmeno una cosa che non mi sia piaciuta per ora, non posso che lasciarti una meritatissima bandierina verde e farti ancora i complimenti.
Ora lo faccio veramente un rewatch di Sherlock XD.

Alla prossima!
Shakana

Recensore Veterano
02/10/19, ore 22:14
Cap. 1:

Eccomi qui per lo scambio!
Inizio con il dire che mi è piaciuto tantissimo questo primo capitolo, con Mary che racconta e con questa vena introspettiva non solo su Mary stessa, ma anche su John e Sherlock. Sono curiosa di continuare a leggere!
A livello di scrittura non ho altro che complimenti da farti, scrivi davvero molto bene e non ho trovato errori, il capitolo scorre molto bene ed è coinvolgente al punto giusto.
Continua così!

Dru

Recensore Veterano
01/10/19, ore 14:16
Cap. 1:

Ciao!
Eccomi qui per lo scambio libero del Giardino **

Parto dicendo che ho adorato la frase iniziale; ha dato una potenza al brano non indifferente. Veramente complimenti per la scelta.

Allora parto dicendo che Sherlock della BBC l'ho seguito solamente poco e in maniera discontinua, anche se mi riprometto più e più volte di volermi rimettere in pari! Devo solo trovare del tempo ahahah

Devo farti i complimenti per questo primo capitolo.
Hai caratterizzato alla perfezione Mary, hai fatto sentire tutte le sue emozioni ed hai espresso tutte le sue sfaccettuture. Mi è piaciuto veramente un sacco come l'hai caratterizzata, spiegando tutto ciò che noi lettori dobbiamo sapere. Mi è piaciuto come hai trasportato Mary, si è capito perfettamente che questo personaggio è costantemente combattuto, che è gelosa verso un uomo che non le appartiene e che ha ingannato. E Rosie? Quel dolce intoppo che lei non pensava neanche di volere? Ho trovato dolcezza quando hai descritto di lei, quando hai descritto quei sentimenti contrastanti.
è così che ho trovato Mary; un continuo contrasto, un continuo scoprirsi ed ammettere le proprie debolezze ed i propri errori. Perchè alla fine Mary si è innamorata di un uomo che doveva distruggere. Un uomo che non poteva permettersi di amare.

Questo primo capitolo mi ha commosso e fatto riflettere, mi ha scosso e mi ha veramente colpito in senso positivo.
Mi è piaciuto un sacco questo capitolo; ho adorato come hai suddiviso i vari paragrafi, mi è piaciuta l'assenza di dialoghi. Ed è incredibile come un testo così lungo senza dialoghi non sia risultato pesante, ma per niente! é risultato leggero e dinamico, molto veloce e scorrevole. Ho adorato veramente tutto, bravissima!
Spero di leggerti ancora **

Talia

Recensore Master
01/10/19, ore 12:08
Cap. 1:

Non sono una fan della Sherlock/John, nel senso le coppie in Sherlock mi sono più o meno indifferenti quasi tutte, quello che amo però di questo telefilm sono i personaggi: scritti a regola d'arte e interpretati magnificamente. E quello che amo di questo fandom e il motivo per cui leggo fanfic qui anche se le ship non mi interessano, è che qui trovo livelli di introspezione che altrove ci sogniamo. E la tua fanfic mi ha dato esattamente tutto questo: dopo un bel po' che non lo facevo, mi sono reimmersa nel mondo di questo consulente investigativo e tu mi hai dato un'introspezione meravigliosa, un'attenzione all'IC e alla caratterizzazione dei PG stupenda. Ho amato il punto di vista di Mary, l'hai resa così bene, è tutto così plausibile: i suoi pensieri sulla vecchiaia all'inizio erano così da lei che sono rimasta incollata a leggere tutto il resto. Le descrizioni di come pian piano, anche grazie alla figlia, abbia imparato ad amare sia Sherlock che John, di come si sia legata a loro anche se 'esclusa', anche se un 'incomodo' fra loro... Ho trovato tutto molto coerente, ben strutturato e descritto in modo bello e coinvolgente. Aggiungo anche che il tuo stile mi piace perché ha un ritmo fluido, scorrevole, che attira il lettore e sono rimasta a leggere senza mai un momento di noia, tutto questo primo capitolo è davvero godibile e il punto di vista di Mary è reso stupendamente. Complimenti, è tutto così IC che mi viene anche da chiedermi: ma siamo sicuro non sia andata realmente così?! Complimenti! Leggendo la presentazione e gli avvertimenti non ho potuto fare a meno di pensare che fosse una trama davvero intricata da portare avanti e che il rischio di sbagliare fosse alto, ma qui ho trovato una delicatezza e uno stile meraviglioso e hai costruito una premessa a tutta l'azione (nella presentazione parli di fuckordie) che trovo davvero bella e convincente :)

Recensore Junior
30/09/19, ore 11:19
Cap. 2:

Ciao, io volevo farti tantissimi complimenti per questa storia, tu scrivi davvero benissimo e con questa ti sei superata, credo non sia stata semplice da scrivere ma ne è uscito un capolavoro, originale, mi sono commossa, mai letta una storia scritta dal punto di vista di Mary!
Finalmente qualcosa di nuovo, ti faccio i miei complimenti, bravissima❤️
(Recensione modificata il 30/09/2019 - 11:20 am)

Recensore Junior
29/09/19, ore 22:29
Cap. 2:

Credo che tu sia stata molto brava perché potevi scadere nella morbosità, nel pwp invece hai usato una delicatezza unica, sei andata quasi in punta di piedi. Mary che usa quell'escamotage perché John e Sherlock capiscano di amarsi, sa di avere le ore contate e vuole che la piccola Rosie possa crescere in una famiglia che la ami. Ti dirò, mi hai reso simpatica Mary perché mi ci sono immedesimato, ho potuto leggere i suoi sentimenti, i suoi pensieri. La scena d'amore è davvero tale, dolcissima, tenera, delicata.
Mi hai lasciato senza parole.
Brava, continua così!!
Tybalt

Recensore Junior
29/09/19, ore 22:13
Cap. 1:

Non sono bravo con le recensioni ma lascia che ti dica che questa storia è favolosa. Credo che tu ti sia superata, è scritta divinamente con fluidità e proprietà lessicali notevoli senza essere retorica e pomposa. In più sai, Mary mi fa quasi un po' pena. Mentre leggevo vedevo davanti a me le scene che descrivevi nel testo con una vividezza tale da poter essere un film. Complimenti Miss Adler, sei bravissima, un'autrice perfetta

Recensore Master
29/09/19, ore 00:39
Cap. 2:

Eccomi a questa seconda parte. Davvero pertinente e molto evocativa, penso per tutti noi, almeno per me, sicuramente, la citazione da Voltaire che hai riportato all’inizio, in cui viene espresso un concetto che dovrebbe ispirare tutto il nostro modo di agire. Infatti, nei confronti della vita, non è sufficiente non compiere azioni dannose nei confronti degli altri; secondo me questo atteggiamento porterebbe alla piattezza del nostro percorso ed all’assenza di emozioni benefiche, quali il ricevere un sorriso di gratitudine o, solo, avere la consapevolezza di aver costruito un pezzo in più della nostra meravigliosa umanità. Vivendo in mezzo ad una rete di relazioni, eludere la responsabilità verso chi ci accompagna, anche per un breve tratto, nel nostro cammino, può portare ad un pericoloso impoverimento di ciò che siamo (modalità filosofo de noantri : off).
Veniamo così al racconto di Mary, che tu fai snodare attraverso frasi significative, strutture linguistiche accattivanti. Tanto più che, far esprimere un personaggio così complesso com’è la moglie di John nella Serie BBC, non è semplice perché si può scivolare ogni momento nella banalità o nel troppo labirintico. Invece qui da te ciò che scrivi scivola con facilità, tenendo ben sveglia la nostra attenzione.
Che la vita della Mary professionista del crimine non dovesse essere facile è un fatto non sorprendente, ma ci fai entrare subito in un’atmosfera in cui appare chiaro che la sua vita è davvero un gioco molto pericoloso. Cade l’elicottero, lei si salva e, quello che mi è piaciuto, è stato il modo obiettivo e distaccato con cui l’hai fatta raccontare il fatto. Il suo tono appare quasi giornalistico, obiettivo, distaccato sicuramente dal rischio mortale che è il suo pane quotidiano. Per una donna come Mary, uscire viva da un incidente del genere, salire su un canotto e salvarsi, diventa veramente pane quotidiano.
E qui fai davvero risaltare il contrasto tra la sua fredda determinazione e la sua “professione” con il suo essere, molto in fondo, umana e desiderosa di emozioni semplici che scaldino il cuore. A questo proposito, mi è piaciuto molto il passaggio tra l’osservare l’anziana venditrice di spezie e l’accensione abbagliante nella sua mente dell’amara consapevolezza di non avere vita davanti a sé ma solo l’attesa di un killer più spietato e bravo di lei.
Compare così, agli occhi della sua mente, l’immagine di Rosie, “scricciolo rosa”, e quella di John che, comunque, è riuscito a dire qualcosa al suo cuore. E poi c’è Sh, invidiato perché è l’unico destinatario del grande amore che suo marito non può sinceramente provare per lei, visto che, l’unica luce che segue il suo cuore, è quella del consulting. A Mary questo fa male, nonostante la freddezza professionale ma, in questo caso, la sentiamo spiazzata ed in crisi.
John, Sh e Rosie costituiscono, ormai, per lei, una vera famiglia in cui sentirsi amata e compresa, in cui i lati oscuri rimangono nascosti e muti.
Oltretutto Holmes, per lei, è diventato paradossalmente un vero amico, che la capisce e l’accetta così com’è. A questo proposito, è chiaro che Sh l’abbia accettata perché è stata scelta da John e, quello che decide il medico per lui è indiscutibile, tanto grande è l’amore, nascosto, che lega quei due.
Ed è Sh quello che si sacrifica di più, rispetto a Watson, perché rinuncia ad esprimere ciò che dal primo istante ha provato sin dal primo incontro al Bart’s, complice l’impagabile Mike. Accetta, infatti, di fargli da testimone in quella farsa grottesca che è il suo matrimonio, e persino non cessa di dare fiducia alla donna che gli ha sparato al cuore.
E io penso che lo scopo di Mary, altro che precisione chirurgica, fosse proprio quello di uccidere il consulting. Per motivi professionali e per motivi personali, in quanto per lei era ormai evidente che John non avrebbe amato nessuno al di fuori di Sh.
Ed arriviamo alle scene salienti del tuo pezzo, in quel “tugurio” in India dalle “quattro mura ingiallite” in cui Mary vive ormai nella consapevolezza livida che il suo destino sia già segnato e che la fine sia imminente. È il triste bilancio della sua vita che porta a quel risultato di fallimento esistenziale anche a causa di qualcosa d’imprevisto che ha fatto perdere il ritmo spietato al perfetto meccanismo criminale da lei gestito. Il “granello di polvere” che si è insinuato negli ingranaggi dal moto efficiente del piano per distruggere Sh definitivamente, servendosi addirittura di Eurus, la folle sorella Holmes, non è altro che il bisogno di amare e di essere amata che la presenza affettuosa di John, la certezza di Rosie come parte “pulita” e futuribile di se stessa, la sincera, anche se incomprensibile, amicizia di Sh hanno risvegliato dall’abisso di una vita perduta.
Il modo in cui ci trasmetti i suoi pensieri è talmente realistico, non banale e supportato da una solida introspezione psicologica, che, quasi quasi, il perdono glielo concediamo noi che leggiamo. Almeno parlo per me e sono sincera: il personaggio di Mary, fin dal primo momento in cui è apparso al fianco di John, mi è sempre risultato indigesto, falso e sicuramente ingombrante rispetto allo sviluppo di quello che poteva essere, finalmente, l’esito sperato e tanto atteso da noi johnlocker. Lei si è messa in mezzo ad un legame inscindibile ma gran parte della responsabilità, ahimè, io l’attribuisco alla tracotante sicurezza di Sh che John avrebbe capito il suo ritorno dal mondo dei (falsi) morti. Comunque, nonostante tutto il risentimento che Watson ha accumulato a causa del suo sentirsi messo in disparte e lasciato indietro da Sh, il suo legame con il consulting non si è spezzato e continua a vivere, sia pure sotto forma di una corrente sotterranea.
Mary questo lo sa benissimo ed ecco l’illuminazione per “fare qualcosa” che la riscatti dal buio di una vita vissuta all’insegna del distruggere le esistenze altrui. Prende forma l’espiazione, per ottenere il perdono, la pace, il silenzio della coscienza.
E qui entra in campo la tua incredibile inventiva che ci presenta una soluzione ai problemi della donna che, davvero, è unica per la sua audacia ed originalità.
Lei, come ho già scritto più volte, sa benissimo che Sh e suo marito si amano da anni ma, se dipendesse da loro, il “non detto” e “non fatto” continuerebbero all’infinito, alimentati dalla cocciuta cecità di fronte all’evidenza, dai fraintendimenti, dalle paure, dai pregiudizi, dalla rabbia di sentirsi messi da parte, dal peso terribile della disistima di sé.
Ed eccoci arrivati alla scena clou, a quella che ho dovuto rileggere per capire meglio il tuo colpo d’ala. Mary costringe i due ad amarsi sotto i suoi occhi, sotto la minaccia di una pistola.
Sono le parole che Sh rivolge a John, nel tentativo di placare la sua ira contro la moglie, che accendono l’idea folle, geniale, davvero esplosiva che prende vita nella mente di Mary (“….ha fallito e sta già pagando per questo…”).
Mary che si sente accerchiata e sconfitta dal vuoto di una vita in cui tutto è stato sprecato perché nulla ha avuto la luce dell’umanità e dell’attenzione per gli altri. Ora che capisce che la sua fine è imminente, che tutto è finito, desidera almeno lasciare una traccia di buono, di positivo in coloro che, comunque, l’hanno amata. Dunque ha deciso l’unica cosa folle ma necessaria a risolvere il problema di John e Sh: costringerli a fare ciò che, in condizioni normali non avrebbero mai fatto.
La sequenza delle immagini che riguardano questo loro forzato trovarsi dopo anni d’attesa è stato da te trattato con sensibilità e delicatezza, nonostante l’assurdità della situazione. Assurdità che sfuma nell’atmosfera velata e soffice di una poesia d’amore (“…creando quell'incantesimo a cui avevo assistito fin troppe volte…), in cui, anche se il luogo e le circostanze sono davvero lontanissime da ciò che potrebbe essere perfetto, i due, che si amano da sempre, riescono a fuggire, con le loro anime, in un posto dedicato, noto solo a loro, dove sentirsi davvero un’unica realtà.
Sei stata veramente brava a riportarci, a parte il “volo” irraggiungibile dei due (finalmente) amanti, il trascolorare delle emozioni e dei sentimenti di Mary, dalla consapevolezza dell’assurdità della decisione da lei presa, al comprensibile imbarazzo, alla gelosia, al sollievo, alla presa di coscienza che, per lei, non ci sarebbe stata più storia da vivere.
Davvero, nella particolarità della scena che hai ideato, dallo stupore iniziale sono arrivata ad una partecipazione rispettosa e commossa, non solo dell’espressione di un amore che aveva sofferto anche troppo a lungo di silenzi e di spreco di tempo ma, soprattutto, del dolore straziante di una criminale che, con uno sforzo eroico, riesce a diventare donna proprio nel momento in cui capisce di non avere più niente d’importante per cui continuare a vivere. Nulla è più suo, nemmeno la figlia.
Perciò la morte le diventa necessaria e liberatoria, ora che ha compiuto la sua espiazione ed ottenuto il perdono, soprattutto da se stessa.
Dopo aver letto il prompt cui ti sei ispirata, ti apprezzo ancora di più, perché la proposta fa davvero “tremare i polsi”, narrativamente parlando, in quanto si chiede di stravolgere i personaggi ed i rapporti tra di loro in un modo veramente inusuale. E la cosa ha fatto “esplodere” in maniera devastante la caratterizzazione dei protagonisti che, depositata la polvere del disorientamento iniziale, ha fatto apparire, splendido, l’IC più puro.
Ti meriti dei sinceri complimenti perché ritengo che lo scrivere un testo del genere, soprattutto nella sua seconda parte, travolgente e aggressiva dal punto di vista puramente narrativo, non sia stato affatto facile.

P.S. Se tu continui a scrivere cose così belle, le osservazioni che m’ispiri saranno sempre più logorroiche… la colpa è tua. Solo tua, che produci pezzi di una qualità unica, anche nella loro spiazzante originalità come questo.

Recensore Master
28/09/19, ore 20:57
Cap. 2:

Ciao, dato che questa sera mi assiste il computer (miracolo!) ho deciso di lasciarti immediatamente anche la seconda recensione. L'ho già letto due volte questo capitolo e credo che lo leggerò anche una terza, perché è un qualcosa di pazzesco e che sulle prime mi ha lasciata ammutolita oltre che stordita. Come sempre, vale il medesimo discorso che già facevo l'altro giorno, non in negativo ma al contrario molto, ma molto in positivo.

Sulla scia del primo capitolo, si apre anche il secondo. La voce narrante è ancora quella di Mary che grazie a questa prima persona usata saggiamente su questo personaggio poco esplorato anche dai Moffits, se non superficialmente, veniamo a capire ancora più cose riguardo le sue scelte. L'ambientazione è agli albori di The Six Thatcher, nella prima parte di quel primo episodio della quarta stagione. Quindi definisce bene il rapporto tra Sherlock e John, collocandolo ben dopo il ritorno dal mondo dei morti di Sherlock, oltre tutto quello che ormai se lo sono lasciati alle spalle. Forse John non del tutto, ma questo è un altro discorso. Ti fermi però a un certo momento di quella puntata, facendo andare le cose in una maniera che è (e Dio ti benedica per questo), molto diversa rispetto a quella che conosciamo già. Inizio con l'analizzare l'ambientazione perché è io ritengo fondamentale per comprendere le azioni dei personaggi. Anzitutto, siamo nel periodo in cui Mary è scomparsa lasciando il marito con una lettera e tanti saluti. Il che significa che Rosie è già nata e che è presumibilmente stata affidata qualcuno. La madre scomparsa e il padre e Sherlock sono in giro per il mondo a cercarla. Rosie non c'è fisicamente, ma c'è l'idea di lei e c'è soprattutto ciò che rappresenta. Ovvero stabilità, amore, famiglia. Il pensiero nella mente di Mary c'è, naturalmente dato che è la madre ma è molto forte anche in quello di Sherlock e John che la percepiscono come un qualcosa da proteggere. Come parte integrante della famiglia. Della loro famiglia, ma a questo arriverò poi. L'ambientazione è quella che sappiamo, la differenza sta nel fatto che Mary non scappa da AGRA. Che Agra è solo un pretesto per nascondere ben altro. Ciò che già sappiamo perché nella tua introspezione già ce lo hai fatto sapere. Moran e Moriarty, l'organizzazione ereditata proprio da Mary, la quale ora rischia la pelle proprio per via di ciò che sa, di ciò che è diventata. Ho già parlato delle sue scelte, e questo capitolo va ancora più a fondo in quelle che sono le scelte di un personaggio che io ritengo come uno tra i più umani di questa serie. Mary con tutti i suoi errori, con il suo passato dal quale non può scappare. E anche e soprattutto col suo amore per Rosie, per John e anche per Sherlock, che tra tutti è il più sfaccettato. Mary ha odiato Sherlock e tuttora ne è profondamente gelosa e invidiosa, in una maniera fortemente negativa, ma ha imparato anche a volergli bene e questo io lo trovo dannatamente vero. Ma dannatamente vero, da far venire i brividi proprio. Mary è esattamente come l'hai descritta tu, una persona imperfetta che ci ha provato. Ha provato a rifarsi una vita, magari è partita con i propositi sbagliati ovvero starsene buona e al sicuro per un po' con un altro nome e una vita che non sono le sue, ma poi ha finito col crederci. John le ha fatto perdere la testa e la bambina che è nata poi l'hanno fatta capitolare. Quindi sì, io credo che fosse sinceramente innamorata. Però ha anche un'altra vita. Mary è anche la sorella di Moran, una persona spietata che fa cose spietate e agisce in maniera individualistica. Io credo che questo sia il suo più grande difetto e che lei stessa qui individua mettendosi in relazione con Sherlock. Anche Sherlock ha mentito e ferito John, anche Sherlock è stato odiato da John, ma lasciando da parte quest'ultimo, Sherlock ha capito. Lui è diventato sincero e ha capito che dopo la finta morte per salvare il proprio rapporto con John doveva partire da una base diversa ovvero la sincerità. Da dopo che si è salvato grazie all'aereo, io credo che Sherlock si sia reso conto che doveva usare l'onestà con John ed è quello che ha fatto. Lui capisce e cresce come uomo. Mary invece no, lei resta sola fino alla fine. Ed è buffo perché uno cresce mentre l'altro resta uguale a se stesso, ma tutti e due imparano comunque qualcosa. A modo loro. Sì, Mary e Sherlock si somigliano in qualcosa ma traggono la loro forza da nature diverse. Troppo diverse e c'è da chiedersi come abbia fatto John ad amare due persone così diverse fra loro. Mary la forza che tira fuori la trae tutta da se stessa, perché è stata abituata a fare tutto da sé. Per Sherlock non è stato così, sì c'è stata Eurus e Victor Trevor che è morto, ma ha imparato a contare sugli altri. Sherlock trae la propria forza da chi ama. Da Rosie, da Mycroft e soprattutto da John. Questa differenza tra i due viene fuori in maniera strabiliante. Davvero. Così come ho adorato l'analisi che Mary fa di Sherlock. Lo vede finalmente per quello che è, ovvero un uomo anche fragile e che va in mille pezzi solo per uno sguardo di John. John sembra essere il centro del suo mondo, e infatti lo è. Eppure se ne sta in disparte. Potrebbe avere tutto, ma non lo pretende ed è evidentissimo il fatto che Sherlock si accontenti di ciò che ha ritenendolo un dono forse perché non crede di poter essere amato in quel senso. Questo non so dirlo. So che hai ritratto uno Sherlock molto IC, era lui in tutto specie nelle parole che diceva. Nel suo tentativo di tranquillizzare Mary e di riportare la situazione sotto il suo controllo. Non c'è riuscito, ma a questo arriverò dopo. Ora c'è John che beh... lui è il centro di tutto. Delle attenzioni di Mary e di Sherlock. E ho amato tantissimo l'idea che Mary si è fatta del marito. Ha capito tutto perché è sveglia e intelligente e sa e ci vede. E vede come l'amore della vita del marito sia nient'altri che Sherlock, e non lei. Mi piace molto come giochi tutto sul senso di colpa. Il motivo per cui Mary non si fa valere come moglie è perché sente di non averne il diritto e qui viene fuori la grande umanità del tuo personaggio. Umana e piena di contraddizioni e di sbagli che si lascia alle spalle, ma tanto ma tanto vera.

E qui arriviamo alla parte principale di questa storia. Lo ammetto, quando ho letto il prompt ho storto il naso. Nelle mani di chiunque altro, questa storia sarebbe stata diversa e probabilmente non mi sarebbe piaciuta. E invece l'ho amata, perché hai dato un senso a quella che è una follia perversa, almeno in apparenza. Mary lo fa perché sa che per lei è finita, perché ama ancora John e vuole bene a Sherlock e sa che insieme diventeranno una famiglia. Anzi sa che lo sono già, perché di nuovo, lei ha visto. Quando è nata Rosie, ha visto lo sguardo del marito a chi è andato. Vede tutto di John, tutto quello che trattiene, non dice e nega a se stesso. Tutte cose che qui esplodono. Hai ritratto ogni sentimento in maniera precisa, si legge tra le righe la tensione e l'imbarazzo (negato, ma che esiste eccome) e poi la passione che esplode, nonostante la situazione. La paura (specie di Sherlock) di star rovinando tutto, la paura di perdersi e poi il loro trovarsi per ciò che sono ovvero due persone innamorate. Ci sono baci appassionati e ci sono i ti amo del caso. C'è tanta intimità e l'idea di "noi due contro il resto del mondo". Per John non esiste nessuno se non Sherlock e qui lo accetta e lo confessa. Mentre per Sherlock... beh, lui non aspettava altro. E ho amato la paura che gli nasce a un certo punto. Ha il terrore di quello che potrebbe succedere. Che quel fare l'amore provochi una spaccatura tra lui e John e questo non lo accetta. Sarà John a farglielo capire e sì, io credo che poi in futuro capiranno anche il gesto di Mary. Anzi, Sherlock forse ci è già arrivato.

Insomma, una storia stupefacente. Che finisce tra le mie preferite tipo subito.
Koa

Recensore Master
28/09/19, ore 10:22
Cap. 1:

Ciao, purtroppo sono costretta a lasciarti questa recensione dal cellulare perché il mio pc credo sia morto definitivamente. Non è una cosa che amo particolarmente e infatti spero non ci siano strafalcioni o parole senza senso... Dunque, la prima cosa che mi sento di dire è che aspettavo questa storia. Un po' perché me ne avevi parlato e un po' perché di recente, come si sarà capito da certi miei stati su Facebook, ho una voglia matta di Johnlock. Di sicuro però non mi aspettavo tutto questo. Già lo avevo accennato nel gruppo ma qui lo ribadisco, mi hai sconvolta con questa storia è in senso del tutto positivo (ribadisco anche questo). Prima di tutto non mi aspettavo il punto di vista di Mary e poi perché quel secondo capitolo è una roba... Ma procediamo con ordine, del secondo capitolo te ne parlerò nella prossima recensione. Intanto voglio lasciarti qualche impressione generale.

Come ho accennato già nel gruppo, ti sei scelta il prompt più difficile e lo hai sviluppato in una maniera che è altrettanto complessa. La prima regione è proprio lei, Mary. C'è da dire che forse se fosse toccato a me non avrei mai scelto questo prompt perché l'idea di base gira su un concetto che mi è del tutto estraneo ovvero perché Mary dovrebbe fare una cosa del genere? Non riesco io a trovare una risposta ma, e qui è la seconda cosa stupefacente, ci sei riuscita tu. Demonizzare Mary con un prompt come questo è un attimo. Non ci vuole niente. Già troppe volte ho visto questo personaggio venire stravolto, venir reso in una maniera che è lontana anni luce dal mio loro di pensare e tu non sei caduta nei cliché che la riguardano. Anzi, l'hai resa ancora più sfaccettata, ancora più complessa. È questo che ho adorato maggiormente. Sebbene tu abbia scelto di darle un passato, legato a Moran e a Moriarty che personalmente come teoria non mi ha mai convinta. Ma di questo non voglio discutere ora. Mi sento di dire soltanto che pur avendole dato un passato diverso da quello che conosciamo e averla resa una persona da un passato ancora più oscuro, sei riuscita a tenerla IC e a non appiattirla. Non è un villain che fa cose senza senso, non è una macchina da guerra. Mary, come molte delle donne di Moffat, è vittima di qualcosa. Principalmente delle proprie scelte perché questa storia racconta principalmente di questo, di scelte sbagliate. Di errori commessi in passato, di una strada intrapresa anni prima e dalla quale non si scappa. Io credo che Mary sia pentita di tante cose, primo tra tutti dell'avere preso le redini di un'organizzazione che forse solo Jim sapeva gestire. È questo che l'ha uccisa e che rende vana la sua fuga. In questo il primo capitolo va a descrivere a fondo chi è Mary Morstan. Ripecorri parte delle vicende della serie, mostrandocele da un'ottica differente. Quella di Mary e in particolare ti soffermi su John e Sherlock. Se il pov è il suo infatti, sono in realtà loro i veri protagonisti. Questo loro amore che Mary conosce, che ha visto e del quale è gelosa e invidiosa. Mi piace l'umanità con cui ammette certe cose come di odiare Sherlock e di invidiarlo, in questo è molto sincera con se stessa. Al contrario di Sherlock e John che si nascondono. Sherlock degli altri mentre John da se stesso. Tutte cose che conosciamo bene ma che ritrovarle delineate così bene è un piacere.

Hai fatto un notevole lavoro introspettivo, anche grazie a questa prima persona usata davvero molto bene. Una storia già molto originale di per sé, è solo per il punto di vista. Ho tanto altro da dire ma lo farò al secondo capitolo, che già ho letto un paio di volte.
Alla prossima!
Koa

Recensore Master
27/09/19, ore 23:12
Cap. 1:

Beh, direi che qui, di materiale su cui riflettere, ce n’è molto. E, dalle prime impressioni che ho, leggendo le tue “Note introduttive”, si tratta di qualcosa di molto originale, a partire dal POV, per poi proseguire nello sviluppo dei fatti.
La frase tratta dall’opera di Ian McEwan, poi, c’introduce ad un’atmosfera particolare, quella del romanzo e del film /(con Benedict…) in cui il senso di colpa è un filo conduttore sotterraneo ma ben presente e la conseguente, ossessiva ricerca dell’espiazione è la corrente d’energia che anima i gesti dei personaggi.
Allora, arrivando alla tua ff, innanzitutto mi attira molto il POV che hai scelto e cioè quello di Mary. sicuramente uno dei più inusuali del fandom e non mi ricordo molte altre fic con uno simile. O, se non ricordo male, non è certamente tra i “punti di vista” più usati.
Più ci si addentra nella lettura, più si gusta il tuo stile così immediato ed esaustivo che accende i riflettori su tutto ciò che riguarda ed ha riguardato Rosamunde Mary Moran alias Mary Morstan. Accedendo ai suoi pensieri possiamo capire le motivazioni che l’hanno spinta a fare quello che ha fatto ed anche comprendere che John è stato per lei una parentesi fragile di umanità e legittimo desiderio di conquistare la serenità e vivere l’amore.
Da killer professionista tu la fai diventare, credibilmente visto lo spessore del personaggio che i Mofftiss ci hanno presentato, addirittura “la consulente criminale che ha raccolto l'eredità di James Moriarty”.
E lei si dice orgogliosa di avere il compito di continuare l’opera del diabolico antagonista di Sh e confessa di averlo intrapreso con dedizione e certa dell’obiettivo da raggiungere, cioè fare terra bruciata intorno ad Holmes per renderlo drammaticamente protagonista della postuma, atroce vendetta del criminal consulting, che noi abbiamo potuto vedere, o meglio, “soffrire” in TFP.
Ma, nel percorso lucidamente progettato, due sono gli elementi non previsti che “disturbano” l’attuazione del piano criminale che Mary ha pianificato con lucidità e spietata precisione. Uno è il trovarsi di fronte ad un grande amore che esclude tutto il resto, indiscusso ed irripetibile, cioè a quello che scorre impetuoso, anche se nascosto, tra i due di Baker Street. A questo proposito, mi sono riletta più volte le frasi con cui hai fissato la sua scoperta. La scoperta di una luce particolare negli occhi di John, relativamente a Sh, che “aveva brillato come una stella remota e che l'aveva portato lontano”. Bellissima immagine, brava.

L’altro “imprevisto”, che complica la concretizzazione del disegno criminale contro Holmes, è che lei stessa si accorge di essere innamorata. O, perlomeno, di essere l’oggetto di un sentimento tangibile da parte di John che la vede come la possibilità di voltare pagina dopo la tragedia vissuta con il “volo” di Sh dal tetto del Bart’s. E questo la lusinga, la circonda di una tenerezza mai provata prima, facendo breccia nella sua dura scorza di criminale, con emozioni che non aveva mai avuto modo di conoscere.
Fino all’ultimo avvenimento, il più coinvolgente, Rosie, che ai suoi occhi di criminal consulting assume le dimensioni di un “tragico imprevisto”.
Proseguendo nella lettura, ci si accorge che, grazie al Pov di Mary, diventiamo spettatori privilegiati, perché ne viviamo i retroscena, di quelle immagini così toccanti della partenza di Sh per una missione che, forse, sarebbe stata mortale per lui. E comprendiamo tante cose grazie ad una visuale diversa, quella della donna che avrebbe dovuto diventarne la vera carnefice.
Il pezzo è davvero un crescendo coinvolgente di sentimenti forti e contrastanti sui quali, comunque, fai volare alto ed irraggiungibile quello che lega indissolubilmente John e Sh. Struggenti le parole con cui fai descrivere a Mary il momento del parto, e gli sguardi di suo marito che cercano disperatamente ed intensamente non tanto lei quanto Holmes. Bello, davvero.
Un ottimo lavoro, veramente.