Recensioni per
Ubi in secretum perveni
di ValeS96
Concordo con te sull’interessante spessore di un personaggio come James Sholto, la cui influenza, sia su John sia su Sh, entra profondamente, secondo me, nelle strutture della Johnlock. Ho accennato che la sua presenza al matrimonio di John è stata particolarmente rilevante anche nei confronti del consulting. Infatti Sh è colpito da quell’ufficiale così imponente e silenzioso che dimostra di esercitare un certo fascino su John. Sto rivedendo, nella mia mente, le scene di TSOT relative a quanto sto scrivendo e vi colgo un qualcosa d’inespresso, di lasciato in sospeso. Nei Mofftiss questi momenti, in cui si invita lo spettatore ad approfondire dei percorsi lasciati aperti, sono più di uno e costituiscono, secondo me, uno degli aspetti per cui lo “Sherlock” BBC è una produzione qualitativamente di tutto rispetto. Vieni invitato a pensarci su, in parole povere. |
Ciao, anzitutto permettimi di dire che sono davvero felicissima che tu abbia aggiornato di nuovo. Non so quanti capitoli ti mancano alla fine, presumo che a un certo punto le "Città invisibili" finiranno... ma per intanto sono contenta di sapere che hai ancora del materiale su cui scrivere. |
Questa è la “ città” che mi ha comunicato emozioni più intense e positive rispetto alle precedenti, unite ad un senso di rassicurante accoglienza. E quest’ondata di speranza e di sicurezza l’hai espressa in quel John la cui forza travolgente è racchiusa nel suo sorriso, porta aperta verso un futuro in cui pensare ad una vita migliore e, soprattutto, vera. Quella che Sh non ha mai vissuto prima dell’incontro fatale e straordinario con quel reduce che gli ha risvegliato la voce del cuore. Qui John non dice praticamente niente, ma la tua scelta narrativa è molto efficace perché, per creare l’atmosfera di profonda intesa e di ineluttabile vicinanza, é molto più significativo un gesto che delle parole che non riuscirebbero ad esprimere inequivocabilmente la profondità di un legame unico ed indissolubile. Ed il gesto che hai scelto per far esprimere ciò è, come ho già scritto, il sorriso di John, meraviglioso e carico di vita. Dal punto di vista visivo, il suo atteggiamento, che risalta ancora di più grazie al suo silenzio carico di significato, per me è come se rappresentasse un unico punto di colore, potrebbe essere arancione o rosso, in uno sfondo dipinto a tinte tenui, uniformi. Qualcosa, insomma, che attira, che chiama. E per Sh,diventa punto di riferimento, proposta di cambiamento totale, |
Ciao, allora per prima cosa lasciami dire che sono davvero felice di trovarti ad aggiornare questa storia. Come spesso mi succede leggendo queste drabble, dopo la lettura ho avuto un attimo di spaesamento e mi sono presa un momento per riflettere su quanto aveva appena letto. L'interpretazione, e in questo sei perfettamente in linea con Calvino che molto spesso non è immediato in questo senso, non è semplice da dare a uno scritto del genere. Non ho ancora avuto modo di leggere Le città invisibili, mi era venuto in mente a febbraio di andare a cercarlo in libreria, ma poi è iniziato il lockdown... Come al solito ho la sensazione che conoscendo il libro si possano cogliere molti più dettagli, o comunque ad avere una visione immediatamente più chiara dei significati reconditi, del motivo per cui in quella stanza del palazzo mentale di Sherlock è conservata tal cosa in quella maniera, ma cercherò di dare un'interpretazione, fermo restando che è tale e quindi potrei anche sbagliarmi di grosso. Ma per quello che è il mio pensiero il poter sbagliare è il bello del tentare d'interpretare un qualcosa. |
La città più importante per Sh, forse una delle più affascinanti tra quelle del grande Calvino.
Zaira, un posto in cui la vita e la storia s’intrecciano in un unicum che pulsa di energie nascoste, di ombre del passato che depositano le loro oscurità in modo tattile, molto più che visibile, ma anche di nascoste e preziose speranze nel futuro.
È la stanza di John, quella in cui Sh ha chiuso ciò che rimane di un incontro tra due anime che, finalmente, hanno trovato la via per scoprirsi l’una all’altra.
Sì, perché, secondo me, quei dati sensibili che il consulting conserva in quel posto segreto costituiscono ciò che gli richiama alla mente ed al cuore i momenti trascorsi con John. Forse, addirittura, la sua prima volta in cui, come gli fai dire tu, l’emozione e la verità del sentimento, che prova per lui, lo rendono cieco, incapace di leggere, fino in fondo, l’uomo che ha davanti. |
Ciao, mi è mancata molto questa raccolta di Drabble e sono davvero felice di vedere che l'hai aggiornata e che, dopo casi e cose non più utili, Sherlock sia finalmente arrivato a John Watson. La connessione con Zaira è immediata, almeno stando alla citazione che hai riportato. Leggendo quella e poi la Drabble diventa molto evidente che in questo, Calvino ti ha condotto con le sue parole sino a John Watson. Ed è incredibile come certe connessioni, leggendo, ti facciano arrivare lontanissimo dove di sicuro l'autore non pensava si potesse arrivare. Interessante il modo in cui Sherlock percepisce John Watson, lo legge sulla pelle, attraverso le sue cicatrici che poi sono ciò che raccontano il suo passato. John ha scritto tutto addosso e Sherlock lo legge come se fosse un libro in braille (stupenda anche questa, di connessione). Mi piace molto, in questo credo sia la tua Drabble più visiva, quella in cui il tatto e la vista hanno un'importanza maggiore. E quindi John viene letto da Sherlock, che cammina dentro la stanza che lo contiene come farebbe, appunto, camminando per le strade di Zaira. John è lì tutto da leggere, specialmente nel suo passato quello sotto le armi. Ma anche in tutto ciò che non dice. Mi è piaciuto molto questo concetto, John non parla con Sherlock di sentimenti. I loro discorsi sull'amicizia che li lega sono molto vaghi e imbarazzati, non si sono mai presi la briga di fare un discorso onesto e sincero. John, oltretutto, viene descritto da Sherlock come un uomo molto chiuso e che a fatica parla di sé. Lo stesso John dice che ha difficoltà a parlare di certe cose. Sherlock, per assurdo, è invece agli antipodi. Sherlock teme la reazione di John nell'aprirgli il suo cuore, questo è vero ma come chiunque del resto, ma non è una persona chiusa. Lui al contrario esterna tutto, spesso con un'emotività fuori controllo o del tutto inadeguata. Una delle conferme che ci ha dato la quarta stagione e che io ho adorato trovare. E quindi Sherlock legge questo tuo John, attraverso la pelle e i ricordi che si porta addosso. Chissà se un giorno potrà farlo anche davvero, se potrà passare le dita sulla sua pelle non soltanto dentro a un palazzo mentale... a dire il vero non so in questo senso come procederà la tua raccolta di Drabble. Pur essendoci l'avvertimento "Slash" finora è stata una raccolta prettamente introspettiva e che si concentrava principalmente su Sherlock e sulla sua vita. Immagino che dovrò aspettare altri aggiornamenti per scoprirlo. |
Facendo un po’ di giretti su Google per rinfrescarmi la memoria circa “Le Città Invisibili” di Calvino, a proposito di Fedora, ho trovato il testo cui tu fai riferimento, richiamato da un dipinto di una certa Colleen Corradi Brannigan. Lei è un’artista irlandese contemporanea che ha fatto delle “città” di Calvino una preziosa fonte d’ispirazione. Sue sono delle opere a mio avviso davvero notevoli che bene rappresentano ciò di cui stiamo ragionando. |
Ciao, contrariamente alle precedenti drabble che erano di più difficile decriptazione, questa l'ho trovata molto più semplice anche perché è la drabble stessa a fornirci una spiegazione convincente ed efficace, sebbene in poche parole. Probabilmente, idea che mi sono fatta anche attraverso le tue note autore, parte della difficoltà interpretativa in parte sta nell'opera originale dalla quale trai ispirazione. Per tutta una serie di fatti non sono ancora riuscita a leggere il libro, quindi continuo a leggere le tue drabble da assoluta ignorante. Non so come sia questa Fedora, come l'abbia descritta Calvino stesso, ma posso dire che forse qualcosa lo si è intuito della tua visione. Lo scorcio che ci hai dato mi ha riportato immediatamente a certe atmosfere che soltanto un grande autore come Calvino è in grado di tessere. Io lo amo tantissimo e ogni passaggio che leggo scritto da lui, mi trasporta subito in mondi lontani e fantastici. La tua drabble gli rende omaggio, su questo puoi star sicura. Come anche tutte le precedenti. Anche in questo caso ho tentato di dare una mia interpretazione e ammetto che all'inizio non è stato facile capire dove cercavi di andare a parare. Non avevo capito perché ci trovassimo in una stazione della metropolitana e ci fossero tutti questi treni che passano, arrivano e partono, ma poi ho iniziato a capire. |
Non ti annoio con un discorso sul ritardo con cui ti recensisco, potrei dare la colpa all’allungarsi patologico della lista delle “Storie da recensire” ma, tanto ci ricadrei nel non seguire un ordine cronologico. Comunque ci sono e ti ringrazio di aver proseguito nel tuo impegnativo percorso sulle orme del grande Calvino. Sì, perché, non ricordavo più il titolo che hai dato alla raccolta, pensavo a “Le città invisibili” o simili e, non trovando alcunchè del genere nel suddetto elenco di ff cui lasciare delle mie osservazioni, ho temuto che tu avessi rinunciato al progetto. Ed invece, per fortuna, dopo un’illuminazione che ha acceso la mia memoria, eccoti qui. |
Ciao, so di essere in forte ritardo per quanto riguarda questa drabble e ho due spiegazioni, la prima è che credevo d'averla già recensita (va beh, evitiamo di ridere...) la seconda è che rileggendola ora mi sono resa conto del perché io non l'avessi recensita prima. Forse è una delle drabble più complesse che io abbia mai letto, senz'altro la più difficile da interpretare tra quelle che hai scritto in questa storia. Già ammetto d'avere avuto delle difficoltà con la citazione, forse in questo caso, il non aver letto il libro mi ha impedito di conoscere tutti i retroscena che la riguardano e la maniera in cui sei arrivata ad abbinarla a Sherlock. Di sicuro non è facile arrivare a una decifrazione nitida. Io credo molto nell'interpretazione, nel fatto che chiunque interpreti un testo alla propria maniera e che questa sia per forza di cose diversa da ciò che interpreta invece un altro. Ma qui confesso di avere enormi difficoltà. Non per tuoi demeriti, chiariamo, è solo molto difficile comprendere ciò che c'è dietro. |
Ecco un’altra proposta che ci fai arrivare sempre accompagnata dagli echi di quel geniale scrittore che è Calvino, sempre attuale, addirittura precorritore, secondo me, di certe atmosfere contemporanee, in cui la fantasia ha la stessa concretezza della realtà vissuta. |
Più leggo passaggi del libro che t'ha ispirata e più sento in me crescere la voglia di leggerlo. Sarà che a ogni parola riconosco Calvino e sarà che ho ancora impressi nella mente gli ultimi libri suoi che ho letto, ma è davvero straordinario. Uno scrittore eccezionale e tu sei stata brava già a farti venire un'idea che collegasse qualcosa di suo con questo fandom. |
Ciao, allora, la primissima cosa che sento di dirti è che non conosco Le città invisibili. Ho scoperto Calvino relativamente tardi, anzi tardissimo. Dopo averlo letto in adolescenza e averlo accantonato, ho recuperato un suo racconto quest'anno e da allora sto vedendo di leggerne il più possibile. Alle città invisibili non sono ancora arrivata, ma lo metto senz'altro in lista perché ho scoperto di amare Calvino davvero tanto. Spero che il non aver letto il libro non precluda la comprensione della tua raccolta, mi auguro vivamente di no perché mi dispiacerebbe se mi perdessi dei pezzi. Intanto posso dire che per quella che è la mia conoscenza del fandom e del modo in cui tu scrivi, questa prima mi è piaciuta moltissimo. Non sono sicura di riuscire a interpretarla nella maniera corretta, però ci provo. |
Sì, conosco l’opera di Calvino dalla quale hai tratto ispirazione per questa tua raccolta perché l’ho letta anni fa. Un progetto davvero impegnativo il tuo ma, secondo me, decisamente affascinante. Infatti, combinare gli echi così particolari, e non semplicistici dello scrittore in questione, con il mondo delle fanfiction mi attira molto, perché è un mix originale. Tornando a “Le città invisibili”, esplorare il Mind Palace di Sh, se non ho capito male leggendo le tue “Note” che sintetizzano le caratteristiche della raccolta, proprio ispirandosi all’opera di Calvino, è una sfida sia per quanto riguarda i contenuti sia la forma espressiva. E non solo perché i riferimenti letterari di cui ti servi non sono tra le proposte più semplici da capire nel panorama della letteratura italiana, ma anche per il fatto che, cercare di tradurre il concetto e definire le caratteristiche dell’ “archivio” in cui Holmes conserva i dati reali per ricordarli, se necessario, non è impresa facile e si può scivolare o nel troppo astruso o nel banale. |