Recensioni per
La stessa materia delle ombre
di Amelia Sweetedge

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/10/20, ore 10:30

Ciao, non so per quale strano motivo non ho mai letto questa storia, né l'avevo notata, ma ieri andando indietro nelle pagine della sezione alla ricerca di qualcosa da leggere ci ho fatto caso e sono davvero contenta di averla scoperta, perché è stata una lettura molto piacevole.

Anzitutto, sarà anche una storia datata (addirittura del 2014), ma non sente affatto il peso degli anni. Si sa che in Sherlock BBC a ogni stagione qualcosa viene stravolto, dato che la terza e la quarta rivoluzionano tantissimo rispetto alle prime due stagioni (e non sempre in positivo), ma questa storia è invecchiata molto bene e va ad analizzare, e questo ne è il punto di forza, un qualcosa che di rado viene preso in cosiderazione. Lo dico facendo anche mea culpa, io stessa ho trattato pochissimo il rapporto padre/figlio, in genere gli autori di fanfiction analizzano di più il rapporto che Sherlock e Mycroft hanno con la madre, dato che la serie stessa suggerisce quanto problematico sia il loro rapporto. Ci sono molti più input narrativi legati alla figura di lei, tanto che l'immagine del padre, un po' simile a John per come si veste e come si approccia a Sherlock, resta quasi defilata, come se avesse minor importanza. In realtà a ben guardare ci rendiamo conto che è l'esatto contrario e laddove Sherlock non si trattiene di certo dal dire cosa ne pensa di sua madre, mettendola spesso in cattiva luce (e facendo notare come Mycroft in realtà faccia ben di peggio), suo padre non viene neanche mai menzionato. Non perché non è importante, ma perché io penso sia l'esatto contrario, è in realtà una figura molto positiva. Sherlock non ha nulla da ridire a proposito, non ritiene il padre "poco intelligente" e non lo trova invadente. In realtà ne ha un'opinione molto elevata, di questo ne sono sicura. Questa tua storia va ad analizzare proprio questo rapporto e scava fin nelle origini, prendendo come spunto l'infanzia di Sherlock. Altro punto a tuo favore, perché è uno dei miei periodi preferiti.

L'hai scritta nel 2014, un'epoca in cui a un'ipotetica sorella di Sherlock si rispondeva con un: "Ma figurati se Sherlock Holmes ha una sorella" (parole mie, lo giuro!). Di conseguenza, Redbeard è un cane e Mycroft è il solo fratello di cui Sherlock si debba preoccupare. La storia non inizia nel passato, ma quello che Sherlock compie è un viaggio a ritroso, spesso involontario. Succede nel suo palazzo mentale e mentre dorme, quando le sue difese sono abbassate. Ed è allora che i ricordi si fanno molto più vivi. Mi è piaciuto da impazzire il primo, quello della lente d'ingrandimento. Un periodo delicato della storia personale e infantile di Sherlock, il suo cane è appena morto e lui si sente probabilmente solo. Quello sarebbe stato il primo, come suggerisci tu stessa, orribile compleanno di tanti compleanni tetri e oscuri. Suo padre sembra un faro nella nebbia, gli fa un regalo particolare, forse poco adatto a un bambino normale di quell'età, ma si sa che Sherlock è sopra le righe, intelligente e soprattutto molto curioso. La lente d'ingrandimento è un oggetto iconico del personaggio Sherlock Holmes che anche questo Sherlock moderno della BBC possiede, mi piace il fatto che sia stato suo padre a regalargli la prima lente d'ingrandimento, prima perché lui nemmeno sa cos'è dopo che scarta il regalo. Mi piace come se stata attenta ai dettagli, la precisione dello scartare la carta, le dita scheletriche, l'indifferenza glaciale di Mycroft, che fa il proprio mestiere di concedere un secondo delle sue attenzioni, ma subito dopo se ne disinteressa completamente, ritenendo tutto quello inutile e magari anche stupido. Mi è piaciuto molto quel primo ricordo, così come l'immagine del padre di Sherlock che ci regali. Un uomo costante, solido, non geniale come i figli o la moglie, ma non per questo stupido. Al contrario è una presenza costante, che resta accanto al figlio, che lo ama e lo dimostra senza problemi, ma che sa anche tirarsi indietro al momento opportuno.

Andando avanti, le cose si complicano per Sherlock. Prima l'adolescenza, un rapporto con Mycroft forse un po' più distante di quanto non dovrebbe essere e poi i vent'anni e la droga. Mi è piaciuto moltissimo il rapporto padre/figlio che hai costruito. Come Sherlock viene amato comunque, anche quando il padre sembra disinteressarsi delle sorti del figlio. Non è così, e lo sappiamo, ma sappiamo anche che a un certo punto Sherlock deve capire da solo i propri errori. Quel che è certo è che l'immagine della delusione negli occhi del padre è una ferita che sanguina in maniera importante, mi ha molto colpita.

Molto interessante anche la questione del nome. A questo proposito, Siger non è il nome ufficiale di papà Holmes, il nome ufficiale è sconosciuto persino nel canone di Arthur Conan Doyle, non lo sappiamo neanche da lì. Il fandom, credo grazie a romanzi extra canon (cosa che accade spesso in questo fandom) ha usato molto spesso il nome Siger, ma non è affatto ufficiale. Io personalmente non ho una mia idea specifica, ma mi piace la tua versione. L'idea che si chiami William o Scott mi affascina molto e mi piace anche il fatto che Sherlock non usi il suo primo nome, perché non si ritiene degno del tutto del nome di suo padre. Anche questo mi è piaciuto tanto, così come l'intera storia. Originale, particolare, scevera di errori e con uno stile molto pulito e fluido.

Non so se hai scritto altro con altri account, mi pare di aver visto che questo è vuoto. Ma spero di non essere troppo in ritardo con questa recensione e che tu la veda lo stesso, anche se è passato un po' di tempo da quando hai pubblicato. Spero anche di rivederti presto.
Alla prossima (spero!)
Koa




Ps. Ah, no rettifico... hai scritto anche altro e io l'ho persino letto! Spero comunque di rivederti presto.
(Recensione modificata il 12/10/2020 - 10:31 am)

Recensore Junior
23/10/19, ore 22:48

Niente da dire, questa shot mi ha rapita. Recentemente mi sono avventurata in questa sezione e, per quanto io non abbia letto molte storie di questo fandom, la tua è la prima che mi ha colpito tanto che ho pensato che una recensione fosse d’obbligo. Adoro Sherlock Holmes, in tutte le sue sfumature (libri, film, serie...). È un personaggio che rapisce perché malgrado la sua eccentricità e la sua freddezza spietate, egli sa essere profondamente umano.
La tua storia è una bellissima introspezione di questo personaggio tormentato, la cui genialità è, allo stesso tempo, dono e maledizione. Bellissimo questo suo conflitto interiore che lo tiene in bilico tra il sonno e la veglia e che lo sbalza nei ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza. Stupenda la scena del cottage, ho sorriso leggendola. Altrettanto stupenda la scena dello schiaffo, un gesto drastico ma necessario, anche se inutile (forse). Sherlock non può cambiare ciò che è e non sarà quello schiaffo a mutare la sua natura, ma quello stesso schiaffo rappresenta anche tutto l’amore di suo padre, la sua frustrazione per non essere stato capace di dar sollievo allo spirito afflitto di Sherlock.
Insomma ti assicuro che questa storia è un gioiellino, davvero ben riuscita.
Complimenti ancora!