Ciao, scusami per l'attesa.
Ho scelto il tuo profilo perché dando un'occhiata avevo scorto questa shot, e finora non avevo letto nessuna storia con questa coppia. Non bazzico molto spesso nel fandom, e finora avevo letto solo johnlock.
Ad attrarmi subito è stata l'introduzione, o meglio dire il piccolo estratto dal testo. La prima cosa che ho pensato è che la storia trattasse della relazione complicata tra John e Mary, della difficoltà di John di perdonarla, dei dubbi e delle nuove certezze a cui Rosie lo ha costretto.
Immagina quindi la mia sorpresa quando ho capito che il personaggio POV era Mary.
E, altra delizia, la storia è scritta in seconda persona. Ora, io e la seconda persona ci conosciamo davvero da pochissimo tempo, e devo ancora imparare a padroneggiarla, ma se c'è una cosa certa è che sia una bestia difficile da domare, per l'appunto. Quindi ti dico subito che sei stata davvero brava a non rendere il testo pesante, troppo carico o troppo "meccanico". Il rischio della seconda persona, secondo me, è proprio la possibilità di rendere tutto impersonale quando si tratta di descrivere movimenti e azioni, oppure di rendere i pensieri troppo pressanti, soffocanti, e di perdere quindi il contatto con la realtà e la trama di conseguenza.
Invece ho notato con piacere che, sin dalla prima battuta, usi la seconda persona con leggerezza, dando vita non a un narratore esterno ma a una coscienza (in questo caso di Mary) che dialoga con la Mary personaggio (non so se si capisce quello che voglio dire >.<). Una coscienza dolce, premurosa, che aleggia invece che ammorbare, che non prende mai il sopravvento sulla scena. Questo anche grazie a un lessico semplice, fatto di sentimenti semplici e di sensazioni chiare, visive.
Ogni piccola azione suscita una sensazione in risposta (come la mano della piccola Rosie che cerca quella della madre, ad esempio, di una dolcezza spiazzante) e in questo scambio azione/sensazione, la os arriva alla fine con fluidità, dando al lettore la giusta dose di retrospezione e introspezione.
La cosa che mi è piaciuta di più è il modo in cui hai saputo tratteggiare lo spirito di Mary, quello materno innanzitutto. La frase che hai inserito nell’introduzione, appunto, è bellissima, perché segna quell’ambiguità che penso appartenga a ogni madre: la bellezza e la paura di essere madri. Inoltre ho sempre pensato che la maternità in qualche modo stonasse con questa donna, abituata alla vita dura, e che quindi lei per prima dovesse abituarsi all’idea di un essere che dipende totalmente da lei e che richiede solo il meglio, la parte migliore di un genitore. Questo ha reso Mary, anzi l’ha obbligata a cambiare, ad accettare finalmente quella nuova vita, a sopprimere il suo passato. Non a cancellarlo, perché è proprio per Rosie che quel passato lei deve ricordare in modo da non sbagliare più, ma ha imparato, deve imparare, a non farsi più trascinare da esso, non deve più negarsi la felicità perché è dalla felicità che si può generare altro amore. Mary, attraverso Rosie, riesce finalmente a perdonarsi.
Va da sé, poi, che sei stata talmente brava a mantenere l'IC del personaggio che non hai neanche dimenticato di caratterizzare e richiamare all'attenzione del lettore anche l'altro aspetto del personaggio: il suo lato più oscuro, i suoi segreti, l'aspetto più negativo. E, altra cosa, del modo in cui attraverso Rosie e con la scusa di Rosie, parli della storia d’amore tra lei e John: il motivo per cui quella creatura è nata, ma anche il frutto di un amore che attraverso cui questo amore viene consolidato.
Altra cosa che ho apprezzato tantissimo è l'esaltazione delle affinità con Sherlock: questi due personaggi, seppure il secondo abbia sempre mantenuto un certo distacco, si sono sempre capiti in un modo che forse a John per primo era precluso. In un certo senso anche loro avevano una relazione, segnata soprattutto da ciò che avevano in comune: l'acume sveglio e vivace e una tendenza a rifuggire gli affetti. Entrambi tendono al segreto, alla riservatezza, a lavorare da soli; entrambi hanno un modo particolare di amare.
Sono felice che questo aspetto sia stato messo in evidenza, perché è uno dei quei particolari che io ho apprezzato anche nella serie.
Confesso che il titolo non mi è piaciuto, è l’unica pecca in una storia davvero molto bella. Ma credo che sia questione di gusti, alla fine.
Ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio per aver creato uno squarcio così tenero su questo personaggio.
A presto! |