Un ispirato testo di natura epistolare, il quale avviene una sorta di innesto tra autrice e lettore, (o viceversa???) un esternare in forma scritta dove l'amore per la scrittura e la gran voglia di condividere primeggiano sensibilmente. Il componimento si rivela fin da subito per quello che è, oltretutto nella sua brevità riscontro tocchi di classe ovunque. Grazie ad una scrittura appassionata e diretta, mai banale, il testo riesce a stringere insieme mondi diversi e distanti. Giusto per insistere ancora, la riuscita della pubblicazione ha come complice la scelta dello stile che come già detto è di tipo epistolare, un filtrare la scrittoria passione e al contempo sentimenti. Analizzando "Una lettera ad un sconosciuto" nonché diverse pubblicazioni precedenti, secondo me, si avverte tra i tanti aspetti un’eco ovattato e lontano di recondite emozioni, belle e meno belle.
Bene, adesso mi soffermo sul sul seguente passaggio:
- - - Penso spesso, quando scrivo una storia, a colui/lei che la leggerà. E mi chiedo: la leggerà con la sua voce o mentre i suoi occhi scorrono sulle parole, sentirà le parole con una voce che gli piace? Magari quella del suo attore preferito o di una persona cara. Avrà la mia stessa cadenza e interpretazione o sarà. - - -
Desidero rispondere al tuoz quesito, senza fare riferimento a letture di altri autori o altre autrici, (in proposito, spesso leggo la qualunque con la mia voce oppure con la voce di Luca Ward, il mio doppiatore preferito oppure Stefania Patruno, la mia doppiatrice prediletta) ma ponendomi semplicemente sui tuoi lavori.
Quando ti leggo, immagino la tua voce, una voce generalmente chiara, dalla squisita cadenza "nordica". Nei lavori malinconici, immagino la tua voce decisamente scura ma affabile e confidenziale. Oh, naturalmente senza perdere la friulanità.
Riguardo il passaggio:
- - - Mi piacerebbe rompere la quarta parete, e riuscire a parlarti, proprio come ora, a raccontarti qualcosa come se fossimo faccia a faccia, seduti davanti ad una tazza di caffè o a una birra gelata, come preferisci. - - -
La quarta parete col sottoscritto, l'hai rotta spesso nei lavori autobiografici o comunque personali. Un "barare" (inteso come bar) senza barare in quanto immagino il tuo spazio come un bar accogliente e sincero come l'acqua Dolomia (faccio pubblicità occulta! Ahhahaha!!!!) ove poter bere e dialogare.
Caffè o birra? Forse non lo sai: piglio sempre un bel Mojito! Sai, oltre a ritenerlo il mio cocktail preferito, c'é da dire che il suddetto acquisce per me una gradevolezza sia al palato e sia allo spirito. Non esagero a dirti che il Mojito lo considero nettare degli Dei, dandomi una gran carica durante le conversazioni.
Infine, focalizzandomi sulla chiusa della lettera:
- - - Quando scrivo, scrivo qualcosa che mi piace scrivere, qualcosa che mi rappresenta, ma penso anche a te, che leggerai le mie parole e mentalmente ti ringrazierò in anticipo.
Ti saluto sconosciuto, è stato bello scriverti. - - -
Allora é un pensarsi o pensarci a Vicenza. Emh, scusa a vicenda. :D
Scrivi sempre tutto ciò che desidera il tuo cuore o comunque tutto ciò che ti suggerisce il tuo animo narrativo/poetico. Te lo meriti e te lo devi.
Grazie per il ringraziamento, a mia volta ringrazio te col ringraziarti ringraziandoti.
Ti saluto con la mano che sventola e con la bandierina verde che sventola sopra il tetto di casa tua.
Un abbraccio con tante CI! |