Settima classificata al contest "My beloved villain"
Grammatica e stile: 8,6/10 (4,1 grammatica + 4,5 stile)
Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.
Hai la tendenza a inserire il punto fermo dopo un discorso diretto anche quando questo viene chiuso da un altro segno d’interpunzione (punto di domanda, punto esclamativo); in questo caso, non è necessario inserire il punto fermo fuori dal discorso diretto, in quanto c’è già un altro segno d’interpunzione a chiusura della frase all’interno. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il testo).
”Arrendendosi ai pesanti anelli che le brandivano i polsi, poggiò la testa contro la parete bagnata” ---> ”brandire” ha il significato molto specifico di “impugnare con forza ed energia un’arma o altro oggetto alzandolo o agitandolo in atto di minaccia o di offesa” o, in senso figurato, di “vibrare, tremare, scuotersi”: non è, quindi, adeguato al contesto in cui è utilizzato. Sarebbe stato più corretto usare ”ghermivano”, o un sinonimo. (-0,1)
”Temeva che le persone che amava avessero spirato dinanzi ai suoi occhi, senza che lei potesse impedirlo.” ---> ”avrebbero spirato”. (-0,2)
”Doveva essere ormai giorno quando un fragoroso frastuono la svegliò, simile al rumore di una porta che viene improvvisamente sprangata.” ---> ”sprangare” ha il significato di “chiudere”, mentre qui si voleva esprimere il concetto opposto, quindi sarebbe stato più corretto utilizzare “spalancata”. (-0,1)
”Pianse come, da bambina, lo stesso uomo la spinse a terra e abusò delle sue viscere, con tutta la veemenza che possedeva.” ---> come quando, refuso.
Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere pulito e lineare, con frasi brevi e scorrevoli. Prediligi periodi corti, senza troppe subordinate e hai un modo di scrivere asciutto e immediato che ben s’addice ai toni della storia che hai deciso di presentare. Hai una buona padronanza del lessico: utilizzi termini ricercati e variegati, e il loro sapiente accostamento con gli aggettivi crea delle immagini d’impatto e incisive; tuttavia, non sempre quest’utilizzo del lessico è appropriato: come segnalato sopra, alcune volte usi dei termini che non sono corretti per il contesto in cui li inserisci, e questo tende a rendere la lettura un po’ confusa. Queste imprecisioni, tuttavia, sono molto rare, quindi in linea generale hai un modo di scrivere pulito ed elegante, che risulta, nell’insieme, molto piacevole. Hai un buon uso della punteggiatura, che predilige punto fermo e virgole, mentre rari sono gli altri segni d’interpunzione, che tuttavia sono utilizzati in maniera corretta, dimostrando che padroneggi bene la punteggiatura e ne conosci l’utilizzo. La scelta di prediligere frasi brevi e punto fermo ha donato alla narrazione un ritmo serrato che ben s’addice alla tensione e al senso d’oppressione che la vicenda crea. L’equilibrio tra discorso diretto e parte narrata è ottimo e gestito molto bene, con dialoghi realistici e ben costruiti.
Per quanto riguarda le descrizioni, esse sono approfondite quanto basta per avere un’immagine chiara dei luoghi e degli avvenimenti. Il lettore riesce a immaginare senza alcuna fatica ciò che sta accadendo, grazie alle scelte lessicali e all’immediatezza del tuo stile di scrittura. Le descrizioni sono poche, rapide, veloci, e questo contribuisce a non rallentare il ritmo della narrazione, ma anzi a sostenerlo, mantenendo alta la tensione, senza far perdere l’attenzione sugli eventi principali.
IC/Caratterizzazione personaggi: 8,5/10
Nella tua vicenda ci sono vari personaggi, più o meno importanti: Sindy, la protagonista assoluta, Rickard, il Mostro Bianco e Derek.
Per quanto riguarda Sindy, lei è certamente il personaggio più caratterizzato dell’intero racconto. Come mi hai fatto notare, questa storia s’inserisce in una serie, pertanto poteva essere difficile inquadrare bene tutti gli avvenimenti e il lettore poteva rischiare di rimanere confuso. Non ho riscontrato questo problema: sei stata brava a contestualizzare e a presentare quelli che sono gli eventi significativi della vita di Sindy, per far comprendere a chi legge cosa sta accadendo e perché. Chiaramente, si sente che dietro c’è dell’altro, del non detto, tuttavia ciò che hai spiegato è sufficiente per avere una comprensione chiara e completa della vicenda che si sta leggendo e lascia anche la curiosità di voler approfondire quello che sembra un personaggio molto interessante. Sindy ha avuto una vita difficile: orfana, abusata, ha dovuto rinunciare al suo sogno di diventare una pattinatrice professionista, ha infine deciso di diventare poliziotta, proprio per combattere tutte quelle ingiustizie che l’hanno sempre vista protagonista. L’inserimento del flashback, in cui ci viene descritto il suo primo intervento sul campo, è significativo a tal proposito: Sindy da una parte rigetta il suo ruolo, perché il pensiero di dover sparare la disgusta, d’altro canto però la sua sete di giustizia, di aiutare il prossimo a non subire come lei ha dovuto fare è talmente forte da spingerla ad accettare la promozione. Quello di Sindy è un personaggio estremamente complesso, sfaccettato e dinamico: è una donna forte, determinata, con salde convinzioni che cerca a tutti i costi di portare avanti, ma è anche una creatura fragile, martoriata da tutto ciò che ha dovuto subire durante la sua dura e difficile infanzia, e questa sua fragilità emerge prepotentemente a tratti, anche se lei cerca in tutti i modi di seppellirla, di vincerla. Questo l’ha resa un personaggio umano, realistico e soprattutto credibile: con i traumi subiti nel passato, sarebbe stato inverosimile che lei avesse un carattere duro e inattaccabile, senza considerare che nessuno di noi è esente da punti deboli. Trovarsi faccia a faccia con l’uomo che ha abusato di lei l’ha resa fragile, ha fatto uscire fuori quei demoni con cui cerca sempre di combattere e l’ha fatta sragionare. L’ha resa, insomma, umana e di spessore. La sua introspezione è davvero ben fatta e ben gestita: si entra con facilità nella sua mente tormentata e altrettanto facilmente si riesce a provare empatia per un personaggio che si sente vicino, perché non è stereotipato né caricaturale.
Anche Derek è ben caratterizzato e ci mostri lui e il suo rapporto con Sindy attraverso un flashback che ha anche il compito di mostrarci dove, quando e come la donna abbia già incontrato il suo rapitore, nonché rappresentare un momento importante per la sua crescita personale e professionale. Hai delineato molto bene il rapporto tra Derek e Sindy, il loro volersi bene e prendersi in giro in maniera ironica e scherzosa (mi hanno ricordato un po’ Penelope e Derek di Criminal Minds). Derek è un poliziotto con più esperienza di Sindy e si pone un po’ come la sua guida, il suo maestro, seppure a volte dimostra dei modi “scorretti” di agire, come quando la manda sola nella foresta. L’uomo ha preso la donna sotto la sua ala protettrice e questo aspetto, unitamente all’affetto per lei, emerge quando le mente sulle condizioni di Rickard e quando le dice di andare via da quel luogo che per lei è carico di ricordi dolorosi.
Per quanto riguarda Rickard, lo delinei quel tanto che basta per farsi un’idea superficiale del suo carattere. Sembra un ragazzo normale, che ha reazioni altrettanto normali e naturali a una situazione di pericolo. Di lui, tuttavia, non ci viene detto abbastanza per renderlo un personaggio di spicco nella vicenda: è più funzionale alle riflessioni di Sindy e alla sua rabbia e dolore successivi, piuttosto che avere una propria autonomia.
Per quanto riguarda il Mostro Bianco, anche qui lo hai delineato quel tanto che basta per far comprendere in linea di massima la sua personalità, ma non hai scavato a fondo nella sua personalità e rimane un personaggio piuttosto di sfondo. Si comprende che abbia un legame molto profondo con Sindy e che sia stato e continui a essere la sua persecuzione più grande, ma non si pone una grande attenzione su di lui. Essendo il contest incentrato sui villain, avrei preferito leggere qualcosa di più su di lui, sui suoi pensieri nei riguardi di Sindy, sulle ragioni che lo hanno spinto ad agire, sulle sue sensazioni. L’introspezione, per quanto riguarda questo personaggio, è praticamente assente, mentre avrei preferito che ti concentrassi di più anche su di lui, proprio perché è il villain e doveva, dunque, essere centrale nella narrazione. Con questo, non voglio assolutamente dire che dovevi sacrificare il punto di vista di Sindy, o la sua centralità, ma solo che avresti dovuto rivestire di maggiore importanza anche il Mostro Bianco, che invece così rimane piuttosto piatto e sfumato.
Trama e originalità: 9,5/10
Per quanto riguarda la trama, hai creato una storia davvero interessante e avvincente, che senza dubbio riesce a tenere il lettore incollato alle righe della tua storia, smanioso di conoscere come si evolveranno i fatti, come si concluderà la vicenda. Non ho riscontrato incoerenze o “buchi di trama” e la storia si sviluppa in maniera lineare e fluida. A rompere in maniera apprezzabile questa linearità c’è il flashback: esso è inserito nel momento opportuno, interrompendo la narrazione dove ha senso farlo, e lasciando il lettore con molte domande e la curiosità di continuare a leggere, mantenendo alta la sua attenzione. Il salto temporale non ha solo il compito, come già detto, di spiegare un momento cardine della vita di Sindy, ma anche di mostrare dove lei abbia già visto il suo aggressore, pur senza disvelare troppi dettagli, lasciando quel doveroso alone di mistero necessario per non far calare la tensione e per donare dinamicità al racconto. Altro momento di tensione si ha quando il Mostro Bianco spara a Rickard e Sindy scappa: il lettore è a chiedersi con lei quali siano le sorti del suo amico, se riuscirà a salvarlo oppure no, se il Mostro Bianco ha nel frattempo infierito su di lui. Sei riuscita a creare una vicenda carica di tensione dalla prima all’ultima riga e che si conclude con un finale dolceamaro: Sindy si è salvata, ma il suo migliore amico probabilmente no, e il Mostro Bianco è riuscito a fuggire. L’unico appunto che ho da fare è che alcune parti sono risultate piuttosto sbrigative o poco approfondite (come l’introspezione del Mostro Bianco, come già detto): alcuni passaggi, se trattati maggiormente, avrebbero contribuito a rendere più completa la vicenda, mentre così alcune parti e taluni accadimenti risultano trattati troppo rapidamente, lasciando un senso di “non detto”.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia è particolare, sia per via delle tematiche trattate, che per il modo in cui sono state sviluppate. Un rapimento, in sé per sé, è un cliché dei polizieschi, ma il modo in cui lo hai gestito non lo ha reso per nulla scontato, soprattutto per via del fatto che una delle vittime sia una poliziotta e il rapitore una persona che ha con lei un legame molto stretto: il Mostro Bianco è una persecuzione, qualcosa che risveglia la fragilità della protagonista ed è capace di farla crollare, di renderla debole, in netto contrasto con ciò che di solito è e che il suo lavoro le impone. Questo, unitamente a una trama ben costruita e adrenalinica, ha contribuito a rendere la vicenda davvero molto interessante.
Sviluppo del pacchetto: 4,5/5
Nel pacchetto da te scelto, il villain deve avere una malattia psichiatrica e nella tua storia è stata rispettata questa condizione, dato che il rapitore ha chiaramente una psicosi di qualche tipo. Egli ha una chiara ossessione per Sindy, un’ossessione che lo porta a compiere delle azioni efferate nel corso della vita. È, inoltre, un pedofilo, e il disturbo pedofilico rientra nelle parafilie ed è, dunque, un disturbo psichiatrico. (+2)
L’oggetto da utilizzare era l’accetta: tu l’hai inserita nella tua storia, ma essa non ha rivestito alcun ruolo centrale o particolare. All’inizio, la prima volta che Sindy e Rickard vedono il loro rapitore, egli ha con sé un’accetta e, in seguito, Sindy immagina di voler usare quello stesso oggetto per uccidere il suo rapitore, ma l’accetta in sé non ha un ruolo attivo nella narrazione, quindi il suo utilizzo è parziale. (+0,5)
La stagione da utilizzare era l’Inverno, e tu lo hai fatto in maniera ottimale. L’intera vicenda è ambientata in questa stagione, a eccezione del flashback, e in chiusura della storia l’Inverno diviene anche allegoria dello stato d’animo di Sindy, che si congela e raffredda a seguito dell’esperienza vissuta, che le ha fatto probabilmente perdere il suo migliore amico e ha risvegliato in lei dolorosi ricordi del passato. (+1)
La frase è stata inserita in maniera ottimale nella storia ed è stata integrata perfettamente. Essa si adatta molto bene alla personalità della persona che la pronuncia, che nella sua ottica malata non farebbe mai del male a Sindy, ma anzi cercherebbe di aiutarla. (+1)
Gradimento personale: 4,5/5
Ho trovato la tua storia molto gradevole e piacevole. Ho una grande passione per le malattie psichiatriche, quindi il fatto che uno dei protagonisti della vicenda da te presentata fosse proprio uno psichiatrico ti ha certamente avvantaggiata. Hai inoltre creato una vicenda davvero interessante e accattivante dal punto di vista della trama: ero mossa dalla curiosità di sapere cosa fosse accaduto a Sindy e Rickard, chi li avesse rapiti e come (e se) sarebbero riusciti a tirarsi fuori dalla spinosa situazione in cui si trovavano. Ho molto apprezzato anche il finale non del tutto positivo (e anche qui, sono un’amante dei finali negativi o non totalmente positivi, quindi hai incontrato in pieno i miei gusti), in cui Rickard presumibilmente perderà la vita e il rapitore è scappato: ha contribuito a donare realismo alla vicenda e a renderla drammatica, nonostante Sindy sia riuscita a dormire. Realistico e apprezzabile anche il fatto che la poliziotta, vinta dai demoni del suo passato, abbia accantonato la sua professionalità e sia fuggita, come avrebbe fatto qualsiasi persona “normale” al suo posto. Come già detto, avrei preferito leggere qualcosa di più del villain e avrei preferito che alcune parti fossero più approfondite, ma tolto questo hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Punteggio totale: 35,6/40 |