Ciao carissima, eccomi qui! Scusa se ci ho messo tanto, è stata una settimana un po’ più complicata del previsto.
Ho anche finito per cambiare storia in corso d’opera, ero partita con Paint it black perché mi incuriosiva (e tuttora incuriosisce) molto, ma non ero del tutto certa che una raccolta di drabble fosse la storia ideale da recensire per l’ABC e così, rileggendo le preferenze che avevi espresso nel post, sono finita su questa OS.
Intanto complimenti per avermi fatto leggere di Dolores Umbridge XD
Reazione piuttosto comune – sì, mi rendo conto di essere piuttosto banale in questo caso – ma non l’ho mai mandata giù, siamo al punto che trovare l’autrice in altri film mi fa un po’ storcere il naso (il che mi dispiace tantissimo, perché ovviamente non ce l’ho con l’attrice, povera. Anzi, è stata bravissima a interpretarla!). Eppure, eppure… leggere della tua ship con Moody ha intrigato non poco la mia anima crack. Mi hai incuriosita, e ora che l’ho letta la prima cosa che voglio dirti è che non me ne sono affatto pentita! Anzi.
Ma procediamo con ordine (mi aiuterò con la scaletta dell’ABC).
Il titolo: già mi era piaciuto, proprio per l’accostamento di to lie/lie, senza aver letto la storia, ma arrivata alla fine è tutto un altro discorso.
“E, soprattutto, quella bugia: la bugia di un bacio mai dimenticato, la bugia da cui avevano avuto origine tutte le altre.” Ho apprezzato tantissimo questa frase, perché in pratica spiega il titolo: durante la lettura mi era scivolato fuori dalla mente, ma qui. Qui fornisci la sua esatta motivazione, è stato impossibile non ripensarci: where all the lies lie è nientemeno che in quel ricordo di un pomeriggio a Hogsmeade, in un bacio che si è finto di dimenticare preferendo quest’alternativa (molto da Serpeverde, devo dire) all’affrontare apertamente l’accaduto, un ottimo sotterfugio per evitare un confronto.
Le intro, confesso, ho il brutto vizio di saltarle; nello specifico sono tornata a leggerla ora. Partiamo dal presupposto che io per prima sono assolutamente negata, non so mai cosa scriverci; la tua non mi sembra male, forse però più “senza infamia e senza lode” che super intrigante e attira-lettori (?). Questo in generale, in realtà, perché penso che con un’OS del genere un lettore tipo me – alias, incuriosito dalle crack – entrerebbe già solo per vedere come hai scelto di muovere la coppia, mentre magari qualcuno amante del canon a ogni costo passerebbe oltre “a prescindere”. Una cosa che mi viene in mente è che gli avvisi di partecipazione ai vari contest potrebbe convenire metterli alla fine, riservando la prima riga all’introduzione vera e propria.
Sai già che apprezzo il tuo stile “semplice ma non banale”, privo di fronzoli non necessari. In questa particolare shot mi sono trovata a pensare in qualche punto che ci fossero troppe virgole, ma niente di grave (i tre quarti delle mie riletture consistono nell’eliminare/spostare virgole. Ti capisco sorella!).
Ti segnalo due punti in cui ciò che ho riscontrato non lo definirei “errore”, si tratta di preferenze personali direi. A me personalmente le frasi scritte così hanno un po’ stonato:
[quello che dicono i babbei dei nostri compagni di casa]
Non so, mi sembra che “quei babbei” suonerebbe meglio, ma non ho una vera spiegazione.
[propensione per dispetti e sfide tipico della sua natura da Serpeverde, oppure un guizzo del coraggio irriflesso dei Grifondoro]
Non mi ha molto convinta quella virgola dopo Serpeverde, mi sembra stacchi in modo troppo netto dalla disgiuntiva; io avrei o aggiunto una virgola prima di tipico, rendendo l’osservazione un inciso, o rimosso quella presente.
[prima finalmente di sbucare]
Questo non saprei davvero come spiegarlo, ma mi suonerebbe infinitamente meglio con l’avverbio posposto a “sbucare” – scusa l’osservazione abbastanza random >,<
Di seguito invece ti segnalo alcune sviste:
“... E
Credo che sarebbe più corretto rimuovere lo spazio tra i puntini di sospensione e la È iniziale;
[così alla spalle] alle
[smettila di chiamarmi, Doll] Come mai la virgola? Separa “Doll” dal verbo, la frase mi sembra più sensata senza
pub" "Amortentia sballata"
Ti sono sfuggite delle virgolette di troppo dopo “pub”
[non riuscì proprio a fare a resistere] forse hai fatto un miscuglio tra “a fare resistenza” e “a resistere”
[costatava] manca una “n”
[adesso, Dolores, non era altro che una stupida, ignorante]
La virgola dopo Dolores separa il soggetto dal predicato, andrebbe rimossa
Chiusa questa parentesi poco simpatica (ma utile, spero), passiamo alla trama!
Allora, l’ho trovata incredibile. Mi è piaciuto moltissimo, prima di tutto, come hai sviluppato il pacchetto scelto, in particolare il twist (molto adatto alla protagonista) della perdita solo fasulla della memoria!
Molto apprezzata la chicca del centauro di ghiaccio, creatura che già adesso risulta terrificante per Dolores (e no, non riesco a dispiacermi per leiXD).
Apprezzatissima anche la struttura circolare della shot, che si apre e chiude sul carillon: quest’ultimo potrebbe apparire un dettaglio, ma non lo è affatto. Esemplifica, nella tua storia, l’evoluzione della Umbridge: e sì, ammetto che così il personaggio mi risulta ben più interessante della donna che, accompagnata dal punto di vista di Harry, mi sono limitata a odiare nei libri. Tra l’altro, non avevo idea di tutti i particolari del suo passato che tu hai riportato e sfruttato coerentemente: ottimo lavoro davvero, oltre che interessante e divertente in questo senso la lettura mi è risultata anche istruttiva!
La tua resa dei personaggi mi è piaciuta. Sì, lo ammetto, all’inizio leggere di Alastor che ha una cotta per lei mi è risultato “strano”, un po’ irreale, ma la tua introspezione mette il tutto in prospettiva e lo rende anche credibile. Prima di tutto, non so molto su Moody quindi: perché no? [Non sapevo neanche che la sua Casa fosse Serpeverde, rip]
Due frasi in particolare mi hanno molto colpita:
“il rosa che aveva finito per divorare ogni altra cosa.” 100% Dolores Umbridge, in pratica. Sul serio, l’ho trovato un ottimo modo per descrivere la triste donna che è diventata. Già mi aveva positivamente colpita, a tal proposito, il fatto che la storia iniziasse proprio con una “discussione” sul colore rosa (e le sue sfumature).
Poi, “voleva affatturarla e stringerla tra le sue braccia allo stesso tempo”: ecco, questa direi che rende molto bene ciò che avrebbe potuto provare Moody ipotizzando una cotta. Infatti, trovo molto realistico che tu non ti sia limitata a farlo innamorare: nonostante la cotta, Alastor vede bene i limiti della ragazza.
In conclusione, ho trovato la shot un esperimento insolito e interessante, complimenti davvero!
Merita di finire tra le ricordate già solo per la particolarità.
La coppia è crack sicuramente, ma un elemento che colleghi questi due personaggi nel canon c’è ed è l’occhio di Moody, finito in mano a lei dopo la sua morte: ho letto la storia con questo in mente e vedere che l’hai giustamente inserito nel finale mi è piaciuto, direi che ci sta decisamente bene.
Complimenti ancora cara, hai trattato egregiamente una coppia così fuori dell’ordinario e soprattutto i personaggi che la compongono: non credevo che avrei mai letto (ma neanche trovato, in realtà) una storia fluff con protagonista nientemeno che Dolores Umbridge!
Un bacio,
Mari |