"La genialità, in fondo, è saper organizzare razionalmente la propria pazzia"
Ho letto questa frase in un articolo che mi è capitato di leggere a proposito di Annibale e mi è rimasta impressa.
Ciao Mister,
Hai preparato una drabble storica davvero accattivante su un periodo storico del passato che ricordavo molto poco, ma grazie a lei e alle utilissime note esplicative, mi hai fatto venir voglia di saperne di più, di capire come si collegano le tue righe agli avvenimenti storici.
La drabble si chiude con il nome di Cartagine, famosissima per carità, ma volevo vedere dove caspita era sulla cartina geografica. Risultato, è in Africa, odierna Tunisi praticamente.
E mi chiedo: ma come, Annibale non è sceso in Italia... dalle Alpi!?
Scopro che in tenerissima età, quando era solo un bambino di appena nove anni, il padre - altro comandante militare cartaginese molto rispettato dai punici, che però aveva perso la prima guerra punica contro Roma - lo prende e se lo porta con lui in Spagna.
Annibale in pratica cresce in mezzo alla vita militare diventando molto esperto in questo campo. Oltretutto, o soprattutto, il padre gli inculca fin da piccolissimo un odio assoluto contro Roma che gli è poi rimasto inevitabilmente addosso per sempre.
Chissà, vuoi per convinzione personale, vuoi per vendicare il padre, vuoi che come condottiero e comandante cmq ci prendeva perché aveva la testa di saper organizzare e trasformare in realtà le sue (pazze o improponibili) idee, fatto sta, che dalla lontana Spagna lui ha guidato i suoi uomini fino al sud Italia passando Pirenei, Alpi, e quant'altro. E lo ha fatto in tempi anche rapidi volendo vedere. Leggevo che la fama del suo nome lo precedeva sui campi di battaglia tanto da essere quasi considerato un dio terrestre, capace di 'forzare la roccia dei valichi e portare sui monti addirittura gli elefanti'.
Nei primi anni di questa lunga guerra, lui è sceso in Italia ed ha bastonato di brutto Roma imperiale con importantissime vittorie, e ci è riuscito anche grazie al suo saper legare con le popolazioni contrarie a Roma, i Galli su tutti, ma non solo.
Il problema (per lui), però, è che non è successivamente riuscito a riscontrare questa importante collaborazione una volta arrivato nel sud Italia. Una memorabile vittoria in Puglia, ma poi la ruota ha smesso di girare a suo favore.
Come ci hai fatto notare, qui, trova scarso aiuto militare dai locali, ma calcolando il pregresso, forse è la piega amara che ha preso il suo percorso, più che un atteggiamento azzardato.
Cioè, non è come chi ha cercato di marciare su Mosca che forse poteva arrivarci per tempo a considerare che l'inverno, là, è un tantino impervio e massacrante; Annibale invece era sceso in picchiata vincendo su tre quarti d'Italia, pure in poco tempo, presumo non fosse così assurdo, per lui, sperare di fare altrettanto con l'ultima parte mancante.
Dall'altra parte Roma, dopo aver subito la sua terribile invasione, comincia a riprendersi, tagliandogli in tutti i modi i rifornimenti - ad esempio proprio la grande battaglia citata dove muore il fratello e un numero spaventoso di altri soldati - e infine restituendo il favore di marciare in casa dell'avversario: si dirige verso Cartagine costringendo Annibale a lasciare l'Italia in suo aiuto, ma questi perderà battaglia e guerra.
Tutto questo per dirti che hai usato associazioni molto efficaci per rappresentare Roma: prima mastino assopito (e stordito, forse, completamente in balia degli eventi mi viene da dire), poi si rivela per la grande potenza bellica che è.
Ho trovato molto interessante tutto l'argomento trattato, avevo dimenticato chi era stato Annibale, e anche in questa drabble sei riuscito a trasmettere tutta la qualità che da sempre ti caratterizza, sia attraverso le parole usate, che gli aneddoti proposti. Tutto molto efficace e d'impatto, come l'immagine della testa rotolante del fratello che sarà difficile da dimenticare.
Ora ti saluto e in bocca al lupo per il contest!
Ciao 🙂 |