Recensioni per
16 OTTOBRE 1793
di Aqua Keta

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore
11/04/22, ore 21:21

Non so se la prima recensione è arrivata, visto che erano meno di 10 parole. Per cui ripeto: WOW, storia toccante e psicologicamente molto ben costruita!

Recensore Master
18/01/20, ore 05:59

E' molto riuscito il paragone iniziale, quando Maria Antonietta mette a confronto l'ordine di cambiarsi nel suo ultimo giorno di vita con quello ricevuto quando arrivò in Francia. Anche quel lontano giorno, del resto, segnò l'inizio di una prigionia, pur se dorata e il passaggio da un ambiente familiare, semplice e, tutto sommato, felice a uno ostile, insidioso e artefatto.
Maria Antonietta si sente già morta e, infatti, non vuole specchiarsi per non vedere un cadavere e considera il suo ultimo vestito un sudario. Quelle ciocche bianche, poi, sono già un anticipo di morte.
Emblematico l'ultimo contatto umano, quello col boia: lui la perdona e lei non lo condanna, perché, in fin dei conti, fa soltanto il suo lavoro.
Complimenti!

Recensore Junior
14/01/20, ore 20:26

Ciao Aqua Keta, mi permetto di far notare che questo racconto presenta delle incongruenze cronologiche che si sarebbero potute evitare semplicemente riguardando con attenzione il cartone animato. Non  parlo soltanto dei “quattro anni d’abito da lutto” della Regina Maria Antonietta ma anche della permanenza di Rosalie a suo servizio, i mesi non si trasformano in anni con un semplice giro di penna su un foglio.
La scelta di fornire al lettore una data precisa nel tentativo di aiutarlo a calarsi meglio nella realtà storica o di fantasia di cui si sta scrivendo è giusta e valida solo se non la si svilisce immediatamente dopo con asserzioni incoerenti con ciò che si è scritto in precedenza, così facendo il lettore  si ritrova estraniato e confuso.

Altra nota dolente e la coniugazione dei verbi. Il testo ripropone spesso verbi coniugati al singolare quando il soggetto che compie l’azione è più di uno.
La forma corretta della terza persona singolare del presente indicativo del verbo fare è fa senza accento (perché errato) e senza apostrofo perché sarebbe allora la sua forma al modo imperativo.
Così come la prima persona del passato remoto del verbo mentire è mentii e non “mentì”.

Leggendo la storia ho avuto la netta sensazione che fosse stata scritta e pubblicata in maniera affrettata, mi dispiace ma gli errori sono saltati all’occhio.

Alla prossima,
Fiammetta1372
(Recensione modificata il 14/01/2020 - 08:29 pm)

Recensore Master
13/01/20, ore 20:57

Ciao Aqua Keta, Debbo dire che non immaginavo di provare tanta emozione quando ho iniziato a leggere questa bellissima storia! Un argomento già trattato a volte sembra non essere in grado di ricreare quell' atmosfera e quegli attimi di pathos e sentimento che in precedenti racconti mi avevano folgorato l' anima. Ebbene, sei riuscita nell' impresa! I miei complimenti per i dettagli storici e il linguaggio adeguato! P.S. Non erano trascorsi quattro anni dalla morte di Luigi, questa è l' unica inesattezza che mi permetto di farti notare (a meno che tu non ti riferissi ad altro). Ciao buona serata, a presto

Recensore Master
13/01/20, ore 15:10

Ciò che ha colpito di più fino all'ultimo nella regina è stata la sua grande dignità: tu l'hai resa benissimo.

Recensore Master
13/01/20, ore 10:33

Ciao Aqua Keta. Già dal titolo,da quella data,si può presagire quanto di drammatico verrà narrato. Bella nell'introduzione la citazione di Napoleone,iniziando a far calare il lettore nella storia. Il raccontare in prima persona rende tutto molto più intenso. Ho ben immaginato quello che stava succedendo e la tragicitá si esplica proprio nei piccoli gesti descritti,come quelle pezze bianche imbevute. Hai dato voce alla Regina in un modo doloroso e solenne e questa solennità ben si manifesta nel finale,quanto afferma con orgoglio di essere la Regina di Francia. Un saluto. :)

Recensore Master
13/01/20, ore 01:14

Hai ripercorso gli ultimi istanti di vita di Maria Antonietta con una narrazione drammatica e toccante.
Hai descritto ogni cosa come se fossi lì presente,con cura e dettagli veritieri.
Molto bella,complimenti.
Buonanotte.

Recensore Master
12/01/20, ore 23:46

Cara Aqua Keta, ti stai cimentando in lavori che acquisiscono via via peso con le parole che adotti e con le atmosfere che riesci a creare. Sei riuscita a calarti nelle vesti di Maria Antonietta in quei tragici momenti prima della sua esecuzione, per provare a sentire ciò che sentiva lei, per vedere cosa gli altri vedevano ancora di colei che era stata la regina di Francia. L’unica persona amica rimastale vicina è Rosalie la quale non prova pena per lei ma solo immenso dolore per la sorte che le è toccata dopo essere rimasta vedova e soprattutto dopo l’allontanamento forzato dai figli che amava infinitamente. I suoi pensieri sono rivolti a tutto ciò che è stato senza però mai vergognarsi del comportamento tenuto, rendendosi conto di non essere mai riuscita ad entrare nel cuore dei francesi e continuando a sentirsi per tutta la sua breve vita da regina come una straniera in terra straniera. Le hanno portato via tutto, l’unica cosa che le è rimasta è la dignità, quella stessa dignità che difetta alle persone che l’hanno condannata per essere quello che era e che con l’avvento della repubblica sarebbe stato solo un personaggio scomodo. Un’altra interessante prova di scrittura segno anche della tua crescita come autrice. Complimenti e a presto!

Recensore Master
12/01/20, ore 19:39

Ho avuto i brividi.
Davvero.

Era come essere lì con lei, vivere con lei quegli attimi terribili.

Ahimè, la sua preghiera non fu esaudita, il povero Louis Charles conobbe una morte indegna, raccapricciante. Non lo risparmiarono, ma almeno una figlia si salvò. Per caso, ma si salvò.

Il finale da brivido.
Complimenti.

Recensore Master
12/01/20, ore 19:36

Brava! Questa introspezione degli ultimi istanti di vita di Maria Antonietta è veramente da pelle d'oca. Lei che non fu mai accettata, che fu sfruttata, venduta, tradita resta Regina fino all'ultimo istante. Ottimo lavoro.