Arrivo a lasciarti volentieri qualche osservazione. Intanto parto dal titolo e dalla conclusione del capitolo e cioè al riferimento alla rosa, forse il più bello tra i suoi simili, che John sceglie per chiamare la figlia. Sicuramente sono impressioni personali, ma le rose mi hanno sempre comunicato emozioni diverse: senza dubbio c’è il loro mostrarsi di una bellezza unica, ineguagliabile ma che è caratterizzata, però del resto questo è in tutto il mondo vegetale e non solo, da una veloce caducità. La rosa, splendida per profumo, colore e forma, ad un certo punto comincia a lasciar cadere i petali e poi appassisce e muore. Questo mi sembra proprio la metafora della vita di Watson che, nel dare alla luce una bellissima bambina, comincia a morire. Ovvio è che per tutti è così, ma il suo “conteggio alla rovescia” ha la precisione di una triste prerogativa degli Omega.
E questo concetto tu lo trasmetti anche grazie alla precisa scelta di parole che evocano un’atmosfera triste, di malinconica consapevolezza che qualcosa di bello, come può essere una giornata soleggiata e piacevolmente illuminata e riscaldata dai raggi del sole, finisca in in tempo stabilito.“...Il sole stava finendo...Il buio si stava avvicinando...e con lui il freddo...”. Una scadenza, dunque, che pesa come un macigno sulla felicità dei coniugi Holmes e che si rispecchia nell’analoga situazione di Mycroft e Greg. Anche per quello che lo riguarda, i termini che usi per tratteggiarne un ritratto rientrano in un ambito di dolorosa consapevolezza dell’irreversibilità di ciò che era il destino degli Omega. Infatti parli del suo evidente invecchiamento precoce, con i capelli bianchi e le rughe evidenti. Addirittura Greg è già in pensione perché mancano sette anni alla conclusione della sua vita. Il concetto reso concreto anche in Lestrade, davvero s’intreccia con efficacia nella narrazione.
Ad arricchire il contesto inserisci le belle immagini, vitali e proiettate nel futuro, di Keiran e dei cugini. Trasmetti così un senso di famiglia che scalda il cuore e ci fa superare la tristezza della situazione. E poi c’è la piccola Rose, anche lei destinata a trasmettere il messaggio d’amore di John e Sh. Quest’ultimo lo rappresenti molto coinvolto, felice sì per la nascita della figlia ma soprattutto addolorato per il suo John. Ma, come dici tu, davanti a loro ci sono ancora vent’anni di vita insieme e, da come si amano, meglio venti così che quaranta arenati nel silenzio e nell’incomprensione.
Brava, alla prossima.

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Capisco la rabbia di Sherlock e, nonostante sia solo un'illusione e lo so, continuo a sperare che alla fine John non muoia perché si é trovata una cura! Sognatrice? Moltissimo xD per quanto riguarda Mycroft mi sono commossa per come si é comportato con Sherlock. Sempre pronto ad aiutarlo senza però troppo moine :)
Nel complesso é proprio un bel capitolo! Una bella storia! Una bella serie! Non vedo l'ora di leggere la prossima shot *-*
A presto

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