Recensioni per
Scelte di padri e figli
di Kanako91

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/01/20, ore 10:25

Ho un sacco di tue storie da commentare e sono indietro su tutta la linea, ma voglio assolutamente cominciare da qui.
Prima di tutto perché non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato leggerti nel fandom, e poi per Chris, di cui ancora non mi capacito ora che è passata quasi una settimana, perché per me Chris era eterno e in un certo senso lo è, grazie a quel che ci ha lasciato.
Sicuramente se non fosse per il suo grande lavoro non mi sarebbe mai passato per la mente di scrivere fanfic e chissà se avrei mai deciso di condividere la mia scrittura, per cui anche io gli sono profondamente grata e credo che tu non potessi fargli miglior tributo, per cui davvero, Kan, grazie per aver deciso di postare questa storia in questa particolare occasione.
E ora la smetto con i miei panegirici tristi e veniamo alla storia in sé, che è così densa che as usual probabilmente dimenticherò molto di quel che voglio dirti, ma tanto so dove importunarti nel caso ;-)
Innanzitutto, io li adoro entrambi. Ma tantissimo.
Elros era una vita che volevo vederlo in questa fase della sua vita, ormai re da lungo tempo e con il suo difficile (eufemismo) passato alle spalle, e qui non ho trovato niente di meno rispetto a quello che avrei voluto leggere, anzi, molto di più. A parte che trovo di una tenerezza incredibile l'idea di Elros che non aveva idea che regnare potesse essere un compito tanto difficile e magari anche noioso, dopotutto mamma Elwing doveva affrontare tutt'altre questioni... Non so, ora voglio vedere Elros nei primi periodi di regno che si destreggia con tutte le complicazioni del caso *abbraccia Elros*.
E vederlo qui, mentre scorge i segni del tempo sul proprio primogenito e si chiede se non abbia fallito con lui è qualcosa che mi ha toccata profondamente. Sia percHé risuona corde profonde in me nel rapporto genitori/figli (ok, quello in realtà vale più per Vardamir, ma ci arriviamo) sia perché la sua reazione allo scorgere i primi segni della vecchiaia sul proprio figlio e chiedersi se non avrebbe dovuto farsi da parte prima... Te l'ho già detto in altra sede, lo so, ma mi ha fatto davvero fangirlare. Perché per quanto qui i Numenoreani siano in pace con la loro condizione e accettino di buon grado il Dono dell'Uno certi sentimenti sono lì, covano soltanto sotto la cenere. È bellissimo vedere come semplicemente basta soffiare perché la fiamma divampi, non è questione di ehi, ma che gli è preso a un certo punto a quelli che non erano più contenti di tanto ben di Eru? E davvero, è meraviglioso.
Per non parlare poi delle riflessioni a proposito della mortalità, che ho sentito vicinissime e penso sarebbero le stesse mie in una situazione simile. Quindi sì, faccio tanto rumore ma poi alla fine starei a pregare con i Fedeli :P ma ok, venendo a cose serie, vedere come Elros si riferisce al proprio padre mi fa salire un magone assurdo, e forse me lo fa salire ancora di più il fatto che riesca a capire di dover lasciare libero il proprio figlio rievocando il pensiero di Feanaro. Eh sì, Elros, tu li hai vissuti sulla tua pelle i frutti di un padre ingombrante in tutto, anche nel farsi amare.
In tutto questo poi c'è Vardamir, Vardamir che mi trasmette una dolcezza e una tranquillità adorabili e la cui posizione capisco perfettamente. Dopotutto, lui ha sempre regnato al fianco del padre, non sente la necessità di avere in mano il potere. E potrei discutere a lungo anche su questo, ma continuo a virare sul personale e non è quello che voglio. In ogni caso, il modo in cui si pone con il padre e il rapporto che li lega mi fa una tenerezza assurda, e quel luccichio nei suoi occhi alla fine mi ha riempito il cuore, di qualsiasi cosa si tratti.
Ah, e in tutto questo le due mani così vicine e in cui si iniziano a cogliere i segni del tempo sono forse un piccolo dettaglio, ma è qualcosa che mi ha colpita profondamente e che continua a tornarmi in mente deltutto random qualsiasi cosa io stia facendo, per cui anche qui, direi che hai centrato il punto XD
Che poi, direi che questa è una storia fatta di dettagli, penso a Elros che guarda verso il Meneltarma e nel leggere la si può vedere, questa Numenor ai suoi albori, così pacifica e rigogliosa e grata di quel che ha e consapevole di quel che significa mortalità...
Ma ok, sto divagando tantissimo e come sempre penso di essermi persa pezzi per strada. Provo comunque a chiudere qui, ringraziandoti ancora per questa storia e per tutto.
A presto per altre vie

Mel

Recensore Junior
20/01/20, ore 11:22

Oh, Kan, quante emozioni mi ha fatto provare questo racconto!

Innanzitutto mi sento personalmente coinvolta quando si parla di genitori che devono permettere (ma che dico permettere!… invogliare, spronare, sospingere…) i loro figli a seguire la propria strada, anche quando questa si discosta dalle aspettative – ahimè, inevitabili – che essi hanno su di loro.
Ho trovato il tuo Elros incarnare perfettamente questo ruolo, compresi i sensi di colpa che nascono dal pensare di aver imposto il suo volere a Vardamir. Un Elros davvero molto umano, con la u minuscola oltre che maiuscola.

Un’altra cosa che mi ha coinvolto moltissimo sono state le riflessioni di Elros riguardo alla scelta della mortalità. Anch’io, come immagino tutti i lettori del Silmarillion, ho ragionato a lungo sulle scelte diametralmente opposte fatte dai due gemelli riguardo al proprio destino, scelte che li hanno portati a separarsi dopo aver vissuto fianco a fianco – quasi soli contro il mondo, direi – un’infanzia/giovinezza densa di esperienze drammatiche.
E, per quanto riguarda Elros, sono arrivata a darmi delle motivazioni che ritrovo in tutto e per tutto in ciò che tu racconti: la grazia dell’oblio, la possibilità di sganciarsi dal destino dei propri antenati, sono traguardi che uno brama raggiungere, in particolar modo quando ha vissuto una parte della sua vita a contatto con chi sappiamo.

Infine, le note mi hanno commosso. Inutile dire quanto il lavoro di Christopher Tolkien abbia influito sulla mia vita, da quando, un giorno di moltissimi anni addietro, ho letto per la prima volta il Silmarillion, fino a quando, poco tempo fa, ho aggiunto alla mia libreria l’ultimo volume della HoME. Ciò che per te è Numenor, per me sono le vicende legate ai figli di Fëanáro, ma il risultato è lo stesso, e quell’incendio di cui parli mi brucia ancora dentro e credo non si estinguerà mai.

Il tuo racconto è un tributo degno della persona a cui è dedicato. Grazie, Kan, per averlo scritto e per averlo condiviso.
Un abbraccio,
Los