Recensioni per
3 thing cannot be long hidden the sun, the moon and the truth
di ArwenDurin

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/04/20, ore 15:11
Cap. 3:

Uno degli elementi che arricchiscono la tua capacità di raccontare è il mettere in risalto particolari che altrimenti apparirebbero banali ma ai quali, tu, dai un’importanza singolare. Per esempio, apre il capitolo una percezione di Sh che, conoscendo bene John, dal rumore e dalla velocità dei suoi passi su per le scale capisce che il medico deve dirgli qualcosa e questo qualcosa lo rende inquieto ed agitato. Infatti, e aggiungi un altro tassello al ritratto di un John nervoso e preoccupato per il tipo di cose che dovrà dire al consulting, citando, così, anche quel “mordersi le labbra” e quello stringere la mano in modo da mettere in evidenza le nocche.
Con un’interessante “indagine” nell’animo di Sh metti in risalto la profonda inquietudine che, anche paradossalmente, il ritorno di Watson a Baker Street provoca. In effetti ci sono, contemporaneamente, in lui sia il grande sollievo nel riaverlo a casa sia, però, l’angoscia riguardante questo suo inaspettato presentarsi a lui preoccupato e nervoso.
Ovviamente, ora, la razionalità magnifica di Holmes è stata sovrastata dalla potenza dei sentimenti, perciò non c’è paura più grande per lui di veder andar via di nuovo l’uomo di cui è profondamente, ed irrimediabilmente, innamorato.
Nella sua testa, in quell’attimo in cui si prepara ad ascoltare ciò che John ha da dirgli, gli passano per la testa molti pensieri angoscianti, legati anche alla sua tossicodipendenza; netto emerge nei suoi pensieri il fatto che l’altro potrebbe fargli capire che non ha più fiducia in lui.
Hai reso molto intensa questa breve ma pesante attesa del consulting e, noi che sappiamo cosa passa per la testa di John, vorremmo tanto dire a Sh di non preoccuparsi così...
E fai rompere efficacemente l’atmosfera di sospensione, con cui è iniziato il capitolo, servendoti, come di un potente esplosivo, della fatidica domanda (“...Perchè andasti via...”) suggerita a John da Molly e che il medico fa rimbalzare crudamente verso Sh. Ed è molto coinvolgente la reazione di quest’ultimo che descrivi con lucidità. Sh è spiazzato, come ho già scritto sopra, i sentimenti non sono certo un vantaggio quando si tratta di ragionare, l’unica cosa che risalta evidente ai suoi occhi, che cercano di scoprire la verità, è che John appare diverso. Efficace l’immagine con cui hai espresso il fascino che Watson esercita nei confronti di Holmes: il suo sguardo, dai colori cangianti, ha la stessa forza di quello che rappresentano le onde del mare, che attraggono e portano con sè.
Di fronte alla confessione esplicita di ciò che John ha sempre tenuto nascosto, anche a se stesso, Sh reagisce in modo confuso, disorientato. Metti in evidenza il suo sentirsi inadeguato ad una situazione che, ormai, non ha più ragione di esistere e di valere. L’insistenza di John lo spaventa ancora di più e così si allontana, anche fisicamente, voltandogli le spalle per nascondergli lo sguardo e la sua anima.
La decisa ed appassionata irruenza di John si trova a sbattere inutilmente, come un’onda sugli scogli, contro la barriera delle paure, delle angosce ed anche, paradossalmente, del troppo amore che assediano Sh e lo confinano in un luogo lontano dalla realtà. Così fugge nel suo Mind Palace e lascia fuori l’uomo di cui è innamorato.
Intenso il parallelo tra la pioggia che scende copiosa e le lacrime del consulting. Ma inserisci un sorprendente colpo di scena: la fede nuziale, che John ha lasciato cadere sul pavimento, ora diventa come un raggio di sole improvviso che sconfigge la pioggia.
E si arriva alla bellissima scena finale, carica di suggestione e meraviglioso avatar della Johnlock, con quei due che, finalmente, si trovano e, ne siamo sicuri, non si lasceranno più.
Una storia, questa, che contiene molti elementi d’interesse, distribuiti con intelligenza in uno spazio narrativo, tutto sommato, breve.
Hai saputo suscitare forti emozioni con parole adeguate.

Recensore Master
27/04/20, ore 15:41
Cap. 2:

Secondo capitolo, cambio di POV come hai progettato.
In questo pezzo ci fai guardare ai fatti attraverso lo sguardo di John e, secondo me, questo non é semplice perché il suo personaggio non é certo semplice, nonostante le apparenze.
Efficace l’inserimento del flashback che lo ritrae al letto d’ospedale su cui c’è Sh e gli esprime il suo disappunto e la sua ferma volontà di non lasciarlo.
E qui richiami il contesto particolarmente complicato del post Reichenbach in cui la sicurezza del consulting, di ritrovare John ad aspettarlo dopo i due anni della sua “morte”, si sgretola contro le difese che il medico ha eretto per proteggerlo dopo il periodo di vuoto e di buio condensati nella muta lapide nera.
Dalle cicatrici di un dolore grande si sprigiona una rabbia che ha l’intensità dello stesso sentimento che John prova nei confronti di Sh ma che, ancora, non ha la lucidità per ammettere ed accettare. Rabbia dovuta al suo sentirsi “lasciato indietro”, al suo essere forse l’unico a non sapere del piano per neutralizzare Moriarty e la sua rete criminale. L’unico ad aver dovuto piangere davvero ed elaborare un lutto troppo grande.
Inoltre, a tutto ciò, dobbiamo considerare il fatto che lui ha voltato pagina, si sta rifacendo una vita accanto ad una donna cui è indubbiamente affezionato ma che il ritorno di Sh ha posto in discussione. Ma, e qui mi sbilancio, il senso del dovere, della lealtà verso chi gli è stato accanto e gli ha ridato fiducia nel futuro, lo hanno spinto verso una direzione opposta a quella che, non c’è dubbio, il suo cuore vorrebbe scegliere.
Per questo, il tuo rappresentarlo arrabbiato, ma molto determinato, accanto ad uno Sh vinto e sofferente, l’ho trovato molto IC. Infatti in lui combattono contraddizioni che si depositano solo di fronte al rischio reale che, questa volta, l’uomo di cui è profondamente innamorato, muoia davvero. Ma ci sono ancora molte cose da risolvere che confondono il volto della realtà. Basterebbe che lui, John appunto, accetti la verità sul legame che lo unisce al suo “coinquilino” e “migliore amico”: niente a che fare con queste definizioni, troppo semplicistiche di fronte a quello che è, in realtà, un grande amore. Questo punto tu lo esprimi perfettamente con quel lucido intervento che Sh gli oppone, per mettere a tacere l’ondata di rimproveri che l’altro gli sta riversando addosso:” Se osservassi, invece di ostinarti a non farlo, vedresti che non è così!“. Vero, parole che il consulting gli lancia addosso, che tu metti in risalto con efficacia.
Il litigio sembra farsi insormontabile perché dietro alla rabbia ed al dolore ci sono motivazioni molto importanti, per entrambi, che confluiscono nello stesso nodo, nella stessa montagna di “non detto” e di “non fatto”. Ma è la loro profonda empatia che accende “l’ombra di un sorriso” pacificatore. Un momento, questo, che hai descritto con sensibilità e rassicurante credibilità IC.
Dopo il necessario passaggio di raccordo, in cui riassumi i fatti riguardanti Mary e Rosie, passi a far entrare in scena un personaggio che fai intervenire con efficacia, proponendone una caratterizzazione che è coerente con le potenzialità insite nel personaggio dei Mofftiss. Mi riferisco a Molly. La buona, cara, generosa Molly che molte volte avrei voluto, nelle scene BBC, in cui mostra un’accondiscendenza devastante nei confronti di Sh, scuotere e ricondurre ad una presa di coscienza sul suo valore di donna, sulla sua libertà di affermare il proprio valore di persona. Ecco, l’avrei voluta vedere più spesso prendere a schiaffi ( anche morali, quelli concreti magari no) quel volto bellissimo come abbiamo potuto appurare in HLW, in una scena indimenticabile che rivela come, sotto ad un’apparenza fragile e confusa, ci sia una donna determinata ma tenuta quasi sempre nascosta e silenziosa.
In questa storia tu la fai agire appunto con quest’ultima caratteristica in evidenza perché è lei che invita John per un caffè, è lei che gli apre gli occhi sul vero volto di ciò che lega lui e Sh, fin dal primo istante in cui si sono visti per la prima volta, nel laboratorio del Barts, sotto lo sguardo divertito ma affettuoso di Mike.
Lo stesso John la scopre diversa dal solito, “una donna sicura di sè”, che affronta con chiarezza e sincerità un argomento piuttosto delicato. E scopriamo, dalle sue parole, che Mycroft si è fidato di lei al punto di confidarle i tormenti del fratello; un fatto “incredibile” come lo definisce lei stessa, che un uomo potente e criptico si sia aperto con quella ragazza così timida ed introversa.
Molto coinvolgente il modo con cui Molly porta John a riconsiderare attentamente scene ed immagini che rivelavano un qualcosa che sconvolgeva e sconvolge la formidabile intelligenza del consulting. Hai costruito il suo discorso a Watson in una sequenza avvincente di fatti che avrebbero richiesto una più attenta lettura. Ed a questo proposito, ci vengono in mente le parole che Sh gli rivolge con ironia dicendogli che lui, John, “guarda ma non osserva”. Ma ora Molly lo invita a farlo, sulla “fuga” evidente del “best man” dal matrimonio, in un momento, poi, in cui era praticamente iniziata la fase dell’evento in cui gli invitati diventavano protagonisti e potevano divertirsi. A questo proposito, indimenticabile l’ultima scena di TSOT. Poi Molly focalizza anche il ritorno dei fantasmi della droga proprio quando la coppia di sposi aveva, ovviamente, lasciando solo Sh al 221b. Bella la frase che fai dire a Molly, che praticamente è la sintesi di tutto ciò che sta succedendo:”...Tu che hai il cuore di Sherlock...”.
Descrivi, poi, uno sconvolto John che torna a casa, quella che già aveva stabilito di lasciare per tornare a Baker Street, ed il “colpo di grazia” glielo dà una foto del matrimonio in cui sono solo loro due, lui e Sh, e quest’ultimo, ora il medico non guarda ma osserva, ha negli occhi l’ombra del dolore. Rievochi il “sorriso spento” e lo sguardo particolare prima di lasciare la sala del ricevimento. Ora John è di fronte a se stesso ed alla verità che lui ha continuamente evitato di affrontare; nel suo cuore c’è Sh, è sempre stato lui. Bellissima la chiusura del capitolo, emozionante. Comunque è tutto questo capitolo che lo è.

Recensore Master
25/04/20, ore 11:21
Cap. 1:

Arrivo con ritardo ma arrivo anche da te.
Ho trovato molto efficace la scelta del titolo, citazione che non conoscevo, perché esprime un concetto affascinante e, andando avanti nella lettura, cercherò di comprenderne l’applicazione nei fatti che racconti.
Davvero interessante il tuo progetto narrativo di considerare l’argomento da tre punti di vista diversi, suddivisi in tre capitoli. In tal modo si riuscirà ad avere dei fatti con un’immagine tridimensionale.
In questa prima parte, il POV è di Mycroft, personaggio complesso e difficile da trattare per la sua personalità criptica e complessa. Qui trovo assolutamente IC il modo con cui l’hai fatto agire e pensare.
Il contesto temporale, che fa da sfondo alla tua storia, è tra i più tristi ed impegnativi da rendere con efficacia perché è caratterizzato dall’intreccio di sentimenti ed emozioni che sono seguite al ritorno di Sh dalla sua finta morte. Avvenimento, poi, che ha catalizzato contraddizioni palesi nell’impostazione dei rapporti interpersonali, è il matrimonio di John. Sappiamo benissimo tutti che, quello splendido “best man”, al fianco dello sposo, in realtà nascondeva la morte nell’animo ed il desiderio di sparire di fronte alla fine delle sue più segrete speranze. Sì, perché sono convinta che il primo ad essere stato “fulminato” dall’altro, durante il loro primo incontro al Barts, sia stato proprio Sh. Sh che poi ha rinunciato alla possibilità di far evolvere una relazione d’amicizia in qualcosa di più importante, per sacrificarsi nel silenzio ed annullarsi in una finta morte.
Qui lo ritroviamo perso in un letto d’ospedale, vittima della sua volontà di autodistruzione attraverso gli stupefacenti.
Il rapporto tra Sh e la droga è un tema complesso perché è un filo conduttore nella sua vita, che scorre spesso sotto traccia per poi riaffiorare e travolgerlo. Noi sappiamo che prima di conoscere John il consulting era sicuramente un tossico. I motivi possiamo immaginarli e la quarta Stagione ce ne ha forniti alcuni tra i più importanti, come il suo sentirsi prigioniero dei fantasmi del suo passato emanati dal contesto familiare caratterizzato da problemi terribili. Tutta questa sua volontà di autodistruzione si era placata con l’ingresso di Watson al 221b, motivo per Sh di non sentirsi più solo nè incompreso. Qualcuno dimostrava per lui interesse e senso di protezione, ridava un senso alla sua vita.l, aveva reso inutile la fuga nell’oblio della droga.
Molto ben riuscita la figura di Mycroft, in cui ha rappresentato, con efficacia, la lotta con cui i sentimenti si fanno strada nella sua maschera d’impassibilità per esprimersi in un’esclamazione di dolore di fronte al fratello attaccato a dei macchinari per monitorare i parametri vitali. Ed è in questo contesto tragico che inserisci un atteggiamento di “Mister Inghilterra” che mi riporta alla scena significativa di HLW, in cui Mycroft, dall’elicottero, capisce che Sh ha appena ucciso un uomo, Magnussen, a sangue freddo, ed intuisce che il motivo principale è John. Indimenticabile l’espressione di dolorosa sorpresa e di preoccupazione che esprime con quell’ indimenticabile “Oh, Sherlock!”. La stessa carica emotiva la ritrovo nel tuo Mycroft, cui fai esprimere quello stupore sofferente ed intenso di fronte alle condizioni preoccupanti e penose del fratello.
Accanto a lui, Sh rimane qui, giustamente, sullo sfondo, poni un John confuso e preoccupato . Mi ha molto colpito, e l’ho trovata molto IC, la frase che pronuncia davanti ad uno statuario Mycroft:”...Ma non è da solo! Ha Molly, Greg...me....”. Penosa affermazione, in quello che lo riguarda. Lui sa benissimo che il suo relazionarsi con il consulting non può essere ridotto ad una semplice e saltuaria amicizia, come niente fosse. Io ho sempre pensato che, a queste condizioni, per limitare i danni emotivi su chi è chiaramente innamorato, cioè Sh, sarebbe preferibile un taglio chirurgico. Ovvio è che anche John è preso da Sh, da anni, ma la rabbia dell’abbandono, soprattutto, lo accecano di fronte all’evidenza.
Per tornare al vero protagonista di questo capitolo, cioè Mycroft, il
modo con cui l’hai fatto agire e comportarsi, qui mi è piaciuto molto. Quel suo difendere il fratello da ulteriori “offese” causate dai sentimenti. Ma, di fronte agli occhi di John, vi legge ciò che ha attratto per sempre Sh, e cioè la possibilità di una vita diversa, di qualcuno da amare e che possa ricambiare. Brava.
Vado al secondo capitolo.

Recensore Master
23/03/20, ore 10:41
Cap. 3:

Ciao, dopo aver fallito per ben due volte il tentativo di lasciarti una recensione dal computer, mi accingo a lasciartene una da cellulare e mi scuso se sarà più scarsa. Dunque, ammetto che mi aspettavo più capitoli per questa storia e che avresti analizzato più personaggi, e invece siamo già giunti alla fine. Diciamo che mi spiace che sia già finita ecco... Sono però contenta di notare che hai usato il pov di Sherlock per il finale. Come ti ho già detto e anche diverse volte, si vede che conosci molto bene i personaggi e che hai una specifica idea di loro due. Vivono alla perfezione tra le tue mani, sempre molto IC a mio modo di vedere s'intende. Sai, mi capita spesso e specialmente di recente, di imbattermi in belle storie scritte anche molto bene, accurate, ma i cui caratteri sono molto lontani dal mio modo di percepire la Johnlock. In questo caso invece abbiamo anche idee molto simili su John e Sherlock, il che mi permette di godermi al meglio la lettura. Quindi ben fatto con questo pov di Sherlock!

Il finale interamente Johnlock è dei migliori che potessi trovare. Un bacio sotto la pioggia, un classico del romanticismo e anche molto cinematografico. Mi è piaciuto e poi questo trovarsi ma non capirsi, John che se ne va e Sherlock che lo rincorre... Bellissimo e anche molto romantico. Il resto rimane un po' tutto sullo sfondo a iniziare da Mary che c'è e non c'è (nelle tue storie lei è sempre un po' così). La sua presenza ha pesato sul passato di John e Sherlock ma non lo fa sul presente. Simbolica quasi la scena in cui John getta via la fede nuziale... Per lui ciò che lei ha fatto è troppo da perdonare. Lui ormai ha scelto Sherlock forse è vero che in passato non lo ha fatto, ma lo fa ora ed è questo l'importante.

E niente, una bellissima storia scritta anche molto bene. Spero di ritrovarti presto con qualcosa di nuovo (nel frattempo ho altro di tuo da recuperare).
Koa

Recensore Veterano
22/03/20, ore 18:21
Cap. 3:

Ciao!! Finalmente questa storia, è terminata anche sono stati 3 capitoli che nel complesso mi è piaciuta molto..
E finalmente lieto fine per Sherlock e john
Grazie mille per aver la pubblicata
A presto

Recensore Master
20/02/20, ore 15:15
Cap. 2:

Ciao, perdona il mio leggero ritardo ma ultimamente con così tanta roba da leggere non è facile rimanere in pari con le recensioni. Ci tenevo ovviamente a proseguire questa storia e quindi eccomi qui.

Devo confessarti che se c'è un genere che io amo in maniera particolare, legato alle dinamiche Johnlock, quello è proprio quel tipo di storie in cui John arriva a una certa consapevolezza. Che riguardi se stesso o più nello specifico Sherlock poco importa, amo sempre molto vedere John che capisce. Che finalmente sa la verità, perché gliela dicono, gliela fanno notare (come in questo caso, ma poi ci arriverò) oppure se capisce tutto quanto da sé. Le amo perché mi danno sempre un senso come di liberazione, dopo tanto fraintendersi, dopo anni di non capirsi e di male che si sono sputati addosso, dopo che Sherlock ancora soffre e nasconde una parte di sé, ovvero l'amore per John, finalmente John sa la verità. E questo è bellissimo, mi fa ogni volta un effetto meraviglioso. In questa storia poi, il come questa consapevolezza arriva, succede e viene sviluppata anche in un modo che ho trovato estremamente interessante.

Partendo da Molly, che poi è un po' il cuore pulsante di questo capitolo, devo dirti che io non la amo granché come personaggio. Ma non è lei in sé il problema, a parte il fatto che a me non piace proprio come caratterizza le donne Moffat, il problema è come è stata sviluppata nelle stagioni dopo la prima. Nella prima gran parte delle interazioni tra lei e Sherlock mi facevano provare pena per lei, dopo ho visto che l'hanno fatta peggiorare invece che migliorare rendendola odiosa ai miei occhi. Ma in questa storia lei hai dato un piglio che, mi spiace dirlo, nella serie proprio non ha. Lei è una persona molto attenta, fa parte delle sue tante qualità oggettive (quelle che le riconosco assolutamente). Come dici tu stessa nelle note autore, alla fine, è stata proprio lei a pronunciare una delle frasi più Johnlock di tutta la serie: sembri triste quando lui non ti guarda. Forse la scena migliore di Molly Hooper in assoluto. Non me l'ha fatta rivalutare come personaggio, questo no, ma ho apprezzato il momento che senz'altro le ha reso un po' di giustizia. In questa storia abbiamo, secondo me, una Molly leggermente migliorata rispetto alla serie. Qui lei si è liberata di tutto quello che ha provato per Sherlock ed è passata a un nuovo livello, a uno più consapevole. Quello che mi è piaciuto è che lei le cose le sa perché le ha capite da sola. Ci arriva alla svelta a comprendere Sherlock, non tutto perché se avesse intuito fin dall'inizio che la stava prendendo in giro, illudendola soltanto per ottenere qualcosa, forse il loro rapporto sarebbe stato diverso. Però qua dà prova di sapere, di aver capito cose di Sherlock che dice senza farsi troppi problemi. C'è una nota di amarezza nelle sue parole che le conferisce una maggiore profondità emotiva e introspettiva, una che tu ti limiti a sfiorare perché non è Molly la protagonista di questa storia, ma John. E infatti è su di lui che ti concentri, su come sente una verità che non ha mai voluto vedere, ma che pian piano che scopre diventa sempre più ovvia. Era ovvio che Sherlock lo amasse, lo si nota dai dettagli. Dagli stessi che Sherlock ha sempre cercato di nascondere, di evitare di mostrare. Il più lampante, come dici tu stessa attraverso la "voce" di Molly è senz'altro il comportamento di Sherlock al matrimonio. E Molly fa a John le domande giuste, lo fa da persona che conosce già la risposta. Però le dice con fermezza, facendo capire a John ciò che si è sempre rifiutato di vedere. In questa storia sta venendo fuori tutta l'amarezza di Sherlock, la sua solitudine. La scena iniziale con John e Sherlock al 221b, ci mostra come in effetti Sherlock voglia quasi cacciar via John e soltanto perché non vuole illudersi. Sa che John a fine giornata se ne andrà via, che tornerà da Mary (perché è lei che ha scelto, e non lui) e quindi è come se non lo volesse proprio accanto, neanche in un momento di bisogno. Non ci vuole una cima per capire cosa sta passando Sherlock, qual è il senso della sua freddezza, della rabbia che prova. Ma John è ottuso, non vede e non capisce. Crede di esserci per Sherlock come dovrebbe fare, crede di star facendo tutto per il meglio ma non capisce invece molto. Per spezzare un paio di lance e favore di John si potrebbe dire anzitutto che capire ciò che passa per la mente di Sherlock non è sempre facile. Perché se a molti il suo sentimento sembra ovvio, per John è impossibile arrivare a capirlo. Lo dice Molly stessa, lui lo idolatra, lo ritiene un essere al di sopra di tutto, anche delle passioni e dei sentimenti. E questo perché Sherlock dice così e John ci crede, e Sherlock è la ragione, è la verità. Lui non mente se non per altre ragioni, e quindi John ci crede. Come può, dal nulla e senza nessun segnale, comprendere da solo il sentimento di Sherlock Holmes? L'altra lancia che spezzo è perché alla fine John si è impegnato per essere un buon amico, anche dopo essersi fidanzato. Ci ha provato e ci credeva davvero in ciò che faceva, era tutto sbagliato ma non importa. L'importante è il pensiero.

Detto questo, qualcosa si smuove e io ne sono molto contenta. Ultimamente in questo fandom si annega un po' in una valle di lacrime, ho davvero bisogno di romance Johnlock. Non so se e quanta ce ne metterai, ma io non vedo l'ora di scoprirlo.
Alla prossima.
Koa

Recensore Veterano
16/02/20, ore 17:24
Cap. 2:

Ciao ho letto il secondo capitolo! Davvero bello! Finalmente john ha aperto gli occhi!
Aspetto il seguito!
E grazie mille per la storia che stai pubblicando

Recensore Master
23/01/20, ore 15:43
Cap. 1:

Ciao, saranno tre anni (se non di più) che non leggo più niente scritto da te. Ero rimasta a uno stile che, come ben sai perché ne avevamo parlato anche all'epoca (sempre se non ricordo male) che mi entusiasmava poco perché a mio avviso poco equilibrato. Noto invece con piacere che questa storia ha uno stile molto diverso rispetto a quello che ricordavo. Anzitutto la grammatica è migliorata tantissimo, si può dire che sia molto vicina alla perfezione e questa è la prima annotazione positiva che mi sento di fare. Dopo tre anni mi sembra anche normale un miglioramento, certo tu nel frattempo avrai anche fatto le tue cose. Io ero invece rimasta un po' indietro e sono rimasta piacevolmente sorpresa.

Per quel che riguarda la trama di questa storia, questo primo capitolo mi è sembrato molto interessante. A iniziare dal titolo, complesso e in inglese. Per il momento non rende bene l'idea di dove tu voglia andare a parare, ma mi è piaciuto. L'ho trovato particolare. La storia va a collocarsi in un periodo affatto facile della serie e con tantissime complicazioni. John si è appena sposato con Mary, e Sherlock sebbene non lo ammetta, si sente solo e abbandonato e in più se ne dà persino la colpa. Cioè, crede di meritarselo e che se John si sposa con Mary, è perché se lo merita dato che lo ha fatto soffrire così tanto. Io ne sono fermamente convinta. Quindi no, non è un periodo facile né che a dirla tutta è mai stato esplorato troppo dal fandom italiano, anzi davvero molto poco. Sebbene la droga come tema per le storie torni di tanto in tanto, purtroppo con Sherlock Holmes è praticamente una costante. In questo primo capitolo ne vediamo le immediate conseguenze, quello che avviene dopo insomma e a farci capire cosa sta succedendo è Mycroft. Il suo punto di vista l'ho trovato coerente col personaggio che conosciamo. Molto IC, per dirla in maniera più semplice. Di solito Mycroft viene reso nelle fanfiction in una maniera che lo ricorda poco o comunque solo in parte, qua invece me l'ha ricordato molto. Si nota che è un personaggio a cui tieni molto. Il suo punto di vista è inoltre molto interessante, il vedere soprattutto come si relaziona con John, che poi è il fulcro della storia. Ogni reazione e parola mi ha ricordato lui in tutto e per tutto, a iniziare da come giocherella con l'ombrello sino a ciò che dice e non dice a John. A un certo punto ho quasi sperato che lo afferrasse per il bavero della giacca e lo sbattesse al muro. Ma Mycroft è uno che tende a biasimare anche se stesso e non soltanto gli altri. Certo a John avrebbe fatto bene per darsi una svegliata e non credo che i toni pacati di Mycroft siano effettivamente serviti a qualcosa, non credo che John abbia la chiara idea di cosa significa per Sherlock Holmes. Di sicuro Mycroft lo sa, ma dirlo non è un qualcosa che spetta a lui. Mi è piaciuto molto il momento in cui, guardando John, si rende conto del motivo per cui a suo fratello invece piace tanto. Forse piace poco a lui, io ho sempre avuto questa impressione a dire il vero, ma senz'altro tra lui e John c'è un legame davvero fortissimo che Mycroft descrive, sebbene blandamente, in una maniera quasi chirurgica.

Come dicevo, non so bene dove andrai a parare con i prossimi due capitoli. Ma se ci saranno altri pov, certamente avremo modo di capire meglio quello che provano i personaggi e i pensieri che fanno. In ultimo un apprezzamento sulla maniera in cui hai deciso di pubblicare, apprezzo la scelta della raccolta, o comunque della storia a capitoli, perché rende meno traumatico il passaggio da un punto di vista all'altro.

E quindi aspetto l'aggiornamento, intanto metto tra le seguite.
Koa

Recensore Veterano
19/01/20, ore 23:52
Cap. 1:

Mi è piaciuto! Mycroft è consono al Canon e il momento temporale descritto, post nozze di John, è interessante. Aspetto il seguito! Grazie, ciao!