Mi mancava da matti leggere di questi due e quando ho visto che avevi pubblicato una storia nuova, mi ci sono fiondata. Ovviamente, come al solito, il tempo è tiranno e io sono una recensora pigrissima (basti pensare che dovrei DAVVERO rileggere e lasciare un parere della long sourin, ma prima o poi lo farò) e lentissima, dunque ho aspettato di essere del giusto umore e in un buon momento. Dunque eccomi.
Non mi aspettavo di leggere una cosina sulla prima volta di questi due, non in questo modo almeno. Adoro il modo delicato ed evocativo che hai donato al momento, quelle pause ad effetto, quel silenzio che durante la lettura si sente come se proprio fosse di fronte al lettore.
Makoto che, nella sua disponibilità, si rende conto che Haru non è a proprio agio e che mente perché anche lui, proprio come l'amico (ormai amante), vuole renderlo felice, vuole fare qualcosa per lui e per quel rapporto che dura fin da piccoli e che, si percepisce, è cresciuto con il tempo.
Era da tanto che non leggevo qualcosa di tuo e devo dire che questo distacco dal tuo stile, nel ritornare a leggerne, mi era mancato un sacco. Lo stile è migliorato, ma una delle cose che preferivo rimane: la profonda connessione tra parole e immagini, ma anche – e soprattutto – i sentimenti che provano i personaggi, anche senza esplicitarli, anche solo con una parola ben messa o una pausa studiata.
E nulla, probabilmente mi fionderò a leggere anche l'eruri. Alla prossima. **