Recensioni per
Una fotografia senza nome
di milla4

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/02/20, ore 15:46

contest: Personaggi random per situazioni random, di Setsy
milla4 con:  Un fotografia senza nome

grammatica: 2.50/5
qualcun altro,; stando – doppia punteggiatura
non ce n’è bisogno» Peel  - più volte hai dimenticato il punto alla fine della frase. Questa non continua, Peel non è lo stesso soggetto che parlava prima
ahimé, - ahimè
cercando Il Pincipe Albert = Principe, errore di battitura
Ma se la Nostra Regina  - non serve scrivere nostra con la maiuscola
mentre l’aristocrazia di aveva l’abitudine – dopo il “di” devi aver dimenticato di scrivere Londra, o d’Inghilterra, presumo
risolute lezioni di sull’essere  - il “di” non serve
d’aria- né vicino alle finestre –  Va sempre usato il trattino dei caratteri speciali ― e comunque lo stesso, quando è doppio
rassenerò -  rasserenò
ai caraibi = Caraibi
Ma certo, mio signore – Durante tutta la storia hai usato la maiuscola reverenziale (scelta più che legittima, nel contesto) quindi andava usata anche qui
spasmodicamente un’ uscita – dopo l’apostrofo non serve lo spazio
«Ve la sentitre dirmi cosa – sentite di dirmi cosa
il volto raggrinzito di sua zia era esasperato e mostrava tutta la sua contrarietà, colpendola con un piccolo tocco del prezioso ventaglio = qui purtroppo il soggetto era ancora il volto, come se a usare il ventaglio fosse esso
Sull’emigrazione delle oche vattelapesca – Milla, scusa se qui sorrido ^^ le oche hanno un nome bellissimo, anche se ti sei scordata di inserirne uno vero! Però c’è anche l’errore del termine: emigrazione, che invece è migrazione
alle 10 esatte; sua Maestà La Regina – dieci in cifre, e non serve la maiuscola per l’articolo prima di Regina
del titoli = titolo
sviste per le quali non sottraggo punteggio:
indirizzata verso[ ]  Ernest – varie volte c’è uno spazio vuoto. (Questi errori di battitura li conto una sola volta)
stile: 9/10
C’è stato un lavoro particolare dietro la scelta di questo stile, che da principio mi era sembrato un pochino troppo semplice vista l’epoca vittoriana, ma alla seconda lettura ho capito. Hai evitato un narratore che fosse troppo “visibile” per lasciare spazio all’espressione dei sentimenti, di tanti tipi, che sono mostrati nella tua storia. Infatti hai compiuto una scelta difficile, quella del racconto di un’amicizia parlando di una giovane donna, il che credo non viene mai fatto. Con questo hai lasciato esprimere Wilhelmina, che malgrado l’importanza sociale, non è una damigella artefatta o complessa, focalizzando la media dello stile intorno alle sue frasi, come se fosse il centro, la via di mezzo tra gli altri personaggi. C’è la sua lenta presa di coscienza che appare credibile proprio per l’uso di un linguaggio accessibile, che non varia a seconda del suo interlocutore. Più graffianti le frasi della Duchessa di Buccleuch, misurate attentamente quelle di Peel; quindi posso dire che il lessico è stato sempre adeguato. Le descrizioni di abiti ed elementi decorativi non sono mai eccessive, anzi, in una storia “in costume” ci si aspetta qualcosa di sfizioso a riguardo, e sono soprattutto dettagli giusti. Quant’è brutto quando anche con buona volontà si trovano degli strafalcioni storici… le roselline, il punto vita degli abiti da ballo, i colori adatti a sottolineare la personalità di chi li indossa, tutto ha un delicato tocco femminile ed è indovinato.
Dialoghi e parte narrata in terza persona sono ben dosati, alleggerendo i punti più “lenti” dell’azione. Non posso omettere che avrei trovato più incisivo uno stile appena più ricercato, però capisco, come detto, che è stato qualcosa di voluto per far affiorare il contenuto, i pensieri, più di far notare la loro forma.
Nella consegna manca il titolo (anche solo scritto nella mail) ed era necessario, non conoscere il titolo lascia alla storia qualcosa di incompleto…
aveva imparato di avere anche lei un punto di vista – sarebbe più corretto dire “scoperto di avere” o “imparato ad avere”. Non è un errore di grammatica, però qualcosa non torna, nella frase
IC: 10/10
Hai fatto un lavoro certosino e veramente riuscito, con questo IC. I personaggi scelti e il loro fandom, essendo reali o realistici sono molto più “normali” di quelli di finzione, quindi difficili da mostrare nelle loro caratteristiche interessanti. Invece, iniziando dalla protagonista Wilhelmina, si vede un approfondimento incredibile che permette di riconoscerla pienamente. È una ragazza deliziosa, modesta malgrado il livello sociale altissimo, timida e gentile. Non c’è la minima sbavatura nella sua resa, dal suo rapporto con gli altri protagonisti, alle sue riflessioni, al piccolo passo in avanti che compie alla fine della fiction. L’anelito di libertà che c’è in lei, egregiamente rappresentato dall’amore per l’ornitologia, vista la capacità di volare degli uccelli, si attesta comunque su una “liberazione” parziale, quella da alcuni timori, ma non ti sei fatta prendere la mano ― questa è una storia per il contest, quindi col voto per l’IC ― nell’attribuirle delle forze superiori alle sue. Dall’altra parte abbiamo Sir Robert Peel, un uomo all’apparenza burbero, ma che rivela le sue caratteristiche migliori col tempo. Qui è corretto che sia subito disponibile, perché non avrebbe motivo di opposizione con la giovane. Non è certo un uomo libertino, quindi il suo sincero interessamento paterno è così vero, esposto da te in modo chiaro e piacevole, che lo dipinge efficacemente addirittura per chi non dovesse conoscere lo show. È tratteggiato in modo romanzesco, in senso buono del termine! Non scordiamoci la vispa Duchessa di Buccleuch, una donna tutta d’un pezzo che qui non si smentisce: decide, quasi pensa al posto della nipote, ma ha anche delle belle qualità di apertura mentale e intelligenza sottile. Un personaggio spigoloso, che lascia il segno. Sir Arthur Pumblerton: giuro, milla, io questo personaggio non lo ricordo, né lo trovo nella wikia di Victoria. Ho cercato il suo nome, e credo sia una citazione da Downton Abbey. Se è così ho capito che somiglia tantissimo al vero personaggio, distratto e superficiale.
trama, sua creatività e credibilità: 10/10
La credibilità e la creatività della trama in questo caso vanno a braccetto: il fandom di Victoria è uno dei pochi “non sovrannaturali” che ho, e la fiction si trovava ad essere storica, a meno di AU molto audaci. Questo offriva poche possibilità, invece hai pensato a qualcosa di perfettamente integrato nel canone eppure tutto tuo, non una ripresa di un episodio. Il racconto ha un autentico sapore ottocentesco, e ci porta a dare una sbirciata nel mondo delle feste, del palazzo reale, ma senza mai perdere di vista la centralità dei protagonisti. Non c’è una virgola che suoni forzata, qualcosa che contraddica la storia vera, quindi hai realizzato un perfetto missing moment. Non c’è un punteggio in più, ma devo dirti che è il genere che più amo, e che trovo sia piuttosto difficile crearne uno che non sia possibile mettere in discussione. Quando si dice una pagina strappata dalla sceneggiatura. La decisone momentanea di Wilhelmina di dedicarsi all’amicizia, senza porre troppe speranze nell’amore, appare sensata e molto liberatoria, per lei. Non dico sia una storia femminista, perché per il personaggio e l’epoca avrebbe stonato come poco credibile; ma è progressista. Ti sei spostata dal centro delle narrazioni classiche laddove se c’è una giovane ragazza dobbiamo assistere alle sue tribolazioni romantiche. Sì, c’è una scena di ballo, ma infine lei non danzerà quella sera, anzi, il possibile cavaliere si allontana con disinteresse, e sarà un uomo veramente improbabile a offrirle un sostegno di altro tipo.
 Uso del prompt e coppia: 15/15
Hai fatto qualcosa di incredibile con questa coppia, credo la più sfortunata e difficile del contest, almeno tra quelle scelte. Loro sono proprio distanti e anche la storia di amicizia, ― davvero l’unica che potessi realizzare ― non aveva granché di basi sulle quali costruire. Li hai saputi lasciare IC in sé, aggiungendo una circostanza possibile, forse l’unica nella quale avrebbero fraternizzato. Come hai detto, in epoca vittoriana dare scandalo era questione di un nonnulla, quindi ti sei mossa in punta di piedi su un terreno scivoloso. Il prompt era anche contro di te! Fotografia e fiume sono dissociati; devo dire che rileggendo qualcuno è stato più difficile, anche se non l’ho fatto di proposito, ma non ti sei fatta mettere in difficoltà. Ambedue hanno avuto senso, emotivamente come il fiume, - di lacrime e vero - o come oggetto simbolo; e la fotografia, anzi, il dagherrotipo come oggetto e il “ritratto” del personaggio. Risaltano, si notano ma non troppo: se avessi parlato proprio di un fotografo sarebbe stato banale. Non nominare l’Inghilterra era un altro scoglio: forse, ma forse, ti stava per sfuggire dove hai saltato di specificare un luogo, ma non c’è… quindi non lo posso supporre, perché poteva essere Londra. Nel male, è andata bene. Questo rapporto quasi da padre e figlia è molto delicato, e davvero inusitato come argomento delle fiction, bravissima!
titolo:2/2
Il titolo è veramente splendido e poetico, e riprende il prompt che all’interno della storia è stato nominato in modo esplicito solo una volta. Non è tanto una vera stampa dell’immagine, ma un “ritratto”, in ogni senso della parola. La protagonista si sente anonima, invisibile. C’è la percezione di sé, come se fosse il riflesso di uno specchio magico che mostra la realtà, qualcosa che mostra un distacco tra la realtà concreta e quella interiore. Forse si riferisce anche all’impossibilità di dare un volto preciso al possibile futuro interesse amoroso di Wilhelmina? Come se non sapesse se e cosa spettarsi? Non ci sono spiegazioni nelle note, quindi non sono certa. Sei stata molto sottile, e l’apparente semplicità della frase racchiude tutte queste letture sottintese, restando fedele al contenuto della fiction.
gradimento generale: 2.90/3
Questa storia purtroppo ha risentito di quello che è sempre il tuo “punto debole”… la consegna senza rileggere! Mi dispiace perché è davvero fuori dal coro, soft, con un tono da autentico romanzo ottocentesco, direi. I protagonisti sono analizzati a fondo ma in punta di dita; dove c’è meno scavo è perché ti sei frenata con un forte pudore che avrebbe rispecchiato quello della tua protagonista, che è una tipica fanciulla vittoriana. Il prompt era difficile, poco “glamour”, ma non ti sei fatta bloccare da questo. Hai narrato un interludio, durante il quale si costruisce un’amicizia molto peculiare, e che non risolve e neppur nega che la ragazza abbia davanti a sé il futuro che sogna. Tutto è ben orchestrato e molto completo.
totale: 51.40/55
- eventuali malus 0

 

Recensore Master
26/01/20, ore 18:36

Ciao Milla!
Ho letto la storia in mattinata, e finalmente posso passare a recensire^^ sono così felice che tu abbia deciso di scrivere su Victoria!! Io avevo ricevuto un prompt abbinato a una coppia perfetta, ma GoT chiamava...
In ogni caso la tua storia è stata davvero bellissima! A parte la grammatica, che è un po' imprecisa, il resto sembra davvero un missing moment tratto dalla serie.
Come potrai ben immaginare la terza stagione non mi è piaciuta molto, vista la brutta fine che ha fatto il mio personaggio preferito e l'eliminazione della trama di Alfred e di Wilhelmina... sono davvero felice che tu abbia deciso di rendere giustizia a questo personaggio di cui ci hanno mostrato così poco. I suoi tormenti, la sua sensibilità... tutto è meravigliosamente IC, e per di più la passione per l'ornitologia è stato un tratto molto interessante, non ricordo se c'era già come accenno nella seconda stagione ma se è un'idea tua è stata bellissima! E le oche vattelapesca hanno il loro gran fascino... XD
Anche Sir Robert Peel è stato abbastanza IC, soprattutto per la sua sensibilità che lo distingue da molti altri politici dell'epoca. Molto comprensibile la reazione della vecchia zia duchessa, anche se è stata un po' esagerata (come in tutto ciò che fa, insomma).
Davvero complimenti, la tua versione è quasi preferibile al finale tremendo che hanno dato al personaggio!
A presto^^
mystery_koopa