Contest: Sguazziamo tra i generi - Valutazione
Grammatica: 2/2
C’è poco da dire, il testo non presenta errori. Passiamo oltre.
Trama: 3/4
A parte il finale che, a mio parere, non ha chiarito bene alcuni punti, il resto della storia mi è parso ottimo e ben scandito nei tempi. Metteva tensione e amara malinconia in un crescendo di violenza che, seppur presente in modo vivo, è stata resa con eleganza.
Per quanto riguarda il finale non mi è chiaro quando si svegli Leonard. Hai scritto che si sveglia di notte (che la sua intenzione era quella di scrivere tutta la notte, a dire il vero) allora perché, a inizio racconto, hai scritto che si è svegliato nel cuore della notte? Quanto tempo è passato tra i due risvegli? Quando si sono svolte le due vicende? Non poteva essere un sogno visto le mani sporche di sangue al suo risveglio… Questi elementi mi lasciano un po’ di perplessità.
Come finale è un po’ deludente, mi ha confusa e per questo ho trovato che non andasse ad esaltare la splendida narrazione di cui ti parlavo prima. C’è un crescendo ti tensione, di violenza, poi l’amarezza della scoperta… e infine solo confusione.
Personaggi: 2,8/3
L. è un personaggio volutamente “a metà”. Mi spiego: sappiamo poco (pochissimo) di lui, ma è tutto giustificato. L. ci appare come un’essenza, non come una persona in carne e ossa. È un individuo malato, scisso in molte personalità. Molte cose vengono accennate e poi dimenticate (esempio: “In verità, quella personalità era una delle sue preferite”; quali sono le altre personalità? Quante ne ha? Quanto è grave la sua schizofrenia? Oppure, non è del tutto delineato il rapporto tra Matilde e Leonard) eppure non stona. È una narrazione scissa e parziale come il personaggio protagonista.
Unico consiglio che mi sento di darti (motivo per cui non ti ho dato punteggio pieno) è che, secondo me, il testo sarebbe stato più completo se il narratore fosse stato in prima persona. Il narratore in questo testo è in terza persona, però si immedesima fortemente col personaggio di L. dando vita ad una “storia a metà” poiché raccontata da un punto di vista “a metà”: il protagonista è un frammento della personalità di Leonard e noi assistiamo solo ai suoi pensieri frammentati, molti elementi e presentazioni sono assenti. Secondo me questo effetto sarebbe stato molto più potente (e forse anche più chiaro e immediato) con un narratore in prima persona… Insomma, credo che saresti andata ad esaltare l’inaffidabilità del narratore inattendibile.
Stile e lessico (anche in relazione al genere scelto): 4,5/5
Mi è piaciuto molto il tuo stile e ho trovato si sposasse in modo melanconicamente perfetto con genere scelto. Unica cosa che mi ha lasciata perplessa è stato l’utilizzo di alcuni vocaboli sbagliati al momento sbagliato, ti faccio un esempio.
“Nei suoi occhi si poteva scorgere l’esatto opposto di ciò che illuminava quelli del malandrino”; siamo in un momento di estrema tensione che ti rapisce e, all’improvviso, ti trovi davanti il termine “malandrino” … Confesso che un sorriso mi è scappato. Allora, ho cercato sulla Treccani e uno dei possibili significati del termine è effettivamente “persona dalle cattive intenzioni”, però segnalava anche che “malandrino” viene utilizzato comunemente come un termine allegro e scherzoso. E in un momento simile, di estremo pathos, non ritengo ci si possa permettere di utilizzare un termine così ambiguo perché il significato più comune arriva alla mente prima di quello ragionato… Spero di essermi spiegata.
Ho trovato una svista simile anche in una battuta di L.: “Salutami Lucifero, bambola”. Anche qui, secondo me, la scelta del lessico è andata a pesare molto sul pathos creatosi nella storia; appena ho letto quella battuta mi sono sentita catapultata in un film americano tipo CSI, con L. che si mette gli occhiali da sole prima di dire quel “bambola” … Diciamo che mi è sembrato un vocabolo poco adatto per la situazione, un po’ comico.
È una svista che ho trovato anche in altri punti che ora non sto qui a segnalarti. Per il resto lo stile mi è piaciuto molto: ho amato il tuo modo di scrivere e di descrivere la malinconia delle azioni compiute da L.
Gradimento personale: 3/4
È stata una lettura molto gradevole, mi è piaciuto molto il tuo stile (anche da un punto di vista strettamente personale) e mi sono goduta questa discesa verso l’omicidio. L. (seppur riconosca essere un buon personaggio) mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Avrei preferito che enfatizzassi un po’ di più il contrasto tra lui e Leonard, che spiegassi un attimo il perché rinneghi il suo nome… Sì, i motivi si capiscono, ma sono lasciati al non-detto, quando personalmente avrei gradito un po’ di introspezione in più. Avrei gradito anche che ci presentassi un po’ meglio Leonard, invece ci hai solo accennato che è uno scrittore (credo, anche questo punto non è ben chiaro) e per il resto lo hai lasciato un po’ in sospeso. A parte questo come testo, ripeto, mi è piaciuto molto.
Stravolgimento del luogo comune: 1/6
Il nostro cattivissimo L. è un mistero vivente. È un individuo travolto dalla follia delle sue mille personalità e, per questo diventa il cattivo di turno senza volerlo. Ti ho dato un voto basso perché non hai avuto un’idea troppo originale (quindi non credo che tu abbia realmente stravolto il luogo comune… più che altro lo hai contestualizzato), ma personalmente la trovo sempre di gran classe come idea.
Sviluppo del luogo comune: 2,5/3
Il luogo comune è stato ben sviluppato. Il personaggio ci è stato presentato in maniera nebulosa e confusa esattamente come la sua mente, quindi hai ben fuso mentalità e struttura, Il criterio della scarsa originalità, però, ti pesa anche qui.
Fusione tra luogo comune e testo: 3/3
Luogo comune e testo si fondono splendidamente. Come dicevo prima, tutto il testo è una lenta discesa verso l’omicidio immotivato visto attraverso la mente dell’assassino, direi che hai azzeccato la traccia.
TOTALE: 21,8/30
Grazie ancora per aver partecipato al contest, a presto! (Recensione modificata il 08/03/2020 - 12:34 pm) |