E rieccomi!
Questa storia mi è piaciuta TANTISSIMO! Non so spiegarti cosa di preciso, ma veramente l'idea che c'è dietro è fantastica, e poi è così intrisa di psicologia!
Hai descritto solo alcuni istanti: subito prima dell'incidente, durante e subito dopo. Ma in questo breve lasso di tempo hai inserito talmente tante cose che sono rimasta a bocca aperta!
Il trauma dettato dal botto ha proiettato nella mente del malcapitato una rielaborazione della realtà, una distorsione di ciò che percepiva: lui sentiva della musica in un orecchio tramite l'auricolare e, secondo questo dato, il suo cervello ha elaborato una scena e una situazione, come facendogli rivedere un frammento di ciò che ha vissuto quella mattina. Come quando si dice che quando uno sta per morire gli passa tutta la vita davanti, invece il protagonista per fortuna è ancora vivo e gli è passato davanti solo un momento.
E poi lui che, per affrontare/superare il trauma, accende la musica e si isola… MA SONO IO XD infatti, come potrai ben immaginare, ho adorato il ruolo centrale che la musica ha ricoperto in questa storia e mi sono rivista in alcuni pensieri del personaggio.
Hai fatto benissimo a utilizzare la prima persona perché, come succede quando personifichi gli oggetti, la questione ha bisogno di un'occhiata dall'interno, è un momento in cui bisogna entrare in piena empatia col personaggio.
Ho notato, mentre andavo a recensire questa storia, che ne hai pubblicato un'altra cosuccia, quindi corro subito a leggerla *-* |