Eccomi finalmente per lo scambio a catena!
La premessa è quella che ti ho già fatto: conosco in modo molto vago il fandom, quindi al di là del ringraziarti per avermi fatto una quadra che mi consentisse di approcciarmi al meglio a questo racconto ed aver dato una sbirciata su wikipedia e simili (ho anche sguinsagliato mio fratello affinché mi desse info anche lui), non potrei mai, per coerenza, entrare nel merito di un confronto con l'opera originale e di come tu hai delineato fatti e personaggi rispetto a tutto ciò che è canon.
Fin dalle prime righe, dunque, nomini una serie di personaggi e devo ammettere che, per il modo in cui lo fai, non sento la mancanza delle conoscenze pregresse rispetto al contesto in cui sono inseriti poiché tu stessa dai qualche dettaglio delle loro impressioni (vedi Sai, che è un buon combattente, o Lao G., ormai divenuto quasi l'ombra del combattente che era tanto è vecchio, o Diamante a cui piacerebbe molto il vestito da sposa di Baby 5).
E parlando proprio di Baby 5... il sentimento che mi crea è quello della nostalgia mista a afflizione: è la moglie del Don, ubbidisce ai suoi inviti perché lui ne ha bisogno per stare più sereno ("ho bisogno di averti a casa, preferisco saperti al sicuro") eppure lei quel vestito, il simbolo delle nozze, non vuole più guardarlo. C'è molta introspezione in questo testo e io, confesso, non posso che apprezzarla: amo le descrizioni, i paragrafi destinati alle domande, ai dubbi o alle insicurezze dei personaggi.
In più, essendo la prima cosa tua che leggo, mi sento di dire che, per quanto il tuo stile sia un po' diverso dal mio (tendo a scrivere molti periodi lunghi - a volte troppo ahah -, mentre molti dei tuoi sono molto brevi), l'ho sentito comunque molto affine: hai la tendenza a ripetere pezzi di una frase, come a riprendere laddove ti eri fermata e dare qualche dettaglio in più o approfondire meglio, e a usare dei termini o dei modi di dire volti al ragionamento (sia del personaggio che del lettore che si appresta a leggere).
Per farti un esempio di quello che intendo: "Potrebbe essere la stanza di un soldato. Anche le pareti sono verde militare, un po’ più chiare del mantello di suo marito. Jora si divertirebbe ad arredare daccapo quella stanza. La dipingerebbe di mille colori, e riempirebbe con i suoi quadri ogni angolo. Chissà come si sarebbe vestita, se fosse venuta al matrimonio."
Alle volte il motivo per cui non amo le frasi troppo brevi sta nel fatto che la lettura scorre troppo veloce, dando l'impressione di non poter mai prendere fiato per davvero e si arriva in fondo con una rapidità disarmante. Nel tuo scritto, invece, questo non accade e, anzi, ho proprio avuto l'impressione di poter godere di quelle pause, probabilmente proprio in virtù della tanta introspezione e della complessità della personalità che stai dando a Baby 5, la quale risulta afflitta dalla dissonanza della sua vita. Ha tutto quello che voleva, ma in fondo le manca qualcosa.
Il paragone che mentalmente fa tra la sua storia con Sai e quella di Diamante e Trebol mi ha procurato un sorriso vagamente amaro, simbolo di quella malinconia che prende guardando una persona divenire consapevole di aver ottenuto tutto quello che poteva desiderare, ma che ci sono mille modi diversi e più profondi di avere quella stessa cosa... Quella malinconia che prende quando sai di stare bene, ma che potresti stare così meglio. E allora ripensa a quanto Diamante e Trebol non debbano parlare per riuscire a comprendersi, quanto loro due sanno dell'altro. E lì in fondo a quel paragrafo arriva una frase importantissima, con la quale concordo molto e che i piacerebbe Baby 5 riuscisse a condividerla con molta meno amarezza o giudizio: "Trebol ama Diamante, ma non ha certo bisogno di lui per sentirsi completo." e alla fine è proprio in questo che sta l'amore, no? Quando si condivide qualcosa con qualcuno non perché se ne senta il bisogno o la necessità, non perché senza saremmo persi o incompleti, ma semplicemente lo si scegli di fare perché con quella persona la vita è migliore, assume prospettive e sfumature differenti... non è un bisogno, ma una scelta verso una felicità diversa.
Dal termine di questo paragrafo in poi i sentimenti di nostalgia di Baby 5 nei confronti della sua casa e della sua famiglia prendono sempre più forma e consistenza: le manca combattere, stare in prima linea, non essere trattata come una donna di corte che nulla può se non osservare l'uomo nel pieno dell'azione stando lontana nel suo bell'abito. Quella non è lei - nessuna donna dovrebbe esserlo. I fantocci non sono sufficienti, godere dei combattimenti altrui non lo è. Ripensa alla sua flotta, ai suoi compagni di avventura, quelli dalla sua parte e quelli contro cui avevano combattuto, e io ne sento la sofferenza e l'angoscia, sento il buco che si porta appresso dovuto alla mancanza di tutto ciò che la rendevano la persona che era, tutto ciò che ora non ha più e che mai niente potrà rimpiazzare.
Niente, per il resto vado avanti, dritta fino in fondo e giuro che l'unico pensiero che mi viene in mente è di quanto la sua condizione sia così profondamente sbagliata e svilente. Tutto il suo modo di approcciarsi e ritenere di doversi comportare è così profondamente dettato dal patriarcato, così distante dal mio modo di vedere la donna nel mondo.
"Una marionetta da far girare a piacimento, tirandone i fili a colpi di ho bisogno di te. Un po’ Donquixiote, un po’ bambina abbandonata, un po’ moglie del Don se così desidera, ma dovrà giungere il momento di scegliere." e come dici: nessuno le ha insegnato a farlo.
In generale, questi ultimi due paragrafi li ho trovati al contempo toccanti e angoscianti, da una parte, e profondamente disturbanti dall'altra - per ciò che ho detto prima. Mi è piaciuta molto la conclusione con quel "non si muove" dove il suo rimanere ferma diventa il più grande movimento che potesse compiere. Mi ha lasciato un po' di speranza rispetto all'eventualità futura di dare una scossa ed un cambiamento alla sua situazione attuale, benché, per le premesse che i suoi pensieri ci hanno concesso fino a quel punto, l'impressione che ne ho avuto è quel momento sia ancora tanto lontano, così lontano che è quasi impercettibile allo sguardo.
Concludendo, devo proprio confessarti che questo racconto mi è piaciuto molto: si vede la tua incomprensione - che condivido, benché io conosca la storia molto poco - rispetto a questa scelta, alla virata che è stata fatta prendere a questo personaggio. Ho letto le tue note e "sessista" è senza dubbio il termine che userei. Si vede quanto tu sia contraria: nel corso di tutta la storia parli di tematiche profondamente maschiliste e patriarcali e io, da lettrice, ho facilmente potuto evincere quanto tu lo facessi con sguardo critico e non accondiscendente - cosa che, purtroppo, non la si può dare per scontata: tanto spesso mi è capitato di leggere racconti con delle vene sessiste senza la consapevolezza di esserlo. Il tuo racconto è critico, profondo e tanto attuale, purtroppo è attuale.
Ti ringrazio per gli spunti di riflessione, li ho tanto apprezzati - anche perché sono tematiche di cui non solo parlo volentieri, ma per le quali scendo in piazza senza pormi alcun tipo di problema: mi stanno tanto a cuore.
E in più anche per avermi fatto pensare che mio fratello probabilmente ha ragione e dovrei proprio guardarlo per davvero One Piece ;P
Alla prossima, Bongi! |