Recensioni per
Fiori del male
di Aaanatema
Ciao! Sono davvero felice dell'aggiornamento, questo capitolo è stato davvero molto intenso, non vedo l'ora di leggere l'ultimo! |
Ma... Indovina un po' quale animale notturno ha appena riletto questo capitolo, arricciando il naso con fastidio arrivata alla parte della nostra cara e adorata Adele Nerri (non sono così permalosa, l'ho accettato, sono andata avanti e sto solo vedendo la cosa in modo obiettivo, of course, ANCHE SE AVREI DOVUTO CAPIRLO, BUT), cercando anche di lasciare un parere quantomeno sensato? |
Ciao! Beh, che dire? Wow! Ma davvero fenomenale. Ricordavo l'evolversi della trama, naturalmente dato che mi era piaciuta moltissimo, ma rileggerla riveduta e corretta e farlo con la dovuta calma, è stato ancora meglio dell'altra volta. Ha sicuramente valso l'attesa (della quale non mi preoccuperei comunque). |
Il capitolo inizia facendoci avvolgere da un’atmosfera rassicurante, lasciandoci la percezione di un qualcosa di magico che si vada, via via, consolidando. C’è sì l’ombra minacciosa dell’assassina sconosciuta, ma i nostri due stanno sviluppando delle radici importanti in quella che è la quotidianità e la normalità di una vita in comune. Sullo sfondo le presenze positive della signora Hudson e di Lestrade che diventano veramente testimoni involontari di ciò che si sta esprimendo sotto i loro occhi e cioè il rinsaldarsi di un legame che ha tutte le caratteristiche della predestinazione e dell’unicità. Si rileva, infatti, la presenza di vocaboli che rimandano alla tranquillità, alla pace (“...solo quiete...quotidianità...sintonia imprevista...piacevole...” ecc...). |
Arrivo in questo secondo capitolo che si apre con una finestra spalancata sulle emozioni di Sh tra le quali comincia ad affacciarsi la presenza, per ora ancora indistinta, di un qualcosa di più di una semplice “buona impressione” ricevuta a prima vista. Hai descritto con partecipazione ciò che è dilagato nella mente del consulting, rompendo gli argini della sua asocialità, della sua estrema diffidenza nei confronti degli altri e delle relazioni interpersonali. L’osservazione che mi è piaciuta particolarmente è quella in cui precisi, ovviamente interpretando il pensiero di uno Sh frastornato e travolto, che non sono i comportamenti di John ad averlo colpito “ma John stesso”. Passaggio, questo, che ci accompagna, penso, ma non lo so chiaramente perché non ho letto il capitolo successivo, nel cuore stesso della Johnlock. Infatti uno degli aspetti più importanti ed inconfutabili di questo pairing è l’immediata ed evidente attrazione che si anima tra i due già dal primo incontro al Barts. Qui siamo in tutt’altro contesto ma l’aderenza all’IC c’è, eccome. |
Sinceramente non ricordo di aver letto la tua OS cui fai riferimento, me ne dispiace ma penso che rimedierò leggendo questa long. Comunque, infatti, mi fermo qui, nella mia ricerca di pezzi che diano il piacere della lettura e che mi riportino la magia dei due inimitabili personaggi del 221b. Mi fermo qui, da te, anche per il linguaggio prezioso che trovo e che scopro curato e corretto, assolutamente adeguato al contesto temporale, quello vittoriano, in cui hai inserito la tua storia. L’ambito in questione non è il mio preferito ma, se mi trovo di fronte un testo di qualità, vado avanti volentieri. Ed è quello che intendo fare qui; non fare caso al mio ritardo nel recensire, purtroppo non è mia abitudine seguire un preciso calendario, non ce la faccio proprio anche mentalmente, pur se penso che ci sia il più che legittimo desiderio di chi scrive di ricevere dei riscontri abbastanza vicini nel tempo. Dunque non trovo scuse, infatti non credo ci sia possibilità di un mio “ravvedimento” in tal senso. |
Ciao, mi dispiace per il ritardo, avrei voluto leggere e passare subito, ma in questo periodo va così. Ho letto comunque oggi pomeriggio e ora mi fermo a dirti due parole perché ci tengo a essere al pari coi tuoi aggiornamenti, prima di restare indietro. Naturalmente ricordavo benissimo questa parte, che è forse una delle mie preferite della storia. Questo bacio arriva in un momento inaspettato in cui il caso si ferma e il racconto quasi si siede. Sherlock e John non hanno altri omicidi sui quali indagare e il suo assassino non si fa vedere da giorni, il che signfica che Holmes e Watson vengono più che altro assorbiti dalla quotidianità, e dalla noia, che dall'avventura. La loro vita, anche quella vittoriana, è un po' scandita da ritmi altalenanti e se da una parte c'è uno Watson che, tra lettura e passeggiate, cerca di tenersi impegnato, dall'altra c'è un Holmes annoiato e profondamente irritato. è con questo clima che arriva il bacio, in un momento come dicevo anche inaspettato e, oltretutto, dopo la visita non poi così gradita di Mycroft che ha certamente alterato i sentimenti di entrambi. Mi è piaciuto come sei riuscita a riprendere alcune parti di A study in pink, specie relative alla noia di Holmes e alla venuta di Mycroft, riadattandole però a questo contesto. E quindi, Mycroft è chiaramente scocciato dal fatto che è dovuto venire sino in Galles solo per testare le intenzioni del nuovo amico di suo fratello, mentre Holmes muore di noia sul divano e si dispiace, ma allo stesso tempo compiace, del fatto di avere un amico così leale. Quella cosa del dividere i soldi di Mycroft, ho sempre pensato che fosse una scusante per quasi sminuire le intenzioni di John, ma in un tentativo di nascondere il proprio imbarazzo. In realtà Sherlock è felice del fatto che John gli sia così leale "So loyal, so quickly" per citare Mycroft. Ed è assolutamente vero. In questa storia però tu ti prendi anche il tuo tempo per spiegare perché John ha questi comportamenti e se da una parte è chiaro che è un uomo fedele e giusto per natura, che non tradirebbe mai qualcuno che lui considera come proprio alleato (un elemento importante, che va al di là dell'amicizia se si considera che vita fa Holmes), dall'altra ci rendiamo anche conto che Watson è innamorato di Holmes. Il problema dei sentimenti viene fuori più in questo capitolo, ma perché Watson e Holmes si sono diciamo fermati e la loro vita ora non è più interamente concentrata sul caso, di conseguenza hanno entrambi avuto molto più tempo per pensare. Sappiamo che entrambi sono affascinati e innamorati dell'altro, ma le cose non sono semplici e grazie al cielo che non lo sono! |
Questo capitolo mo ha fatta emozionare.... davvero tanti complimenti, non vedo l'ora di leggere il prossimo |
In quale modo posso iniziare questa recensione? |
Questa notte non riesco proprio a crollare, lo ammetto. |
Ciao, eccomi di nuovo a recensirti il secondo capitolo. Lasciami dire che mi sto davvero godendo questa versione spalmata in più capitoli, tu sai che a me era piaciuta moltissimo anche la versione in One Shot, anche perché si intuiva che era nata per essere costruita in quel modo e filava benissimo anche allora, ma rileggerla lentamente a distanza anche di tempo dalla prima volta, mi sta facendo scoprire tantissime piccole cose che sto adorando. Una di queste è sicuramente l'evoluzione dell'amicizia tra Holmes e Watson, che poi è uno dei due pilastri della vicenda. Qui in questo capitolo è passato pochissimo tempo da quando John è arrivato in Galles, conosce Sherlock da poco, eppure è evidente non soltanto che tra i due c'è una perfetta sintonia, ma soprattutto il fatto che Watson ne sia irrimediabilmente attratto. Un'attrazione fisica e mentale, quindi un connubio a dir poco perfetto. Come dicevo nella recensione di stamattina, se non è scappato davanti alla visuale di un polmone umano tenuto in una mano e del sangue ovunque, allora sono davvero perfetti l'uno per l'altro. Holmes riesce a dare a Watson tutto quello di cui ha bisogno, che non è soltanto un alloggio e del buon cibo, non è soltanto un lavoro (che per giunta è poco pagato) e per assurdo non è nemmeno l'avventura che tanto gli mancava facendo il professore universitario, secondo me il fattore più importante è il fatto che Holmes capisce John e gli dà esattamente quello che vuole. La tua scrittura è precisa a riguardo, l'introspezione che fai su John passa svariate volte da quel punto e non ho davvero potuto non notarlo. Il fatto di aver avuto molte donne, stando a ciò che dice (e gli crediamo, dato che anche qui viene soprannominato "Watson tre continenti") è un fattore relativo, vuol dire che ha tanta esperienza, ma nessuna di quelle donne lo ha mai davvero attratto. Eppure, John è stato anche fidanzato, non è chiaro se lo fosse ufficialmente, ma è invece più che evidente che Mary è stata molto importante per lui, è chiaro che lui ha creduto nel rapporto con lei ed è anche molto evidente che lei ha finito col deluderlo. C'è un minuscolo accenno a riguardo che mi ha portata a credere che ciò che è successo con Mary non fosse poi tanto diverso da quello accaduto nella serie. Forse non era un'assassina doppiogiochista, ma magari una bugiarda, quello sì. Da quanto si intuisce la fine della relazione con Mary è stata un'enorme delusione per questo John che viveva, prima d'ora, una vita noiosa e monotona. Faceva un lavoro che all'inizio aveva anche trovato entusiasmante, ma che col tempo ha finito col renderlo apatico e annoiato, John si è ritrovato a detestare le domande idiote degli studenti e di conseguenza ha finito col non amare più ciò che faceva. Anche per questo vola da Sherlock, attirato come dicevo anche nell'altra recensione, da una lettera scritta con inchiostro rosso (un particolare non da poco, a mio avviso) e anche per questo si ritrova ad amare la sua vita con Holmes. Che poi ha tutto quello che John cercava, stimolazione intellettuale (dato che comunque Sherlock è un uomo colto e intelligente), una buona dose di azione e brivido e soprattutto ha lui. Sherlock in questa storia è un concentrato di azione, ce lo descrivi come infinitamente bello, più volte John si sofferma a pensarci, ma è che un uomo dinamico e attivo e che tanto mi ha ricordato l'Holmes di Conan Doyle. Uno Sherlock che sta risolvendo più casi, quello di Mrs Hendricks e del marito scomparso e quello delle prostitute uccise. Se in un primo momento ci ritroviamo a sondare una fattoria, ora ci troviamo davanti a un bel cadavere che accende Sherlock di un'evidente frenesia. Il mistero diventa sempre più fitto, i due sono spiati e un cadavere diciamo insolito fa la propria comparsa. Segno che la situazione si sta ulteriormente complicando, i due però non sembrano darsi troppa pena a dire il vero. |
Ciao, ammetto che ieri quando ho notato questa storia tornare in cima con un secondo capitolo sono rimasta un istante di troppo spiazzata. Ti risparmierò tutte le vicende successive e mi concentrerò sul fatto che, una volta capito quello che avevi fatto, ho pensto di cancellare la recensione che ti avevo lasciato l'altra volta, che a questo punto non avrebbe avuto più senso, e ho pensato di lasciartene una da zero per questo primo capitolo. |
Ciao, come sai avevo già letto questa tua storia l'anno scorso, ma sono felice di ritrovarla perché ho potuto notare nuovi dettagli. A presto! |
Che dire. |
Mi sono completamente perso nella lettura di questo racconto. Un romanticismo straziante e una passione calda escono dalle parole quasi fossero tangibili. Vedere Watson cedere al moralismo dell'epoca prima ancora che Sherlock abbia compreso realmente che ha la possibilità di essere ricambiato e non ferito è quasi impagabile. Complimenti |