Recensioni per
Aghi
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/03/20, ore 23:27
Cap. 1:

Il condensare tutto quello che riguarda un argomento così complesso, in poche parole, è una tua capacità che si esercita soprattutto, secondo me, in una ricerca approfondita e metodica dei termini da usare e che ritrovo piacevolmente. È ovvio che, avendo l’esiguo spazio di un centinaio di parole, non ci si possa permettere di far cadere la scelta, affrettata, su ciò che non esprime in pieno il concetto desiderato.

Quindi, anche se la lettura scorre su un percorso breve, i collegamenti e le emozioni evocate, sono davvero tanti perché la caratteristica lessicale del tuo pezzo esprime qualità e abilità nel focalizzare i vari messaggi che si vogliono trasmettere.
E di messaggi, se pensiamo al matrimonio di John, ce ne sono davvero più di uno. Praticamente, nel tuo piccolo, grande testo c’è il mondo controverso della Stagione BBC che mi è piaciuta di meno, la terza.
Infatti tutto ruota attorno a quell’avvenimento che ha segnato sicuramente il distacco di Sh da John ma, soprattutto, l’evoluzione del personaggio di quest’ultimo verso una caratterizzazione che l’ha portato lontano dal “conduttore di luce” che seguiva il suo motivo di vita con gli occhi brillanti e la piena fiducia in lui.
Dunque, qui, innanzitutto, c’è, sia pur indirettamente, l’allontanamento di John verso una realtà che, probabilmente, da lui è stata scelta sia per senso del dovere nei confronti di una donna alla quale ha dato la sua promessa, sia dalla volontà, forse inconscia, forse no, di punire Sh per l’averlo “lasciato indietro” nella progettazione di tutto quello che era dietro alla rappresentazione della sua finta morte.
Già il titolo, così, crudo nella sua brevità, c’investe con una sgradevole sensazione di dolore acuto, di tormento come può essere quello relativo a questi oggetti così piccoli ma così “offensivi” nei confronti del nostro fisico. È ovvio che, secondo me, tu non ti sia riferita esclusivamente agli aghi delle siringhe che servono a Sh nella disperata ricerca dell’oblio attraverso le distanze stupefacenti, ma possono rappresentare anche la forma di aggressione che ha penetrato, sgretolandola, la sua protezione fatta di “Alone protects me”.
Aghi che diventano l’immagine dei sentimenti che hanno assediato, e poi penetrato, irreversibilmente, il cuore di Sh e la sua mente, provocando un corto circuito devastante tra la razionalità e l’umana propensione ad una socialità che rassicuri e conforti.
Un altro argomento che hai voluto inserire sono i fatti che hanno aperto, crudamente, TEH cioè la cattura di Sh durante la sua missione all’estero ed il duro trattamento cui è stato sottoposto. La violenza e la durezza di quelle immagini l’hai racchiuso in quella parola, “frustate”, che contiene in sé, senza bisogno di ulteriori approfondimenti, tutta la tragicità di ciò che ha passato Sh: l’offesa fisica, la solitudine, la necessità di resistere per portare a termine la missione. Tutto in una parola…
Poi, Londra, e l’illusione di poter lenire le ferite anche interiori riprendendo ciò che era stato interrotto e cercando, stavolta, senza più scuse o fraintendimenti, di colmare l’abisso di “non detto” e di “non fatto” per poter guardare, finalmente, il vero volto dell’ “amicizia” che era nata tra lui e John, fin da quel primo incontro al Barts.
Ma si era ritrovato, lui, l’unico consulting al mondo, a provare la giusta piegatura dei tovaglioli o a gestire la lista di invitati ad un matrimonio che avrebbe rappresentato per lui la fine di tutto ciò che aveva sperato.
Ed ecco, usare in questo modo, l’arma più letale contro se stesso, rappresentata dal dilagare dei sentimenti che hanno fatto svanire la sua capacità di agire con freddezza e di difendersi, come fossero “una bolla di sapone”. Sentimenti che gli hanno imposto il suo tentare di essere all’altezza di quanto John gli aveva chiesto, cioè di essere il suo “best man”, tortura, secondo me, più aspra e dolorosa delle frustate e delle violenze ricevute in missione.
Forse John non aveva capito niente di ciò che lui era per Sh, o forse la rabbia dell’esclusione lo ha portato a “punirlo” con il rifiuto di scendere in profondità per comprendere ciò che Sh non ha mai avuto la capacità di esprimergli. Tanto meno adesso, con una moglie di mezzo.
Altra parola molto intensa, che spicca nel tuo testo, è “nudo”, riferito al nuovo, tragico stato interiore di Sh che non ha più difese ed è completamente esposto a quello che i sentimenti, terreno assolutamente sconosciuto per lui, provocano, devastando ed abbattendo le sue “barriere”.
Un altro argomento, che tu hai focalizzato qui, con immagini che hanno la trasparenza del linguaggio poetico, è quello della sua dipendenza dagli stupefacenti. Sicuramente non un’esperienza nuova per lui ma, ne sono certa, messa a tacere naturalmente dall’incontro con John che aveva aperto la porta alla speranza ed alla scoperta di quanto potesse essere importante avere qualcuno di speciale accanto. Ma, il matrimonio, ed ecco il riaffacciarsi dei suoi demoni. Sì, perché la solitudine al 221b ora è un abisso di rimpianto, di disorientamento, di sentimenti che straziano e lasciano indifesi. Il bisogno di oblio, la corsa disperata all’autodistruzione, al silenzio del suo cuore impazzito obbligano Sh a ricorrere così a quegli aghi spietati che gli iniettano una pace illusoria e la morte.
Ho letto poche parole, da te, ma tante cose che mi hanno riportato, nostalgicamente, ad un’era che difficilmente potremo rivivere nuovamente.
Impossibile dimenticarsi di questo tuo Sh così umano, così tormentato e, comunque, bellissimo nel suo dolore, muto e devastante.
Non so quale ondata di pensieri ti abbia riportato nella S3, ma ci hai regalato una lettura che mi ha liberato tante idee che ho voluto condividere con te in queste mie osservazioni. Complimenti.

Recensore Master
16/03/20, ore 10:59
Cap. 1:

Ciao cara! Scusa il ritardo, avevo letto appena hai pubblicato ma a quanto pare non riesco proprio a recensire con puntualità. Sorry.
Come sai adoro le tue drabble e questa non è da meno.
Usi la seconda persona e per me è una scelta azzeccatissima, perché funge un po' da coscienza accusatrice e qui Sherlock sembra quasi riuscire a sentirla.
La sua pelle è coriacea, ma non è l'epidermide ciò di cui si parla. Si tratta poi di una scorza, di una barriera che l'ha sempre protetto. E a questo proposito citi la famosa frase "alone protects me" che è stato il suo motto fino ad un certo punto, ma che poi si è rivelato un inefficace pretesto per evitare di esporsi e soffrire.
Ora sa di essere coinvolto, John si è sposato, l'ha perso per sempre, è solo con se stesso e con le sue emozioni e la droga è l'unica cosa che pare dargli sollievo.
Ora quella scorza non sembra più così resistente, gli aghi la trapassano come fosse burro e rivelano tutta la fragilità del suo cuore.
Bellissimo. E completamente vero. Sherlock è così, ormai lo sappiamo bene, ma tu sei riuscita ad esprimerlo così bene e con così poche parole... bravissima!
Hai fatto come sempre un ottimo lavoro!
Ti faccio tanti complimenti.
Un abbraccio
S.

Recensore Master
06/03/20, ore 19:57
Cap. 1:

Ciao, mi sembrava fosse diverso tempo che non ti si vedeva più da queste parti e andando sul tuo profilo poco fa mi sono resa conto che era ottobre l'ultima volta che ho letto e recensito qualcosa di tuo. Sono contenta che tu sia tornata a scrivere su di loro. Sebbene il tema della storia non sia tra i più felici, questo è vero... però apprezzo tantissimo che tu sia qui e ogni tanto un po' di angst ci vuole. E poi, quando si parla di angst legato al personaggio di Sherlock, uno dei miei periodi preferiti nella serie è proprio legato al matrimonio di John. L'altro è The Lying Detective, ma vabbè... io amo il matrimonio di John, perché aiuta a comprendere meglio quelli che sono i sentimenti di Sherlock. Ne parlavamo anche ieri in un gruppo su Facebook: "Chi se ne andrebbe via prima da un matrimonio?" la famosissima frase di Mrs Hudson che, parlando della sua amica chiaramente innamorata di lei, sta in realtà facendo a Sherlock una domanda che poi si rivelerà essere chiarificatrice di uno specifico stato emotivo. Sherlock, proprio come l'amica di Mrs Hudson, se ne andrà via prima dal matrimonio di John. Per quale motivo? I Moffits non lo spiegano mai, non spiegano mai nulla che riguardi lo stato emozionale di Sherlock. Tutto è lasciato alla nostra interpretazione e quindi io mi trovo a pensare che Sherlock, innamorato di John, si è fatto da parte per il benessere di chi ama. Ha fatto da testimone, andando incontro a qualcosa che lui per primo non avrebbe mai fatto per nessun altro. Ma non solo, si è fatto da parte. E qui ci parli proprio di questo periodo storico della serie, uno Sherlock con il cuore spezzato che si lascia andare alla droga. Io sono dell'idea che Magnussen c'entrasse relativamente. Il motivo per cui Sherlock ha ripreso a drogarsi ha a che vedere con John, ha sempre a che vedere con lui. Sherlock riprende a drogarsi quindi e in sole centoquattro parole tu vai a descrivere un momento molto delicato. Forse tra i più delicati trattati in questa serie di Sherlock BBC. Come al solito ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi ritrovo con la sensazione che ogni argomento potrebbe essere sviscerato a lungo, che meriterebbe una seria e profonda analisi, ma ciò non accade mai. Sono sempre drabble le tue produzioni, e sono tutte stupende. C'entrano il punto come poche altre drabble che ho letto da queste parti... certo è un peccato che siano così brevi. Lo penso ogni volta e forse te l'ho anche già detto, ora non ricordo con precisione, chissà cosa ne tireresti fuori in storie più complesse e articolate.

In questo caso ad ogni modo... sono stata molto colpita dal termine coriaceo. Una parola che hai utilizzato più di una volta all'interno del testo. Nelle drabble queste cose pesano tantissimo e senz'altro le si notano. Un termine non troppo usato e che mi ha colpita moltissimo. Lo usi per farci capire la solidità di Sherlock. Interessante il fatto che lui ritenga se stesso più coriaceo nel fisico, martoriato più e più volte, è stato ferito e torturato... eppure pare che la sua stoffa sia resistente e che certi aspetti dolorosi del suo passato, mi riferisco alle torture principalmente, siano in realtà momenti che non considera affatto. Sono successi, ma al suo corpo non hanno lasciato nulla se non vecchie cicatrici. Il problema è il cuore, è lui a non essere coriaceo (di nuovo torna questo bellissimo e poco utilizzato termine). E questo ben lo sappiamo. In termini generali e se pensiamo al suo passato, a Victor Trevor o a Eurus assume un significato ancora più complesso e profondo, senz'altro sfaccettato, ma in questo senso ne ha uno ben preciso. Qui siamo appena dopo il matrimonio di John. E assistiamo a uno Sherlock che trova molta più facilità ora a drogarsi di quanta non ne abbia mai provata in passato. Perché? Forse perché poche altre volte ha avuto il cuore così tanto spezzato. Perché non capita sempre di avere la sensazione che un'era sia terminata, che un certo gioco sia finito. Ne è iniziato un altro, come ricorda Sherlock stesso nel discorso da testimone. Uno dei suoi momenti più alti come uomo, poco compreso ahimè proprio da John stesso. E forse è proprio questo, il non essere visto, il non essere capito davvero ad averlo portato a tutto questo. Una scena drammatica, intensa che lascia intuire tutto il suo dolore e un amore che non è stato compreso da parte di una persona che, forse, ritiene Sherlock come un qualcuno di disumano, di sociopatico. Non azzarderei simili termini se non avessi pensato, leggendo, a certi discorsi di John nella quarta stagione, ma dato che li ricordo bene... povero Sherlock! Ed è tutto ciò che mi viene da dire.

Per il resto, chiedo perdono se ho divagato un pochino con la recensione. Ma per riassumere, questa drabble mi è piaciuta moltissimo.
Alla prossima.
Koa

Recensore Junior
06/03/20, ore 08:00
Cap. 1:

Ma quanto dolore tesoro.
È bellissima.
Traspare tutta la desolazione di Sherlock che torna a casa dopo il matrimonio e l'unica soluzione possibile sono questi aghi che penetrano nella pelle e arrivano fino al cuore.
Ancora mi domando come tu faccia a trasmettere tutta questa angoscia in poco più di cento parole...

Un abbraccio,
L.

Recensore Master
04/03/20, ore 15:01
Cap. 1:

Sono felice di ritrovarti, così come sono felice di trovare una tua storia. La prossima la facciamo un po' fluff? 😂
Scherzo va bene tutto, le tue piccole poesie fanno sempre piacere ❤️