Recensioni per
Les Fleurs du Mal
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 37 recensioni.
Positive : 37
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/11/20, ore 03:47

Ciao!
Chi non dorme si rilegge...
Ti avevo detto che sarei passata sicuramente, di nuovo, a leggere qualcosa di tuo. E così ho fatto. Ed è stata decisamente una saggia decisione. Avevo notato un'altra storia (il sequel di questa shot), ma prima di iniziarla dovevo necessariamente leggere questa.
Mi è dispiaciuto? Manco un pochino.

Intanto, vorrei cominciare col complimentarmi per la stesura: sai essere pulita, articolata... Leggerti è sempre un enorme piacere. Resto incollata allo schermo, parola dopo parola, fino all'ultimo punto fermo.
Poi reputo che tu sappia entrare benissimo nella mente dei personaggi, sia in quella di Sherlock (qui dolcissimo, IC e sensibile come sappiamo è realmente. Ci hai mostrato quella parte "nascosta", il vero volto di Sherlock che forse alcuni hanno colto solo con l'arrivo della terza stagione. Anyway, qui è palese, canon e molto ben trattato).
Ma vorrei concentrarmi su quanto bene tu abbia saputo riprodurre anche un John traditore, in bilico tra il dovere... E l'amore della sua vita.
Trovo che John sia un personaggio davvero complesso, piuttosto che comune. Forse un pelino più difficoltoso di Sherlock, da rendere al 100%.
Qui l'ho ritrovato fedelissimo: il suo agire di pancia (il bacio, rifare l'amore...), il suo pentimento (per il non essere addolorato per il tradimento nei confronti di Mary, quanto dalla consapevolezza di essere "obbligato" in una situazione scomoda: famiglia, matrimonio), il suo sentirsi un verme, la consapevolezza di non meritare l'amore... La sua fragilità.
John che piange è sempre un po' una pugnalata al cuore. E qui... Ancora... Piange dinanzi a Sherlock. Ha sempre pianto o da solo o in sua compagnia, se ci facciamo caso. (Ma vabbè, dettagli).
Il suo sarcasmo iniziale... Il suo confidarsi a Sherlock. Il suo chiedergli un consiglio: succeda quel che succeda, John e Sherlock sono sempre state due persone che si amano in tutti i modi possibili e immaginabili; sia in chiave romantica che non.
E Sherlock è lì... Che non gli dice cosa scegliere, ma gli mostra le opzioni. E fa veramente, veramente male... Perché fino all'ultimo ho temuto per il peggio - confesso.
Ma effettivamente non avrebbe avuto senso, dato la trama del sequel (sono proprio un piccolo genietto, eh?).

E io... Dopo quegli ultimi due messaggi... Ho sentito il cuore sciogliersi. Davvero.
Perché ci sperano tutti. Ed è stato un bellissimo modo per chiudere il cerchio (della ff): tutto è iniziato con un messaggio... E tutto si è concluso con un messaggio.

Sto tralasciando troppe cose, ma ho davvero apprezzato ogni cosa: questa shot è stata un po' miele e aceto. Un po' zucchero, un po' amaro.
Perché da un lato abbiamo il sogno di un amore eterno... Dall'altro la consapevolezza che si tratti solo di un sogno.
O almeno così crediamo. O almeno così lo vivono i personaggi.
E quando John è andato via... Mi sono immedesimata troppo in Sherlock: l'attesa. L'ansia. La tristezza. La paura.
Ma... Stiamo parlando di Sherlock e John, dopotutto, quindi... Lieto fine.

E credo che sia meglio leggere una storia finita bene alle quattro del mattino xD
MA ATTENZIONE: c'è sempre il sequel che potrebbe confermare o ribaltare il risultato (?)

Insomma: penso che mi fionderò sull'altra storia tipo subito.

Recensore Master
02/08/20, ore 21:06

Ciao cara! Eccomi a passare con la prima recensione, scusa i miei tempi biblici. Credo di essere arrivata alla fine di questa raccolta, sono andata un po' a salti in base a come mi ispiravano le coppie e i titoli. Baudelaire è stato il filo costante di tutte queste storie ma in questo caso è stato come averlo presente fisicamente, sempre più prepotente si è inserito in ogni coppia e qui ha trovato ancora più espressione. Non avevo mai letto una storia sui signori Holmes, non so se in questa sezione ne esistono, se sei la prima ad aver scritto di loro come totali protagonisti, però è stata una storia bellissima e molto molto dolce. Baudelaire è l'autore galeotto, il signor Holmes aveva desirato parlare con lei da tanto tempo e finalmente della pioggia e un libro di poesie hanno operato il miracolo. Mi piace che non ci siano dialoghi diretti, mi piace tanto che la storia si è svolta in gran parte nella mente di lui, nei suoi desideri, nelle sue speranze, nella sua immaginazione. Penso anche siano completamente IC, la madre nella serie spicca per essere più diretta e di polso del padre, più intelligente, una madre poi che riesce a farsi "rispettare" dai suoi figli anche se loro sono ormai adulti (adesso sto pensando alla scena di quando i fratelli Holmes fumano una sigaretta e poi la nascondono, molto dolce e casilingo finalmente, sapeva di quotidianità). Tutta questa atmosfera l'ho ritrovata qui, con un signor Holmes molto molto innamorato, che vuole semplicemente sentirla parlare, che è già innamorato. È un'altra perla e io sono contenta di averla letta.
Complimenti davvero come sempre :)
A presto!

Recensore Master
21/07/20, ore 00:13
Cap. 2:

Questa raccolta è seriamente un capolavoro e ti ringrazio di farmi leggere storie di coppie a cui mai avrei pensato o a cui di solito non sono interessata. Scritte da te sono sempre un capolavoro e mi piace tantissimo come hai reso l'introspezione di Irene, sono sempre più colpita. Sarà che ho visto anche in questi giorni la prima puntata della seconda stagione, che ho rivissuto tutte le contraddizioni di questo personaggio, provando a capirla senza mai riuscirci del tutto. Mi sono piaciute tutte le metafore, le immagini che hai usato per rendere Irene vivida in maniera tridimensionale, certi oggetti che sono perfetti se associati a lei: la porcellana, le perle, la cipria. Tre elementi che mi hanno stagliato, indelebile nella mente, il suo volto e il suo corpo e il suo mondo interiore. Giuro, è come se tu avessi trovato i tre elementi che uniti creano lei, hai toccato la sua essenza. Irene è in una prigione, ha voluto giocare con un gioco più grande di lei, sappiamo bene che è molto intelligente, ma anche che non è brava a sopravvivere, non del tutto. Lo dice, "non sopravviverei sei mesi". Quindi la sua intelligenza non può nulla pare dinanzi alla forza bruta del mondo esterno. Moriarty? Lo ammirava mentalmente, di questo ne sono certa anche io, ma sono contenta che hai reso la loro relazione più di sesso che d'amore. E Irene di ciò è insoddisfatta e anche il sesso ne risente, vuole di più, vuole i sospiri d'amore e non di piacere. Sono curiosa: immagini poi per questa storia che l'amore di Irene sarebbe stato Sherlock? O in questa storia Irene conosce già Sherlock di persona e non ha provato nulla per lui? Hai detto che volevi usare uno stile diverso per ogni coppia e sappi che si è notato. Qui è più asciutto, diretto, tante frasi secche che come dardi incidono la pagina e la sensibilità del personaggio e del lettore. Davvero bravissima, ormai mi sa che mi manca poco per completare tutta la raccolta. 
Ancora complimenti :)
A presto! 

Recensore Master
17/05/20, ore 15:21

Ciao! Questa volta non mi sono buttata su altre coppie, ma sulla tua OTP, sentivo la necessità di leggere una Johnlock scritta da te e sappi che penso di aver letto una delle tue migliori. Ne ho lette tante sul tuo profilo, mi hanno sempre più appassionato quelle in cui l'atmosfera era a metà tra la realtà e il sogno, quasi un pizzico di magia, il mondo sfumato, una finestra opaca che rendeva tutto una bolla d'amore tra John e Sherlock. Qui invece c'è concreta realtà, c'è la vita quotidiana, c'è un respiro potente di solidità che mi ha sconvolto perché mi sembrava di leggere il proseguio della serie BBC. Hai preso un elemento del canon, i messaggi che John si era scambiato con Eurus e hai avuto un colpo di genio che io ho sinceramente adorato. Gli sms sono un elemento molto moderno in Sherlock e inserirli nella storia, soprattutto renderli l'inizio della presa di coscienza del loro amore... mi è piaciuto da morire. Sherlock ammette che gli manca John, quasi un impatto di follia. Chi non lo ha mai fatto? Mi hai avvicinato Sherlock Holmes umanamente, non era più il detective genio, il sociopatico iperattivo, ma un uomo innamorato che non riesce più a trattenere il suo amore e che ha bisogno di dirlo, di urlarlo, di farlo conoscere alla persona amata. Miracolo dei miracoli: John ricambia. Mi è piaciuta la differenza della descrizione dei due rapporti sessuali, la prima volta piena di passione ma quasi più lenta, disperata, nessuno dei due riesce a crederci, sta succedendo veramente, lo hanno aspettato per anni e finalmente sono l'uno tra le braccia dell'altro. La seconda volta è quasi più animalesca, un voler marchiare un possesso, un prolungare la loro unione, voler ricordare all'altro che cosa è stato e che non potrà più essere come era prima. C'è molta più "fame" la seconda volta e mi è sembrato davvero di leggere e di sentire sulla pelle una situazione che potrebbe capitare - che sarà capitata - a tante persone comuni. Sarò ripetitiva, ma mi è piaciuto da morire anche il loro dialogo. Penso tu ti sia superata, a parer mio. Hai ragione nel dire che John è un soldato e che ha bisogno di un comando, ha bisogno di eseguire. E trovo completamente IC che Sherlock voglia darsi completamente la colpa di ciò che è successo, che si rigiri nell'autocommiserazione. Hai dato una rilettura della terza stagione che dagli occhi di chi shippa John con Sherlock è altamente credibile, non è nulla forzato, anche perché a parer mio tutta la serie può avere mille chiavi di lettura e non una sola. Io mi trovo a concordare con tutto. Sherlock vergine  (forse per me non lo è più nella quarta stagione, ma quella è una stagione particolare), Sherlock che vuole dichiararsi a John una volta tornato a Londra, ma è bloccato dalla rivelazione della nuova storia d'amore di John con Mary. Il matrimonio, il cuore spezzato. Devo dire che hai spezzato anche il mio cuore con quella parte di dialogo, così come quando Sherlock gli dice che non può essere il suo amante, non potrebbe sopportarlo. Tutto troppo dannatamente IC. Più nasce la consapevolezza di Sherlock su cosa sia giusto fare più il linguaggio diventa diretto, sfrontato, ricco di parole più crude. Hai seguito una melodia che io personalmente sono stata in grado di percepire. Trovo realistica la decisione di aspettare. Cosa faremmo noi? Sceglieremmo in base alla passione di una notte? Magari alcune persone preferiscono questa via. Ma Sherlock no. Non è solo John che ha bisogno di aspettare e scegliere - il suo cuore già lo ha fatto, la sua mente non ha capito - ma anche Sherlock. Ha preso a cuore Mary e la bambina, sente profondamente la necessità di proteggere la famiglia di John e una parte gigante di lui non vuole farle soffrire e non si perdona. È stato davvero meraviglioso immergermi in questa storia, mi dispiace se è una recensione sconclusionata, ma è a caldo, sono tutte le emozioni che mi ha generato.
Sappi che il continuo riferimento a Baudelaire l'ho trovato magnifico, il tuo filo rosso è solido, non si spezza mai in questa raccolta e mai risulta più debole o meno presente. 
Complimenti, sei sempre bravissima :)
A presto! 

Recensore Master
14/05/20, ore 17:32
Cap. 2:

Non è facile trovare le giuste parole per descrivere quello che mi ha fatto provare questa shot. E' vero, è molto diversa dalla precedente e anche dalla prima che ho letto, quella su John e Sherlock.
Quello che mi affascina è soprattutto la capacità che hai di mettere in poche parole così tanto. Irene riflette su se stessa e sulle sue capacità. Si rende conto di essere una donna dotata, in ogni senso: è bella, è forte, è determinata e ottiene quello che vuole. In qualche modo però sono tutte doti "esteriori". E' una donna fatta di esteriorità e potere, fatta per raggiungere obiettivi tangibili, concreti.
Tant'è che quello che desidera con James Moriarty è quello di avere un dominio su di lui, piuttosto che un rapporto paritario. Nel momento in cui lo guarda addormentato e riflette su sé stessa si rende conto di quanto sia vuota e quanto vorrebbe potersi riempire di amore. Credo che questo sia qualcosa che succede a chi fatica tutta la vita per raggiungere qualcosa o per affermare sé stesso: Irene è una lottatrice, e nel momento di quiete tutta la costruzione della parte esteriore e dominante crolla su sé stessa. Si ritrova a comprendere che ha troppo silenzio e troppo vuoto dentro per poter rimanere ferma.
Il rapporto con un uomo come James Moriarty, forse fin troppo simile a lei su molti aspetti, non può far altro che peggiorare la sua situazione mentale, credo. Hai usato la parola perfetta, "asettico". Il rapporto che hanno è qualcosa di chirurgico, in un certo senso, e nel cercare di guardarsi dentro Irene taglia con un bisturi, salvo poi trovarsi, appunto, solo carne e ossa, senza una vera anima a tenere stretto tutto quanto.

E' una storia triste e terribile, se ci si pensa, perchè si chiude con un desiderio insoddisfatto: quello di un amore che non può esistere. E quindi il rapporto che ha con Moriarty si risolve in un gioco a chi è vittima e chi carnefice, in un giro senza fine.

Poche parole, ma tutte ben dosate e con il loro peso, che formano una storia intensa e affascinante. Sei davvero brava. Sono proprio contenta di aver iniziato a leggerti.

Recensore Master
12/05/20, ore 11:51

Ciao Koa,
io ho letto la storia qualche giorno fa (e poi riletta, stamattina). Ho avuto modo solo adesso di mettermi a recensirla come si deve. Considerando che ho già letto una delle storie della raccolta ci tenevo a finirla. Il fandom di Sherlock mi piace da morire, come sai, e anche se non ho il coraggio di scriverci mi piace tantissimo leggerne.

Credo che a nessuno piaccia la coppia Sherlock/Molly, invece io ne subisco lievemente il fascino. È vero, sono due personaggi estremamente diversi. È vero che Sherlock è troppo estroso, troppo intelligente, troppo intenso, troppo tutto... quasi per chiunque, tranne che per John, che lo comprende e lo completa in un modo splendido. Eppure Molly mi piace, e la sua adorazione per Sherlock è qualcosa in cui mi ritrovo tanto.

Tutto il capitolo, per come lo hai strutturato, mi ha fatto venire subito in mente la vecchia canzone di Branduardi “Ballo in Fa diesis minore”, in cui la morte balla sugli esseri umani. Il richiamo alla danza è fortissimo perchè Molly va avanti e indietro, lo trascina e lo caccia, lo prende e lo lascia in un ciclo continuo. Hai scritto in un modo ritmato, con frasi brevi, incisive, che mi hanno lasciato immagini nette e dai colori forti. Alcune espressioni, in particolare, mi hanno davvero tolto un po' il fiato, una su tutte “Frustando mormorii come fossero scudisciate”. Ecco, qui c'è veramente il potere delle parole, la potenza incredibile e l'impatto che possono avere quando sono scelte nel modo giusto, dette nel momento giusto. Tra l'altro mi fa pensare al suono della frusta, che può essere lieve o schioccante, ma che comunque lascia il segno impresso sulla carne. Allo stesso tempo parli di schiaffi, di risa, del suono del violino. Tutto questo capitolo è permeato di suoni: non li sentiamo, ma li immagino tutti.
In generale comunque è uno scritto estremamente sensuale... non necessariamente nel senso “lussurioso” del termine: qui i sensi si devono usare tutti. C'è il movimento del corpo, una moltitudine di suoni differenti, ma poi c'è il gusto del bacio, il toccarsi, gli schiaffi, e poi gli odori, belli o brutti che siano (leggo un piccolo richiamo forse al lavoro di Molly, in quel “marciscigli l'anima”?). In poche parole sei davvero riuscita a mettere tantissimo, e mi sento un po' investita da questa ondata di sensazioni, che sei davvero riuscita a descrivere magistralmente.

Tra l'altro, hai scelto di dare loro dei ruoli in qualche modo invertiti e questo lo trovo molto interessante. Adoro questo senso di rivalsa e di potenza che leggo in Molly: per una volta dimentica del suo ruolo di personaggio secondario ed eletta a oggetto d'amore e desiderio. In questo senso lei “danza sulla tomba di quello che era”, perchè ha bisogno di seppellire il passato e di rinascere in una nuova sé. Come una farfalla da una crisalide, se mi concedi il paragone (come si dice, la nascita di una farfalla è la morte del bruco). C'è una femminilità ritrovata in questo e un attimo di onnipotenza nell'ottenere uno Sherlock tanto a lungo desiderato, per cui Molly ha inghiottito così tanto dolore a così tanta bile. E infine c'è anche una sorta di autoimposizione che lei ha su se stessa: non permettere più di essere quello che è stata finora. È un punto fermo, che le serve per permettere a se stessa di andare avanti. Amare ma senza più essere calpestata. Bello. Amo i momenti in cui qualcuno afferma sé stesso e arriva a poggiare una pietra importante per le fondamenta della propria vita.

In tutto questo, ho amato anche la scelta di mostrarci Sherlock “spogliato di tutto”. Nella mia mente ha tantissimi significati. Perchè è un essere messi a nudo in senso completo, non solo quello della pelle e la carne: è il cedere il controllo e lasciar cadere le barriere, togliere per un attimo le sovrastrutture che dominano la mente e permettere a Molly di guardare tutto. Di vedere tutto.
E' una sensazione splendida quella di vedere la persona che ami nuda di fronte a te: il contatto pelle a pelle, senza alcuna barriera, è qualcosa che ti permette di “entrarci” dentro in qualche modo.

Forse Molly e Sherlock sono una coppia improbabile, ma allo stesso tempo qui risulta credibile.
Mi è davvero piaciuta tantissimo.

A presto,
Gladia

Recensore Master
05/05/20, ore 22:45

Ciao cara! Da tempo volevo leggere una tua storia su Victor e Sherlock, sei sempre molto toccata dalla loro relazione e volevo scoprire come l'avresti dipinta. Allora ho pensato di continuare con questa raccolta, sto leggendo anche quella di Nao, trovo che sia un progetto davvero intrigante. Per prima cosa vorrei congratularmi con te per come hai reso benissimo l'atmosfera del luogo che hai scelto: il Salento. Io non so se tu hai mai visitato il Salento, ma è la mia terra e l'ho ritrovata nelle tue parole, all'improvviso, vedendola anche con occhi diversi. Non apprezziamo mai ciò che abbiamo. Potrà sembrarti strano ma hai scelto due odori (lo spray delle zanzare e i pomodori) che sono proprio tipico di un'estate salentina. Uno spray per zanzare potrebbe apparire un odore "poco romantico" nella narrazione, o comunque poco convenzionale. Invece io mi sono ritrovata catapultata in estate, in veranda, alle feste, le sere in cui tenere lontani gli insetti è quasi un'impresa titanica e quindi l'odore di questo spray che diventa talmente tanto familiare da essere dimenticato. Victor e Sherlock sono calati in questo ambiente, mi è sembrato quasi un film di Ozpetek, come "Mini Vaganti", non so se l'hai mai visto, secondo me è un capolavoro. Si amano, ma sono spaventati. Si amano e non riescono a comunicare, vorrebbero costantemente un gesto dall'altro e forse vivranno nel rimpianto? Hai creato questo legame d'amore indissolubile perché non importa la lontananza e il tempo, loro si ameranno comunque, però non riescono forse a vivere la quotidianità o non riescono ad essere sinceri. Si capiscono, l'uno con l'emotività e l'altro con un'acuta intelligenza, due facce della stessa medaglia, come se potessero completarsi. E lo fanno, per un certo periodo riescono a completersi e vivono la loro bolla d'amore, ma sono anche bloccati. Mi hanno dato la sensazione di non riuscire a compiere il passo finale, di essere congelati sul posto. La stessa narrazione tu la presenti come un susseguirsi di scatti fotografici, tante immagini l'una di seguito all'altra, soprattutto quando Sherlock comprende la decisione del suo amico, del suo amante. È un'altra storia che mi ha incantata, si vede che eri profondamente ispirata per questa raccolta, o forse sento profondamente l'ispirazione che Baudelaire ti ha suscitato. È davvero una meraviglia, loro due sono stati bellissimo da leggere, ed era tutto perfetto come sempre, complimenti :)
A presto! 

Recensore Master
21/04/20, ore 12:55

So che sto leggendo un capitolo nel bel mezzo di una raccolta, e leggerò piano piano anche il resto, ma visto che sul tuo profilo c’è un seguito di questa storia, la tentazione è stata troppa. Rimedierò!



L’idea che ci sia stata una notte di passione e d’amore tra di loro, anche se noi non abbiamo avuto il privilegio di vederla nella serie, è eccitante e allo stesso tempo, ovvia. Con questo intendo che quando ho rivisto la serie l’ultima volta (credo il terzo re-watch), e dopo aver letto svariate fanfiction a tema, ho notato migliaia di piccoli dettagli che espongono una tensione incredibile tra John e Sherlock. Ti spiego questo perché io sono refrattaria all’idea della ship, almeno in generale.

Osservando la serie con attenzione mi sono però accorta di quanto amore ci sia, potente, soverchiante, qualcosa che va oltre il palazzo mentale di Sherlock e il rigore militare di John. E alla fine, mi sono anche io innamorata di loro.

Quindi si, la notte di amore e passione è una conseguenza logica, naturale, quasi scontata, per una tensione e un desiderio che sono talmente palesi da essere quasi urlati.



E immagino questa corsa frenetica e lo spogliarsi lungo le scale, quasi senza che se ne rendano conto, perché i vestiti sono un inutile impedimento tra di loro.

Ho apprezzato che la descrizione di questa prima notte sia frammentaria e lasciata all’immaginazione, e che venga ricordata da Sherlock in modo vagamente confuso. Credo che per qualsiasi coppia che si ama come loro, dopo un tempo infinito ad aspettarsi, a cercare di seppellire i sentimenti, a provare con tutte le proprie forze ad essere solo amici e colleghi... beh l’eccitazione sarebbe così devastante da rendere le memorie confuse... perfino se si è Sherlock, che è dotato di una mente prodigiosa. Il sesso, quando è tanto sognato e desiderato è qualcosa che fa bene e male allo stesso tempo, che invade i pensieri e spazza via tutto il resto, e li immagino esattamente così: persi nel piacere, disperati amanti che si stringono dopo una lunghissima attesa.

Ti sei concentrata molto di più sul dopo. Sulle sensazioni e le emozioni più pacate, sulla paura di aver fatto qualcosa di male, ma che non riesce nonostante ciò a farli sentire davvero in colpa.

La sensazione che mi ha trasmesso il loro dialogo è che sia appena titubante all’inizio. È obbligato, in qualche modo, perché non si può far finta di nulla. C’è troppo in ballo, e non solo considerando la famiglia di John. Ma c’è il timore di rompere un incantesimo, di comprendere che è “quella volta e basta”, di scoprire che, forse, per l’altro non è abbastanza. Così John chiede a Sherlock cosa fare, e giustamente Sherlock lo lascia libero. Comprendo questa cosa nel profondo. Così come comprendo perché Sherlock sia anche fermo sul punto, che non può essere “l’altra donna”. È terribile imporre all’altro una scelta, ed è sempre crudele, ma in primo luogo bisogna salvare sé stessi, mantenere un’integrità, essere quello di cui l’altro si è innamorato, invece di perdere il proprio io relegandosi nella posizione di amante. Sherlock è fin troppo generoso e si mostra più forte di quello che si sente di essere, in realtà. Promettere amicizia a chi si ama è straziante e ti distrugge il cuore, ma immagino che, per John, proverebbe. Anche a costo di soffrire ogni volta che lo vede.

Mi è piaciuto anche il momento di passione finale, in cui il tuo tono e lo stile cambia ancora, di nuovo frettoloso e con frasi brevi e ritmate in modo differente: staccarsi è impossibile, impensabile, e i pensieri tornano di nuovo a perdersi nel piacere e nel dolore, nel sapere che quella è davvero un’ultima volta.

Il sesso che c’è stato (indissolubilmente legato ad un amore potentissimo) li porta alla consapevolezza di un bivio: c’è un’alternativa alla vita che hanno costruito fino a quel momento. Si può intravedere anche l’altra, adesso, mentre prima era solamente un sogno, ancora vago ed indistinto. Questa è la notte che ha dato solidità a una promessa e a un desiderio, e resta solo la scelta, che Sherlock mette tra le mani di John perché è l’unico a dover capire cosa fare.


E, se posso dire tutto, sono felice che ci sia un lieto fine. Che ci sia il momento di paura e solitudine si, di terrore di poter perdere tutto, ma anche che la scelta sia quella che sogniamo, che desideriamo, quella giusta per Sherlock e anche per John.

Brava, davvero. Una storia che seppur breve, è piena di significato, densa, pregna. Non vedo l’ora di sbirciare il seguito e di leggere anche il resto della raccolta.

Recensore Veterano
16/04/20, ore 07:34

Premesso che amo solo le JL e prediligo i rating alti, paradossalmente in questo periodo ne sto leggendo pochissime, salvo lo scorrere veloce delle ff inglesi per cercare la candidata successiva, e niente di lungo, per non distrarmi dal mio slancio dissennato. 
In più, sai che non ho ancora affrontato S4, quindi ogni volta esito dannatamente prima di aprire qualunque fanfic per evitare quelli che ridicolamente (dopo anni! XD) chiamo ancora spoiler. Dati tutti questi limiti, capirai che la lettura per me è una specie di campo minato, ma alla fine ho preso il coraggio e ho aperto almeno questa. 

Certo non me ne sono pentita. L'ho trovata intensa, coinvolgente, molto particolare. E' interessante la scelta iniziale di presentarci il momento più intenso, quello di cedere alla passione, come già avvenuto, anche se di poco. La notte è già nel ricordo, ci concentriamo sul momento del "risveglio", per quando nessuno abbia dormito granché.

E' il risveglio alla realtà, il prendere atto che quella notte fuori dal tempo è terminata e che il mondo irrompe con tutte le strazianti condizioni che per quelle poche ore sono stati in grado di ignorare. La presenza di una moglie e una figlia amate, anche se la prepotenza di QUESTO amore è diventata impossibile da negare, la necessità di una scelta che si preannuncia straziante in ogni caso. Per quanto neppure io vada pazza per le storie di tradimento e mi fosse sembrato impossibile che John e Sherlock facessero questo alle spalle di Mary, il cedere alla follia di un desiderio è plausibile, perfino inevitabile. Ci sono volte in cui una piena travolge semplicmente ogni barriera.
Quello che è importante è che Sherlock, una volta emerso da quelle ore di stordimento, pur sapendo ormai a cosa rinuncerà, sapendo che non avrà mai un'altra vita e sta solo raccontando bugie pietose a John, fa una scelta piena di dignità. Non si presta ad essere l'altro, a una vita di sotterfugi e bugie, ad essere quello della sveltina di nascosto mentre fanno finta di seguire un caso. O tutto o niente, perché l'alternativa sarebbe peggio e distruggerebbe tutto quello che di buono c'è tra loro. 
Ecco, qui mi avresti fatta cagare sotto. Sembri preparare il terreno a un finale infelice che mi avrebbe distrutta... ma lo ammetto, prima di leggere qualsiasi cosa do quasi sempre una scorsa a un commento o due perché l'happy ending è una mia necessità fisica ^_^ 
E così, con una gioia non incredula mi sono trovata a stellinare con un sorriso sciocco su John che corre sì il rischio di farsi sparare, ma ha fatto la scelta giusta, quella verso la quale lo indirizza non il senso del dovere, ma l'interezza del suo cuore. 
Una storia breve, ma ben costurita e convincente, con dentro un'emozione sincera che ha commosso il mio tenero cuoricino ❤ 

Recensore Master
05/04/20, ore 20:23

Ciao! Ma che bellezza! Se sulla tua NOTP scrivi così io dico solo WOW, perché sinceramente mi hai scombussolato un bel po' il cuore. Si vede che la poesia ti ha pienamente ispirato in questo periodo, qui è stato come leggere poesia in prosa, un ritmo incalzante che era una vera e propria danza. Se non ricordo male avevi detto che questa storia ti era sgorgata di getto, beh, tanto di cappello perché sinceramente io sono sconvolta dalla musicalità interna, sembrava che si potesse ballare questo testo e per un'amante della danza come me questa è sicuramente un fattore positivo e singolare. Il simbolo della tomba ha molteplici significati. Quello più pratico è la tomba di Molly della quarta stagione, la tomba con sopra scritto "I love you" e che poi Sherlock distrugge con ferocia. È un elemento che anche io ho ripreso nella mia Sherlolly perché a parere mio - per la ship - quello è un momento seriamente importante. È una tomba che li ha fatti incontrare a metà strada, ma è anche una tomba che potrebbe dividerli e Molly ha bisogno di seppellire in maniera evocativa la se stessa del passato. Nel corso delle stagioni, io direi soprattutto dopo il matrimonio di John e Mary, Molly è caratterizzata da una profondissima rabbia. Schiaffeggia Sherlock. Perché sa di non essere amata e allo stesso tempo non riesce a concedersi più di essere amata da un altro uomo perché la sua mente, il suo cuore e la sua anima vogliono Sherlock. Si sente in trappola, in fondo è in una tomba. E allora reagisce con le unghie e con i denti, è un animale che ringhia perché è troppo spaventato a causa degli schiaffi passati. Ma ora quella Molly può non esistere più. Molly è amata, il suo Sherlock la ama, e lei deve uccidere la sua rabbia e concedersi all'amore. La danza diventa una danza di seduzione, una danza di catarsi. Ti giuro, mi sembrava di sentire i tamburi e di vedere il movimento di Molly. Come hai impostato la danza può essere più di una danza di seduzione, può essere proprio l'atto sessuale a mio parere. Starò andando troppo avanti con la testa e mi starò perdendo, ma mi capita sempre così con la poesia - mille interpretazioni in una sola parola - e qui si sta parlando di una poesia.
È bellissima, mi è piaciuta tantissimo e trovo che abbia un tocco tutto suo.
Grazie mille per averla scritto e complimenti per stupirci sempre :)
A presto! 

Recensore Master
05/04/20, ore 19:21

Eccomi, tesoro, a completare questa elegante raccolta
Le poesie di Baudelaire sono state una grande scelta, con la loro drammaticità decadente che si unisce profondamente allo spirito di tanti personaggi
fammi dire prima le cose divertenti: io amo Mrs Hudson e l'idea di leggere di lei e Mycroft mi fa sbellicare XD
Ti faccio sapere così, tanto per fare due chiacchiere *cof, cof* che il mio compleanno è il 23 agosto. ma non ho detto nulla, eh ù___ù
Poi: quanto è carina l'idea di un frustino in pelle di Governo Inglese? fa il paio con le scarpe "in Irene" e ci metterei una cinturina "in Mary", così si fa un bel completo di pelle che non ferisce il mio spirito animalista ùù
Ma tornando seria: quando James comincia a parlare col suo tono tra aggressivo e gatta morta e chiama "Mickey" non ho potuto altro che fungirlare. Cioè ho SENTITO la voce di Moriarty, col suo pericolo sinuoso insito come se fosse nella stanza. E' chiaro che sarà "passivo" ma resta quello in totale controllo; è chiaro che sia seduttivo, che questa è una riprova della sua capacità manipolatoria, e forse anche un gioco per interposta persona perchè è quello che vorrebbe con Sherlock. (per me, almeno, desidera questo ruolo)
La tela del raagno è bella, sottile, lucente, ma non offre scampo. Mi duole dare all'impeccabile Myc del moscone... ma ci è caduto. Non so se sia nel pieno delle sue facoltà, se davvero finirà quando vuole lui, forse è troppo sicuro di se stesso. Alcune parole mi sembrano vere, come le lodi della bellezza di james - che è proprio sexy - altre, come le scuse, sono un suo vezzo diplomatico, almen le ho capite così
Si è dovuto adattare a tutte le richeiste, ma un veleno si è insinuato in lui, il filo si sta stringendo e la sua fine sarebbe di essere paralizzato e divorato
o ce le farà? tendenzialmente credo di sì, non lo ama - certo non in senso pieno - quindi punto su di lui per riuscire a sfuggire, ma c'è quasi un finale aperto, al momento
non me li aspettavo, davvero. scrivendo questa raccolta credo che abbiamo visto quante potenziali coppie ci sono con così pochi personaggi. una conclusione originale e affascinante, ma non mi aspettavo di meno
baci grandissimi
Setsy

Recensore Master
05/04/20, ore 11:39

tesoro, buongiorno
non sto qui a rubare spazio alla tua storia, ma sai come sto, è solo per questo che sono bloccatissima e solo da ieri sono tornata un po' in me
Naturalmente l'avevo letta e riletta, questa bellezza. Perchè questa storia rientra in quelli che trovo i tuoi "classici"
Molto dramma, totale introspezione, ma finale Johnlock positivo
Ora: non che Sherlcok e John abbiano fatto proprio una bella cosa, pur pensando a quanto si amano con tutte le loro forze, però mi sento troppo di parte e mi avresti spezzato il cuore se si fossero lasciati dopo la notte d'amore unica/più bella della vita
Il matrimonio con Mary per me è sempre stato uno sbaglio al 100%, anche ora c'è Rosie che si trova in conseguenze che non merita, quindi credo che sarebbe finito comunque
Qui dici, giustamente, di non considerare Eurus e i suoi sms; ma anche senza inserire qui l'avvenimento, vediamo e sappiamo che John era tentabile e non perchè abbia una natura infedele, ma perchè infelice
E Sherlock farebbe ancora un a volta un passo indietro, come dopo il matrimonio. E' dolcissimo, vibrante d'amore e alla fine altruista. Ripeto, una fissa mia, ma il tradimento nel matrimonio non lo reggo; però è diposto a chimarlo un errore e tornare a fare l'amico. Altro che il sociopatico. Lo hai descritto così bene - ma va! - che lo si può solo perdonare: è disperato, fragile, pronto a tutto per la felicità di John prima della propria
Il loro bisogno di appartenersi è totale e viscerale, è del corpo, nella mente e del .cuore
Sherlock si darebbe alle drghe, ovvio, e John odierebbe Mary. Forse ora non è più neppure una scelta che possa fare danni non gravi, in qualsiasi dei due casi
Loro meritano il loro finale insieme, lo hai detto con parole meravigliose, con i versi delle poesie che fanno da collante della raccolta, con l'esplosione della passione e che li ha già così legati che sembra che stiano insieme da un a vita. Forse è così, infatti, anche se non lo sapevano.
Trovo dignitoso che Sherlock si rfiuti di essere "l'amante" creando una situazione davvero bassa e che ferisce tutti gravemente, invece di alcuni si e alcuni no, o di meno. E' stato un uomo
A presto con l'ultima, piccola, ti penso sempre
Setsy

Recensore Master
29/03/20, ore 16:04

Ciao! Mi sono riletta questa storia proprio stamattina e mi sono resa conto che mi è piaciuta molto più della prima volta!
Anzititto ti dico che amo De Chirico e la Metafisica in generale, è un argomento che ho portato anche in sede di esame, all'università, e che continua tuttora ad appassionarmi.
Sono felice che tu ne abbia trattato in questa storia, anche perché la metafora è calzante.
Moriarty è un ragno, è stato detto proprio da Sherlock nella serie, ed è un paragone che mi ha sempre dato i brividi.
Come ti avevo scritto anche su Facebook, leggendo la tua citazione avevi pensato proprio a Jim ma non ero sicura che volessi utilizzarlo per due volte in questa raccolta, ora sono felicissima che tu l'abbia fatto. Non sono una fan della Jimcroft, quando ho dovuto scrivere la mia sono stata spesso in difficoltà, sopratutto perché non ritengo che Moriarty possa amare davvero qualcuno, se non in modo malato (quindi non sarebbe comunque amore), ma devo dire che messa in questo modo non solo ha senso, ma risulta anche piuttosto stuzzicante.
Insomma, per me ci sta come crack e tu l'hai gestita benissimo.
È un'attrazione contorta, sbagliata, apparentemente infondata, ma c'è e Mycroft lo sa bene. Non riesce a resistere al fascino oscuro dell'uomo che che vuole annientare il suo stesso fratello, che è caos contrapposto al suo ordine maniacale, che potrebbe fare a pezzi anche lui da un momento all'altro.
Mi piace TANTISSIMO che tu abbia descritto Jim come un passivo dominante. È lui in tutto e per tutto, non solo a letto. Si vede dal modo in cui interagisce con Sherlock, perfino nel suo provocarlo uccidendosi. Che poi Andrew sia bravissimo a dargli questa caratterizzazione è implicito, non si può non amare lui e il suo lavoro come attore.
Mycroft sa che ha a che fare con una bomba a orologeria, sa che deve rabbonire e nutrire costantemente la belva, per non essere sbranato mentre giace con lei. Basta una citazione di Baudelaire in francese, che James non afferra, per farlo innervosire all'istante. C'è da dire che sa anche come prenderlo, infatti riguarda la frittata e fa un passo indietro, restituendo all'amante il suo posto centro del palcoscenico.
Sa come blandirlo, non c'è che dire.
Anche lui è nella ragnatela del ragno, proprio come Irene Adler nell'altra flash, la differenza è che a lui piace, in qualche modo, "ama il suo carnefice" anche se è un amore fisico e controverso, sbagliato su tutti i fronti. Sa che lo sta sgranando già adesso, poco a poco, che sta diventando marcio almeno quanto lui
Amo la citazione che hai usato, di un impatto straordinario. Ottima scelta.
Bello anche il collegamento con le altre due storie della raccolta, quasi a creare un universo comune in cui i signori Holmes si sono davvero conosciuti così. Mi piace che Sherlock ne parli in modo molto più sentito e approfondito, mentre Mycroft ne faccia solo un rapido accenno superficiale, addirittura non conosce bene la storia o semplicemente l'ha rimossa dalla memoria.
Ho apprezzato molto lo stile che hai usato, il lessico esplicito e quasi aggressivo, triviale, la seconda persona gestita alla perfezione, come sempre nelle cose che scrivi.
Particolare e bellissima, mi è piaciuta molto!
Complimenti per quest'ultima storia e per la raccolta in generale, che finisce tra le mie preferite, in particolare per quella Johnlock che tanto ho amato.
Un bacio
S.

Recensore Junior
28/03/20, ore 12:06

Ciao Koa, arrivo un po’ in ritardo anche con questa one shot, ma ci tenevo a lasciarti un commento.
É la prima volta che mi imbatto in una storia che abbia come protagonisti impegnati in una relazione Mycroft e Moriarty, e probabilmente anche per questo sono rimasta stupita dal trovarla così incredibilmente ben fatta. Dalla prima frase il riferimento a Moriarty è evidente: “Dipinge, il ragno. E con abile metodo tesse una tela di fili sottili, mossi dal vento e umidi di rugiada, baciati dal sole tiepido di primavera.” Ho amato l’associazione fra il tessere una tela e il dipingere, ma l’ho trovato particolarmente calzante: Moriarty, Napoleone del crimine, ritiene il suo lavoro sopraffino, elegante e preciso quanto quello di un pittore e accurato come un ragno che tesse diligentemente la sua tela per intrappolare le sue ignare vittime. Seduttore, sicuro di sé, provocante, enigmatico, geniale, dominante: questo è Moriarty.
E qui viene presentato attraverso gli occhi di un uomo altrettanto geniale, pragmatico e calcolatore: Mycroft.
Mycroft che qui viene denudato sia fisicamente che emotivamente, senza troppi problemi o giri di parole come invece farebbe il fratello, ma mostrandosi senza velo per l’essere umano che è, e di cui conseguono le sue debolezze. Mycroft che qui cede fra le braccia del nemico, nella mia testa ho immaginato l’abbia fatto per estorcere informazioni o per secondi fini e trovandovisi invischiato proprio come un insetto nella tela di un ragno. E qui infatti arriviamo a questa consapevolezza, Mycroft che è inerme di fronte a tutto questo, che lo anela con tutto sé stesso nonostante sia sbagliato e anzi proprio per questo, dato che il proibito alimenta il desiderio. Moriarty non è un amante semplice, comodo, banale o prevedibile. È tutto il contrario e potrebbe benissimo ucciderlo da un momento all’altro, tiene allenato il suo cervello ed è una sfida con sé stesso oltre che con il nemico.
Ho amato così come nella shot precedente il richiamo ai loro genitori, mi ha fatto percepire il legame fra di loro e Sherlock e Mycroft. Il tutto accompagnato come sempre da uno stile curatissimo e impeccabile. Davvero complimenti.
Ho letto che avevi considerato di scrivere una storia Mycroft/Mrs Hudson, ma credo che niente avrebbe saputo eguagliare la potenza di questa coppia che hai rappresentato, nella quale avresti potuto rendere banale o irrealistica con una singola sbagliata. Tu non hai fatto niente di tutto questo, anzi mi è risultato semplicemente sensato e credibile.
Spero pubblicherai presto le altre storie a cui stai lavorando, mi piacerebbe se dessi un seguito anche alla shot Johnlock che mi ha fatta letteralmente sciogliere.
A presto,
Aaanatema

Recensore Master
27/03/20, ore 13:28

Ciao! Avrei voluto lasciarti subito una recensione, ma mi sono resa conto che avrei fatto meglio a riordinare le idee, perché le cose che ho da dire sono forse più del solito.
Sai già che amo questa storia, tanto che meriterebbe di essere una OS a parte, e sai anche che l'avrei adorata a prescindere dal finale, ma ammetto che così sono stata più contenta.
Come ti ho già detto, anch'io trovo difficile pensare che John possa tradire Mary con Sherlock, perché lui ha un suo codice morale, ma soprattutto perché, secondo me, sposando lei ha tentato di emanciparsi dal legame che aveva con lui e che lo ha già distrutto una volta. Nonostante questo non mi sento di escludere completamente la possibilità che possa accadere una cosa simile, perché se c'è una cosa che ho imparato negli ultimi anni, è che nulla è solo bianco o nero, giusto o sbagliato, e che nessuno conosce se stesso fino in fondo, nemmeno John Watson.
Sono felicissima che tu abbia creato questo What if, mi piace quando sperimenti, perché ti diverti a farlo e si vede. E poi hai contestualizzato il tutto talmente bene da farlo sembrare molto plausibile.
Abbiamo quei messaggi quasi telegrafici, così tanto da loro, quel flirtare che in fondo c'è sempre stato, secondo me, anche se in modi più criptici. E poi, vabbè, scoppia la passione ma era inevitabile, prima o poi doveva succedere.
Quel che mi piace tantissimo, a parte lo stile che anche qui è un esperimento più che riuscito, è il modo in cui rendi indirettamente il conflitto interiore di John. Io, da parte mia, lo trovo estremamente realistici, tanto che mi hanno fatto provare una forte empatia.
Non può negare di amarlo e di volerlo sopra ogni cosa, e non può continuare a essere diviso in due. Ha una moglie e una figlia, a cui si sente legato da affetto, certo, ma anche da un senso del dovere che si è assunto di sua iniziativa. Un uomo come John non riesce a ignorare una responsabilità come quella, per questo ha bisogno di tempo, perché ciò che avrebbe se rinunciasse a Sherlock potrebbe anche bastargli, ma di sicuro non lo renderebbe felice.
Come ti dicevo, trovo davvero significativo che si senta più in colpa per aver tradito Sherlock, piuttosto che sua moglie, la dice lunga sui suoi sentimenti e sulle scelte che ha fatto.
Sherlock, d'altro canto, non riesce ancora a credere di aver fatto l'amore con lui, non aveva mai osato sperare eppure oro si ritrova a letto con lui, dopo una notte incredibile. Immagina cosa passi per la mente di John ma non si concede la presunzione di esserne certo. Sa solo che non è disposto a dividerlo con Mary, a vivere di nascosto quella passione così travolgente. Preferirebbe tenerselo come amico, esserci per lui fino alla fine ma senza toccarlo mai più. Trovo che sia straziante, eppure così da lui...
E ora veniamo alle citazioni.
Amo questa canzone di Gino Paoli, è tra le mie preferite in assoluto e qui ci sta davvero benissimo. Mi sembra di ricordare che l'avessi condivisa su Facebook dicendo che avresti voluto, prima o poi, usarla per una fanfiction. Direi che l'hai fatto nel migliore dei modi.
Per quanto riguarda Baudelaire, che dire? Ho amato il collegamento con l'altra flash e mi è piaciuto che Sherlock abbia pronunciato la citazione in quel modo sognante. È cotto, inutile nasconderlo, no?
E ho amato il modo in cui rifanno l'amore contro la porta, anche se non scendi nel dettaglio si capisce che c'è disperazione, sentimento, bisogno, e anche una leggera accezione allo "sporco" che a me non dispiace per niente (anzi!), soprattutto quando si tratta di loro, che di certo non sono due santi.
Ho apprezzato che tu abbia fatto finire la storia allo stesso modo di come è iniziata, è come un cerchio che si chiude e mi è piaciuta l'idea!
Si suppone che ci sarà un divorzio e tutte le conseguenze del caso, non sarà facile, soprattutto per via di Rosie, ma lo affronteranno insieme e questo è l'importante.
Grazie per aver scritto questa storia stupenda, l'ho amata davvero tanto, non puoi immaginarlo.
A presto.
S.

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