Recensioni per
Lovers always come, lovers always go
di Roxanne Potter

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/04/20, ore 12:01

Valutazione del contest "Who put crack in my amortentia?" - Seconda classificata 

Grammatica e stile: 7.9/10 [3.2 + 4.7]

dalle finestre – delle finestre, nel contesto della frase è sicuramente un refuso.
-Cosa le porto, professoressa?- La struttura dei dialoghi non va bene. Se scegli di usare i trattini, allora questi devono essere lunghi; inoltre ci vuole uno spazio tra il trattino e l’inizio e un altro spazio tra il trattino e la fine- -0.4 complessivo.
-Grazie.- mormora. Il punto non va all’interno del dialogo se la frase continua con un verbo che la regge. Come vedi ci sono due punti (uno dentro) e uno fuori (dopo mormora), il primo va rimosso. -0.4 complessivo (compare in altri casi durante il testo).
l'odore nauseabondo che alleggia nell'aria. – errore semantico: quando ci si riferisce a un odore si dice “aleggia” con una l; “alleggiare” con due l significa “alleviare”. -0.2
Si limita a scuotere la testa e risponde; -A volte se ne sente il bisogno. – due punti e non punto e virgola prima del dialogo -0.1
Un mago solitario sorseggia una Burrobirra dal suo tavolino accanto alla finestra – nel contesto la preposizione giusta non è dal ma al -0.2

Un altro appunto importante lo inserisco qui nella voce grammatica per il suo valore semantico ma non riguarda in realtà specificatamente la grammatica. Nella tua storia, Minerva beve il whisky incendiario alla Testa di Porco, ordinando un “boccale” che beve in fretta quasi in un sorso per poi ordinarne altri. Ora, il primo appunto riguarda il tipo di bicchiere: ogni alcolico ha il suo “contenitore” (il vino ha il calice, lo spumante il flute, la birra/burrobirra il boccale e i superalcolici lo shot/bicchierino), per cui il boccale non è il bicchiere giusto per il Wisky incendiario. Il motivo per cui lo sottolineo è però un altro: la burrobirra, equivalente grosso modo alla nostra birra, è una bevanda leggera con una bassa gradazione alcolica, mentre al contrario il whisky incendiario è equivalente al nostro whisky dunque ha un’elevata gradazione alcolica. Ho letto su Potterpedia che ha circa 55 gradi. Questo significa che bere un boccale di whisky è umanamente impossibile, tanto meno berlo tutto d’un fiato, o berne più di uno.
Non è un errore grave in sé e probabilmente deriva dal semplice fatto che tu non fai uso di alcolici, tuttavia essendo un’immagine cardine della trama, tanto che si presenta in ben due scene ed è motivo di incontro tra i protagonisti, ha un peso nella storia. Pensare a “boccali” di whisky incide sulla credibilità di tutta la situazione. Per questo motivo ho deciso di toglierti un mezzo punto per tutta la questione semantica relativa all’alcol.

Per quanto riguarda lo stile, hai sicuramente una buonissima padronanza stilistica e lessicale, che si riverbera in tutte le parti del testo: narrazione, dialogo, introspezione e descrizione. Le frasi sono ben articolate e la punteggiatura l’ho trovata usata sempre correttamente e inserita al posto giusto. Il tuo modo di scrivere mi è piaciuto e l’ho trovato molto coinvolgente. L’unica cosa che non mi ha convinto sono le ripetizioni come tendenza molto ricorrente a declinare un concetto in più frasi simili. Ti faccio alcuni esempi per spiegare cosa intendo:
Ora Minerva non piange ma il dolore è come un mostro che le affonda gli artigli nello stomaco, nelle viscere, nell'intestino. Artigli che non lasciano la presa e di cui forse non riuscirà mai più a liberarsi.
Continuerà a vagare a vuoto per le strade del villaggio finché non giungerà la sera e non sarà costretta a tornare a casa, a far fronte alla sofferenza devastante che ha colpito non solo lei ma anche il resto della famiglia. Una sofferenza che, tuttavia, lei sente di non poter condividere con nessuno.
Forse è il bisogno di parlare con qualcuno che la sta spingendo a rimanere, il bisogno di lasciar fluire il dolore che le infuria dentro.
Usati ogni tanto avrebbero creato il giusto effetto incisivo, ma così – pur comprendendo bene il motivo stilistico – risultano invece un po’ ridondanti, nonostante la lunghezza del testo. Per questo ti ho sottratto qualche punticino.
IC: 10/10
L’IC è sicuramente rispettato. Abeforth e Minerva sono gli unici personaggi che compaiono e a ciascuno hai dedicato una precisa “sezione introspettiva”, scleta narrativa che ti ha permesso di dare voce ai pensieri e alle emozioni di entrambi. Abeforth è assolutamente lui come uomo burbero, che non esita a mandare via dal locale chi cerca di ingannarlo, ma che d’altro canto non lesina bevi sorrisi davanti a una donna per cui prova affetto. Mi è piaciuto anche come per descriverlo agli occhi della donna lo hai accomunato e contrapposto ad Albus – non solo per gli occhi ma anche per altri dettagli come la voce e il sorriso. Minerva è colta invece in un momento particolare, quello del più cupo lutto, che spiega la sua decisione di darsi momentaneamente all’alcol oltre che la disperazione in cui è colta. Il fatto che normalmente lei non si comporti in quel modo lo rimarchi spesso e tutto questo non fa altro che sottolineare il suo carattere, proprio attraverso la negazione di quello c’è di solito.
Trama e sviluppo della coppia: 10/10 Ho apprezzato moltissimo il momento che hai scelto: Minerva è appena diventata vedova, è fragile, sola e disperata: cosa che spiega il suo avvicinarsi Testa di Porco, luogo dove di solito non metterebbe mai piede. Hai dimostrato una capacità di amalgamare bene il contesto di vita di Minerva, la sua vita e la sua famiglia, con una grande cura di dettagli biografici. Beve, cerca conforto nell’alcol e nel frattempo lei e Abeforth si osservano e si parlano brevemente. La sera in cui lei va trovando il locale vuoto, lui ha occasione di parlarle e di convincerla a bere una tazza di tè, allontanandola così dall’alcol. Hanno modo di parlare – dei lutti e dell’amore – e si lasciano alla fine con la sensazione tacita di non rivedersi più.
Ho amato l’inversione di prospettiva che hai proposto nel finale: dopo aver mostrato l’evento e la dinamica che li ha uniti, rivedi tutta la situazione dal punto di vista di Abeforth, mostrandoci il suo amore segreto e non ricambiato che affonda le sue radici nel tempo e che quella breve serata ha intensificato. Lo sviluppo quindi della coppia è secondo me perfetta sul duplice piano di eventi e introspezione.
Bonus: ho apprezzato molto anche la descrizione dell’atmosfera della Testa di Porco.
Titolo: 2.3/3
Il titolo non è stato semplice da valutare. La scelta della lingua inglese è buona: la frase è un’espressione infatti inglese e, pur non essendo originale, suona bene. In parte rispecchia la storia: dire che “gli amanti vanno e vengono” si collega alla transitorietà del sentimento e dei legami – cosa che possiamo rivedere nella perdita di Minerva del marito e nell’amore segreto di Abeforth per una donna che i effetti “va e viene” – compare una volta nella sua vita senza probabilmente fare mai più ritorno. Tuttavia, proprio in virtù della forza di entrambi i sentimenti, avrei enfatizzato più l’aspetto duraturo che quello temporaneo. Inoltre, il titolo non coglie secondo me l’angst della storia. Forse, per gusto personale, avrei puntato su qualcosa di più semplice e immediato.
Gradimento personale: 5/5
La storia mi è piaciuta davvero molto, non posso che darti il punteggio massimo. La scelta di strutturare la storia lasciando l’introspezione di Abeforth come chiusura l’ho trovata geniale e la sua premura di negarle dell’alcol in favore di una tazza di tè mi ha emozionata molto. Hai saputo sviluppare benissimo questa coppia, leggere è stato davvero un incredibile piacere!
Punto bonus: 1/1
La tazza di è il punto veramente di svolta nel rapporto tra Abeforth e Minerva: di fronte al suo dolore, lui le nega infatti il solito whisky e le propone una tazza di tè da prendere insieme a lui nel piano superiore. È sempre davanti al tè, poi, che i due conversano. Perfetto!
Totale: 36.2/39

Recensore Veterano
06/04/20, ore 18:10

Che storia coinvolgente!
Scritta benissimo e con la fantastica Minerva McGranitt!
Complimenti!

Recensore Junior
16/03/20, ore 23:30

Roxanne 355


Ciao Roxanne Potter, sono qui per l’ABC.
Parto col dirti che era da molto tempo che non leggevo una storia nel fandom di Harry Potter ed è la prima volta che ne leggo una incentrata su Minerva McGranitt e Aberforth Silente. Recentemente ho ripreso a rileggere Harry Potter, quindi sono molto fresca per quanto riguarda lo stile narrativo di J. K. Rowling e delle descrizioni che usa dei posti nei suoi libri. Qui ci troviamo a Hogsmade, i punti salienti si svolgono principalmente nella Testa di Porco, che hai descritto con precisione come nel libro, dove i due entrano in contatto dopo la morte del marito di Minerva, Elphinstone. Mi è piaciuto molto la scelta di raccontare una parte a cui la Rowling accenna a malapena, dicendo solo che Minerva torna ad Hogwarts dopo appena tre giorni dalla dipartita del marito.
Qui hai concentrato tre giorni intensi, carichi di sentimenti che vengono caparbiamente repressi. Perché se all’apparenza questa storia sembra incentrata su Minerva, in realtà parla molto di Aberforth Silente e di come entrambi si affaccino ad una realtà che ci riguarda tutti e che ci lasci ugualmente smarriti e distrutti: il lutto.
Se per Minerva questo vuol dire tentare di seppellirsi sotto litri e litri di Whiskey Incendario, per Aberforth ormai è quasi una certezza che lo accompagna da sempre e che confida continuerà a fare per tutta la vita, come un vecchio dolore da cui non ci si libera mai del tutto. Minerva è in un momento di fragilità come non l’abbiamo mai vista nei libri, siamo abituati ad un personaggio forte, di roccia, che non si fa scalfire da niente e da nessuno. Ma per arrivare a questo ha dovuto attraversare questa dolorosa fase, guardando già alla successiva parte della sua vita: Hogwarts.
“Eppure il vuoto e la tristezza continuano ad avvolgerla come una cappa di nebbia. La solitudine è disarmante e gelida come questo inverno in cui Elphinstone se ne è andato per sempre.” Scrivi, e da cui si vede tutta la sofferenza che la accompagna, segretamente e silenziosa, da dentro, mentre le fa ancora un effetto strano sorridere quando il pomeriggio ha seppellito il marito.
E così come una vita finisce e la vita va avanti, vediamo Aberforth che ama Minerva da lontano, silenzioso e segretamente, perché è l’unico modo in cui lo sa fare.
Mi è piaciuta, gran bella idea.
A presto,
Aaanatema