Recensioni per
Hara-gei
di Vanya Imyarek

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/05/22, ore 12:07
Cap. 1:

Ciao, finalmente riesco a tornare alle tue storie ^^
Ho deciso di seguire il consiglio e continuare con le tue One shot horror, genere in cui sai muoverti molto bene.
Questa storia mi è piaciuta molto e se fosse stata un po' più breve probabilmente l'avrei finita tutta d'un fiato.
Confesso che all'inizio ero un po' in confusione perché conosco davvero poco la cultura giapponese e non ho molti riferimenti per quanto riguarda il teatro kabuki. Sapevo solo che le donne non possono recitarvi e infatti all'inizio mi ha confusa il fatto che il/la protagonista si riferisse a se stesso/a con un nome femminile, mentre i fratelli lo chiamavano con un nome maschile ...poi andando avanti ho capito perché.
Hai messo in scena una storia piuttosto classica, quella del "fantasma dell'opera" e della maledizione che colpisce una compagnia teatrale che non ha onorato come si deve un attore defunto o un personaggio. È un trope di cui sono state realizzate tante versioni, ma nel tuo caso ho particolarnente apprezzato l'inserimento della tematica LGBT+
Soprattutto nella prima parte del racconto ho trovato davvero credibile il modo in cui hai rappresentato i pensieri di Atsuko: da quel poco che so sulla cultura giapponese mi sono fatta l'idea di un popolo molto legato all'onore e al mantenimento di certi "canoni". Qualunque cosa esuli dalla normalità è considerato non solo sbagliato, ma disonorevole. E infatti Atsuko fa di tutto per "non disturbare", per non essere un peso non solo per la sua famiglia ma per il mondo intero, anche a costo di passare gran parte della vita nell'infelicità. È solo nel teatro che riesce ad essere se stessa in modo da non urtare la società e la sua famiglia e infatti è proprio nel momento in cui i fratelli le negano anche quel piccolo momento di pace che si scatena la tragedia.
Atsuko ha in effetti tanto in comune con Oiwa, figura che si è impegnata a trasporre nel modo più dignitoso possibile: anche Oiwa ha fatto di tutto per essere una buona moglie e rispettare i valori della società in cui è cresciuta.
Atsuko é stata l'unica a portare omaggio alla sua memoria visitando come da tradizione la sua tomba. A differenza dei fratelli, concentrati sullo stupire il pubblico e aderire in modo squallido al politicamente corretto dilagante nelle arti, Atsuko ama davvero il teatro kabuki e la tradizione che rappresenta.
"Era il compito della sua arte: rendere il dolore splendido senza addolcirlo." Questa frase mi è piaciuta da morire, l'ho trovata perfetta per descrivere il personaggi di Atsuko.

Componenti per questa storia, tornerò presto per leggere le altre!

Recensore Junior
28/04/22, ore 18:41
Cap. 1:

Ciao! Arrivo decisamente in ritardo a commentare questa os, ma a onor del vero non bazzico molto la sezione horror, eppure fortunatamente l'ho notata. E dico fortunatamente perché non mi aspettavo di trovare una storia sul kabuki, è stata davvero una piacevole sorpresa! Ho letto molto sul kabuki da quando rimasi fulminata da un bellissimo libro di Mishima e in passato ci scrissi anche una storia, super tragica che manco un dramma del kabuki del periodo Edo; tutto questo non per rintronarti di chiacchiere, ma per dire che è un argomento che mi interessa e appena ho visto il termine "kabuki" sono subito volata a leggere.
Ho apprezzato molto l'ironia che permea la prima parte della storia. Da conoscitrice più che altro dei drammi inscenati dal kabuki, e da lettrice di Mishima (non proprio famoso per la sua allegria), è stato bello questo contrasto, tra la drammaticità dell'opera inscenata e la spensieratezza dei personaggi reali, i loro tratti a tratti parossistici e genuinamente divertenti. L'ho letta proprio con un sorriso e mi chiedevo, andando avanti, come avresti mischiato l'elemento horror in un'atmosfera che all'inizio ho trovato molto distesa. Ma appunto è stato questo il bello: perché l'elemento horror è arrivato, in maniera sottile (non come le caratterizzazioni pseudo femministe di Daisuke ^^'), infiltrandosi a poco a poco per esplodere nel finale in questi ricordi estranei che hanno finito per possedere la protagonista. Anche qui ho ritrovato un elemento di un libro molto bello e a me molto caro che, se non hai mai letto, ti consiglio "L'esercizio" di Claudia Petrucci che parla proprio di un'attrice teatrale così impersonificatasi nei suoi personaggi da perdere se stessa. Lì le motivazioni erano psicologiche (anche se c'era un elemento surreale), qui siamo più nel campo del paranormale, ma appunto ecco: per me è un'idea semplice e geniale e non può che funzionare in un'ambientazione teatrale, perché forse solo sul palco scenico di un teatro l'immedesimazione coi personaggi può essere così totale. Il kabuki poi è l'ambientazione perfetta, tanto più per un onnegata - e una donna trans.
A proposito di quest'altro tema: ho apprezzato come l'hai trattato, senza essere pesante ma lo stesso cristallina e soprattutto rispettando la mentalità conformista dei giapponesi. Nel senso che, se si ha anche una mezza idea della società giapponese, si sa che non è facile per loro manifestare individualismo, qualunque tipo, si sa che sono molti conservatori e infatti quando Atsuko pensa che non vuole "disturbare" la società, che si accontenta di quella "femminilità implicita" aiutata dalla professione che svolge l'ho visto molto... giapponese, ecco. Credibile. Mi ha rattristato in molti passaggi vedere come debba nascondersi, come abbassi il capo per un mondo che non l'accetta per quello che è, ma appunto l'ho trovato attuale e verosimile, con tanti spunti di riflessione. 
E un'altra cosa che per me è ben riuscita è la resa dell'onnegata, il modo particolare di recitare di questa figura, che attraverso la stilizzazione riesce a far risplendere la femminilità. Ripeto: son contenta di aver potuto leggere di kabuki da qualcuno che evidentemente si è informato e ha curato l'ambientazione ^^
Sul finale non ho molto da dire se non che è stato letteralmente un'esplosione, e un po' me l'aspettavo perché come in ogni buona storia horror che si rispetti il o la protagonista all'inizio sembrano innocui e poi, bum, diventano belve o meglio umani troppo umani, a mio parere. E qui Atsuko è diventata Oiwa vendicatrice forse proprio perché ne aveva bisogno dopo tanto dolore. Terribile ma sublime.
Ok, ho sproloquiato pure troppo xD Scusa i vaneggiamenti e grazie per la lettura!
Prim

 
(Recensione modificata il 28/04/2022 - 06:45 pm)

Recensore Master
08/11/21, ore 16:55
Cap. 1:

Carissima, eccomi anche qui. In realtà avevo iniziato questa storia già da tempo, e per la serie meglio tardi che mai... eccomi a commentare. Un ottimo lavoro anche qui: noto che le morti fantasiose sono un tuo marchio di fabbrica, così come i percorsi interiori dei personaggi, questi personaggi che ci svelano pensieri, affanni, sensazioni fino all'epilogo finale...
Unica pecca, l'avvio della storia un po' complesso, dato il numero dei personaggi che entrano in scena e la doppia identità Atsuko/Shinobu (ammetto di averci messo un po' a capire che si tratta della stessa persona). Quanto alla trama, tu non deludi mai: qui abbiamo il Giappone, il kabuki, un attore specializzato in parti femminile... tanta roba. E Atsuko riesce subito simpatico/a proprio perché rappresenta quella difficoltà nel vivere e nell'accettarsi (e farsi accettare) che è così comune a tanti di noi. La trama è ben calata nel suo contesto, in un Giappone realistico con le sue contraddizioni e mentalità. E alla fine, tutta la sofferenza/insofferenza di Atsuko viene fuori, con la complicità di Oiwa. Oiwa in particolare, così come ce la proponi, è ferocissima. Terribile è la sua trasformazione da donna fedele e confidente in demone scatenato. Alla fine Atsuko viene come cancellata dal mondo - a vivere è Oiwa, al posto suo. L'aggiunta della maledizione è il tocco che completa il quadro finale. E come già ne "La teoria della mente", il finale resta aperto a un seguito che solo il lettore può immaginarsi...
Ci si chiede come potrà vivere Atsuko/Oiwa nel mondo reale, con metà volto in disfacimento. Ora il nostro protagonista ha ottenuto un corpo di donna, ma a che prezzo! E' proprio vero che a volte non vedere i propri desideri soddisfatti è un bene...

Recensore Master
25/07/20, ore 13:40
Cap. 1:

Ciao, sono venuta a curiosare nel tuo profilo e mi ha colpito questa storia che ho letto tutta d'un fiato.
L'ambientazione giapponese è resa benissimo e mano a mano che la lettura va avanti aumenta la sensazione di angoscia.
Mi è piaciuta molto l'idea di affidare "la parte" del protagonista ad una persona transgender, rende tutto molto più doloroso e tragico e poi la scelta é perfetta vista la tradizione teatrale giapponese.
Mi piace moltissimo il finale terribile che mi lascia un dubbio aperto: é davvero successo o a partire da un certo punto il protagonista precipita nella follia più completa?
Si è davvero vendicato dei fratelli o la totale l'immedesimazione nel personaggio di una donna, che scopre di non poter rispondere ai criteri imposti dalla società del suo tempo, lo ha fatto impazzire e i fratelli lo hanno fatto internare in un manicomio, dove lui immagina la sua vendetta?
Davvero una bella storia. Complimenti!
AlbAM

Recensore Master
07/06/20, ore 18:35
Cap. 1:

Ciao! Piacere di conoscerti, sono Kira Eyler.
Come posso iniziare? Cavolo, questa storia mi è piaciuta tantissimo. L'ho letta più volte di seguito e, ormai, ho perso il conto... Non so davvero come iniziare una recensione che ti faccia capire quanto io l'abbia amata. Forse partendo col dire che la inserirò tra le preferite xD Ma mi impegnerò per il resto.

Adoro il teatro kabuki. Yotsuya Kaidan è, senz'ombra di dubbio, una delle mie rappresentanti preferite. Quindi ti lascio immaginare la mia gioia quando ho scoperto la tua storia; dire che mi sono messa a saltellare è riduttivo. Sono andata in brodo di giuggiole.
E ci sono andata ancora di più quando ho iniziato a riconoscere il tuo stile, ma di questo parlerò dopo.
Mi è piaciuto l'inizio della storia: diretto, senza troppe descrizioni inutili, dal punto di vista della protagonista che, da subito, ha catturato le mie simpatie. Sono riuscita a immedesimarmi benissimo nei suoi panni e in ogni scena, grazie a ciò. È un personaggio dalla psicologia formidabile: pur ritenendosi quasi un fantasma per gli altri, è in realtà molto profondo e serba, dentro di sé, parecchio dolore e rancore dovuti alla sua vita.
Una vita vissuta in solitudine, tra prese in giro e insicurezze, e soprattutto paura. Paura perché la società in cui vive fa fatica ad accettare persone come lei - persino i suoi stessi genitori, che considerano i transessuali "scherzi della natura". Più volte, mi sono commossa. Verso la fine, invece, ero in lacrime. Mi sono immedesimata così tanto in Atsuko (chiamarla Shinobu mi sembra un torto alla sua figura), che ho pianto a leggere il modo in cui tutti la trattavano; mi sono chiesta quanto debba aver sofferto. Perché il modo in cui hai descritto questo personaggio è stato talmente sublime, che non sembrava più finto: Atsuko sembra un personaggio reale.
Quindi, tanto di cappello e complimenti per la sua caratterizzazione... e per quella degli altri personaggi.
I fratelli, la sorella, il resto della compagnia. Persino il personaggio secondario, l'attore inesperto che ha sostituito Akira alla sua caduta, ha un suo carattere - o, almeno, io ne ho trovato delle tracce. E sei stata pure così brava da farmi odiare Chiyoko, nonostante avessi compreso il perché delle sue parole e delle sue azioni: stress. Come quello che inondava Daisuke.
Ho apprezzato anche Oiwa, il modo in cui l'hai trattata. Conoscevo già la sua storia, ma leggerla in questo racconto ha avuto un sapore nuovo, più amaro, più triste. Il momento in cui possedeva (giusto? Correggimi se ho interpretato male) Atsuko sulla scena è stato così naturale, che da lettrice mi sono sentita come gli spettatori: non lo avevo previsto, non lo sospettavo. È stato un colpo di scena strepitoso. Hai dato giustizia a questo spirito in cerca di vendetta!
Il finale... Che dire. Mi ha spiazzata, ma mi è piaciuto. È stato fantastico, degno del ritmo della storia e coerente con essa.

C'è un'altra cosa che ho adorato: l'attualità. Mi spiego meglio: sono contenta che, qualcuno, abbia deciso di narrare la storia di una persona trans (giapponese, per giunta, ma comunque trans). Hai reso magnificamente il senso di inadeguatezza che provano, la disforia di genere, quanto le parole della società facciano male... e quanto sia importante il supporto della famiglia (che qui mancava, purtroppo).
Parlare di queste cose è un bene. Farlo attraverso una storia, lo è ancora di più; di conseguenza, grazie per aver portato questa tematica - e per averla trattata bene, e non con leggerezza.
Grazie per aver trattato anche di un altro tipo di abuso, attraverso Oiwa. Molte frasi mi sono rimaste dentro, e non credo riuscirò mai a dimenticarle... Questo racconto mi ha aperto gli occhi su tante altre cose.

Infine, voglio complimentarmi per il tuo stile di scrittura! L'ho A M A T O. E non lo dico per dire.
So che non si giudica lo stile di uno scrittore da una sola opera, ma... chiedo venia.
Prima di tutto, non ho notato alcun errore: né di battitura, né di punteggiatura, né di grammatica. Le vicende sono corse fluide, cariche di sentimento, e non sono riuscita a distogliere gli occhi dallo schermo (e l'ho letta più e più volte. Non ho mai, e dico MAI, distolto lo sguardo; mi sono sentita come estraniata dal mondo, rapita da questo. È stata un'impressione magnifica, non riesco a descriverla con le parole).
Non una scena mi ha annoiata.
Non una scena mi è sembrata inutile, o di troppo.
È stato un viaggio straordinario tra la vita di Atsuko e quella di Oiwa.

Adesso, smetto di rompere ripetendo sempre le stesse cose xD sarò diventata noiosa. Complimenti vivissimi,
-Kira.

Recensore Master
13/04/20, ore 17:22
Cap. 1:

Buongiorno, tesoro!
È un immenso piacere tornare nel tuo profilo, oltre che per leggere anche per imparare, perché? Perché sì, perché leggere autori così bravi e non ho problemi a dire navigati sia dal punto di vista stilistico che contenutistico che tematico ispira.
Poi in una sezione horror, è veramente fantastico ritrovarti qui, perché il brivido è soltanto un mezzuccio per raccontare temi molto duri, demoni più temibili, che fanno parte della vita quotidiana, che è molto più traumatica di fantasmi e simili.
(Nota a piè di pagina: però sono ancora in attesa del ritorno de L’Impero, o almeno di una long anch’essa fantasy, ammetto di aver sbirciato nel tuo profilo e la storia che hai in mente di far scontrare persone che hanno poteri con persone che ne sono prive m’intriga molto, soprattutto perché hai detto che le loro descrizioni sono state studiate a partire dai disturbi del DSM 5 – e ok, sto divagando, sorry).
Veniamo a noi. Innanzitutto, se io mi fossi trovata in una situazione del genere con tutte quelle disgrazie e tragedie, superstizione o meno avrei già tagliato la corda, da ragazza intelligente quale sono (anche se nei film horror le bionde sono le prime a morire, ma tant’è…).
Atsuko è un personaggio scritto divinamente, hai trattato benissimo il tema della disforia di genere, hai spiegato bene la frustrazione che ne deriva, i problemi fin da bambini ad adattarsi con una società come quella giapponese, ma lei non può fare a meno di parlare di sé stessa al femminile, nella sua mente, perché la transessualità non è una scelta, lei è così e basta. Molto toccante anche quando dice che il suo corpo le fa schifo, o quando dice che sapeva benissimo che la sua famiglia non l’avrebbe accettata, e così è stato.
Interessantissimo il contesto del teatro in una storia come questa, si sposa bene con l’idea horror. Atsuko diventa effettivamente il personaggio che interpretava, e io direi non solo per motivi sovrannaturali, ma perché aveva davvero dei problemi mentali (beh, questa è la metafora, comunque ‘azz, mi hai fregato un’idea che avevo in programma tra due o tre volumi e… – okay, sto zitta).
I fratelli comunque si sono comportati da veri stronzi, e oltre a questo devo dire che Chiyoko non è troppo sveglia, o meglio, è un personaggio dannatamente credibile, ma non posso fare a meno di chiedermi, come diceva Atsuko, che cazzo ha la solitudine di tanto tremendo? Non intendo, ovviamente, quella totale, ma essere single non è tanto male… Eppure, conosco un sacco di persone che non la pensano affatto così.
Tornando ai fratelli stronzi, un vaffanculo avrebbe avuto più efficacia.
Ho notato solo una svista, che forse non è nemmeno un errore ma non ne sono sicurissima, ed è in “…per le macchine malfunzionanti, che venivano regolarmente prese a calci…”, penso che la forma “mal funzionanti” sia più corretta, ma come ho detto non sono sicurissima.
Le citazioni bellissime che ho amato, sono: “Il teatro è un’arte in movimento, ogni copione è stato rivisitato infinite volte per adattarsi meglio al cambiare dei tempi. Non possiamo renderlo statico per compiacere una mandria di vecchi puntigliosi, andrebbe contro la natura dell’arte stessa”;
E poi: “Era il compito della sua arte: rendere il dolore splendido senza addolcirlo”;
E poi, per come è realistico e calza al pennello con le donne a cui si riferisce, il passaggio: “Forse sperava che, mostrandosi come la donna ideale, facendo di tutto per non essere un peso malgrado la sua debolezza fisica, il marito si sarebbe ravveduto. Era un tipo di pensiero piuttosto comune, nelle donne abusate”.
Quindi, chapeau, come hai solito hai saputo rispettare la complessità e profondità che la tematica chiedeva.
Per rispondere brevemente alla tua domanda finale, non vorrei andare OT, ti confermo che da me tutto bene, famiglia e amici tutto bene, quindi si tira avanti e spero vivamente che sia lo stesso anche per te.
Un bacio,
Karen.

Recensore Master
28/03/20, ore 14:45
Cap. 1:

Come dico sempre, è sempre un piacere vedere che la tua pagina è aggiornata con un nuovo racconto dell'horror... e sta volta non ho nemmeno dovuto aspettare fino ad Halloween, che bello! Comunque, sono veramente contento di questa storia perché ha assolutamente aperto questioni interessanti, che potrebbero aver dato inizio ad un Cinematic U in cui le protagoniste sono waifu spettrali.
Credo di non poter chiedere nulla di meglio dalla vita.
Ma andando avanti, la tue storie hanno sempre un qualcosa di completamente diversi rispetto a qualsivoglia storia horror con cui potrei fare esempi, insomma, hanno quel nonsoché che le rende uniche nel loro genere. Per dire, l'elemento horror - per quanto sempre presente, ed in questa storia lo è alla fine in maniera a dir poco violenta - è quasi un contesto, una parte marginale, che fa da contorno a tutti questi mega pensieri angstosi ed ai pensieri del protagonista, di cui decisamente mi ha fatto piacere vedere i propri pensieri. decisamente la sua condizione non è proprio la più simpatica e comoda che possa esistere al mondo, però è comunque bello vederlo - vederla? come dovrei... - affrontare la sua vita in maniera così seria e forte, pur avendo chiaramente diversi problemi con se stessa e anche con la sua famiglia, parlando di tutte le sue ansie e i suoi pensieri agitati. Decisamente, possiamo vedere chiaramente che non se la sta passando bene. Se non altro, può esternare il suo disagio e stare più o meno bene con se stessa quando è sul palcoscenico ad interpretare un personaggio femminile. Bel tocco di classe riferirsi al personaggio da autore come se fosse effettivamente un personaggio femminile, rende la sua creazione molto più carina e realistica. Comunque sia, già avrai capito, che in questa storia tutti i singoli personaggi - tranne Shinobu/Atsuki - per me avevano preso il biglietto di non ritorno per il treno della 'morte fantasiosa e possibilmente violenta. O rottura mentale' dato che sono uno più sgradevole dell'altro... insomma, almeno quelli presentati. Magari gli altri neanche avevano motivo di morire in modo orribile, però per la gioia del massacro è stato molto soddisfaciente.
Il fratello è un troglodita che non meritava di essere in quel posto, visto che si vede non essere assolutamente un uomo con lo spirito dell'artista ma solo un bamboccione che vuole farsi bello per andare contro al proprio genitore... rovinando un'opera centenaria rendendola quanto di più femminista possibile esista, in maniera decisamente fastidiosa... chi ha detto Star Wars? Scherzi a parte, quella frecciatina è stata particolarmente apprezzata.
L'altra sorella... meh, tipica snob rompicoglioni che da la colpa a tutto e a tutti, questo condiviso con il fratello, e che pensa solo alla sua situazione nonostante un suo macchinario abbia letteralmente quasi ammazzato un attore.
L'ultimo fratello... beh, almeno lui sembrava gentile, però non ha fatto assolutamente nulla per dare una mano a Shinobu, quindi, in un certo senso, anche lui si è meritato quello che è successo.
Oiwa era quasi sadicamente parlando l'unica persona che volesse bene a Atsuki, benché l'abbia utilizzato solo come oggetto per compiere la sua vendetta, ma comunque lo ha sempre messo davanti a scelte ed ha tentato di convincerlo con le buone a lasciarsi andare, per poi passare direttamente alle cattive per mostrare a lei i veri colori anche dei membri della sua famiglia. Quando quei tre bastardi, e sopratutto Daisuke sorrideva come un boss comprato su wish, ho sorriso a mia volta con ardore, sapendo quanto male sarebbe andata la situazione per tutti loro. E infatti, quando Atsuki ha scatenato tutto quel casino di follia e mostri in puro stile Carrie, è stato tutto molto soddisfaciente. Ma passando al finale, che è stato particolarmente apprezzato, sono rimasto piacevolmente sorpreso: Ma quella è Akihiko! Akiko... Akihiko... non mi ricordo il nome esatto, comunque non ho dubbi che si tratti della Kuchisake Onna della tua altra storia. Già quando Oiwa ha menzionato quel nome, ho avuto il sospetto, però vedere effettivamente un collegamento tra le due... beh, ha messo un sorriso sulla mia faccia, come Thanos.
E qui rimango del fatto e dell'idea che: Ghost Gurl, Best Gurl.
Per quanto la tua faccia sia sfregiata, non diventi brutta, solo più interessante <3
ora spero di vedere un sequel oppure una storia completa in cui ci sono un gruppo di donne fantasma che combattono contro il male. Praticamente un sogno che diventa realtà XD che poi in giappone ci sono tanti di quegli spiriti femminili che non stanno dentro ad una raccolta.
Però, no deep web?
0/5 shit story.
Minchiate a parte, l'unica cosa che non mi è chiare è se Shinobu esiste ancora oppure se la sua personalità è stata completamente inghiottita da Oiwa, o se un qualche modo condividono lo stesso corpo.
A parte questo, una grandiosa storia, bella tesa fino all'ultima riga, davvero, mi ha messo un'ansia decisamente tangibile.
Spero presto di poter leggere qualcos'altro di orrorifico!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Master
19/03/20, ore 09:44
Cap. 1:

Beh, questa storia affronta dei temi decisamente attuali e delicati, su cui però non mi sento di pronunciarmi. Perciò, mi soffermero' sull'elemento soprannaturale, che qui la fa da padrone.

La leggenda alla base della storia non la conoscevo, però l'ho trovata molto affascinante, e soprattutto inquietante. Del resto, una storia di fantasmi non poteva essere altrimenti. Ciò nonostante, vi ho trovato anche una sottile vena ironica: i tentativi di Daisuke di storpiare l'opera teatrale per compiacere i fanatici del politicamente corretto e i riferimenti di sua sorella a certe comunità online riescono a strappare un sorriso e anche a far riflettere (possibile che il genere umano riesca a cadere così in basso? Purtroppo sì). Questo però senza togliere spazio al lato horror. Lato che esplode in tutto il suo macabro splendore nella penultima parte, dopo essersi fatto sentire in modo discreto nelle parti precedenti, con Atsuko/Shinobu posseduto dal fantasma di Oiwa che massacra tutta la gente presente nel teatro. Momento di orrore e vendetta, con una scena finale che non lascia presagire nulla di buono (almeno così l'ho interpretata io).

In conclusione, ho apprezzato molto la storia, che per un po' è anche riuscita a non farmi pensare alla situazione attuale. Paradossalmente, leggere di mostri e fantasmi è più tranquillizzante di un articolo di giornale sull'epidemia. E speriamo che si risolva tutto presto.

Alla prossima!

Recensore Master
19/03/20, ore 07:06
Cap. 1:

Buongiorno.
Ma quanto ci hai messo a scrivere così tanto?
Un racconto però ''completo'' nel vero senso della parola, perché c'è davvero di tutto, dal sovrannaturale all'horror, ma anche dell'introspezione, dell'analisi sociale...
Complimenti, io non sarei mai riuscito a organizzare un testo così complesso, tutto in una volta!