Ciao Little Red!
Un’amica lo scorso autunno mi ha fatto conoscere “Over the Garden Wall” e quindi non potevo non leggere questa storia, anzi: mi fa davvero piacere che tu ne abbia scritto e spero ne scriverai ancora, perché ho rintracciato nel testo lo spirito tipico dell’opera, soprattutto nello scambio di battute tra Beatrice e Wirt. Alcune frasi descrittive sono davvero belle – come i ricci che sfuggono dall’acconciatura di Beatrice, passata ad essere da uccellino a ragazza e, allo stesso modo, è reso molto bene, l’atteggiamento complessivo di Wirt verso ogni cosa, il suo essere cervellotico e poco propenso a prendere delle decisioni, un elemento imprescindibile che determina anche il motivo per cui lui e Greg si trovano in questo Oltre che forse è l’aldilà, forse un viaggio nella coscienza, forse un bosco stranamente incantato dove ogni oggetto o personaggio è profondamente simbolico.
Come sappiamo, l’attraversamento del muro è derivato da tutta una serie di eventi che hanno per obiettivo Sarah, la ragazza per cui Wirt registra la cassetta, ma il lungo viaggio nella foresta con i suoi incontri e soprattutto l’aiuto di Beatrice, imprigionata anch’essa, cambiano e mutano alcuni aspetti di Wirt e del fratellastro Greg, mettendolo alla prova. E del resto il viaggio non è sempre una metafora della vita e del cambiamento? E a livello prettamente pratico, cosa ne sarebbe stato di loro senza di lei? Eppure non è solo riconoscenza, ciò che lega Beatrice a Wirt, ma qualcosa di più. In questa shot ho ritrovato il senso pratico di lei, ma ho anche trovato lo slancio di un ragazzo che abbandona la cotta per Sarah a favore di un amore più vero, che ha trovato le proprie difficoltà ed è riuscito a superarle. Anche la scelta della prima persona mi è piaciuta moltissimo, perché si riallaccia alla visione molto intima e personale dell’opera originale, preziosa perché dalle molteplici letture. Sei stata una bella scoperta, ti auguro un sereno weekend,
Shilyss ^^ |
