Ciao!
Premessa: Non ho mai visto Sex Education, mai. Tuttavia, ciò non mi ha impedito di amare incredibilmente questa OS. Mi è piaciuto tutto, dall'inizio: l'immagine con cui hai aperto la shot mi ha abbastanza distrutto, per il parallelismo che vede da una parte Dean, piccolo, che entra nella vasca da bagno per la prima volta con la madre, dall'altra un Dean piccolo ma solo che non riesce a sentire nuovamente quell'entusiasmo, non dopo la sua morte.
Hai reso benissimo il suo personaggio, il suo modo di gestire anche i suoi rapporti familiari: hai riportato in un contesto più verosimile la stessa dinamica di cieca devozione che lo lega a John, che lo porta a compiacere le sue aspirazioni anche quando le sue aspirazioni gli fanno tanto, troppo male. Come il dolore che provava nella serie ogni volta che veniva lasciato solo in un motel, come il dolore che prova qui quando viene imboccato verso questa carriera del nuoto. Toccante, doloroso, bello il modo in cui hai descritto il lutto che ha toccato e stravolto lui, John e il piccolo Sammy.
L'immagine in cui, dopo quella chiacchierata con Castiel, a Dean sembra di vedere finalmente i due John coincidere è un'immagine molto bella; del resto, anche la caratterizzazione di John mi sembra efficace e funzionale. Consumato dal lutto, troppo accecato dal dolore per accorgersi di quali fossero davvero i bisogni dei suoi figli anche in questa fic, ma legato comunque a doppio filo a loro da un amore che è intatto, innegabile. Uguale è anche il suo seguirlo per quel confronto in piscina, senza domande.
Il sorriso di Johh che tanto aveva colpito Dean nella serie quando verso i cinque e sei anni aveva colpito un bersaglio con un piccolo fucile qui diventa un sorriso d'orgoglio durante la sua prima gara di nuoto: è diverso, certo, eppure è uguale nella resa, nel significato che esso assume all'interno della storia.
Ho perso più di metà recensione a parlarti di John e di Dean, perché hai gestito perfettamente anche i rapporti familiari, ma in realtà adoro il modo in cui hai gestito Castiel, nella sua adorabile crush per Dean dal primo anno di liceo, nel suo volerlo aiutare anche quando Dean - come di fatto spesso è - è freddo e incostante e lo accusa di essere un robot. Castiel è in questa storia il motore che permette di sbloccare diciamo l'uroboro costante che sembra essere diventata la vita di Dean, tra vittorie che non hanno alcun sapore se non quello del cloro, quello di ricordargli un lutto che non ha ancora elaborato.
Mi piace davvero come hai gestito anche il subentrare del teatro, il modo in cui Dean usa tutto il suo potere di persuasione per convincere Cas a insegnargli Shakeaspeare. Il momento in cui dice “Seguo il tuo consiglio: cerco un piano di riserva. Alle elementari feci Giuseppe nel presepe e dissero che ero molto credibile.” è assolutamente esilarante, mi ha fatto un sacco sorridere. Il teatro e Cas rappresentano in questa storia senz'altro la sua rivincita!
Ho scritto un poema, ma oh, che ci vuoi fare, è una shot estremamente curata e lo meritava!
Alla prossima,
Desy |