Recensioni per
La ama(va)
di LadyPalma

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
21/08/20, ore 17:15
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Scriptophobia" - 5/5

Palma!
Sono riuscita a recuperare tutte le recensioni premio che ti dovevo rilasciare, scusa se mi sono fatta attendere tanto e arrivo proprio allo scadere dei quattro mesi!
Ho scelto proprio questa storia per rilasciare l'ultima recensione perché "conosco" Davos e Melisandre, me li hai presentati tu quando hai partecipato alla mia 12x12 ed ero curiosa di leggere qualcos'altro su di loro *-*
Che dire? Questa storia è terribilmente triste, come le dinamiche che li hanno sempre contraddistinti; Davos prova una sorta di amore-odio nei confronti di Melisandre, perché effettivamente lei con i suoi atteggiamenti non si fa certo amare. È velenosa, cattiva, continua a vivere nonostante tutto e tutti, distrugge e brucia tutto attorno a lei.
Eppure c'è qualcosa in lei che attira Davos, chissà cosa e chissà perché. E lui se ne rende conto dopo, quando ormai Melisandre non c'è più e lui non può più far niente. Non che, se lei fosse rimasta viva, la situazione sarebbe cambiata tanto: qualcosa mi dice che a lei non sarebbe bastato il suo amore per cambiare e per essere più umana.
C'è un dettaglio che mi è piaciuto tantissimo: quando parli della sua morte, dici che il rosso di Melisandre "si scioglie in neve bianca". E cosa più della neve - del ghiaccio - può essere in contrasto con il fuoco, l'elemento che l'ha sempre contraddistinta? Questa frase in particolare mi ha dato l'idea dell'essenza di Melisandre che scivola via, scompare e si inabissa nella morte.
Aaaah, e Davos che ne sente la mancanza! Che dolore al cuore e che storia tremendamente, magnificamente drammatica *____*
Come sempre, sei una maga nel passare emozioni anche in pochissime parole, riesci sempre a lasciarmi qualcosa con i tuoi scritti, anche con il più piccolo! Veramente, hai una potenza descrittiva ed emotiva quando scrivi che non è una cosa comune, è un dono! Bravissima :3
Felice di essere passata da queste parti e ci sentiamo presto!!! ♥

Recensore Master
25/05/20, ore 11:45
Cap. 1:

Terzo Posto
La ama(va)
Premio “Viceversa” per il migliore bilanciamento della coppia e il miglior connubio tra azioni e reazioni dei personaggi
di GiuniaPalma





Grammatica: 5/5

Non ho trovato errori grammaticali né sintattici. Complimenti.


Stile: 19/20

Lo stile è semplice, ben strutturato e si basa soprattutto su un gioco di affinità e contrapposizioni. Lo fa a livello strutturale, lo fa anche a livello di immagini. Ciò che colpisce, però, è la sua schiettezza, il modo diretto e pulito con cui presenta fatti, personaggi e, soprattutto, emozioni.
Lo stile è caratterizzato da periodi lunghi, uso di paratattiche e parentetiche. Questo contribuisce a rendere il testo “pieno”, corposo (l’impressione è che vengono messe in campo più di 500 parole); non ci sono frasi morte o di passaggio, e soprattutto l’impressione è quella di un testo aperto, chiaro (non cupo, che si richiude in se stesso). L’uso di parentetiche, poi, ti aiuta a stemperare l’idea di un testo troppo leggero, ma equilibra il tono narrativo, dando densità e incisività alle immagini evocative di sensazioni. Nonostante, poi, il lavoro speculare tra i paragrafi di cui parlerò a breve, lodo la capacità di non rendere forma dei periodi e espressioni mai uguali tra loro, ma hai saputo dare al testo versatilità di contenuto e di sintagma.
Ci sono diversi livelli in cui poter suddividere questa flash, e questo gioco complesso, a incastro, ha arricchito la struttura stilistica. Innanzitutto possiamo considerare la flash suddivisa in quattro parti, quasi del tutto speculari tra di loro, scanditi in primo luogo dai seguenti “espedienti” spaziali: la lineetta (nella frase di apertura e in quella di chiusura), l’aggettivo e il verbo in corsivo. La seconda suddivisione riguarda i tre paragrafi e avviene a livello d’immagini (l’affinità di un oggetto sempre presente nella mano di Davos) e un climax discendente: gli insulti non repressi, la furia trattenuta a stento fino ad arrivare al silenzio. Inoltre c’è quel “lei” ripetuto a inizio delle seconde parentetiche, che è quasi un’ossessione, ma anche una sollecitazione, quasi odiasse lei a prescindere, forse per i sentimenti che prova e che ignora. Come a dire “sempre lei”.
Infine abbiamo la terza suddivisione, che riguarda il primo e secondo paragrafo, poi, e mette in atto un gioco anche a livello argomentativo oltre che di ruolo: il verbo “incolpare” una volta riferito a Melisandre una volta a Davos; l’essenza disumana e l’apparenza umana; il ruolo del re; il gioco di personaggi morti e lei viva.
L’espediente però che colpisce in questo gioco di “specchi” e rimandi è proprio il momento in cui questo gioco di spezza, nell’ultimo paragrafo, non solo perché l’ultimo verbo, che sembra prendere le sembianze di un velo che avvolge l’intera flash, è posto visivamente a destra ed è messo in chiusura, ma anche perché dopo l’apertura di tre paragrafi con “il tentativo di ucciderla”, Melisandre muore e la caccia è, quindi, finita.
In conclusione, l’effetto che si viene a creare è quello di una matrioska stilistica. Complimenti, dunque, per la cura e l’esecuzione strutturale dell’opera: denota un lavoro attento e uno stile pulito, che lavora con la struttura piuttosto che con un uso massiccio di figure retoriche. In tal senso, il testo non manca di bellezza e sostanza, ma dona al lettore una lettura semplice e immediata senza mai essere banale o priva di carattere.
Il tono narrativo non si pone come obiettivo quello di esaltare dei sentimenti, piuttosto è distaccato, critico, descrittivo e cadenzato – nel senso che segue sempre un “ritmo”, una cadenza speculare tra i paragrafi, quasi una metrica in prosa. Lo trovo adatto a un narratore esterno, che utilizza, certamente, il punto di vista del personaggio di Davos, ma lo fa con sguardo analitico e distaccato. In tal senso, condivido la scelta di rendere quasi nulli i dialoghi e di lasciar parlare eventi e personaggio.
L’unico “neo” nel tono è proprio la decisione di inserire “a forza” la seconda lineetta nell’ultimo paragrafo.

- Se ne va dolcemente nell’alba gelida – bellezza che invecchia in un istante, rosso che si scioglie in neve bianca.
La Donna Rossa è scomparsa e a lui manca qualcosa – uno scopo, una nemesi, un colore. → Proprio perché l’ultimo paragrafo rompe questo gioco di specchi, io avrei evitato di “spostare” la parentetica in mezzo (mi riferisco al secondo trattino lungo, non al primo), soprattutto perché ne risente il tono, il quale fino ad adesso si era mantenuto scandito dagli stessi ritmi. Si ha un senso di ripetitività nell’intonazione, che secondo me fa perdere di eleganza alla varietà con cui hai portato avanti la narrazione.

Per accompagnare un simile narratore è importante l’uso di un lessico vario, espressivo e soprattutto mirato, al fine di rendere ogni singola espressione potente e chiara. In questo sei stata bravissima. A partire dalla scelta di aggettivi e verbi in corsivo, passando dalla sfera semantica più “astratta” quando devi descrivere Melisandre (ho notato una tipologia di termini che girano intorno l’occulto e il divino, come folle, magia, miracoli, essenza), per arrivare a termini specifici che richiamano molto bene il mondo e alcuni passaggi fondamentali della trama, come “notte oscura e piena di terrori” o la dicotomia “donna del fuoco” e “uomini di ghiaccio”. Quest’ultimo è un vero tocco elegante perché pone sempre su più livelli, come una matrioska, il dualismo: donna e uomini, uno e tanti, fuoco e ghiaccio. Altri passaggi degni di nota sono l’antitesi nella parte finale – rosso e il bianco – e l’ossimoro – alba gelida – e ancora l’affinità tra i personaggi dati dai verbi “scomparire” e “mancare”.
La punteggiatura è minima, semplice, scandisce bene il tempo e rispetta i vari legami sintattici. L’unico suggerimento che voglio darti riguarda questa frase:

- Suo figlio è morto e lei è viva a mormorare veleno nelle orecchie del suo re. → Io aggiungerei una virgola dopo “morto” per rendere il rapporto consequenziale dei due eventi, e soprattutto per dare una pausa al lettore che legge. Potresti aggiungerla dopo “viva”, se preferisci, ma io continuerei a seguire il rapporto speculare con gli altri paragrafi.

I generi sono stati entrambi trattati con profondità e attenzione. Ma se da un lato abbiamo un “drammatico” che permea l’intera flash in maniera preponderante, dall’altra parte l’introspezione non è mai immersiva, ma anch’essa passa da una forma analitica da parte del narratore.


Sviluppo del tema: 15/15

La prima cosa su cui mi devo complimentare è l’equilibrio che hai saputo dare alla coppia all’interno del componimento. Entrambi sono egualmente protagonisti e, ancor meglio, le azioni dell’una influenzano le reazioni dell’altro. Un complimento a parte va fatto al modo in cui hai saputo dare tanto spazio alla trama, rendendola veicolo di emozioni. In questo caso specifico, gli eventi sembrano avere il compito di “nascondere” le emozioni reali, questo amore che Davos prova, dietro a sentimenti più forti quali l’odio e il disprezzo e il desiderio di vendetta e giustizia.
Il momento dell’addio coincide con il momento della rivelazione, o meglio della presa di consapevolezza di Davos. Dico così perché l’impressione che ho avuto è stata quella di un’ossessione che – Davos consapevole o meno – ha avvolto il personaggio POV dall’inizio alla fine. Un’ossessione che in qualche modo nasconde interesse e attrazione, che li lega in maniera forse un po’ ambigua, ma sicuramente indissolubile.
Detto questo, la rivelazione – l’amava – ha la capacità i lanciare in due modi differenti una luce retrospettiva sull’intera flash. Da un lato la forma al passato esalta il fatto che la consapevolezza sia giunta quando ormai è troppo tardi, lei non c’è più e Davos finalmente le riesce a dare un nome proprio a partire dalla mancanza, quasi come una scritta sommersa completamente i cui contorti si scoprono solo quando ciò che la inabissava si è prosciugato. L’odio copriva tutto, e adesso che non c’è più l’incisione della parola amore è ben visibile. Dall’altra parte, poi, la sua collocazione a destra rispetto l’intero testo ha la capacità, come credo di aver preannunciato prima, di avvolgere come un velo l’intera flash, dando l’impressione così che questo sentimento, appunto era sempre stato lì. Sembra dire: Davos l’ha sempre amata. Quindi l’amore non è solo qualcosa di totalizzante, ma è anche qualcosa di perso per sempre. Tutto questo non fa che aumentare lo struggimento alla base di questa separazione.
Il momento dell’addio riesce, nella sua staticità – Davos guarda e basta – a essere alienante quasi, ha la potenza di chi lascia andare, resta fermo e non fa nulla, né per attuare né per impedire ciò. Inoltre quel “sola” non indica solo, secondo me, il fatto che non sia Davos a farlo, ma anche la solitudine di questa camminata di Melisandre nell’alba e nella neve. Il momento è così lento e dolce che quando si perde sembra quasi non essere mai esistito. Sembra quasi dire “il mondo non si ricorderà di lei” ma c’è Davos che non dimenticherà mai quel vuoto lasciato dalla Donna Rossa.


Titolo, Introduzione e impaginazione: 4.5/5

Il titolo è, nella sua semplicità, disarmante. Due parole, mille letture differenti. Credo che sia la sua composizione visiva a renderlo attraente agli occhi del lettore (sicuramente con me ha funzionato), il suo doppio significato (che nel testo si arricchisce di almeno altri due) ha la capacità di incuriosire e di mettere in chiaro fin da subito che all’interno la storia sia strutturata, curata; quasi a garanzia che la storia valga la pena di essere letta. Quello che voglio dire è che un titolo così pensato, che promette sfumature, non può che preannunciare una storia ben scritta.
Riguardo alla sua attinenza, il titolo va sicuramente al cuore del contest, mettendo in primo piano quello che è il sentimento portante dei temi. Lo spiattelli in faccia, non lasci dubbi. La doppia ambivalenza, poi, sembra dargli tridimensionalità: da un lato l’amore che persiste e che resta, si scopre e prende solidità solo dopo la morte – una morte che viene in qualche modo promessa da quel “(va)”; dall’altra, appunto, c’è il senso di perdita, di distanza, di qualcosa che non c’è più. Il tutto non fa che conferire al titolo un tono cupo, denso, allo stesso tempo struggente e pieno di un rimorso credo che non prende mai del tutto forma in Davos, ma che aleggia sul componimento.
L’introduzione, però, lascia il compito di attirare i lettori solamente al titolo. Essa, infatti, è troppo riassuntiva nella sua formulazione. Inoltre è talmente schietta da “spoilerare” in un modo che non ammette fraintendimenti o dubbi quello che è il punto cruciale della flash. Personalmente avrei giocato di più con “se” e “ma”, avrei dato al lettore un po’ di suspense emotiva e non avrei reso la trama, o comunque la struttura della flash, così evidente. Comunque trovo l’implicazione nascosta messa alla fine capace di dare un senso di aspettativa e trepidazione nel lettore. Avrei soltanto cercato di dare anche un minimo di atmosfera in più, un tono più corposo anche alla prima parte.
L’impaginazione è ordinata, pulita quanto allo stile. In questo connubio grafico/stilistico lodo assolutamente la coerenza e il modo in cui hai saputo far camminare di pari passo i diversi aspetti, estetici e strutturali. La scelta di mettere in corsivo aggettivi e verbi ha fatto risaltare l’introspezione e ha scandito il tempo e la spartizione, così come gli spazi che dividono i vari paragrafi scandiscono il ritmo della narrazione. Infine, credo di averlo detto in più modi possibili ma lo ribadisco ancora una volta, è stato vincente l’apporre quelle ultime due parole a destra, sembrano chiudere un cerchio iniziato proprio con il titolo. Inoltre è stata visivamente bella proprio questa contrapposizione tra la forma chiusa del titolo con le parentesi e la forma aperta, libera del finale della flash. Complimenti.


Caratterizzazione dei personaggi: 20/20

Partiamo dal fatto che, nonostante la coppia non sia canonica, i personaggi sono perfettamente IC. Ancor meglio, l’amore e i sentimenti legati a esso sono plausibili e fatti ben fluire all’interno del canon. Così, quelli che a prima vista sembrano sentimenti e reazioni dettati solo dall’avversione e dalla diffidenza, diventano sentimenti e reazioni mossi da un’attrazione letale e ripudiata allo stesso tempo.
Ti devo fare i complimenti per come hai saputo, nonostante il POV sia di Davos, caratterizzare i contrasti del personaggio di Melisandre. Questo perché hai saputo dare al personaggio maschile la giusta capacità di “sentire”, di “parlare” di sé e allo stesso tempo di Melisandre. Attraverso gli occhi di Davos, quindi, Melisandre è personaggio tridimensionale e reale. Hai saputo richiamare la sua doppia natura, che si mostra in due diversi momenti: il momento in cui era accanto a Stannis, in cui la sua fede è forte, il suo personaggio si mostra quasi disumano, spietato e senza scrupoli, una strega che incanta con la sua bellezza e manipola gli altri per i suoi scopi; il momento in cui è accanto a Jon, dove si mostra incerta, sconvolta ella stessa dei miracoli che ha compiuto, riconosce le sue debolezze e prende atto delle conseguenze dei suoi errori, si mostra quindi in quanto donna, e forse per questo ancora più da ammirare per la fede che ritrova e che non abbandona. Importante e sempre presente è l’elemento “religioso”, mistico, che è fondamentale per racchiudere la natura di questo personaggio: Melisandre è votata al suo dio, ed è pronta a tutto, anche alla morte per seguire la sua missione. Nella terza parte, questo concetto riesce a farsi molto profondo:

- lei, la sua magia, la sua folle missione, il disincanto verso la morte. → Melisandre è un personaggio devoto, che guarda alla morte come al volere del suo dio. Per tutta la vita ha sempre avuto chiaro il momento in cui sarebbe morta, ecco che la morte non ha segreti per lei. Il modo in cui poi Davos la mostra – la sua magia – le dona un senso d’indipendenza, di definizione che Melisandre non si concede – lei avrebbe detto che la magia è un dono di R’hllor e che non è veramente sua.

Il personaggio di Melisandre sa essere descritta in maniera IC, ma soprattutto sotto il filtro degli occhi di Davos. Complimenti.
Riguardo al lord delle Cipolle, hai fatto un lavoro encomiabile, seguendo tutti i passaggi dei suoi sentimenti. Ma prima passiamo dalla caratterizzazione della personalità. Hai mostrato il Davos invasato dall’odio e addolorato dalla perdita del figlio, il suo bisogno di aggrapparsi a un capro espiatorio per poter continuare a vivere, per espellere parte di quel dolore. Hai mostrato anche la sua fedeltà e la devozione che ha verso il suo re, ponendo l’accento su quell’aggettivo possessivo – che manca invece in riferimento a Jon – creando un legame più profondo e intimo con Stannis. Hai mostrato il suo senso di giustizia e anche il suo essere un uomo integro, dai valori sani a cui non volta mai le spalle, lo fa quando non prende l’iniziativa ma si appella al re Jon. Hai mostrato la sua diffidenza e i suoi sensi di colpa, ne hai fatto sentire la debolezza, il suo sentirsi sempre non abbastanza per un ruolo – in questo caso, il suo ruolo di proteggere il re. E hai mostrato la sua integrità, l’approccio rispettoso che ha verso gli altri, anche verso la Donna Rossa e il rispetto per la vita.
A tutto questo si unisce un’ottima introspezione emotiva. La rabbia e il disprezzo nella prima parte, che sono speculari alla delusione e all’odio nella seconda. Perché rabbia e disprezzo nascondono i sensi di colpa che prova per se stesso, mentre l’odio che prova verso di lei si riversa anche su di lui, proprio perché adesso sa di avere parte della colpa. Così come la delusione non è solo verso la Donna che pensava di aver capito, ma anche verso quello che perde lui arrivando a tale consapevolezza. La determinazione e il rispetto che in qualche modo si muovono in lui ai sensi opposti – determinazione nel voler finalmente attuare, a prescindere dagli altri sentimenti, quello che si era ripromesso da tempo; e rispetto per quella che comunque è una donna coerente con se stessa, come lui con i suoi valori. Rispetta la sua fede perché anche lui ha una fede a cui si aggrappa, che è la giustizia. Infine, il fatto che all’amore è associata la reazione di disgusto implica in un certo senso quanto lo stesso Davos sia contrario a simili sentimenti, quanto li trova ripugnanti e li allontana (in questo, la posizione dell’amore a destra aiuta anche a rendere visivamente quest’idea). Posso dire, che alla fine c’è anche un senso di rifiuto verso quello che è un sentimento forte, ma soprattutto un senso di bisogno che non vuole provare. Lo stesso contrasto reso con i termini nel terzo paragrafo lo ritroviamo nel quarto. Compliementi.


Gradimento personale: 4.5/5

Questa è stata una di quelle poche coppie che mi ha veramente sorpreso in questo contest. Sono il tipo di persona che apprezza molto il canon, ma poi mi sorprendo spesso e volentieri ad amare coppie a cui non avevo minimamente pensato, tanta è la mia ossessione di seguire il sentiero tracciato dall’autore originale. In quest’attrazione verso il “lato oscuro” galeotti sono stati gli autori che ho incontrato qui sul sito. Questa è la seconda coppia di GOT a cui non avevo pensato che mi conquista senza alcuna riserva (o davvero poche e tutte azzittite) – l’altra è stata la Sansa/Jon che un’autrice mi ha fatto amare alla follia, accidenti a lei.
Credo che quando un autore/autrice riesce a piegare la trama e i personaggi originali lanciando una nuova luce prospettica su di loro, quell’autore/autrice ha davvero un grandissimo talento. Ti faccio quindi i miei complimenti per la sensibilità e l’abilità con cui hai saputo manovrare i personaggi e i loro sentimenti, sfruttando – ed è questo il punto forte – gli eventi originali, senza mai storpiarli. Davvero bravissima, mi hai conquistato.
Passando alla storia vera e propria.
Ho trovato molto bello il fatto che un narratore dal punto di vista di Davos usasse la formula “notte oscura e piena di terrori” perché in qualche modo vuol dire che Davos si rende quasi conto, che in qualche modo diventa partecipe di quella visione che Melisandre aveva sempre profetizzato a tutti, dal suo punto di vista questa formula diventa più concreta, si lega a un fatto fisico, e non è più solo un rito nelle preghiere della sacerdotessa. Lui la vede attuarsi, è finalmente reale e presente. Bellissimo quest’effetto.
Inoltre non posso che mostrare il mio amore per Davos. Amavo già questo personaggio per la sua integrità e la sua onestà, sembra un personaggio secondario, la tipica spalla, e invece ha una caratterizzazione protagonista che riesce a fare quello che in una storia è indispensabile: bilancia le personalità dominanti. Lui è un padre, un contrabbandiere, un uomo del re, un brav’uomo. A questo si è aggiunto un nuovo tassello, più intimo e profondo: quello dell’amore/odio verso la Donna Rossa, che stimola in lui i più estremi e contrapposti sentimenti, di attrazione/repulsione. Ho davvero tantissimo apprezzato il modo in cui hai saputo donare al narratore parte del suo spirito autocritico, gettando sui suoi sentimenti anche un po’ di quella lotta interiore che non è certo protagonista, ma che avviene forse a livello inconscio in lui e che si esplica soltanto nel finale.
A questo punto, però, sembra quasi un controsenso che tu non abbia un punteggio pieno in questa voce. La verità è che mentre leggevo, mi è mancato un po’ di trasporto, quella forza espressiva che toccasse anche il cuore. A volte – lo so, sono un paradosso vivente – uno stile meno ordinato, più “sporco”, sa rendere un senso di coinvolgimento maggiore rispetto a uno più schematizzato e tanto curato. È difficile per me da spiegare, ma la sensazione è stata quella di un distacco emotivo, di un qualcosa che, nonostante la bravura con il quale è stato sviscerato, non mi ha fatto entrare completamente nella sua pelle. I sentimenti ci sono tutti, ma non li ho saputi vivere appieno addosso. Soltanto questo mi ha fermato dal godere appieno della lettura e del momento.

Punteggio: 68/70

Recensore Master
18/04/20, ore 19:13
Cap. 1:

Oh, bella, dopo tanto eccomi, che arranco e cerco di pareggiarmi...
Niente, sei Maestra di questa coppia molto bella e molto difficile, come l'obiettivo che ti sei data quando hai deciso questo tipo di scrittura.
Le mini drabble - o paragrafetti - sono così complete e ben scritte che la storia sembra molto più lunga! paiono proprio "piene", capaci di reggersi in piedi da sole! non so come tu abbia fatto...
Melisandre è una donna che può solo provocare reazioni estreme, negative (più facilmente) o positive.
per un uomo della fibra morale di Ser Cipolla - chi non lo adora?*-* - lei è senza dubbio qualcuno che vede dalla parte dei cattivi, di colori di cui non si può fidare. Che avrebbe ucciso più per Shereen che per Stannis, per me, perchè c'è stata una grande differenza come responsabilità.
le parole che hai evidenziato il corsivo sono perfette, scandiscono una metrica anche se non c'è alcuna forma di poesia. dalla prima coppia di termini più crudi, passa a qualcosa di più vago, fino alla fine
la amava
e se lo dici tu, posso solo crederci. penso che la storia piacerà molto!
baci, a presto, scusa la mia prolungata assenza
baci pieni di terrori,
Setsy

Recensore Veterano
12/04/20, ore 18:56
Cap. 1:

Ciao!
Devo dire che ritrovarti in questo contest è stata una piacevole sorpresa! Non conosco il fandom, ma la storia mi è piaciuta parecchio e ci tenevo a lasciarti la mia recensione.
Prima di tutto, credo tu abbia un talento particolare per le drabble; già lo sapevo ma adesso ne ho la conferma - cosa che io non ho perché sono terribilmente prolissa. Riesci a dire tanto, tantissimo, attraverso le poche parole che ci sono concesse dal contest.
Non conosco appunto i personaggi, ho provato a leggerla come un'originale, ma non sai quanto io abbia adorato le descrizioni, le parole accurate.
Hai evidenziato bene, in ogni parte della storia, i sentimenti "è arrabbiato, è deluso"... li ho amati perché s'incastrano perfettamente con la vicenda che racconti in seguito. In particolare, il tuo stile mi ha fatto brillare gli occhi.
Racconti di una guerra, di odio, di tensioni. E poi, quando lei muore, lui si accorge che in realtà l'aveva sempre amata.
Non credo esista una situazione più struggente.
Bravissima, davvero!
Mi hai colpita molto.
A presto,
Ile

Recensore Master
09/04/20, ore 19:39
Cap. 1:

Non conosco il fandom (anche se so che tanto alla fine tutti muoiono prima o poi XD) e men che meno i personaggi di cui parli, quindi purtroppo non sono riuscita a godermi a pieno la tua flashfic.
Parto comunque dal titolo, che ho trovato carino – molto semplice, quasi al limite del banale, ma che con l’utilizzo delle due lettere tra parentesi, conquista un significato più profondo e lascia intendere quasi immediatamente il dramma che si consumerà nella storia. E poi ripeto, è Got, che qualcuno muoia me lo aspetto, che qualcun altro rimpianga il morto, pure XD

A parte gli scherzi, anche se non conosco i personaggi, trovo che tu sia riuscita a dar loro vita in maniera davvero interessante. Da una parte c’è Davos di cui conosciamo il dusgosto, l’odio per la Donna Rossa, che quasi mi viene da pensare si trasformi un po’ in ossessione e che lui, povero, non si rende conto di amare se non quando è troppo tardi. Dall’altra invece c’è il personaggio di Melisandre che sei riuscita a rendere interessante, attraente e, a un certo punto, perfino umano (nonostante Davos si penta di averla considerata tale). Non so, io odio got a morte, ma adoro drabble e raccolte di drabble (e ok, la tua è più una flashfic… ma essendo 300parole io l’ho sempre considerata una tripla drabble XD) e mi piace sempre leggerne di nuove e scoprire come gli autori riescano in poco spazio a trovare il modo per sviscerare una storia intera.
Tu addirittura riesci a raccontare di quattro (o forse è più corretto dire tre) spaccati – immagino ripresi dal telefilm – e a renderli chiari perfino a una profana come me. Inoltre ho una domanda da ignorante: nella scena in cui lei gli dice “aspetta l’alba” è lei che gli sta chiedendo di aspettare l’alba per ucciderla o è qualcosa che c’entra col telefilm e che quindi non posso sapere?
Anche se nel finale da quello che ho capito non è lui a ucciderla, ma la guarda comunque morire.
In ogni caso il momento di consapevolezza che giunge con quelle due parole sulla sinistra lo trovo perfetto, perché ha un nonsoché di simbolico: finalmente lei muore, Davos ha però un vuoto nel petto e si rende conto quindi che l’amava. Ma spostandolo alla sinistra, sembra quasi che per l’ultima volta – come ha fatto in fondo durante tutta la flashfic – tenti di allontanarne il pensiero, di rifiutarlo, o addirittura di rigettarlo nel passato a cui ormai appartiene.
Molto carina davvero.

Recensore Master
09/04/20, ore 13:32
Cap. 1:

Ho deciso di leggere questa perché mi piace Game of Thrones, e mi piace il personaggio di Davos per la sua integrità. Nonostante il suo passato da contrabbandiere lo trovo il personaggio più onesto di GoT, anche più di Stannis, che si piega sempre più al potere, facendo sempre più compromessi e arrivando a raccontarsi palle, fino a uccidere la sua stessa figlia in cambio di presunti miracoli.
Eppure così come Stannis lentamente perde la sua integrità, in questa storia anche Davos in un certo senso lo fa, arrivando ad amare la donna che odiava di più. Io non ci credo che lui la amasse davvero. Penso che lei fosse diventata un'ossessione e che, mentre suo malgrado doveva riconoscere di provare un crescente rispetto nei suoi confronti, insieme a quel rispetto abbia accodato anche sentimenti di affetto che non avevano più il loro oggetto originario: ha perso suo figlio, ha perso Sheryn, ha perso il suo re, e forse tutto l'affetto che provava per loro è stato erroneamente deviato verso la persona stessa che glieli aveva portati via, forse perché lui stesso ad un certo punto deve anche riconoscere che Melisandre ha sbagliato in buona fede.
Il finale è una doppia rivelazione, il rapido invecchiamento della donna rossa e l'amore che Davos riconosce. Io non credo possibile che fosse davvero amore ma ci sta che lo pensi, visto che la sua morte improvvisa gli toglie uno scopo e gli lascia un vuoto. Forse in tempi estremi come in guerra la gente arriva a provare amore semplicemente verso ciò che dà un senso alla sua vita, indipendentemente dal perché.

Recensore Junior
05/04/20, ore 15:19
Cap. 1:

Eccomi qui, ero molto incuriosita dalla coppia Davis/Melisandre e confesso che, pur non avendola mai considerata (correggimi se sbaglio, ma non mi sembra rientri nel canon), mi ha intrigato.
Ho apprezzato molto gli incipit delle tre storie, che portano avanti la linea temporale, e il finale, allo stesso tempo semplice e solenne.
Complimenti :)

Recensore Master
29/03/20, ore 21:50
Cap. 1:

Ciao Lady Palma e ben tornata con questa one shot nella quale hai dato spazio a tre momenti che hanno scandito la vita di Davos nel tentativo di porre termine alla vita della donna rossa nella quale vedeva solo una manifestazione del male. Dapprima la rabbia per aver perso il figlio durante la battaglia e il disprezzo per il comportamento tenuto dalla sacerdotessa che con la sua voce suadente cercava di plagiare un re. Poi un nuovo incontro, la morte della piccola Sheeren, con la quale è subentrata la profonda delusione per aver creduto di poter capire quella donna inaccessibile tanto da arrivare ad odiarla per essersi reso complice del suo tentativo di comprenderne le azioni. E infine quando è determinato ad ucciderla resta sorpreso ancora una volta per il suo intero modo di intendere la vita e ora la morte. La vede scomparire e dissolversi in tutto quel bianco che si chiazza di rosso e poi più nulla, non sente più niente. Ora che la donna rossa ha esaurito il suo compito anche lui si sente solo e vuoto, privo di uno scopo e allora un pensiero prepotente si affaccia alla sua mente: amava quella donna nonostante tutto, anche se il solo pensiero lo disgusta, visto per quanto tempo ha tentato di combatterla, perché comunque lei esisteva. Come al solito aggettivi e verbi molto ben calibrati a descrivere un rapporto di odio amore tra questi due personaggi che hanno mille e una sfaccettatura da scoprire. Un saluto.

Recensore Master
28/03/20, ore 21:24
Cap. 1:

Ciao ^^
Che dire? Ogni volta che leggo una tua storia su Davos e Melisandre, l'affetto per questa coppia aumenta.
Mi è piaciuta la divisione in tre momenti in cui Davos cerca invano di uccidere la Donna Rossa per punirla delle sue colpe. Vediamo un altalenarsi di emozioni ogni volta che la affronta, così come - a mio avviso - una diminuzione nella tenacia che mette per eliminarla. Nel primo passo sono le guardie di Stannis a fermarlo, nel secondo caso lui si appella semplicemente alla giustizia di Jon, mentre nel terzo praticamente non fa niente. Le si avvicina con la spada, ma non la colpisce, sebbene quello sia effettivamente il momento in cui Melisandre muore. Personalmente non credo che lui l'avrebbe veramente uccisa, nemmeno in quel momento.
Il passo finale è struggente: Davos dovrebbe essere felice in quel momento, finalmente la donna che odiava era morta e tutte le sue vittime, compresa Shireen, erano state vendicate. Eppure il dolore che sente gli fa capire che, in fondo, non odiava Melisandre così tanto, anzi era proprio il contrario.
È stata davvero una bella lettura e penso proprio che tu sia riuscita a centrare in pieno la richiesta del contest, brava ^^
Ti faccio i miei migliori auguri e spero di risentirti presto!
Baci, pampa

Recensore Veterano
28/03/20, ore 15:04
Cap. 1:

Ciao, Giunia! Eccomi qui a leggere la prima storia del contest!
Innanzitutto, voglio farti i miei complimenti per aver già consegnato; sono giorni che litigo con il numero di parole, aggiungendone troppe, togliendone troppo poche, e così via. Ma credo che anche questo faccia parte della bellezza dei contest.
Inizio questa recensione col dirti che la coppia da te scelta mi ha sempre intrigata parecchio, sebbene non rientri esattamente tra le mie OTP, e credo che in questa flashfic tu sia riuscita a rendere giustizia a questi due grandissimi personaggi.
I pensieri di Davos sono estremamente IC e le parole utilizzate per descrivere il variare dei suoi stati d'animo sono state azzeccate alla perfezione, portando l'attenzione del lettore sui momenti più significativi della storia di Davos e Melisandre.
Anche il tema del concorso è stato centrato e ho apprezzato come tu abbia scelto di far coincidere i due momenti richiesti, cosa che rende il tutto ancora più angosciante – anche se ho trovato la storia più introspettiva che drammatica, forse proprio perché non avevo mai considerato questa coppia come più di un semplice what if nella mia testa (ovvero, non credo che l'addio canonico della serie costituisca per Davos motivo di vera e propria disperazione, si tratta più che altro di una presa di coscienza per la mancanza di una donna con cui ha sempre avuto un rapporto ambiguo.)
Il prodotto finale, comunque, mi è piaciuto molto; hai donato una luce diversa a questi personaggi complicati, cosa che non sempre riesce in un così limitato numero di parole, ma che tu hai trattato egregiamente.
In bocca al lupo per il contest, e a presto!
Un bacio,
Federica ♛

Recensore Master
28/03/20, ore 09:42
Cap. 1:

Ciao Giunia!
Partecipo anch'io al contest, e non appena ho visto la tua storia pubblicata ho pensato di passare subito, tanto prima o poi l'avrei fatto comunque^^
(io non ho nemmeno scelto il fandom e tu già consegni... :/ )
La flash mi è piaciuta, sicuramente: tutto è molto ordinato, molto canon, i pezzi di questo puzzle della storia dei due sono stati incastrati perfettamente. Forse non è un'idea originalissima, ma ci sono diversi spunti interessanti e sicuramente l'ho apprezzata: per esempio quel "disgustato" posto in fondo, l'ho trovato molto d'impatto: perché comunque si sa che Davos non ha avuto la soddisfazione che tanto bramava nel vedere la morte della Donna Rossa, ma, non in molti (o almeno, non io) avevano inquadrato la cosa in questo modo. Non so se l'amore ci fosse davvero, ma questo senso di disgusto e un forte legame emotivo c'erano al 100%
Il tema del contest è stato sviscerato bene secondo me, ma anche qui, io non ho nemmeno capito benissimo la richiesta... però l'ho trovata una storia centrata, organizzata bene e che colpisce il lettore. Il titolo proprio non mi è piaciuto, forse a causa delle parentesi, ma lì è solo gusto personale. L'IC, lo ripeto, è davvero perfetto.
Complimenti e in bocca al lupo per il contest!
mystery_koopa

Recensore Master
28/03/20, ore 09:34
Cap. 1:

Ciao Marti!
Mi sento una mezza profana in questo fandom, ma eccomi qui! Anche perché mi piace come rendi Davos.
Vedo che hai optato per la flash, anche se in realtà divisa in piccoli paragrafi che scandiscono ognuno un momento – è qualcosa che ti ho già vista fare in altre storie e mi piace molto. (Vuoi la verità? È uno dei criteri con cui ho indovinato Nessun trucco!)
Davos passa dal disprezzo alla delusione (come fa una persona che si disprezza a deluderci? Ingenuo Davos) e quindi all'odio, ma arriva poi a rispettarla (molto bello il passaggio sul fatto che gli estranei siano più letali).
Sai già che amo il tuo stile, le tue frasi sono incisive e se necessario tagliano come coltelli, analizzando quasi con freddezza i sentimenti (che neanche lui capisce davvero, finché non è tardi) di Davos.
Le due parole conclusive, "La amava" (che danno anche, con un gioco di parentesi, il titolo alla storia), risultano ancora più incisive grazie alla grafica che hai scelto: separate da tutto il resto, in corsivo.
Unire addio e rivelazione è stata un'ottima scelta, in particolare molto funzionale per questa coppia a mio parere.
Molto bella, mi è piaciuta! Grazie e complimenti :3
(In bocca al lupo per il contest!)
Un bacio,
Mari