Recensioni per
Tutte le strade portano a Stanford
di D a k o t a

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/08/20, ore 18:08

Santo cielo! Questa non l'avevo ancora letta e fa malissimo.
Sarà che il dolore di Dean è tangibile o che John, in questa storia, è più duro del solito, ma mi ha spezzato il cuore.
Osservare Sam da lontano, accettarne la mancanza, sapere che è felice lontano da lui è terribile per Dean e si sente, tu l'hai reso benissimo quel dolore.
La parte finale un pochino mi ha rincuorata, perché John è duro con i suoi figli, qui con Dean lo è anche troppo, ma credo che dipenda dal fatto che anche lui si sente ferito, abbandonato dal figlio che voleva proteggere a qualunque costo. Ma alla fine gli manca ed è sottinteso lo stesso disagio che in Dean è così evidente.
Narrativamente parlando hai gestito il dialogo tra John e Dean in modo superbo, mi ha fatto male, ma l'ho amato, è perfetto.
Bellissima storia, come sempre sei una garanzia.^_^
Un abbraccio, Joy.

Recensore Master
21/05/20, ore 14:39

Ho apprezzato molto questa storia! Nella serie Dean fa sapere a Sam che il loro padre l'ha sempre tenuto d'occhio e tu hai ricamato splendidamente su questo dettaglio: Dean che va a Stanford per vegliare, non visto, su Sam, che lo chiama solo per sentire un istante la sua voce quando proprio è al limite della sopportazione e della volontà. Ho trovato buffo e malinconico che John e Dean si incontrino così in un parcheggio, dicendosi a vicenda la stessa bugia che è un modo per raccontarsi la grande verità di quanto entrambi amino Sam. Bravissima!

Recensore Master
07/05/20, ore 00:00

ciao dakota,
è sempre un immenso, immenso piacere tornare qui. Sempre.
Ogni volta che leggo una tua storia mi lasci tanti di quei spunti di riflessione che mi si riempie il cuore. Il tuo stile è in grado di incantarmi, davvero. E ogni volta affronti temi diversi, sensazioni diverse, delusioni e non detti diversi. E qui, oltre ad un'immensa malinconia, in Dean sento anche una rabbia data dalle occasioni perse, dalla voglia di rivederlo, dal senso di abbandono che sente da quando Sam è andato via, scegliendo un futuro piuttosto che lui. Un Dean che è più attaccato alla famiglia, più propenso a volerla tenere unica, che ha paura che si sfaldi e, la sua vera famiglia, dopotutto è Sam. E quando dice di non sentirsi solo, sono solo bugie, perché anche quando arriva a Stanford e non lo incontra, Dean ha il chiodo fisso di lui, che è a due passi, che potrebbero incontrarsi ma è così cocciuto da imporsi di non farlo. Lo vede, lo osserva, se lo fa mancare sempre di più e si fa del male, ma non cadrà in quel tranello: il tranello della mancanza. Di colmare quel vuoto che solo suo fratello può riempire.
La solitudine poi è una bestia immonda, che di certo suo padre non lo aiuta a non percepire, con i suoi modi di fare,con quel suo modo diretto e laconico di esprimersi, mai con dolcezza, sempre con distacco. Qualcosa che Sam e Dean non hanno, tra loro, anzi... è che è venuta meno quella complicità che li rendeva uniti e una famiglia. E Dean ne risente, perché più sensibile, sotto la sua corazza di finto disinteresse.
Da ambo i lati i due hanno ragione: Dean non vorrebbe del tutto venire isolato dal fratello, e vorrebbe far parte di quei progetti futuri, dall'altra Sam pensa al futuro stabile e se ne occupa, mettendo per un attimo da parte tutto il resto, persino le persone care. Vuole una vita diversa, e dal POV di Dean si percepisce che, in questa vita, Sam non abbia incluso la sua presenza, siccome non lo calcola.
Sam è la montagna e Dean Maometto, perché in alcuni rapporti c'è chi si muove e chi invece resta fermo e viene raggiunto. L'unica cosa è capir quale compromesso trovare, in queste due predisposizioni umane.
Di certo entrambi sentono la mancanza uno dell'altro, anche Sam, ma la sua forse è una sfida, un "un giorno tornerò, ma per ora devo raggiungere il mio obiettivo". E, alla fine, si capisce che sia Dean, che Sam e anche John, hanno fatto tutto sempre in funzione della loro famiglia. Ognuno di loro in modo diverso.
Ma, alla fine, ci sono sempre stati ♥
Una storia bellissima, un'itrospezione incantevole.
Amo sempre tornare qui, è un vero piacere.
A presto,
Miry

Recensore Junior
03/05/20, ore 23:58

Ciao Dakota, sono qui per lo scambio del Giardino!
È la prima volta che leggo una tua storia, e dato che sono una fan della serie tv Supernatural ho deciso di fiondarmi in questa sezione. Normalmente cerco qualcosa che riguardi Dean e Castiel piuttosto che il rapporto Sam e Dean, però devo dire che ne sono rimasta piacevolmente sorpresa e che mi è davvero piaciuta molto. Il modo in cui l’ho letta è quello di una persona che sa già cosa succederà in seguito, molto molto più in là negli anni rispetto ad adesso. Ma uno degli aspetti centrali della serie direi che si basa proprio sul rapporto che c’è fra Sam e Dean. E qui è evidente più che mai, grazie anche al fatto che la storia sia vista attraverso gli occhi di Dean, quanto il fratello minore conti per lui, in una misura che ritengo molto diversa da quella in cui Sam tiene a lui di rimando. Per Dean la famiglia é tutto, Sam in particolare, e con John, che ricordiamo essere molto duro e preciso, è normale che si senta più solo, quasi come un soldato che deve tener conto al suo superiore. Qui si vede il Dean che si è sempre preso cura di Sam, che ha bisogno della presenza del fratello nella sua vita, perché è la cosa più vicina all’affetto che abbia mai avuto. Certo, lo dimostra in quel suo solito modo un po’ burbero e forzatamente distaccato, quando in realtà Dean è a mio parere il personaggio con il cuore più grande dell’intera serie, sempre pronto a sacrificarsi per le persone che ama, mettendo da parte un proprio egoismo. Cosa che invece, forse anche giustamente, non fa. Sam egoisticamente vuole una vita normale, l’università, una fidanzata con cui mettere su famiglia.
Dean invece ha bisogno di lui, di averlo vicino, e va spesso a trovarlo facendosi un viaggio immenso anche solo per vederlo, sebbene possa essersi sentito abbandonato e tradito dalla scelta del fratello. Lo chiama da ubriaco, ne sente la mancanza. E così, come anche il padre nel suo modo un po’ da orso, prova lo stesso. Il tutto è unito da uno stile di scrittura molto scorrevole e con la giusta dose di introspezione, trovo che il tuo Dean sia perfettamente IC. Davvero complimenti.
A presto,
Aaanatema

Recensore Master
30/04/20, ore 09:47

Buongiorno cara! Eccomi qua, pronta a godermi un'altra delle tue splendide storie sui fratelli Winchester.
Che cosa mi piace di questa storia? Potrei dirti tutto, ma cercherò di essere un po' più specifica.
Partiamo, quindi dal titolo: molto carino, con quel pelo di leggerezza che non guasta mai, e poi il rimando a Roma lo rende per me fantastico, perchè Roma è nel mio cuore insieme a Parigi (e ad altre), una di quelle città dove non mi stanco mai di tornare e di perdermi. Promosso a pieni voti, quindi!
Mi piace moltissimo anche la scansione in mesi (è un escamotage che spesso utilizzo anche io: lo trovo perfetto per dare una visione di insieme, di scorrimento degli eventi senza rendere il tutto troppo lungo o pesante) e tu l'hai utilizzata davvero bene. Allo scorrere dei mesi corrisponde un'evoluzione di Dean in tutte le sue sfaccettature: quella rancorosa, quella triste, quella che sente la mancanza del fratello come se gli avessero tolto un braccio, quella che ha paura. Il rapporto tra fratelli non è mai semplice da delineare, ma tu lo fai con una delicatezza e una puntualità che un po' ti invidio. Cogli delle piccolezze che non sempre sono facili da cogliere e per questo non posso che dirti brava.
La mia preferita, nonostante tutto, resta l'ultima. Maggio è un bel mese, almeno, a me piace un sacco.
John e Dean sono uguali: mentono, fanno i duri, ma hanno un cuore tenero che li porta a Stanford per assicurarsi (io l'ho intesa così, ma ovviamente posso sbagliarmi) che Sammy stia bene, che tutto vada bene, che lui sia felice anche se loro hanno il cuore spezzato. Mi piace molto l'ammorbidirsi dei toni severi di John, il mezzo sorriso che fa, il modo quasi infantile con cui usa la mezza bugia di Dean contro di lui. Il tutto è meno pesante, compresa l'assenza di Sam.
Ho adorato questa storia, anche se oggettivamente non posso dire che le altre tue storie non mi siano piaciute. Mi piace perchè Sam è marginale e centrale contemporaneamente, ma tutta l'attenzione va su Dean, sui suoi sentimenti e sulle sue reazioni.
Molto bella l'immagine finale delle gocce di pioggia sul finestrino che mi riportano a quando ero piccola e con il mio, di fratello, giocavamo a indovinare quale goccia avrebbe vinto la corsa tra gocce.
Come sempre queste tue storie hanno un sapore dolceamaro che adoro e quindi non posso che farti i miei complimenti, anche tenendo conto del fatto che scrivi molto bene, in modo scorrevole e leggero.
A presto,
Baci L.

Recensore Master
10/04/20, ore 21:37

Ma ciao Dakota! <3 <3
Mi eri mancata, oppure semplicemente mi ci voleva questa storia, non so. Amo questi pre-saga/serie perché li immagino esattamente così. I Winchester rappresentano una triade che non riesce a separarsi definitivamente, perché Dean ha bisogno di rimettere a posto i pezzi di sapere, avere un contatto seppur distante con quel fratello che è l’unica persona con cui possa condividere qualcosa come la caccia. Mi piacciono sempre tanto i tuoi excursus sui mesi che trascorrono perché il tempo che passa, con Dean che non ne tiene davvero traccia perché non sa nemmeno quando è Natale, aumenta il senso del drammatico in chi legge e vede questo giovane cacciatore solitario che ogni tanto ci prova, a telefonare al fratello, per cui Stanford, sogno americano iper borghese, rappresenta una meta, la famiglia, il pensiero fisso e costante.

E non solo il suo. Sebbene vi sia una vera e propria carrettata d’angst, il finale è dolce, è un ritrovarsi, perché anche l’inflessibile John Winchester era a Stanford per gli stessi motivi di Dean. Lo hai caratterizzato a mio parere molto, molto bene, perché rimane militaresco, ma si ammorbidisce giusto un pochino sul finire, senza uscire fuori dal personaggio. E mi piace che Dean menta, che non colga la curiosità della situazione. Sam è il grande assente eppure la sua presenza spicca. È un altro elemento che ho tanto apprezzato. È presente nel volto negli altri, è un’ombra fuggevole con una sola battuta, quando risponde al telefono.

Fa questa nuova vita che voleva e da cui pare talmente assorbito da non accorgersi di essere, di tanto in tanto, spiato da lontano (ma come potrebbe se magari Dean passa solo per le vie di Stanford?)
Come sempre, mi convinci, mi coinvolgi e poni le basi per un headcanon fedele e ragionato. Amo come rendi i due fratelli e le interazioni che poni tra loro, le trovo ipercanoniche**.
Insomma, lettura piacevolissima, scritta benissimo e travolgente. Approvo!
E ti mando un forte abbraccio <3 <3
Shilyss

Recensore Master
08/04/20, ore 20:53

Ciao carissima Dakota, scusami per il ritardo con cui arrivo a recensire. Il tuo stile mi cattura così tanto che decido di inoltrarmi a leggere tue storie anche su fandom che non conosco o che conosco poco (come questo). Apprezzo davvero tantissimo il modo in cui organizzi i testi, in cui dosi le parole e utilizzi gli escamotage grafici a vantaggio dell'enfatizzazione, oltre che le reticenze in un modo assolutamente peculiare. In questa storia, ho particolarmente apprezzato il declinarsi attraverso i mesi, tra l'altro secondo uno spazio asimettrico (ad esempio quell'aprile si prende poco spazio, giusto poche righe, ma lascia il suo segno lo stesso).
Hai gettato una nuova luce sul rapporto tra Sam e Dean ed è interessante il modo in cui riesci sempre a cogliere in loro un diverso aspetto, a cui si aggiunge la figura sempre problematica e ambigua del padre. La parte che più mi ha coinvolto è quella del mese di dicembre sul Natale: la festività viene percepita quasi per sbaglio, di sfuggita, ma è impossibile non ricordare la oneshot sul Natale dei piccoli Winchester che ho già avuto modo di leggere. Il titolo l'ho trovato perfetto: è un cerchio che si chiude, un ritrovarsi - appunto - tutti a Stanford.
Sei sempre davvero molto brava e il tuo stile è uno di quelli più riconoscibili. Complimenti anche per questa storia, un bacio! Alla prossima!
 

Recensore Master
08/04/20, ore 18:11

Ciaooo carissima, in ritardo ma eccomi..
Non so se benedire di più chi indice questi prompt e o la tua smania di scrivere pre serie perché io adoro, adoro tutto questo!!
Amo come sia impostata a mo di calendario coi mesi che scorrono in seguito alla decisione di Sam di allontanarsi e lasciare Dean solo, durante le loro cacce.
Amo come Dean non se ne voglia fare una ragione e continui a sorvegliarlo. Ho amato particolarmente Dicembre, quando Dean vede Sam con la sua attuale ragazza mentre si baciano e ancora di più quando dopo aver affrontato quel mutaforme, chiama Sam e riattacca solo quando si è accertato che è ancora vivo🤩
Il mese che mi è piaciuto più di tutti è Maggio, non a caso quello a cui hai dedicato più tempo: il confronto tra Dean e il padre, Dean che crede di fegarlo ma non può, perché John ha visto la macchina perché John è lì anche lui, perché volente o nolente saranno sempre una famiglia.
E il finale che si collega al titolo è davvero davvero perfetto 🖤
Un altro ottimo lavoro dei tuoi 😘

Recensore Master
07/04/20, ore 00:03

Perché ultimamente finisco a leggere solo storie che mi fanno piangere?
Ah, ehm, comunque: eccomi per lo scambio ABC.
Non credo che questa storia mi avrebbe colpita altrettanto se prima non avessi letto le tue storie su loro da piccoli. Pensando a quanto erano uniti, a come ci fossero (solo loro due) l'uno per l'altro, mi ha messo un'immensa tristezza leggere della solitudine di Dean e della continua ricerca di suo fratello, anche se sa benissimo che è lì. Forse è perfino peggio, sapere dove sia qualcuno, perché non lo puoi cercare. Devi farti forza, fare uno sforzo di volontà per non allungare la mano e toccarlo, dev'essere difficile quanto lo era per Adamo ed Eva non cogliere la mela.
Io capisco il desiderio di normalità di Sam, non credere, lo capisco benissimo. L'espressione d'orrore che deve aver fatto quando Dean gli ha detto la verità... la immagino benissimo. Non è facile accettare di avere UN destino e che quel destino faccia così tanto schifo, e poi è quella stessa "professione" ad aver tolto loro i genitori (padre sempre assente, conta come se non ci fosse) e in definitiva l'infanzia. Ok, l'occulto esiste, ma "perché me ne devo occupare io??" è una domanda lecitissima. Alla fine la criminalità esiste e se ne occupa la polizia, le malattie esistono e se ne occupano i medici e i ricercatori, tante cose brutte esistono ma ciascuno ha il diritto sacrosanto di scegliere di fare il giocatore di football o il venditore di macchine usate. Dev'essere orribile nascere in una famiglia che questa scelta non te la lascia.
Quindi sì, capisco Sam, ma non per questo capisco meno Dean. Ha dovuto fare "quello che rimane", quello che manda avanti l'eredità di famiglia, quello che cresce con un addestramento paramilitare e che deve chiamare suo padre "signore" (cosa che io non riusciro mai, ma proprio mai, a considerare normale).
So cosa voglia dire gironzolare intorno al posto dove vive qualcuno come se la sua sola vicinanza geografica fosse un conforto (lo è e non lo è), come se quella persona emanasse un calore percepibile anche a distanza. Questa storia mi ha trasmesso proprio un senso di... abbandono. Ho provato qualcosa di simile quando ho rotto i ponti con la mia ex migliore amica, è una cosa che ti fa sentire come un mendicante, o come se si avesse una dipendenza. Ho riconosciuto in Dean tutto quel vuoto e penso che tu l'abbia descritto benissimo, e l'hai fatto senza parlare direttamente dei suoi sentimenti, ma raccontando le sue azioni, le cose che vedeva e *come* le vedeva.

Quando suo padre l'ha chiamato e ha svelato la bugia ho pensato che fosse proprio nei guai, ma il finale è stato inaspettato. Il padre con la sua palese bugia pare che gli venga incontro, come a dire "non siamo così diversi", anche lui forse sente la mancanza di Sam a modo suo e sente che la famiglia non è completa.
Ma penso che per Dean sia più dura. Ha fatto di tutto per proteggere Sam quando erano piccoli, gli ha fatto da genitore in pratica, ha sempre cercato di renderlo felice, non ha avuto un'infanzia (nemmeno Sam ma Dean ancora meno), e dopo tutto questo tuo fratello ti molla e si permette pure di essere felice con altra gente? Se io fosse in Dean penso che sarei molto triste ma anche molto arrabbiata: con Sam (perché vaffanculo), con la mia vita (perché Sam può avere una vita normale e io so' la stronza qui che rischia la vita?), con mio padre.

Dean è un personaggio che nella serie TV mi è sempre stato sulle scatole per la sua superficialità, specie nei rapporti con gli altri e con le donne in particolare, ma ora capisco che dopo un'infanzia così uno NON si lega, è una forma di difesa. Non dopo essersi legato a Sam ed essere stato scaricato così facilmente. La gente sottovaluta sempre la profonda importanza degli affetti diversi dal classico amore di coppia, invece sono importantissimi, specie quelli dell'infanzia e della giovinezza che poi danno un indirizzo a tutta la tua vita futura.

Una storia veramente, veramente TRISTE. Bellissima.

Recensore Veterano
06/04/20, ore 13:40

Quest storia è stata un viaggio.
Mi è piaciuto molto che fosse divisa in piccoli paragrafi, ciascuno contraddistinto da un mese. Ha dato proprio l'idea del tempo che passa, e senza perderti in troppe parole inutili sei riuscita a fissare perfettamente un'immagine o un'emozione in ciascun episodio.
Di solito, nelle storie che leggo, c'è sempre una parte che preferisco all'interno di un capitolo, ma questa volta mi è difficile individuarla perché ogni paragrafo mi pare ugualmente incisivo ed importante. 
Mi è piaciuto il primo arrivo di Dean a Stanford, con quell'immagine della mano che sfiora la maniglia della portiera senza però aprirla. Ho amato l'immagine solitaria di lui che vede suo fratello baciare la fidanzata sotto al vischio, e che successivamente si sbronza per colmare il vuoto.
Di Gennaio ho apprezzato tantissimo il riferimento alle diverse identità che assume per svolgere il suo compito da cacciatore, così come la chiamata involontaria del paragrafo successivo.
L'ultima parte invece è quella che mi ha sorpresa di più. Non mi aspettavo che anche Jhon fosse a Stanford, e sono rimasta stupita almeno quanto Dean quando ho capito che lui era lì a due passi dal figlio maggiore.
E' stata un'altra bella storia, sempre perfettamente IC e scritta benissimo. Complimenti davvero, a presto! <3

Recensore Master
04/04/20, ore 13:15

Una bella storia introspettiva che fa intendere bene quali potevano essere i pensieri di Dean a trovasi da solo, in particolare nel mese di dicembre vendiamo anche come si debba abituare a questa nuova sensazione per lui.
Prima era in un duo e ora è da solo, qualche cambiamento anche per lui ci deve essere stato.
Credo che sia verosimile che i suoi sentimenti fossero come li descrivi. Un po' egoistici nella speranza che non avrebbe retto per riaverlo con se. Magari Dean potrebbe apparire stronzo in questo modo, ma la verità è che gli manca il fratello e non riuscirà mai ad ammetterlo e il pensiero trova sfogo in altri modi. Numero di Sam al cellulare composto per sbaglio? Come no...
Molto carino come hai motivato il titolo, giocando con la battuta finale.

Recensore Master
03/04/20, ore 11:52

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio a catena... che dire? Ormai sto diventando una presenza fissa nelle tue storie pre-show, ma la colpa (anzi direi il merito) è solo tuo, per via della capacità di entrare così bene nella psicologia dei personaggi - Dean in special modo.
Trovo molto credibile che Dean, nel periodo di separazione, si sia ritrovato a raggiungere Stanford ancora e ancora, senza però trovare il coraggio di affrontare mai Sam. Mi si è spezzato il cuore quando si è reso conto che il suo fratellino era andato avanti con la sua vita, trovando amicizie e una ragazza, senza nemmeno la voglia di condividere queste gioie con quello che, negli anni, era stato ben più di un padre per lui...
Sam voleva voltare pagina, la sua volontà era talmente forte che ce l'ha fatta e, per qualche tempo, credeva davvero di aver avuto successo, ma non aveva fatto i conti con il destino che lo attendeva... la vita, purtroppo, ci presenta sempre il conto.
La scena finale, con le bugie di Dean e John che vengono a galla, mostrano molto la fragilità di entrambi i Winchester, oltre alla loro volontà di vegliare su quello che ritengono essere il più bisognoso di attenzioni.
Adoro davvero queste tue storie e spero che ne scriverai tante altre ancora!! :)
A presto,
Francy

Recensore Junior
31/03/20, ore 21:20

Eccomi qui mia cara! Come procede?
Ho letto questa OS, pensando che non sarebbe stata incomprensibile e ricca di spoiler, e fortunatamente è stato così! Al solito ti viene così bene scrivere di momenti passati immaginari che partorisce la tua fantasia così ben articolata. E ancora una volta ti mostro la mia sorpresa e ammirazione perché secondo me è super difficile ma lo fai come se per te fosse la cosa più semplice e automatica del mondo.
Ragioni molto sui personaggi sicuramente e questo ti porta a porti delle domande e creare le risposte. Top!
Con il passare dei mesi, Dean si ritrova ad andare da Sam per osservarlo da lontano, per capire come procede la sua esistenza senza di lui. Vuole vedere se effettivamente è riuscito a costruirsi una vita normale e forse dentro di sé è anche invidioso che ci sia riuscito così facilmente, senza suo fratello. Lui non riesce proprio a sopportarlo invece, si vede dal modo in cui va sempre a Stanford, lo chiama addirittura e fa finta di ignorare la situazione, di provare indifferenza nei suoi confronti ma in realtà è la persona più importante per lui.
Alla fine, anche John si dimostra interessato perché va a Stanford e incontra Dean, entrambi inventano una scusa ma sanno bene quale sia la vera motivazione. Mi hanno fatto molta tenerezza, soprattutto il figlio maggiore perché ho capito quanto per lui sia difficile questa separazione silenziosa. 
Hai reso perfettamente il significato di tutto questo, con poche ma accurate descrizioni, scorrere del tempo per niente brusco e flussi di coscienza determinanti.
Brava, mi lasci sempre soddisfatta! Alla prossima :)

Recensore Master
31/03/20, ore 20:03

Non si sente mai solo, davvero. E’ solo che, a volte, tutta quella responsabilità è un peso che non sa gestire.

Mi hai stesa, davvero. Stavolta devi venire a raccogliere le briciole di ciò che è rimasto di me, perché ho amato soffrire insieme a Dean e al suo dannato carattere pieno di orgoglio. Sì, mi sto riferendo all'episodio dove si ricorda che è Natale e decide finalmente di andare a Stanford, e appena vede suo fratello con un'altra donna che cosa fa??
Scappa via perché magari pensa di non mancargli?
AAAAH, CHE OTTUSO. 
E poi lo chiama da ubriaco come qualsiasi ex stronzo che si è reso conto di aver perso un tesoro troppo tardi? Qui c'è dell'angst a palate ed io ho adorato. 
Sono contenta di ritrovare un'altra storia dedicata ai fratelli Winchester, trovo che tu sappia affrontare davvero bene la storia di questi due personaggi e qui spicca molto il legame familiare (che come ti avevo già detto in passato è abbastanza frequente come tematica nelle tue storie).
Sam è andato a Stanford e Dean in fondo non gliel'ha mai perdonato, soffre l'assenza del fratello, anche perché si è ritrovato ad essere più solo di prima. Non lo so, mi hai toccata emotivamente, devo ammettere che la caratterizzazione di Dean mi ha colpita tantissimo perché attraverso il suo atteggiamento ha dimostrato quanto lui stesso sia fragile. E la citazione che ho riportato a inizio recensione ne è una prova. Mi è piaciuto molto anche come hai introdotto alla fine la figura di John, come ti ho già detto ho un conflitto interiore con questo personaggio, a volte non sopporto il suo carattere ma in fondo mi rendo conto che è una brava persona, e Dean a volte mi ricorda molto lui sotto alcuni aspetti. Ti rinnovo i miei noiosissimi complimenti, alla prossima!

Shakana

Recensore Veterano
31/03/20, ore 15:29

Ciao caraaa
Che dire.... ormai non so più che parole usare per dimostrarti il mio apprezzamento per le tue FF!
Mi piace tantissimo l'era Pre Serie, soprattutto se a Standford, perchè è sempre velata da quel sapore agrodolce che ODDIO ti si attacca addosso e rimane lì perenne e poi TU sei così brava a scriverlo e interpretarlo!!!
In questa FF poi spicca tantissimo il rapporto tra i membri della famiglia Winchester... John, austero e che ama segretamente i suoi figli, Dean che non accetta il distacco da Sam e, inconsciamente, vorrebbe che si trovasse male per riaverlo con sé, i suoi sentimenti contrastanti nel vederlo felice perchè gli vuole bene ed è contento che Sam si trovi bene al collegge, ma ciò significa che non tornerà da lui e Dean soffre per questa cosa.
Sam, perfettamente in linea col Sam della serie tv, è felice lontano dalla sua famiglia e, finalmente, si sente nel suo elemento, nel posto giusto al momento giusto, cosa che non riesce ad essere all'interno del suo nucleo familiare.
E ti faccio tutti questi complimenti per la caratterizzazione dei personaggi non a vuoto... perchè, non credo tu ci sia ancora arrivata e quindi non ti faccio spoiler, ma c'è una puntata della (MI PARE) quinta stagione dove tutto ciò viene ben sviscerato.... e tu, fidati, lo stai facendo EGREGIAMENTE. Quando vedrai la fatidica puntata te ne renderai conto ahahahah e sono disponibile a fangirlare sulla cosa quando vuoi mia cara ahah
Complimentissimi ancora
un bacione,
Allyii.

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