Recensioni per
So high, so bright
di cut_wing

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
01/06/20, ore 08:55

Buongiorno Cut_wing, e benvenuta!

Sono una grande appassionata delle opere di Tolkien, del Silmarillion in particolare, e del periodo che va dal Risveglio degli Eldar alla Prima Era ancora più in particolare, quindi capirai quanto sia contenta che qualcuno che scrive di queste vicende si sia unito al fandom.
Non mi capita spesso di recensire autrici che non conosco, perché ho sempre il dubbio di non fare una cosa gradita, ma tu più volte hai chiesto l’opinione dei lettori e quindi mi lancio nell’impresa fiduciosa di poterti essere utile.
Ho deciso di lasciare il mio commento a “So high, so bright” perché mi serve per farti notare un aspetto fondamentale di cui ti parlerò più avanti, ma quello che ti dirò vale in generale per tutte le tue storie che ho letto.

Prima di cominciare, però, una premessa doverosa: tutto quello che ti dirò è – si capisce – soltanto la mia opinione, che vale quanto la tua o quella di chiunque altro. Non pretendo di sapere ciò che è meglio per te (nessuno lo può sapere, questo!), desidero solo darti alcuni spunti su cui riflettere, se ne avrai voglia, e cercherò di farlo nel modo meno noioso possibile.

Detto questo… partiamo!

Punto 1 - La scrittura
Una delle prime cose che salta agli occhi leggendo le tue storie è che talvolta soffrono di una certa carenza di struttura e di originalità.
Te lo dico subito, così non ti preoccupi: è normale! Per dare struttura a una storia e per evitare di ripetere ciò che hanno già scritto altri ci vuole piena consapevolezza di ciò che si sta scrivendo (cioè bisogna sapere cosa vogliamo comunicare e con quali parole farlo) ed è inutile dire che all’inizio della nostra carriera di fanwriter la piena consapevolezza è molto al di là da venire. È un miraggio.
La bella notizia, però, è che si può migliorare (anzi, la bella notizia è che, se non ti arrendi, sei destinata a migliorare!) e adesso ti dico da dove, secondo me, potresti cominciare.
Leggendo le tue note e le tue risposte alle recensioni, mi sembra di capire che il tuo modo di scrivere è quello di farti trasportare dalle emozioni suscitate da un brano musicale, o da un particolare stato d’animo, o da qualcosa che ti accade nella vita reale.
Perfetto, mi sembra un ottimo punto di partenza!
Pranzi con un’amica e parlando del più e del meno ti balza in mente l’immagine di Sauron che mangia sushi con una ragazza. Benissimo. Ecco il punto di partenza. Adesso comincia il bello. Chiediti: perché? Perché Sauron è lì, nel nostro mondo? Forse è riuscito di nuovo a legare la sua vita a un artefatto che è giunto fino a noi? E perché il suo carattere sembra del tutto snaturato? Sta fingendo, per qualche motivo che ancora non conosciamo (dopotutto è maestro della dissimulazione, la ragazza non sarebbe né la prima né l’ultima a venire sedotta da lui). O ha perso la memoria perché è stato troppo tempo separato da un corpo dotato di sinapsi e materia grigia? Oppure… ok, mi fermo, penso di essermi spiegata.
Il punto è: parti da un’idea che sembra banale, quasi campata in aria, e poi forniscila di basi solide, a prova di bomba, a prova di lettore scettico. Scatena la fantasia e vai alla ricerca dei motivi per cui accadono cose apparentemente assurde. Non ci sono idee banali se ciò che racconti ha giustificazioni plausibili.
Non ci sono nemmeno idee “già viste” se ci metti il tuo contributo personale.
Prendi quest’altro esempio: Celegorm è in punto di morte e nel suo ultimo delirio ripercorre i momenti più significativi della sua vita. Ma tutti i momenti significativi della vita di Celegorm noi già li conosciamo, raccontati dal Silmarillion e dalle fanfiction che di volta in volta hanno preso in considerazione uno oppure l’altro. Elencarli di nuovo e chiudere con un Celegorm fedele al Giuramento fino alla fine, che dà l’ultimo addio al fratello che ama è senza dubbio meravigliosamente straziante, ma è anche qualcosa di già visto, che difficilmente avrà presa sui tuoi lettori.
Come fare, allora, per distaccarsi dal “già visto”?
Ma partendo proprio da te, mia cara Cut_wing! Da ciò che tu senti, da ciò che tu stessa scrivi. Nella storia di cui parlo (The fall of Celegorm), ad un certo punto fai una similitudine con le pietre. Ecco, questo potrebbe essere un punto di partenza per sviluppare qualcosa di nuovo! Un Celegorm simile a una pietra: arido, privo di vitalità, privo di passione, privo della sua rabbia, privo persino della sua abilità di cacciatore, prosciugato dal Giuramento o da quello che tu ritieni più adatto, che va di proposito incontro alla morte, facendosi sconfiggere da un guerriero meno dotato di lui.
Mi sono lasciata portare lontano (anche troppo) dalle tue parole, non per dirti COSA dovresti scrivere (e ci mancherebbe!), ma per farti capire che sfruttando l’immagine che tu stessa hai creato, puoi dare alla storia una svolta nuova.
È già tutto lì, nella tua testa! Devi solo avere il coraggio di tirarlo fuori.
Voglio aggiungere, a questo proposito, che sei sulla buona strada: la tua ultima storia va nella direzione giusta. Maglor che sopravvive fino alla Terza Era e che si riunisce a Elrond è un concetto che si ritrova in molte fanfiction… Maglor che viene ucciso da Elrond, in molte meno. Continua così!

Punto 2 - La ri-scrittura
Il modo di scrivere che hai tu – quello “di getto”, quello che va diretto dal cuore alla pagina – ancora più di altri ha bisogno di una revisione prima di diventare quel bel racconto originale e indimenticabile che non vedi l’ora di pubblicare.
Per fare questo, l’ideale sarebbe avere qualcuno che legga la tua storia e ti dica se sei riuscita a comunicare ciò che volevi, e che ti aiuti a correggere quegli errori di grammatica o di battitura che sfuggono anche ai migliori scrittori, figuriamoci a noi principianti.
Se non hai la possibilità di avere questo tipo di aiuto, o se preferisci farne a meno, questo lavoro lo devi fare da sola, ed ecco qualche consiglio su come farlo, in base alla mia esperienza.
Quando hai messo la parola fine alla tua storia, scritta sotto l’impeto dell’ispirazione, lasciala “riposare” un paio di giorni. Chiudi il file, pensa ad altro, leggi, scrivi, cominciane un’altra… insomma dimenticatela.
Quando la riapri, fai finta di non averla scritta tu. Fai finta di aver aperto efp o wattpad, e di aver trovato la tua storia. Scatena la tua “io” pignola, falle dire: “Vediamo questa Cut_wing cosa è capace di fare! Attenta a te, ragazza, perché sarò inflessibile nel mio giudizio!” E devi esserlo, se vuoi migliorare. Ci sono punti poco chiari? Ci sono errori di grammatica? Ci sono ripetizioni? Punteggiatura messa a caso? Non lasciarti sfuggire nulla!
Se hai la possibilità, stampa la tua storia prima di rileggerla. Sembra una cosa stupida, ma la stampa “assomiglia” di più a un libro, e da un libro noi ci aspettiamo la perfezione. Il tuo giudizio sarà più severo, e tu hai bisogno del giudizio più severo possibile per creare la storia più bella possibile!
Se non sei contornata da fratelli/sorelle/genitori che si fanno gli affari tuoi, leggila ad alta voce. Anche questo sembra stupido, ma ti assicuro che se ci sono verbi al tempo sbagliato, se ci sono ripetizioni o altre “stonature” ti salteranno subito all’orecchio.
Chiudo con un paio di consigli che con il minimo sforzo ti assicureranno un gigantesco miglioramento.
E sono questi: se hai un dubbio sul significato di una parola (una cosa che può capitare quando si usa il linguaggio letterario, soprattutto quando si vogliono usare parole ricercate), assicurati che voglia dire proprio quello che credi prima di usarla, con google ci vuole un attimo e ti risparmi una brutta figura. Se hai un dubbio su qualcosa inerente al Silmarillion, chessò, il colore dei capelli di un personaggio, cerca il passo in cui viene menzionato nel libro, e se proprio non lo trovi, lascia perdere, descrivi qualcos’altro, evita di metterti nei guai da sola!
Sono piccoli stratagemmi che trasformeranno il tuo lettore da uno che chiude la storia dopo tre righe a uno che arriva fino alla fine (condizione necessaria per arrivare ad apprezzarla).

Punto 3 - Cose da evitare
Quando hai fatto tutto questo bel lavorone di ricerca e di correzione, la tua storia è pronta per essere pubblicata. Non sarà perfetta, perché qualcosa sfugge sempre, non piacerà a tutti, perché ognuno ha i suoi gusti, ma per te sarà “bella”, sarà “giusta”. Avrai detto quello che volevi dire, con le parole che volevi usare, per comunicare quello che volevi comunicare. Quindi NON dire, come ho visto nelle tue note, “non ho una spiegazione per tutto ciò” oppure “nemmeno io so cosa sto dicendo”, perché se non lo sai tu, che cosa stai dicendo, di sicuro non si prenderanno la briga di scoprirlo i tuoi lettori!
Quindi: molto lavoro prima, nessun ripensamento dopo. Non servono a nulla le scuse o le giustificazioni: se ti sembra che la tua storia non sia chiara, non sia come la volevi, non sia abbastanza bella da essere pubblicata, vuol dire che ci devi ancora lavorare sopra. Se invece ti sembra che vada bene… allora va bene. Punto. Abbi fiducia in te stessa e nel tuo lavoro!

Punto 4 - Lo stile
Ho notato, sempre leggendo note e risposte, che tu stessa ammetti di avere uno stile un po’ “pasticciato”, che porta a una difficile comprensione del testo. Te lo dico subito, così ci togliamo il pensiero: è vero. Ma anche qui vale la regola: si può migliorare. E per migliorare, come ti dicevo nel punto 1, si parte sempre da sé stessi, da quello che ci piace fare.
Il tuo stile è un pasticcio? Niente panico! Cerca di far emergere, da questo pasticcio, la tua originalità. Dici che ti piace lasciare le cose ambigue, adatte all’interpretazione di tutti a loro piacimento… Bene! Allora fai di questo il tuo marchio di fabbrica, l’elemento che ti distingue dagli altri autori. Ovviamente, se vuoi che questa “voluta ambiguità” diventi il tuo punto di forza, devi saperla padroneggiare bene, e per fare questo io posso dirti soltanto due cose.
Primo: scrivi, scrivi, scrivi finché non affinerai la tecnica e la tua “io” più pignola non sarà soddisfatta del risultato, e secondo: leggi, leggi, leggi! I libri sono una miniera d’oro per noi aspiranti scrittori, da cui attingere ricchezze quanto ci pare e piace. Nella tua pagina di presentazione hai un elenco di autori/autrici preferiti… benissimo, comincia da lì! Soffermati a pensare a come i tuoi autori preferiti esprimono i concetti che ti sono più cari, e che vorresti sviluppare a tua volta nelle tue storie. Non solo, fai attenzione a come loro usano il linguaggio, in tutti i suoi aspetti. Usano la prima persona, la terza, il tempo presente, il passato? Usano vocaboli di uso comune, o parole ricercate? E ancora, usano mai il grassetto o il corsivo? Chiediti: perché lo fanno? Oppure: perché non lo fanno? Insomma, impara da chi ti piace, e da chi – almeno a giudicare dal numero di libri venduti – è capace di fare il suo lavoro.

Punto 5 - Il Consiglio con la C maiuscola
A proposito di libri, ecco il consiglio più importante di tutti, il consiglio imprescindibile, l’alfa e l’omega di tutti i consigli, il consiglio dei consigli (che manco quello di Elrond)… leggi TUTTO Il Signore degli Anelli!
Nelle note della tua prima storia dicevi che ti sei soffermata sulle parti che più ti interessavano saltandone altre (cosa che è nel tuo pieno diritto di lettore, non dico di no), ma lasciati consigliare da una che l’ha letto tante di quelle volte che neanche più le conta, e che ogni volta ci trova qualcosa di nuovo… vale davvero la pena!
Inutile dire che lo stesso vale anche per il Silmarillion, a maggior ragione se vuoi scriverci sopra. Se non conosci bene l’opera su cui stai scrivendo, rischi di fare errori grossolani e di perdere potenziali lettori.

Punto 6 - So high, so bright
E questo mi da l’aggancio per parlare (sinteticamente, te lo prometto) di questa flashfic, “So high, so bright”, perché l’errore da scarsa conoscenza del canon è proprio quello in cui sei inciampata qui.
La tua storia parla di Fëanor – lo sappiamo da subito perché è l’unico personaggio elencato nella lista personaggi – eppure alla seconda riga ecco che arriva il sole, che è comparso per la prima volta nei cieli di Arda qualche anno dopo la morte di Fëanor.
All’inizio si potrebbe pensare a una svista, ma presto capiamo che non lo è, perché tutto il racconto si basa su un parallelismo tra la brillantezza dell’astro e quella del fuoco che arde in Fëanor.
Questo errore spiazza il lettore che sente di non essere in buone mani e abbandona la storia all’istante oppure prosegue animato da scetticismo. In nessuno dei due casi arriverà a godere delle belle immagini che, sebbene in uno stile ancora da migliorare, emergono dal tuo racconto. Mi riferisco per esempio agli occhi di fiamma e rabbia incapaci di versare lacrime, o a quei poveri guerrieri che giacciono sul campo di battaglia come rose recise, o a quel sentimento di impotenza e di sconfitta che si impossessa di Fëanor nel momento della morte.
Capisci cosa intendo? Un errore facilmente evitabile rende impossibile un giudizio veritiero sul tuo racconto.

Ho finito!
Spero di non averti annoiato a morte, anzi, di esserti stata utile, almeno un pochino. Ti ripeto che i miei consigli non sono cose da prendere alla lettera, ma spunti di riflessione sui quali, se vorrai, potrai ragionare per verificare se hanno valore per te come lo hanno per me.

Chiudo sottolineando due aspetti che mi fanno pensare che tu sia sulla strada giusta per migliorare.
Primo, la tua perseveranza. La banalità più ovvia del mondo è che per migliorare non bisogna arrendersi, e questo mi sembra che tu non sia intenzionata a farlo. Brava!
Secondo, la tua ultima storia su Maglor. Come ti accennavo prima, in quella storia hai lasciato le strade più battute, prediligendo idee solo tue, e in quanto tue, preziose e uniche. Due volte brava!

In bocca al lupo per la tua avventura su efp e per tutto il resto.

Losiliel