Recensioni per
Dream
di Masumi_Sera

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/04/20, ore 05:45
Cap. 1:

Ciao Sherry, sono Giulia.
Premetto che non seguo i BTS, in particolare perché sono non vedente e, a meno che io non cerchi le traduzioni delle loro canzoni su internet, mi sarebbe impossibile capire cosa dicono, e in parte perché diciamo che in pratica ascolto solo musica di cantanti americani e qualcosa di alcuni spagnoli. Ma comunque, leggo alcune fanfiction su questo fandom perché ne ho trovate di davvero bellissime.
C'è un motivo in particolare che mi ha fatta capitare proprio sulla tua e soprattutto a quest'ora assurda del mattino. La mia migliore amica è morta improvvisamente sei anni fa in circostanze tragiche. O meglio, saranno sei il 13 ottobre. Ma a me sembrano solo pochi mesi. Da quando non c'è più sono caduta in depressione, soffro d'ansia e di attacchi di panico e mi sto curando con la psicoterapia e i farmaci. La tua storia mi ha colpita perché la protagonista sta vivendo il mio stesso dolore, benché nel suo caso sia passato molto meno tempo. Io non ho superato questo lutto nonostante tutti gli sforzi che ho fatto e, purtroppo, non ci riuscirà nemmeno lei. Dicono che prima o poi il dolore diminuirà, che si modificherà, che riuscirò a ricordarla solo con il sorriso e non con le lacrime, lacrime di sofferenza e di mancanza, ma non so se sarà così, e non basta credere che succederà secondo me. In ogni caso, un dolore del genere non svanisce mai del tutto. Per cui... capisco anche troppo bene la protagonista di questa storia, mi ritrovo moltissimo nella sua sofferenza, nei suoi pensieri, non puoi immaginare quanto.
"Era un anno che Hoseok non c'era più.
Era un anno che vivevo da sola in questo mondo di merda.
Era un anno che il mio migliore amico, del quale ero follemente innamorata, era morto.
Per colpa mia, era colpa mia.
Non avrei mai dovuto dirgli di andare a quella fiera.
Perché non ero morta io?"
In particolare, questo passaggio mi ha lasciata senza respiro perché descrive esattamente ciò che provo io da cinque anni, cinque mesi e venti giorni (sì, a volte tengo ancora il conto, come facevo all'inizio. Non so perché, forse per farmi inconsapevolmente ancora più male). Il senso di colpa è terribile, lo provo anch'io benché non abbia fatto niente per fare in modo che lei morisse (non me la sento di dire come, scusami. Non qui in una recensione, almeno). Quando ti prende, questa colpa ti segue per tutta la vita. Ti si attacca addosso, è come un macigno che aumenta il peso del tuo dolore e che, in certi casi, rischia di soffocarti. Non ti lascia nemmeno per un istante, neanche quando non pensi alla persona che non c'è più, nemmeno quando cerchi di dormire. E' sempre lì come la sofferenza, non importa quello che fai per mandarli via. Non so se è questo che prova la protagonista, ma immagino che possa essere plausibile. In ogni caso è quello che sento io e, anche se è una storia, mi dispiace tantissimo che lei debba sentire tutto questo. Spero tu non abbia vissuto una situazione del genere e che questo racconto non sia personale. In caso contrario, mi dispiace tantissimo!
"Continuo a rigirarmi tra le coperte.
È mezz'ora che continuo a muovermi nel letto mentre aspetto che la sveglia suoni."
Ho sofferto d'insonnia per mesi dopo l'accaduto, quindi posso capire. In questo passaggio mi sarei aspettata la descrizione di qualche momento che avevano passato insieme per rendere il senso di mancanza ancora più palpabile, magari anche un flashback in cui la protagonista rammenta qualcosa, insomma oltre alviso di lui quello che le mancherà sarà soprattutto il fatto che non potrà più sentire la voce del suo amico e fare con lui le cose che facevano prima. Fossi in te aggiungerei qualcosa, ma è solo un consiglio.
Comunque, in queste due frasi hai scritto due volte "Continuo" e diciamo che, nella seconda, leggere di nuovo questo verbo risulta, almeno a me, un po' ridondante. Potresti sostituire "Continuo a" con "Non faccio altro che".
"Mia madre capita che non la vedo per giorni... ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
Ormai sono pronta: lavata, vestita, pettinata e truccata."
Anche qui ripeti "Ormai", potresti togliere quello della seconda frase, che va benissimo anche così. E riscrivere meglio la prima usando il congiuntivo, quindi "Capita che non veda mia madre per giorni."
Non so se ti fanno piacere o no queste correzioni, non sto dicendo che tu non scriva bene perché, anzi, hai uno stile molto fluido, sai essere profonda e hai trattato la tematica del lutto in maniera perfetta, con tatto e sensibilità e, per tutti questi motivi, la tua storia finirà tra le mie preferite. Cerco sempre di aiutare se in una fanfiction o un'originale trovo qualcosina che non va perché a me fa piacere quando gli altri mi danno una mano, però dimmelo se a te dà fastidio.
Una domanda: come mai all'inizio scrivi "Era un anno", quindi al passato, ma poi in realtà la storia è al presente?
"Guado la foto e mentre i ricordi riaffiorano alla mente, una lacrima riga la mia guancia."
Errore di battitura, è "Guardo", ovviamente. Ecco, il flashback potresti metterlo qui anziché prima, ora che ci penso, perché il lettore si chiede:
"Quali ricordi? Cosa ricorda la protagonista che io invece non so?"
O almeno, è la domanda che mi sono posta io.
Il tempo trascorso al cimitero mi è piaciuto molto, però appunto qualche ricordo e forse alcune parole che lei rivolge alla tomba, oppure il fatto che invece non riesca a parlare a causa della troppa emozione, darebbero più intensità al momento.
"Le sue labbra mi ricordavano il cotone: soffice e morbido."
Io scriverei "ricordano", dato che la storia è al presente.
"«ti aspettavo» gli sento dire."
Manca la maiuscola su "Ti".
"«Si che è possibile» mi risponde con il suo magnifico sorriso sulle labbra."
"Sì" va con l'accento.
Mi aspettavo che la protagonista facesse più fatica a credere che lui era lì, insomma dev'essere stato uno shock. E secondo me ci vorrebbe qualche emozione in più quando lo abbraccia, non so, il dolore che scompare all'istante, il cuore che batte forte, un calore in tutto il corpo, il sorriso di lei fra le lacrime, per descrivere la sua felicità.
Quindi alla fine è stato tutto un sogno. Peccato, la parte del cimitero era bella e mi sarebbe piaciuto se fosse accaduta davvero, anche se immagino che la protagonista ci vada spesso o, almeno, tutte le volte che può.
"Una fitta allo stomaco.
Fa malissimo; perdo l'equilibrio cadendo così a terra.
La mia vista si annebbia fino a non vedere più niente.
Addio."
Sognare qualcuno a cui si teneva così tanto e poi vederlo svanire lascia una sensazione di vuoto, di dolore e di incompletezza terribili, una sofferenza fisica oltreché psicologica, lo so bene, è capitato anche a me e tu ne hai parlato, anche qui, in modo magnifico. Almeno è riuscita a parlarci, però, a risentire la sua voce, quindi è stato meglio averlo sognato alla fine. E l'ha anche baciato, ha sentito la sua presenza, gli ha toccato i capelli, ha avuto insomma un contatto fisico con lui, che è una delle cose che manca di più quando una persona muore.
Ti faccio ancora i miei più sinceri complimenti, è una storia davvero molto bella e intensa che mi ha fatta riflettere e che mi ha ricordato ancora di più la mia migliore amica, che per me sarà sempre come una sorella.
Giulia